La sera del 7 marzo, alle 02:00, un aereo da trasporto decollava dall’aeroporto di Borispil, Kiev. Prima del decollo, quattro autocarri e due furgoni senza targhe erano giunti all’aeroporto. Quindici persone in divisa nera, maschere, giubbotti antiproiettile e armate scesero e caricarono sull’aereo più di quaranta grosse scatole. Dopodiché alcuni uomini salirono a bordo dell’aereo. Dopo l’operazione di carico, gli autoveicoli lasciarono immediatamente la pista, e l’aereo decollava. Più tardi, dei giornalisti furono contattati da un alto funzionario del ministero delle Finanze, riferendo che su ordine dei “nuovi leader” tutte le riserve auree della Ucraina erano state spedite negli Stati Uniti. Secondo il FMI, le riserve auree dell’Ucraina ammontano a poco più di 40 tonnellate. Il 5 marzo, nel centro di Donetsk uomini armati con carabine statunitensi M4A1 proteggevano alcuni attivisti pro-golpisti circondati dalla popolazione patriottica.
I manifestanti accusavano la presenza dei mercenari gridando “Blackwater!“, “mercenari!“, “finocchi! A chi volete sparare?” Ma i mercenari, probabilmente non comprendendo la lingua del posto non si smossero né dissero una parola. Qualche giorno prima diverse centinaia di uomini armati, della Greystone Limited, emanazione della Vehicle Company LLC, appartenente alla Blackwater/Xe/Academi, erano arrivati all’aeroporto internazionale di Kiev. Probabilmente erano gli elementi incaricati di trasbordare l’oro ucraino sull’aereo diretto negli USA. Inoltre, un cittadino russo che prese parte agli scontri a Kiev dichiarava di avervi incontrato numerosi stranieri che parteciparono attivamente ai combattimenti con la polizia.
Provenivano da Germania, Polonia, Turchia e probabilmente Stati Uniti.
Sempre a proposito di mercenari, la nuova struttura militare della Guardia Nazionale, in via d’istituzione da parte dei golpisti ucraini, incorporerà gli squadristi di piazza Majdan. Infatti, il “presidente” ad interim Aleksandr Turchinov ha detto al parlamento che le forze armate saranno ricostruite “effettivamente da zero“, a causa della cattiva gestione della leadership precedente. Tale dichiarazione pone fine alle illazioni sull’esercito ucraino in “marcia verso la Crimea”.
Non c’è nessun esercito in marcia da nessuna parte, perché non c’è alcun esercito che prenda ordini dai fantocci della NATO e del FMI installatisi a Kiev. Si può affermare, tranquillamente, che le forze armate ucraine siano di fatto dissolte o in via di allineamento con Mosca e Kharkov. La Guardia Nazionale, di almeno 20000 effettivi, dovrebbe includere “militari fedeli al nuovo regime e le unità di autodifesa di Piazza Indipendenza” mentre i golpisti hanno deciso un’”urgente purga segreta” nelle forze armate eliminando chiunque “dimostri slealtà verso il governo ucraino“. Il ministro della Difesa studia anche la possibilità di prolungare il servizio per i coscritti e di arruolarne altri 15000.
Infatti, completando il quadro del disfacimento della macchina militare ucraina, il ministro golpista Igor Tenjukh ha descritto l’efficienza delle forze armate ucraine come “insoddisfacente”. Nella sua relazione ad Aleksandr Turchinov, Tenjukh parla di “scarsa preparazione tra i militari e carenza di specialisti, equipaggiamento ed armi” nelle forze armate.
Solo 6000 su 41000 effettivi in servizio nelle forze armate “sono pronti al combattimento“; meno del 20 per cento degli equipaggi dei veicoli corazzati è sufficientemente addestrato, oltre il 70 per cento dei carri armati e veicoli da combattimento è “obsoleto e in servizio da 30 anni e più“.
Su 507 aerei da combattimento e 121 elicotteri d’attacco, solo il 15 per cento è riparabile.
“A causa dello scarso addestramento degli equipaggi, solo il 10 per cento di essi possono svolgere compiti operativi“.
Solo quattro navi della marina ucraina sono attive: la fregata Hetman Sagajdachnij, la corvetta antisom Ternopol, la nave comando Slavutich e la grande nave d’assalto anfibio Kostantin Olshanskij, tutte passate alla Flotta russa del Mar Nero.
In effetti la marina ucraina non controlla più almeno metà della propria flotta di 40 unità e neanche le infrastrutture di Sebastopoli. “Nel caso creasse una forza navale propria, la Crimea potrebbe contare sulle corvette Lutsk e Ternopol, sulla nave comando Slavutich, su diversi natanti e sull’unico sommergibile della marina ucraina, lo Zaporozhe, di stanza a Sebastopoli“.
Il comando navale delle Forze di autodifesa della Crimea controlla l’aviazione navale, le unità di terra e i poligoni militari. Tenjukh afferma che solo i lanciarazzi multipli di fabbricazione sovietica BM-27 Uragan e BM-30 Smerch “possono scoraggiare le aggressioni e sconfiggere le forze di autodifesa e le formazioni armate illegali in Crimea“.
Secondo una e-mail tra l’assistente dell’attaché dell’US Army a Kiev, Jason Gresh, e un alto ufficiale ucraino, il maggior-generale Igor Protsik, si progetterebbero vari attacchi contro basi militari ucraine, per destabilizzare la situazione in Ucraina.
“Igor,Manifestanti si dirigono rapidamente in Crimea. I nostri amici a Washington si aspettano altre azioni decise dalla rete. Penso che sia il momento di attuare il piano che abbiamo discusso ultimamente. Il vostro compito è causare certi problemi negli snodi dei trasporti nel sud-est, al fine di bloccare la zona. Si creeranno le condizioni favorevoli per l’azione di Pentagono e Compagnia (la CIA. NdT). Non perdere tempo, amico mio.Rispettosamente, JP”
A sua volta Protsik scrive a un certo Vasil dicendogli di organizzare un attacco contro la base della 25.ma Aerobrigata dell’aeronautica ucraina di stanza a Melitopol. Questo Vasil è responsabile dell’organizzazione dell’attacco, raccogliendo gli elementi armati cui fornisce la mappa dei siti da attaccare.
Lee Jay Walker dice a Tokyo Modern Times:
“Se l’Ucraina vuole introdurre una nuova Guardia Nazionale spoliticizzata e aperta a tutti gli ucraini, indipendentemente dal credo politico, sarebbe comprensibile. Tuttavia, facendo sapere che le “unità d’autodifesa di piazza Indipendenza” sono particolarmente benvenute, allora v’è un enorme errore di giudizio. Dopo tutto, nelle aree russofone, le nuove élite ucraine dovrebbero essere interessate a cercare di ridurre le tensioni. Ma ovviamente i l’elité al potere a Kiev sa che violenza e intimidazione le hanno permesso di prendere il potere, una realtà trascurata da USA e Unione europea. Pertanto, il nuovo provvedimento in cantiere è chiaramente autoritario, perché viziato da motivi politici. Entro breve sarà chiaro che il colpo di Stato filo-occidentale farà dell’Ucraina il “caso disperato dell’occidente”, con prestiti da USA, UE e Fondo Monetario Internazionale, tribunali penali internazionali e strisciante adesione alla NATO, dimostrando che l’élite a Kiev non si preoccupa della sovranità nazionale, aldilà della retorica antirussa. In effetti, quando verranno adottati i tagli economici, forse il popolo ucraino sentirà ciò che i greci sentono verso l’UE. Tuttavia, una volta che le potenti istituzioni occidentali affonderanno i denti sull’Ucraina, sarà troppo tardi”.Le controsanzioni di Mosca, che prevedono il congelamento dei beni di società europee e americane attive in Russia, come PepsiCo, Coca-Cola, General Motors, Ford, Caterpillar, IBM, Microsoft, Procter & Gamble, ExxonMobil, Chevorn, Boeing, ConocoPhillips, ecc., probabilmente liquideranno le sanzioni occidentali in breve tempo. “Obama e Congresso sbraitino pure sul malvagio Vladimir Putin e l’aggressivo orso russo, ma si tratta solo di aria fritta e retorica”, afferma l’autore Kurt Nimmo. Inoltre, le autorità della Crimea avviano la nazionalizzazione della compagnia petrolifera e gasifera Chernomorneftegaz, delle ferrovie e dei centri termali sulla penisola.
“Discutiamo la nazionalizzazione di Chernomorneftegaz e di tutti i suoi beni, compresi gli impianti di perforazione al largo della Crimea. Questa società sarà proclamata società repubblicana“, ha detto il Primo Vicepremier della Crimea Rustam Temirgaliev.
Le autorità della Crimea nazionalizzano anche le ferrovia della penisola e numerose stazioni termali appartenenti a ministeri e agenzie ucraine.
“Le proprietà di società private e singoli individui non saranno colpite. La nostra unica richiesta è registrarsi nuovamente in conformità alla legislazione russa“.La Chernomorneftegaz ha aumentato la produzione di gas nel 2013 del 40,6 per cento, pari a 1,67 miliardi di metri cubi, e prevede di produrne 3 miliardi entro il 2015. L’azienda inoltre gestisce ed esplora giacimenti nel Mar Nero e Mar d’Azov, sfruttandone nove di gas e uno di petrolio. Dispone di 17 depositi, di un gasdotto e di un impianto di stoccaggio del gas sotterraneo. ENI ed EdF sono partner di Chernomorneftegaz, nel quadro di un accordo di ripartizione della produzione in quattro blocchi offshore in Crimea. Le autorità della Crimea programmano di nazionalizzare la flotta ucraina nella penisola oltre a diversi impianti minerari statali.
“La flotta ucraina a Sebastopoli sarà nazionalizzata. Non abbiamo intenzione di lasciare nessuna nave. Abbiamo anche bloccato i rifornimenti di Chernomorneftegaz. Decideremo che anche gli impianti fotovoltaici siano acquisiti dalla Repubblica Autonoma di Crimea“, ha detto il Premier Aksjonov.Nel frattempo, unità e reparti dell’esercito russo continuano le intense manovre nelle regioni di Rostov, Belgorod, Kursk e Tambov. L’obiettivo principale delle esercitazioni è controllare globalmente la coesione delle unita nell’adempimento delle missioni di combattimento su territori sconosciuti e in campi non testati. Le manovre seguono due fasi: nella prima
“comandanti e contingenti di fanteria, artiglieria e carri armati acquisiscono esperienza nel dispiegamento permanente combinato, tramite marce su strada, treno e aereo verso gli obiettivi, con ulteriore dispiegamento lontano, in cooperazione con le Ferrovie Russe (RZD) nel trasferimento di attrezzature sui carri pianali”. A questa fase segue “l’esercitazione pratica dei militari sugli standard d’impiego di attrezzature militari e speciali su un territorio sconosciuto, svolgendo missioni di ricognizione e fortificazione delle posizioni, e specifiche manovre tattiche. I tali attività, particolare attenzione viene posta sulla furtività negli spostamenti e sulla mimetizzazione nelle aree di sosta”. Anche grandi esercitazioni della Difesa aerea si svolgono nel distretto militare occidentale della Russia. I comandanti delle unità “si addestrano alle modalità dei diversi tipi di combattimento, controllo lontano e controllo del tiro nelle missioni di addestramento al combattimento, agendo in modo non convenzionale, ingannando il nemico in modo imprevedibile. Le manovre si svolgono creando vari tipi di situazioni di combattimento in ambienti complessi, adottando le azioni tattiche del nemico“.
L’ultima tappa riguarda “lo svolgimento di una serie di esercitazioni volte a mantenere la coesione delle unità in combattimento, con tiri reali sulla linea di battaglia con cui i comandanti verificheranno la loro capacità di controllare il tiro dell’artiglieria”.
In reazione alle manovre della NATO, il presidente della Bielorussia Aleksandr Lukashenko ha promesso una “risposta adeguata”.
“La Bielorussia reagirà adeguatamente all’incremento delle forze della NATO in prossimità dei suoi confini“,ha dichiarato Lukashenko ad una riunione del Consiglio di Sicurezza Nazionale.
“La Bielorussia propone alla Russia di schierare sul proprio territorio altri 15 aeromobili, causa l’attività della NATO. Da 12 a 15 aerei da inviare in Bielorussia per pattugliamento e riserva. Non sono in Siria, Libia o Iraq, ma vicino ai confini della Bielorussia, e ciò non può rimanere senza risposta”.
Gli Stati Uniti hanno inviato 12 caccia F-16 e 300 militari nella base aerea di Lask, nella Polonia centrale, e altri 10 caccia in Lituania. Varsavia ha chiesto a Washington di anticipare le manovre in risposta alla crisi in Ucraina. Dall’11 marzo, gli aerei AWACS della NATO pattugliano dello spazio aereo della Romania. Il Presidente Lukashenko ha quindi approvato le proposte del ministero della Difesa di rafforzare la difese aerea bielorussa.
Il ministro della Difesa Jurij Zhadobin ha dichiarato
“Il capo dello Stato ha dato l’istruzione di verificare il piano d’interazione delle difese aeree unificate regionali di Bielorussia e Russia, per la ridistribuzione nel territorio bielorusso di 12 aerei russi, da effettuare a breve“.
Lukashenko ha anche reso noti i risultati della prima fase di un’esercitazione delle forze armate bielorusse, dopo di che ha sottolineato l’opportunità di una seconda fase delle manovre. Oleg Dvigalev, comandante dell’aeronautica e della difesa aerea bielorusse ha affermato
“Oggi sono stato incaricato di occuparmi del rafforzamento delle forze del sistema di difesa aerea unito Bielorussia-Russia. I piani d’azione congiunta prevedono l’invio di velivoli bielorussi negli aeroporti russi e l’accoglienza di unità dell’aviazione russa negli aeroporti bielorussi. Agendo in linea con il dispositivo del sistema di difesa aerea unito, abbiamo incrementato le forze della difesa aerea sul territorio bielorusso. La decisione di ridistribuire caccia russi negli aerodromi bielorussi è stata presa oggi con l’approvazione russa. Gli aeroporti sono pronti a ricevere gli aeromobili. Abbiamo già effettuato missioni di combattimento con i russi sul nostro territorio, nel dicembre 2013. Due turni si sono già svolti. Il pattugliamento dello spazio aereo bielorusso sarà seguito dall’interazione tra equipaggi russi e bielorussi, trasferimento su nuovi aeroporti e controllo totale dello spazio aereo bielorusso”,ha detto Oleg Dvigalev, che ha ricordato che un’esercitazione di prontezza operativa dell’esercito bielorusso ha avuto luogo nel gennaio 2014.
“Durante la prima fase le truppe dell’aeronautica della difesa aerea saranno maggiormente coinvolte nelle manovre: il trasferimento di truppe in nuovi settori è stato già svolto, assieme al trasferimento di unità aeree su nuovi aeroporti, al controllo degli obiettivi e delle violazioni dello spazio aereo. Ogni giorno aumenta il numero di unità e centri comando dell’esercito impegnati nelle esercitazioni“,ha detto Oleg Dvigalev.
“Vorrei dire un paio di parole sulla situazione che preoccupa il nostro governo e il popolo. La questione è ampiamente seguita dai mass media, da notizie sulla situazione che spingono Lukashenko a parlare della sua posizione sull’Ucraina“, ha detto il presidente bielorusso. “Vorrei dire che coloro che seguono da vicino le vicende non faranno tentativi del genere, perché abbiamo annunciato la nostra posizione fin dall’inizio. È una posizione solida e unitaria. Inoltre, il ministro degli Esteri è stato incaricato di far conoscere la nostra posizione alla comunità internazionale e ai governi stranieri. Questa istruzione è stata assolta. La nostra posizione rimane invariata. Certo, siamo preoccupati dagli eventi in Ucraina. L’Ucraina è un Paese alleato, una nazione sorella. Onestamente, il popolo ucraino non merita ciò che subisce. E’ una nazione eroica, la stragrande maggioranza degli ucraini ha lottato contro il fascismo, siamo stati insieme nell’ultima guerra e l’abbiamo vinta. Pertanto, prendendo in considerazione il nostro passato comune, la nostra posizione è inequivocabile“.Il commercio tra Bielorussia e Ucraina era di quasi 7 miliardi di dollari.
“Ciò dimostra i legami economici stretti tra Bielorussia e Ucraina. Posso porre una domanda retorica: quale Paese e governo non sarebbe interessato da ciò che accade in uno Stato confinante, considerati gli stretti legami tra essi? Naturalmente siamo preoccupati“.
Fonti:
Global Research
Global Research
Iskra
Modern Tokyo Times
ITAR-TASS
RIAN
RIAN
RIAN
RIAN
StopNATO
StopNATO
Sporaw
Global Research
Iskra
Modern Tokyo Times
ITAR-TASS
RIAN
RIAN
RIAN
RIAN
StopNATO
StopNATO
Sporaw
Alessandro Lattanzio
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