Osservatorio Vaticano in Arizona
Negli ultimi decenni si è assistito in tutto il mondo al proliferare del numero di dibattiti relativi all’interrogativo se esista vita intelligente extraterrestre. Gli approcci a questa tematica sono i più disparati. Spesso frutto di astruse teorie sugli UFO. Il mondo scientifico ha sempre affrontato con i piedi di piombo la questione.
Eguale discorso per le principali religioni che da millenni insegnano ai loro fedeli che nel Creato quello tra l’uomo e la Divinità è un rapporto esclusivo. Qualcosa negli ultimi anni pare tuttavia essersi mosso verso una direzione nuova che potrebbe avere anche risvolti “rivoluzionari”. In Italia, ad esempio, a “rompere il ghiaccio” in merito a questo argomento ci aveva pensato lo scomparso monsignor Corrado Balducci, teologo romano il quale aveva, seppur timidamente, aperto alla possibilità che l’umanità non sia la sola forma di vita intelligente nell’Universo.
Lo aveva fatto da uomo di funesChiesa, vale a dire dando alla sua tesi un fondamento teologico tratto dalle Scritture. Mons. Balducci ricordava infatti come nei Salmi sia scritto “Del Signore è la Terra, l’universo e i suoi abitanti” (v. 24:1). Secondo il prelato questa frase starebbe a significare che possano esistere altre forme di vita intermedie tra l’uomo e le intelligenze angeliche.
Alla domanda se questo non costituirebbe un problema per la fede il gesuita rispondeva senza esitazione:
“Io ritengo di no“ e spiegava: “questo non contrasta con la nostra fede, perché non possiamo porre limiti alla libertà creatrice di Dio. Per dirla con san Francesco, se consideriamo le creature terrene come <<fratello>> e <<sorella>>, perché non potremmo parlare anche di un “fratello extraterrestre”? Farebbe parte comunque della creazione”.Funes riprendeva la tesi teologica già proposta da Balducci e richiamante la parabola evangelica della “pecorella smarrita”.
“Il pastore– spiegava il direttore della Specola – lascia le novantanove nell’ovile per andare a cercare quella che si è persa. Pensiamo che in questo universo possano esserci cento pecore, corrispondenti a diverse forme di creature. Noi che apparteniamo al genere umano potremmo essere proprio la pecora smarrita, i peccatori che hanno bisogno del pastore. Dio si è fatto uomo in Gesù per salvarci. Così, se anche esistessero altri esseri intelligenti, non è detto che essi debbano aver bisogno della redenzione. Potrebbero essere rimasti nell’amicizia piena con il loro Creatore”.Non è forse un caso che la Specola vaticana sia particolarmente attiva nella ricerca di esopianeti (corpi planetari abitati fuori dal sistema solare) nel complesso del Vatican Observatory Research Group in Arizona negli Stati Uniti. Nel 2012 è inoltre uscito, pubblicato dalla casa editrice di area cattolica Queriniana, un testo del teologo tedesco Armin Kreiner (Docente di Teologia Fondamentale alla Facoltà cattolica di Monaco di Baviera) dal titolo Gesù, gli UFO e gli alieni nel quale lo studioso si interroga sul rapporto tra fede e possibilità di vita extraterrestre.
Ci ha anche spiegato come, pur “smontando” tesi considerate radicate da secoli sui passi biblici, egli non neghi che le religioni “istituzionalizzate” abbiano comunque avuto il merito di creare un corpus di principi etici e morali necessari allo sviluppo della società umana nei millenni. Un altro punto su quale insiste è che la sua (ipo)tesi sulla reale natura degli Elohim, ovvero entità mortali e passionali come (e forse più) della loro creatura, l’uomo, non neghi (in maniera pregiudizievole) il principio creazionistico e quindi teistico. Se infatti gli Elohim hanno creato l’uomo, chi ha creato gli Elohim?
fonte: http://www.dionidream.com/mauro-biglino-perche-chiesa-investito-30-mil-per-osservatorio-astronomico/
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