martedì 16 aprile 2013

Bankizziamo il Comune di Udine per uscire dalla crisi

Da un articolo geniale di Andrea Baranes che propongo integralmente, colgo spunti per armare il Comune virtuoso dei mezzi necessari a combattere la crisi finanziaria. Il Comune non può annullare Maastricht o Lisbona, e non può neanche ricusare il Patto di Stabilità creato, per distruggerci, da un’Europa plutocratica. Il Comune può altresì entrare nel sistema acquisendo una banca che gestirà i crediti del Comune e della Cittadinanza a tasso zero e i debiti con tassi vicini al 2%, con l’obbligo assoluto di riinvestire sul territorio.

Il Comune può inoltre creare una Banca di Moneta Complementare Comunale, che aumenterà a costo zero la liquidità sul territorio, e incentiverà l’economia locale in cui tale moneta potrà essere spesa. In contatto con altri Comuni che hanno già adottato la Moneta Complementare, si potranno sostenere esportazioni del Made in Friuli e avere sconti in Comunali sulle importazioni.

Per capire come la Finanza ha creato figli e figliastri e con l’invito ad APRIRE GLI OCCHI, ecco l’articolo di Baranes pubblicato il 10 Luglio 2012.

Antonio Miclavez



“Recessione, spread, disoccupazione? Ecco come venirne fuori, in un attimo e senza sacrifici. 

Aboliamo l’Italia. Tutto qui. Chiudiamo una volta per tutte lo Stato, con tanto di inno e bandiera, e trasformiamoci in una banca. Ecco alcuni dei primi vantaggi.

1. L’Italia ha dovuto inserire il pareggio di bilancio nella Costituzione. Le banche non hanno nessun vincolo del genere.

2. Per eludere i pochi accordi esistenti (vedi Basilea), le banche possono cartolarizzare i loro attivi e spostarli nel sistema bancario ombra. Basterebbe quindi spostare metà del debito pubblico italiano in un sistema statale ombra, per avere per magia un rapporto debito/Pil al 60% e rientrare nei parametri di Maastricht.


3. Prima ancora, mentre gli Stati si sono impegnati al 60% di rapporto debito/il, molte banche europee lavorano tranquillamente e da anni con leve finanziarie superiori anche a 40 a 1, ovvero con debiti che sono il 4.000% del loro patrimonio.


4. Secondo le nuove regole europee, se l’Italia non rispetta gli impegni va punita e multata. Nessuna banca responsabile della crisi ha ad oggi pagato un euro di multa.


5. Le banche hanno ricevuto liquidità illimitata all’1% dalla Bce. Gli Stati per finanziarsi devono rivolgersi ai mercati, ai tassi decisi dagli speculatori. Per statuto, la Bce non può aiutarli.


6. Non è solo la liquidità della Bce. Le banche in difficoltà vengono inondate di soldi. Quanti aiuti europei sono diretti a contrastare la disoccupazione o sostenere il welfare? Il vertice di fine giugno ha previsto 120 miliardi di euro per tutta l’Ue, in gran parte soldi già stanziati. Bruscolini rispetto alle migliaia di miliardi ricevuti dalle banche dal 2008 a oggi.


7. Soldi, aiuti e piani di salvataggio per le banche arrivano senza nessuna condizione, né a bloccare la speculazione, né su cosa finanziare (ad esempio le rinnovabili e non i combustibili fossili). Nel caso (molto più raro e difficile) in cui gli Stati ottengano qualche aiuto, al contrario, questo arriva a condizioni durissime, com’è avvenuto in Grecia nei mesi scorsi.


8. Le banche possono immettere nel sistema quantità illimitate di denaro, in particolare grazie ai derivati, che oggi rappresentano oltre il 70% del circolante. Agli Stati aderenti all’euro è proibita l’emissione di denaro.


9. Da mesi stiamo combattendo per abbattere lo spread e ridurre il tasso sui titoli di Stato. Le banche il tasso se lo fissano da sole, manipolandolo all’occorrenza (per informazioni, rivolgersi alla Barclays).


10. L’unico obiettivo degli Stati è quello di dare fiducia ai mercati e di compiacerli. Al contrario banche e finanza non hanno nessun vincolo e nessun impegno verso governi o cittadini. Devono unicamente massimizzare i propri profitti.


Per riassumere, da Stato italiano a Italia Bank Ltd., e da domani si fa festa. Finché le cose vanno bene moltiplichiamo i profitti, quando vanno male, per continuare a garantire profitti in doppia cifra e alimentare la speculazione basta spremere i cittadini e il pubblico. Ah, già, quale pubblico?”

http://www.stampalibera.com/?p=62110#more-62110 

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