LA VERA STORIA DI EMMA, l’abortista fai da te che vuole prendersi il Lazio
La candidata del Pd nel Lazio, Emma Bonino,
negli anni ’70 aspirava i feti con la pompa delle biciclette e li
gettava nella spazzatura. Si fece pure fotografare mentre aspirava un
feto. La Bonino praticava aborti e se ne vantava. Per questo fu
arrestata. E oggi pur di prendere voti si accredita come amica del
Vaticano. La storia che nessuno vuol ricordare…
di ANDREA MORIGI – da “LIBERO” del 21 gennaio 2010
Aborti,
non parole. Gli elettori laziali possono sciogliere i loro eventuali
dubbi: Emma Bonino mantiene le promesse elettorali. Lo testimonia la sua
storia personale, anche quella dimenticata nei ritratti ufficiali, che
ora la esaltano come paladina dei diritti umani. Solo raramente invece
spunta una fotografia, pubblicata da Oggi nel 1975, che la ritrae curva
davanti a una donna a gambe divaricate nell’atto – vero o messo in scena
per il servizio – di strappare la vita a un bambino.
Ma l’attuale
candidata radicale, appoggiata dal Pd alla presidenza della Regione
Lazio, a quei tempi, combatteva una battaglia per il «diritto a una
maternità scelta», dirà nel 2006 a Grazia. Da militante radicale, agiva,
infilando il tubo di una pompa da bicicletta nell’utero delle donne che
si rivolgevano a lei per uccidere il figlio che portavano in grembo.
Era l’attuale vicepresidente del Senato ad aspirare personalmente il
«contenuto dell’utero». Poi lo depositava in un vaso da marmellata.
È
lei stessa a ricostruire il macabro procedimento, tralasciando soltanto
un particolare: i feti finivano fra i rifiuti. A Neera Fallaci, di
Oggi, confidava però la propria e altrui indifferenza: «Alle donne non
importa nulla che io non usi un vaso acquistato in un negozio di
sanitari, anzi, è un buon motivo per farsi quattro risate». Le aveva
insegnato a riderci sopra Adele Faccio, con cui nel 1974 aveva fondato a
Milano il Centro Informazioni Sterilizzazione e Aborto, che vanta il
record di 10.141 aborti procurati, all’epoca clandestinamente, cioè
contro la legge che li considerava infanticidi.
La Bonino finì
anche in galera per qualche giorno, autodenunciandosi. Siccome – allora
come oggi – le leggi venivano fatte e disfatte dai magistrati, se la
cavò con un’assoluzione che le spalancò le porte del Parlamento,
anticipando politicamente la legge 194 del 1978, che ha stabilito le
regole per la cosiddetta interruzione di gravidanza. Attualmente si
sopprimono circa oltre 120mila l’anno. In trentadue anni di vigenza,
senza contare gli eccidi compiuti con mezzi di fortuna, sono milioni gli
italiani che l’anagrafe non ha nemmeno potuto registrare. Tanto, mica
votano.
Eppure, da qualche giorno, la Bonino si mostra tranquilla
anche a proposito dei suoi rapporti con il Vaticano: «Sia sui carcerati
che sugli immigrati e i malati, il mio rapporto con le associazioni
cattoliche è sempre stato ottimo », rispondeva l’altro ieri a Maurizio
Belpietro, a Mattino Cinque, dicendosi sicura che «i cattolici, come
tutti, ragioneranno sulle candidature, sui percorsi di vita, sui
programmi».
Fra i cristiani che con lei non intrattengono buoni
rapporti, vi è Cesare Cavalleri, che sul mensile che dirige, Studi
Cattolici, nell’ottobre 1976 scrive che Marco Pannella, Adele Faccio ed
Emma Bonino, istigatori dell’aborto, sono «oggettivamente assassini», in
quanto «chi pratica l’aborto è un assassino, e chi istiga gli assassini
o con loro collabora si macchia moralmente dello stesso delitto». I tre
lo querelano, e il 7 luglio 1980 il Tribunale di Milano lo assolve
perché «il fatto non costituisce reato ». Un precedente giuridico
importante, che consentirà al centrodestra di propagandare liberamente
la verità anche durante la prossima campagna elettorale, toghe rosse
permettendo.
Del resto, della libertà d’opinione, la Bonino si è
fatta sempre fatta paladina. In occasione del FamilyDay, il 12 maggio
2007, si era unita alla contro-manifestazione di piazza Navona, Coraggio
Laico, indetta per ricordare la vittoria referendaria per il divorzio.
In effetti Romano Prodi, il cattolico adulto, l’aveva nominata ministro
per il commercio internazionale e le politiche europee. E anche per
questo si era inimicato la Santa Sede e l’elettorato cattolico.
Non
ne tenne conto nemmeno Silvio Berlusconi quando, da presidente del
Consiglio, nel 1995 la nominò commissario europeo. Subito dopo, caduto
il suo primo governo, lasciò le chiavi di Palazzo Chigi a Lamberto Dini.
http://alezeia.wordpress.com/2010/01/28/la-vera-storia-di-emma-bonino/
Fonte : http://www.associazionelatorre.com/2013/02/monti-emma-bonino-sarebbe-una-candidata-molto-buona-per-il-quirinale/
http://www.losai.eu/quando-emma-bonino-praticava-aborti-clandestini-con-la-pompa-delle-biciclette/
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