Così questo fine settimana i cittadini svizzeri – anzi, il popolo elvetico – è andato alle urne e contro ogni previsione e, soprattutto, contro il volere dei principali partiti, del governo, delle associazioni economiche, sei sindacati, ha deciso di approvare l’iniziativa lanciata dell’Udc, il partito conservatore di Blocher, contro “l’immigrazione di massa” ovvero contro gli accordi con l’Unione europea che hanno di fatto liberalizzato il mercato del lavoro svizzero, aprendolo ai cittadini dell’Unione europea.
Questo significa che da domani la Svizzera chiuderà le frontiere e che gli oltre 60mila frontalieri italiani che lavorano nel Canton Ticino perderanno il posto di lavoro? Ovvio che no.
Il popolo svizzero ha dato mandato al Consiglio federale – ovvero al governo federale – di rinegoziare i trattati esistenti e di introdurre leggi che fissino dei contingenti di manodopera in funzione “agli interessi globali dell’economia elvetica”. Tempo: tre anni. Poi si vedrà. Anzi, prima si vedrà. Non sarà necessario aspettare così a lungo per capire la portata di questo voto e l’esito finale che, verosimilmente non sarà in sintonia con il volere del popolo elvetico.
Mi spiego: la decisione elvetica è storica perché anticipa il sentimento che un numero crescente di popoli europei provano nei confronti dell’Unione europea e delle organizzazioni sovranazionali. Un sentimento che troverà piena espressione alle prossime elezioni europee. Gli svizzeri pur vivendo nel benessere, sentono di non essere più pienamente sovrani, di non controllare più il proprio destino.
Vedono consuetudini e contratti sociali che sembravano incrollabili, erodersi continuamente, secondo modalità opache, anzi impalpabile. Una sensazione che è particolarmente evidente sul mercato del lavoro, soprattutto nelle zone di frontiera e alla guida di grandi società, che sono ancora nominalmente svizzere ma che in realtà sono condotte e controllate da stranieri. In Svizzera non c’è crisi, ma c’è, da tempo, un disagio fortissimo, un senso di smarrimento, un bisogno di affermazione di identità che ora è emerso prepotentemente. Non è stato un voto razionale, ma emotivo. Non è stato un voto “contro” ma un voto “per”; sì difendere se stessi e la propria identità.
Verosimilmente, però, sarà un voto inutile; anzi, forse addirittura controproducente. Già, perché non è difficile immaginarsi il seguito.
Poche settimane fa il Commissario al mercato interno Ue, Vivane Reding, aveva avvertito il popolo elvetico che “la Svizzera non può scegliere ciô che le piace” con dichiarazioni di rara arroganza. E ora l’Unione europea non potrà certo permettere che la strategia di imbrigliamento della Confederazione elvetica (considerata dal tedesco Schulz ormai “un membro passivo della Ue”) possa venir compromessa.
Già da domani inizierà il fuoco di fila dell’Unione europea a furia di pressioni, minacce, ricatti. Anche il mondo economico elvetico è contrario alla revisione degli accordi. Ecco perché alla fine verosimilmente tutto resterà come prima. E l’oligarchia europea si prodigherà per trasformare, ancora una volta, una sconfitta, in una vittoria. Ovvero per dimostrare di essere più forte della democrazia, di poter piegare alla propria volontà anche popoli – come quello francese, olandese e, in passato, quello svizzero – che si illudono di essere liberi e sovrani.
Marcello Foa
Fonte: http://blog.ilgiornale.it
Link: http://blog.ilgiornale.it/foa/2014/02/09/perche-la-svizzera-dice-no-allimmigrazione-di-massa/
http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=12918
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Svizzera: "Ecco perché abbiamo messo un freno all'immigrazione"
Un manifesto dell'UDC svizzero, favorevole alla stretta sull'immigrazione |
Riceviamo e pubblichiamo, da Michela C. - cittadina ticinese, circa il referendum mediante il quale i cittadini svizzeri si sono espressi in favore di una "chiusura" delle frontiere anche per i cittadini dell'UE:
La votazione di ieri in Svizzera, ha alzato un polverone in tutta europa. Perchè agli occhi di tutti saremo razzisti e xenofobi.
La verità è che vogliamo lavorare e con i salari che danno agli stranieri e che poi propongono a noi, noi dobbiamo dire di no.
Quindi tanti sono a casa in disoccupazione o in assistenza. Ecco il perchè è passata questa votazione.
Per protesta verso la politica, verso i datori che sfruttano la mano d'opera, nostra e degli stranieri.
Per tutta la politica che non si è accorta o ha fatto finta di non vedere che cosa stesse succedendo al popolo ticinese/ elvetico.
Nessuno ce l'ha con gli stranieri, noi saremmo i primi ad andare dove c'è la possibilità di lavorare.
Noi però vogliamo lavorare qui, a casa nostra, con le giuste paghe e le giuste leggi.
Non vogliamo essere sfruttati, come non devono esserlo gli stranieri che arrivano qui. Eppure succede, e troppo spesso.
Noi per lavorare dobbiamo chiedere uno stipendio di 4500 frs minimo, agli stranieri vengono dati 2000frs o meno.
Come facciamo ad accettare questi stipendi? Se un affitto è solo la loro paga? Perchè solo il Ticino con 330 mila abitanti ha 60 mila frontalieri, la maggior parte sono sotto pagati ( ma per loro con il cambio è una festa ).
Noi con questo voto abbiamo detto basta a tutto questo.
Abbiamo avuto una possibilità, quella del voto e l'abbiamo usata.
Senza cattiveria nei confronti di nessuno, ma proprio per gridare il nostro dissenso, verso questa società che ha sempre saputo ed ha taciuto e ha sfruttato tutta la mano d'opera sul territorio.
Il nostro voto è stato un NO a questo sfruttamento permesso dallo Stato.
Sappiamo che con la nostra votazione verranno penalizzati gli immigrati bisognosi di aiuto, non è stato un voto fatto a cuor leggero ( almeno non per tutti ).
Ma si è dovuto scegliere, noi o gli altri, abbiamo scelto noi.
fonte: http://www.nocensura.com/2014/02/svizzera-ecco-perche-abbiamo-messo-un.html
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