mercoledì 26 marzo 2014

15 anni dai bombardamenti della Jugoslavia

15 anni dai bombardamenti della Jugoslavia

Quindici anni fa sulla mappa dell’Europa, il 24 marzo del 1999, le aviazioni congiunte di Stati Uniti e Nato iniziarono il bombardamento della Jugoslavia, che durò più di due mesi. L’aggressione dell’Occidente portò alla morte di quasi duemila civili.

L’aggressione dell’alleanza contro la Jugoslavia nel penultimo anno del XX secolo è stato uno degli atti finali della campagna pluriennale contro questo stato balcanico. Le bombe ed i missili caduti dai cieli notturni nelle città di Belgrado, Pristina ed in altre città serbe, hanno completato la formattazione della nuova mappa dell’Europa dell’Est, ha dichiarato a “La Voce della Russia”, Alexander Bovdunov, esperto del Centro Conservazione Dati della Facoltà di Sociologia dell’MGU:
È stato creato un focolaio di tensioni in Europa, che ha impedito all’Europa stessa di essere un centro geopolitico indipendente ed ha soppresso tutte quelle forze che avrebbero potuto diventare alleate del mondo russo. In primo luogo, la Serbia ed il popolo serbo. In questo conflitto, gli Stati Uniti e l’Europa hanno deciso di distruggere lo stato serbo, riducendo al massimo la sua influenza nei Balcani e scatenando il conflitto in Kosovo.
Uno dei principali obiettivi degli Stati Uniti è stato quello di mostrare al mondo che essi sono in grado di imporre la loro volontà e dettare le leggi sui territori in qualunque parte d’Europa. Così, gli sforzi di Washington, sono stati chiari sulla micronazione della Republica del Kosovo, ha dichiarato Vasiliy Kashirin, ricercatore dell’Istituto russo di Studi Strategici:
Si tratta di un satellite affidabile e leale dell’Occidente. Vi è la più grande base americana di tutto il continente europeo. Gli americani costruirono una vera e propria città-fortezza militare. Da decenni sono giunti fino a lì, e non hanno intenzione di andarsene. Dal punto di vista del trionfo della brutale potenza militare americana è stato un totale successo.
Frantumando lo stato jugoslavo in tante piccole repubbliche ed enclavi, l’Occidente non è rimasto fermo. La sua “democrazia alata” ha seminato devastazioni in Iraq, in Afghanistan ed in Libia. Ed era già pronto a fare giustizia anche nella ribelle Siria, quando all’improvviso il meccanismo di influenza unipolare ha fatto cilecca, poiché sul sentiero della politica euro-atlantica si è frapposta la Russia, ricorda Vasilij Kashirin:
È cambiato l’equilibrio globale delle forze nel mondo. La Russia non è più così debole come nel 1999, e lo ha dimostrato chiaramente l’anno scorso, durante la crisi siriana, quando Mosca con la sua diplomazia ragionevole e con la sua posizione di principio, non ha permesso all’Occidente di iniziare un’aggressione militare contro la Siria.

La Crimea è stata il successivo errore dell’asse euro-atlantico. È abbastanza naturale e comprensibile il desiderio, da parte di Mosca, di proteggere la popolazione di lingua russa che risiede nella penisola dai nazionalisti ucraini, che invece la società occidentale denuncia essere un’aggressione militare contro l’Ucraina. I risultati della libera volontà della Crimea di aderire alla Russia è considerata in Europa una violazione dell’integrità territoriale della nazione ucraina. Come ha osservato Vasilij Kashirin, una tale reazione in Europa occidentale e negli Stati Uniti è un riflesso di una politica che ha due pesi e due misure diversi. Tuttavia i tempi sono cambiati e questo tipo di politica non sarà più efficace come lo è stata prima.
 


 
Grigory Milenin

fonte: http://italian.ruvr.ru/2014_03_24/15-anni-di-bombardamenti-della-Jugoslavia-5198/

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