martedì 23 settembre 2014

Marina Silva, fa parte del piano per destabilizzare il Brasile

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Washington ha lanciato un’ampia propaganda a sostegno di Marina Silva, la candidata brasiliana alle presidenziali del Partito socialista brasiliano. Continuano a dire che la sua vittoria è sicura. Le predizioni si riducono soprattutto ai risultati incerti nel primo turno del 5 ottobre. Esperti statunitensi credono che Silva avrà il voto di coloro che sostengono Aécio Neves da Cunha del Partito socialdemocratico brasiliano, pari al 14-16% dell’elettorato. In questo caso la candidata pro-USA otterrà circa il 60% senza lasciare possibilità a Dilma Rousseff, che rappresenta il Partito dei Lavoratori, di un ballottaggio per il 26 ottobre, ma analisti indipendenti esprimono dubbi su tale scenario, affermando che sia un’illusione. 

Ci sono anche avvertimenti su possibili brogli. L’ex presidente Luiz Inácio Lula da Silva, compagno di partito di Dilma Rousseff, sostiene la presidentessa in carica. Dubita che Silva abbia una qualche chance. Secondo lui, non è Silva, ma piuttosto certi media a rappresentare una minaccia reale. Usano a loro vantaggio le difficoltà emerse dalle riforme sociali ed economiche attuate a vantaggio degli interessi del popolo. Il Paese è ancora sulla via del progresso, grandi piani industriali sono implementati. Lula è fiducioso sulla verità che abbatterà le menzogne. Il sostegno dell’ex-presidente a Dilma Rousseff è importante. Di conseguenza Silva potrebbe perdere molti voti. In un’intervista a un giornale, Silva scoppia in lacrime dicendo che non può controllare ciò che l’ex-presidente dice di lei, ma che potrebbe fare del suo meglio per non ricambiarlo con del male. 

L’ex-presidente ha risposto immediatamente dicendo che Marina Silva non doveva mentire su di lui piangendo, avendo altri motivi per piangere. Il significato è chiaro, Silva non è così sicura della vittoria, emozionandola. Silva faceva parte del Partito dei Lavoratori da più di un quarto di secolo, e fece carriera con Lula. Durante il suo mandato da senatrice, prima di divenire ministro dell’ambiente nel 2003, fu strettamente sorvegliata dagli Stati Uniti. Era sorvegliata da servizi speciali di diversi tipi e da organizzazioni internazionali alla ricerca di promesse future per usarle al servizio degli interessi di Washington. Basta guardare le decorazioni e i premi ricevuti, con l’aiuto degli amici statunitensi, per capire che è al centro della loro attenzione dai lontani anni ’80. Naturalmente, presero in considerazione le caratteristiche specifiche della personalità, tra cui l’inclinazione a compensare la scarsa attrazione fisica con i successi nella carriera politica.

Il Brasile è divenuto un forte Stato sovrano auto-assertivo e dalla grande influenza nell’emisfero occidentale, sfidando l’influenza degli Stati Uniti. I dibattiti a Washington si svolgono a porte chiuse, ma una cosa è evidente: gli Stati Uniti vogliono sostituire Rousseff con qualcuno più flessibile. Marina Silva sembra utile allo scopo. I servizi speciali statunitensi le hanno aperto la strada al successo, eliminando l’altro candidato Eduardo Campos, il leader del Partito socialista. Il suo aereo Cessna 560?L improvvisamente precipitò prima di atterrare e si schiantò. Il sito francese Slate.fr ha elencato l’incidente aereo come uno dei cinque eventi più importanti di questa estate, ignorati ma che potrebbero esercitare una seria influenza politica globale. 

Prima della tragedia, Dilma Rousseff era considerata vincitrice sicura. Silva s’è unita alla corsa presidenziale complicando le cose al Partito dei Lavoratori che cerca di restare al potere. Non c’è dubbio che il Brasile diverrebbe pro-USA in caso Silva andasse al potere. Lo scandalo dello spionaggio e le dichiarazioni della Presidentessa Rousseff sull’inaccettabilità delle intercettazioni statunitensi in Brasile, diverrebbero un ricordo. UNASUR (Unione delle Nazioni Sudamericane, unione intergovernativa che integra le due unioni doganali esistenti: Mercosur e la Comunità delle nazioni andine, nel processo continuo d’integrazione sudamericano) e Mercosur (Mercado Común del Sur, blocco sub-regionale che comprende Argentina, Brasile, Paraguay, Uruguay e Venezuela, con Cile, Bolivia, Colombia, Ecuador e Perù Paesi associati. 

L’obiettivo è promuovere il libero scambio e il movimento di merci, persone e valuta) non saranno più al centro della politica estera brasiliana. La riorganizzazione dell’Organizzazione degli Stati Americani, questione importante per gli Stati Uniti, sarà in cima alla lista delle priorità in politica estera. Il Mercosur può continuare ad esistere, ma non come concorrente dell’ALCA (Area di Libero Commercio delle Americhe) che Washington cercava d’imporre fino al 2005, quando l’idea fu rifiutata da Argentina, Brasile, Venezuela e altri Stati. Silva non è molto entusiasta verso le prospettive dei BRICS. Crede che la partecipazione a questo gruppo non porti nessun dividendo, non avendo alcuna intenzione di rafforzare le relazioni con Russia e Cina, e l’alleanza con Venezuela e Cuba non sarebbe più vigente. Tutto ciò che le amministrazioni di Lula Luiz Inácio Lula da Silva e Dilma Rousseff hanno realizzato finora sarà rigettato per compiacere la potenza nordamericana.

La battaglia pre-elettorale è diventata una lotta feroce. Silva non ha tempo da perdere e il compito è troppo pesante. Fa dichiarazioni a secondo la reazione del pubblico. Doveva spiegare l’intenzione di ridurre la produzione di petrolio nelle aree cosiddette “pre-sale” sul fondale marino. Silva espresse il rifiuto del matrimonio gay in passato, ma ha fatto un testa-coda per sostenerlo. Marina Silva (Partito socialista brasiliano) è un’evangelica che appartiene alla conservatrice Assemblea di Dio, ha ritrattato sul sostegno al matrimonio gay il giorno dopo aver presentato il suo piano di governo. Il capitolo su Cittadinanza e identità del programma include “sostegno alle proposte che difendono… il matrimonio civile“. Il team elettorale di Silva ha rilasciato una dichiarazione che corregge il testo. 

La nuova versione difende “i diritti all’unione civile tra persone dello stesso sesso“, cancellando la parola “matrimonio”, che includerebbe maggiori diritti per la coppia. Nel secondo dibattito tra i principali candidati in vista del primo turno del 5 ottobre, Rousseff ha cercato di reagire tre giorni dopo che il Brasile entrava in recessione, chiedendo all’ambientalista Silva come avrebbe finanziato i circa 60 miliardi di dollari d’impegni politici. “Dove vi proponete di prendere i soldi?” chiese Rousseff, cercando di dare al suo Partito dei Lavoratori (PT), un quarto mandato nella principale potenza dell’America Latina. “In primo luogo, non sono promesse ma impegni,” rispose Silva, che fu ministra dell’ambiente con il predecessore di Rousseff, Luiz Inacio Lula da Silva. Il denaro sarebbe stato preso, ha insistito, “dal nostro Paese ritornando all’efficienza della spesa pubblica. Oggi c’è molto spreco di risorse pubbliche“. 

Rousseff aveva ragione quando espresse il dubbio che qualcuno con tali opinioni e convinzioni instabili possa governare il Paese. Sempre più brasiliani cominciano a rendersi conto che Silva cambierebbe radicalmente politica conducendo il Paese verso il disastro nazionale. È esattamente ciò che i “burattinai” di Washington vogliono. Silva ha problemi psicologici, è una persona squilibrata, e tutto ciò influenzerebbe il processo decisionale ostacolando lo sviluppo progressivo del Brasile e spezzando l’equilibrio sociale, mentre le forze politiche del Paese imparano ad interagire nel quadro costituzionale. La missione di Washington è creare i presupposti per inscenare una “rivoluzione colorata” in Brasile, usando la “quinta colonna” e i media pro-USA per provocare “proteste civili spontanee”.

Gli Stati Uniti hanno inviato ulteriori esperti nell’ambasciata in Brasile. La stazione dell’Agenzia centrale d’intelligence è presidiata da guerrieri dell’ombra a tempo pieno. Il colonnello Samuel Prugh è un alto ufficiale e addetto della difesa in Brasile. Dall’esperienza unica nella raccolta di dati e d’intelligence umana, ha notevoli conoscenze personali tra i militari brasiliani e conosce bene il Paese. Luiz Inácio Lula da Silva e Dilma Rousseff hanno fatto del loro meglio per evitare un’espressione di pubblico malcontento verso le attività sovversive degli Stati Uniti nel Paese. Saltuariamente i brasiliani usano canali diplomatici protetti per dire a Washington di aver scoperto agenti coperti nell’industria petrolifera, nella rappresentanza diplomatica o nelle forze armate del Paese. Incidenti mai divenuti di dominio pubblico. 

Dopo il noto scandalo su come la National Security Agency degli Stati Uniti ascoltasse le comunicazioni personali della Presidentessa e spiasse la compagnia petrolifera statale brasiliana, il governo brasiliano ha preso una posizione ferma e richiesto pubbliche scuse dal governo degli Stati Uniti, che s’è rifiutato di scusarsi intensificando l’attività d’intelligence in Brasile. Gli Stati Uniti hanno inviato altro personale nei consolati. Il consolato di Rio de Janeiro si distingue, vi lavorarono 500 membri del personale. John Creamer, Console Generale, dice che 300 di loro vagliano le domande di visto dal primo mattino a tarda notte. Secondo lui, tale processo prima richiedeva sei mesi. Ora uno-due settimane. Gli impiegati dei consolati sono davvero interessati ai visti o sono impegnati a preparare la “Primavera araba” o una “Maidan di tipo ucraino” sotto l’egida dei servizi speciali degli Stati Uniti? Il tempo ce lo dirà.



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La ripubblicazione è gradita in riferimento al giornale on-line Strategic Culture Foundation.

Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
http://aurorasito.wordpress.com/2014/09/23/marina-silva-fa-parte-del-piano-per-destabilizzare-il-brasile/ 

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