Per il Generale Dempsey, l'Europa orientale "è esposta ad un rischio significativo". Dempsey non è un generale qualsiasi, è il Capo dello Stato Maggiore congiunto delle Forze Armate Usa. Il Generale Martin Dempsey ha dichiarato - oggi a Washington - che nel caso di una escalation di disordini in Crimea, l'Esercito americano è pronto per una "risposta militare" in Ucraina.
Dempsey ha riferito di “aver parlato con i suoi omologhi militari in Russia, ma di aver anche inviato un messaggio chiaro all’Ucraina e ai membri della NATO: l'esercito americano risponderà militarmente, se necessario."
"Stiamo cercando di convincere la Russia a non far degenerare ulteriormente la situazione nell’Ucraina orientale, e concordare qualche tipo di soluzione per la Crimea. Abbiamo degli obblighi nei confronti dei nostri alleati della NATO. E se le circostanze lo richiedessero, li rispetteremmo", ha detto Dempsey.
Secondo il generale, l'incursione delle truppe russe in Crimea crea rischi per tutti i paesi d'Europa e gli alleati della NATO. "Se alla Russia è consentito intervenire in un Paese sovrano con il pretesto di proteggere i russi in Ucraina, l'Europa orientale è esposta ad un rischio significativo, perché ci sono enclavi etniche in tutta l'Europa orientale e nei Balcani" , ha spiegato Dempsey.
Probabilmente, Dempsey fa finta di non sapere che proprio la questione "etnica" è stata alla base della secessione del Kosovo, abitato, secondo i secessionisti, da una maggioranza albanese.
La NATO a cui fa riferimento Dempsey minacciando ora militarmente la Russia di Putin, è la stessa NATO che utilizzò l'aviazione militare, la marina militare e l'arma missilistica in appoggio dei kosovari secessionisti. Con questo, violando apertamente ogni regola internazionale di non ingerenza militare negli affari di Stati europei.
Dempsey è molto difficile abbia lanciato queste minacce di aggressione militare senza l'avallo del presidente Obama e quindi c'è da concludere che gli Stati Uniti si stanno preparando a scatenare la guerra in Europa.
fonte: http://www.ilnord.it
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La Banca centrale russa svuota i forzieri americani
La Banca centrale russa ha ritirato gran parte dei suoi averi dalle banche americane. Miliardi di dollari sono stati trasferiti nelle banche europee.
Settimana scorsa la Banca centrale di Russia ha ritirato gran parte delle sue riserve depositate nelle banche americane per trasferirle in istituti finanziari europei. L’importo esatto della somma trasferita non è noto ma si tratterebbe di decine di miliardi di dollari.
Questo movimento mostra che nel suo conflitto con il nuovo potere in Ucraina il presidente russo Vladimir Putin considera tutti gli scenari, incluso quello che vedrebbe il governo americano congelare gli averi russi depositati nelle banche negli Stati Uniti.
fonte: http://www.ticinolive.ch/2014/03/12/la-banca-centrale-russa-svuota-forzieri-americani/
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Ucraina, le vere falsità che ingannano l'opinione pubblica mondiale
Poco prima dell’attacco NATO, tutta l’opinione pubblica
mondiale rimase impressionata da fotografie aeree che mostravano cumuli
di terra che, ripetevano i media, racchiudevano corpi di vittime
kossovare innocenti trucidate dagli spietati serbi. Peccato che, alla
fine della guerra, i medici di varie nazioni inviati dal Tribunale
Penale Internazionale scoprirono trattarsi, nella maggior parte dei
casi, solo di terra smossa che non copriva un bel niente: anche nelle
poche vere fosse dove furono ritrovati corpi, i medici stabilirono
essere cadaveri seppelliti a guerra già iniziata e la cui etnia era
impossibile accertare. Le foto comunque erano già bastate all'Alleanza
Atlantica per giustificare davanti alle opinioni pubbliche le ragioni
per la guerra e ottenere così il consenso dei più.
Lo
stesso metodo, disinformazione e propaganda, è quanto sta avvenendo oggi
a proposito della questione Ucraina. I giornali, alcuni in buona fede,
altri molto meno, continuano a sostenere concetti la cui veridicità o
coerenza è per lo meno dubbia.
Vediamone alcuni.
1. Il
popolo ucraino si è democraticamente ribellato contro un governo
illegittimo e la crudele repressione attuata dalle forze di polizia è
stata un’operazione dittatoriale per contrastare la volontà popolare.
Ma le elezioni che portarono al potere Yanukovich e il suo partito furono giudicate “sufficientemente corrette” dagli osservatori internazionali dell’OSCE e quindi quel governo era, a tutti gli effetti, legittimo. In qualunque parte del mondo, quando le manifestazioni di piazza diventano violente, è dovere delle locali forze dell’ordine intervenire per fare rispettare la legge.
2. Il
presidente Yanukovich e il suo governo sono stati democraticamente
destituiti dal Parlamento Ucraino, che ha così dato spazio alla volontà
della maggioranza dei cittadini.
Su quel “democraticamente” ci sarebbe molto da discutere perché è sotto gli occhi di tutti che il Parlamento ha dovuto decidere sotto la pressione della violenza e non certo a seguito di una normale dialettica politica. Il nuovo Governo non ha avuto nessuna legittimità elettorale e, tra l’altro, è, pure lui, contestato da una gran parte degli stessi manifestanti.
3. La
maggioranza degli ucraini è scesa in piazza perché non ha condiviso la
decisione di Yanukovich di abbandonare il tavolo delle negoziazioni con
l’Unione Europea.
Visto da lontano e in base alle sole informazioni ripetute dai media occidentali sembrerebbe così, salvo che la stessa USAID, ente governativo americano, aveva svolto in Ucraina, pochi giorni prima, un’indagine dalla quale risultava che solo il 40% degli Ucraini preferiva l’opzione europea. E’ inoltre risaputo che tra costoro molti erano, e sono, illusi dal pensare che l’associazione economica con l’Unione Europea possa coincidere con un futuro di ricchezza per ciascuno e di fine delle difficoltà economiche che tuttora soffocano il Paese.
4.
Il desiderio manifestato dal governo di Crimea di far svolgere un
referendum per chiedere l’indipendenza e la richiesta di adesione alla
Federazione Russa sono contro la Costituzione Ucraina. Poiché la Russia
appoggia tali richieste, si pone fuori del diritto internazionale e
l’invio di propri militari in Crimea per proteggere la locale
maggioranza russa da discriminazioni costituisce una condannabile
invasione.
USA e Governi Europei che sostengono quanto sopra dimenticano quanto essi stessi fecero con il Kosovo. Nessuno si domandò cosa dicesse in proposito la Costituzione Serba e tantomeno se ci fossero cittadini europei o americani da salvaguardare. Fu proprio dopo quella guerra che molti Paesi decisero di riconoscere il Kosovo come Stato indipendente, violando, allora sì ogni diritto internazionale.
5. Il
nuovo governo di Kiev è e sarà democratico e non ha alcuna intenzione
di discriminare cittadini di etnia diversa da quella ucraina.
Strano, però, che uno dei primi provvedimenti votati “democraticamente” proibisse l’uso della lingua russa su tutto il territorio ucraino. Quel provvedimento è stato ritirato solo dopo i “suggerimenti “ degli europei che, oltre a vergognarsene, temevano le ripercussioni, negative per l’immagine, che ne derivavano.
Strano anche che interi gruppi di cosiddetti manifestanti abbiano fatto a gara nell’urlare insulti e minacce antisemite, razziste e contro la popolazione di origine russa.
6. Gli
europei desiderano da sempre che l’Ucraina entri nell’Unione,
percependola come parte integrante dell’organismo politico europeo.
Niente di più falso! La maggior parte dei cittadini europei non ha alcun desiderio, né interesse, a che l’Ucraina faccia parte dell’Unione Europea. Senza contare che la crisi economica è talmente forte da rendere economicamente impossibile, se non suicida, pensare di poter provvedere al risanamento della disastrata economia ucraina. Quei politici europei che hanno promesso 15 miliardi di euro come aiuto immediato al nuovo Governo ucraino dovrebbero spiegare ai cittadini di ogni Paese membro dell’Unione da dove arriverebbero quei soldi, cioè da quali tasche saranno presi. E già che ci sono dicano anche come pensano di continuare con gli aiuti dopo che quel primo “dono” si sarà velocemente esaurito. Altri fondi per aiutare le aree depresse? E altri ancora per pagare gas e petrolio che non avranno più i prezzi agevolati prima garantiti da Mosca? I cittadini europei amano gli Ucraini, ma non possono ne’ vogliono un altro Paese che gravi ancora di più sulle sofferenti economie comunitarie.
7.Le
forze politiche progressiste di tutto il mondo stanno dalla parte dei
ribelli ucraini perché bisogna stare sempre con il “Paese reale” e non
con il “Paese legale”.
Chiamare “Paese reale” gruppi di persone che sfasciano i palazzi delle Istituzioni, uccidono poliziotti e non rispettano le loro stesse leggi è un atteggiamento pericoloso, soprattutto quando è molto dubbio il consenso vero che costoro hanno nel resto della popolazione. Ma, si dice, i “progressisti” stanno sempre con i rivoluzionari. Perché, allora, in Venezuela questi stessi “progressisti” difendono il legittimo governo Maduro e non i ribelli che manifestano da settimane nelle piazze?
La verità è che quanto successo in Ucraina ha più a che fare con la geo-politica che con i bisogni del popolo. Qualcuno, in occidente ha nostalgia della Guerra Fredda e continua a pensare sia una necessità “contenere” la Russia, ancora identificata con “ il nemico”. Chi dispensa false informazioni e false promesse non ha a cuore la sorte degli ucraini e li sta usando come semplice strumento per tutt’altri scopi che non possono essere dichiarati apertamente. E’ importante, quindi, che noi, cittadini europei, si sappia distinguere tra informazioni e propaganda e, poi, ognuno scelga liberamente da che parte stare.
fonte: http://italian.ruvr.ru/2014_03_11/Ucraina-per-cittadini-europei-e-importante-distinguere-tra-informazioni-e-propaganda-3826/
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