lunedì 29 luglio 2013

Il percorso distruttivo della psichiatria




opgSi dice che chi non conosce la storia è condannato a ripeterla. Questo sicuramente si adatta molto bene alla psichiatria, le cui “cure” distruttive e soluzioni fittizie hanno continuamente provocato effetti devastanti sulla società. La psichiatria non si è evoluta lungo un percorso di tipo scientifico, ma solo perseguendo il potere economico e, in quanto strumento di controllo, quello politico. La cronistoria qui descritta riassume brevemente questo percorso. Esso inizia con i primi praticanti psichiatrici, i cui brutali trattamenti e programmi sociali provocarono indicibili sofferenze e dolore. Vedremo quindi come in psichiatria, così come per la promozione vaccinale, il tempo passa ma la musica non cambia.

1700 – 1800: LE ORIGINI DELLA PSICHIATRIA

Benjamin_RushI primi trattamenti per i malati di mente non erano molto diversi dalla tortura. I pazienti venivano confinati in gabbie, celle o stalle per animali, incatenati nudi ai muri, picchiati e frustati. Benjamin Rush, autore del primo libro di testo di psichiatria americano, insegnava che il terrore ha effetti terapeutici. Raccomandava terapie come il salasso, la contenzione brutale, la produzione di vesciche in diverse parti del corpo, l’annegamento parziale ed i primi trattamenti a base di shock, quali ad esempio l’immersione in bagni di ghiaccio. Questa “pratica brutale di tortura” travestita da “terapia” trova ancora oggi il suo utilizzo in Francia per i bambini autistici, sotto nome di Packing, e consiste nell’avvolgere il bambino [nudo o in biancheria intima] in lenzuola precedentemente raffreddate in acqua, in modo che raggiungano basse temperature.

 

1879: L’UOMO UN ANIMALE

Wilhelm_Wundt
Prima dello psicologo tedesco Wilhelm Wundt, la parola psicologia composta da “psiche: anima” e “logia – studio di”, significava “studio dell’anima”. Wundt si rifiutò di accettare lo spirito umano in quanto ”non scientifico”, e dichiarò che l’uomo era solo un animale e che la sua nuova scienza, la psicologia sperimentale, avrebbe fornito la soluzione alle malattie. Le teorie di Wundt, appoggiate dagli imperialisti tedeschi del 19° secolo, furono divulgate rapidamente in tutto il mondo dai suoi numerosi studenti. Gli “psicologi” incominciarono così a fare esperimenti su scimmie, cani, ratti, gatti e polli, nel tentativo di risolvere l’enigma del comportamento umano.

 

1833: ELIMINARE GLI “INDIVIDUI DISADATTATI”

Francis GaltonLa parola eugenetica significa “buona razza” e fu coniata dallo psicologo inglese Francis Galton [cugino di Charles Darwin]. Galton teorizzò che l’incrocio selettivo degli “adatti” poteva generare una razza superiore, come l’aristocrazia britannica di cui egli faceva parte. Nello stesso periodo Herbert Spencer sviluppò “la psicologia evoluzionistica” teorizzando che molte persone nella società erano biologicamente imperfette e degne solo di una “morte veloce”.

 

1905: L’ASCESA DELL’IGIENE RAZZIALE

Ernst Rüdin e Alfred Ploetz
Lo psichiatra Ernst Rüdin e l’igienista razziale Alfred Ploetz fondarono la Società Tedesca dell’Igiene Razziale per attuare il programma di superiorità razziale promosso nel libro di Ploetz del 1895 “L’idoneità della nostra razza e la protezione del debole”. Ploetz proponeva di non fornire cure mediche ai “deboli”, ma semplicemente di lasciarli morire. Rüdin invece diventò uno dei principali architetti del programma di igiene razziale nazista per depurare la razza germanica dagli “individui disadatti”.

 

1915: EUGENETICA NELLA SOCIETA’

Eugenics-Fitter-Families-Contest-Winners-Topeka-Kansas
Finanziati da potenti famiglie americane, gli psichiatri presentarono l’eugenetica come una “scienza”. In breve tempo, leggi sulla sterilizzazione obbligatoria furono approvate in 24 stati americani ed in quasi tutte le nazioni non cattoliche dell’ovest, ansiose di “purificare il proprio patrimonio genetico”. Furono sterilizzati criminali, tossicodipendenti, folli ed idioti e, troppo spesso, anche persone semplicemente povere ed analfabete. In Svezia, l’avere “evidenti tratti somatici zingareschi” costituiva motivo sufficiente per venire sottoposto a sterilizzazione. Sotto l’egida di queste leggi, Stati Uniti, Giappone, Svezia, Danimarca, Finlandia e Norvegia sottoposero a sterilizzazione obbligatoria almeno 164.500 persone.

 

1925: IL PRELUDIO DELL’ORRORE

Mein Kampf
Lo psichiatra Alfred Hoche e Karl Binding, Capo della Giustizia del Reich tedesco, scrissero il libro “Licenza di distruggere la vita indegna di essere vissuta”, mentre Erwin Bauer, Eugen Fischer e Fritz Lenz pubblicarono “La genetica umana e l’igiene razziale“. Questi e altri libri e trattati di eugenetica costituirono le basi ideologiche dell’opera razziale di Adolf Hitler, il “Mein Kampf” [La mia battaglia] e la giustificazione “scientifica” per l’assassinio di milioni di persone.

 

 

1933-1938: LA NASCITA DEI TRATTAMENTI A BASE DI SHOCK

elettroshockMentre la medicina avanzava con la scoperta scientifica di importanti metodi diagnostici e terapeutici, la psichiatria invece continuava a generare trattamenti brutali come gli shock a base di Metrazol, gli shock insulinici e l’elettroshock. Se da una parte i medici cercavano di prevenire le crisi epilettiche ed altri tipi di attacchi convulsivi nei pazienti, dall’altra gli psichiatri inventavano metodi debilitanti per provocarli.

 

1935: PSICOCHIRURGIA

Egas Moniz _ PsicochirurgiaPromossa come “cura miracolosa”, la psicochirurgia produceva una distruzione dei tessuti sani del cervello allo scopo di controllare il comportamento dell’uomo. Uno studio condotto per 12 anni sui pazienti di Egas Moniz, ideatore della lobotomia, evidenziò che si erano verificate ricadute, crisi epilettiche e morte. L’americano Walter J. Freeman presentò una forma meno complicata di lobotomia prefrontale, consigliando l’utilizzo di un punteruolo da ghiaccio. Egli eseguì o diresse migliaia di queste operazioni, lasciando dietro di sé una moltitudine di pazienti con cervelli permanentemente danneggiati e vite distrutte.

 

1940: LE PRIME VITTIME

sterminio-disabiliGrazie al sostegno del regime nazista, gli psichiatri tedeschi attivarono i loro piani di eugenetica iniziando con la sterilizzazione dei malati mentali.
Nel 1941 il programma si completò con “successo” con lo sterminio di 300.000 persone considerate “disadattate”, inclusi i bambini.

 

1940: IL PIANO GENERALE DELLA PSICHIATRIA

J. R. ReesIl 18 giugno 1940, lo psichiatra militare inglese J. R. Rees durante l’annuale assemblea generale del Consiglio Nazionale per l’Igiene Mentale del Regno Unito delineò le mete di penetrazione della psichiatria nei settori chiave della società, quali la politica, la legge, la chiesa, la medicina e l’insegnamento. Gli anni della guerra mondiale, con gli psichiatri che si insinuavano negli ambienti politici e nell’intelligence militare, divennero il trampolino di lancio per la più esplosiva crescita della storia psichiatrica.

 

1941: L’OLOCAUSTO

olocaustoUna volta messa a punto una vera e propria catena di montaggio per lo sterminio dei pazienti nei manicomi, gli psichiatri tedeschi esportarono le loro tecniche nei campi di concentramento, completandole con le camere a gas e i forni crematori e contribuendo così all’annientamento di milioni di persone.

 

1945: LA DISTRUZIONE DEI VALORI

G. Brock ChisholmLo psichiatra G. Brock Chisholm sostenne il piano generale di J.R. Rees del 1940, che proponeva la ”reinterpretazione ed infine lo sradicamento del concetto di giusto e sbagliato” come un obbiettivo essenziale della psichiatria. Chisholm affermò che, per prevenire la guerra, era necessario eliminare la “moralitá”. Attuando questo suo proposito, la psichiatria ha creato un vuoto morale, un’escalation di violenza, criminalità ed una società precipitata nella tossicodipendenza da psicofarmaci.

 

1948: LA FEDERAZIONE MONDIALE DELLA SALUTE MENTALE

wfmhI piani della psichiatria furono favoriti dalla formazione di un’organizzazione mondiale chiamata la Federazione Mondiale della Salute Mentale [WFMH, World Federation for Mental Health], i cui co-fondatori furono Chisholm e Rees. Fin da allora la WFMH ha fornito consulenza ai governi su questioni attinenti alla salute mentale; in particolare sulla necessità di avere più psichiatri e più finanziamenti.

 

1952: PSEUDOSCIENZA

DSM-5In America alla fine degli anni’ 40, con l’avvento delle assicurazioni contro le malattie, gli psichiatri dovettero escogitare un sistema diagnostico per poter ricevere fondi assicurativi. Ma non essendo in grado di dimostrare le basi scientifiche di nessuna malattia mentale, compilarono una lista di sintomi comportamentali definendoli “disturbi mentali”, li approvarono per votazione li pubblicarono nel nuovo Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali [DSM].
Il sempre più controverso Manuale Diagnostico della Psichiatria è giunto alla 5^ edizione ed ha recentemente riaperto un nuovo dibattito per la definizione di ADHD [Sindrome da Deficit di Attenzione e Iperattività] e di Autismo.

 

1954: UN NUOVO PSICOFARMACO

clorpromazinaScoperta dagli psichiatri francesi Jean Delay e Pierre Deniker, la Clorpromazina [Thorazine] fu il primo farmaco “antipsicotico”. Agiva come una lobotomia chimica e, delizia per gli infermieri dei manicomi, rendeva i pazienti calmi e docili. Fu soltanto la prima di una lunga serie di “meravigliosi” psicofarmaci commercializzati come cura per la cosiddetta malattia mentale. Quando le guarigioni promesse non si verificarono, gli psichiatri e le case farmaceutiche cambiarono strategia ed incominciarono a sostenere che i disturbi mentali erano incurabili, ma che, grazie ai loro farmaci, se ne potevano controllarne i sintomi. Convincendo i governi a rendere obbligatori questi trattamenti farmacologici, riuscirono a trasformare in pazienti in consumatori a vita.

 

1955: DROGARE I BAMBINI

ADHDNegli Stati Uniti venne approvato il Ritalin, un farmaco con le stesse caratteristiche di assuefazione della cocaina e destinato alla cura del “disturbo da deficit di attenzione e iperattività” [ADHD] nell’infanzia. Disturbo questo senza alcuna base scientifica e diagnosticato utilizzando un questionario basato su domande riguardanti dei normali comportamenti infantili. A milioni di bambini fu così somministrato il Ritalin, una pillola a merenda che, nonostante fosse presentato dagli psichiatri come innocuo, risultò più tardi causa di crisi aggressive, psicosi, suicidio ed effetti secondari gravi, come ad esempio attacchi cardiaci, ictus e decesso.

 

1987: ANTIDEPRESSIVI

antidepressiviNuovi tipi di antidepressivi, come per esempio il Prozac, furono reclamizzati come aventi meno effetti collaterali dei loro predecessori. Nel 15 anni successivi alla loro scoperta, questi farmaci furono prescritti per qualsiasi sintomo, dalla gelosia alla depressione. Ma nel 2004 si rivelò il danno, con un numero sempre maggiore di effetti collaterali riscontrati per questo tipo di psicofarmaci più che per qualsiasi altro tipo. Tutto ciò portò la FDA ed altri enti preposti alla farmacovigilanza a diramare l’avvertenza che questi antidepressivi non dovevano essere prescritti ai bambini e che potevano provocare pensieri suicidi.

 

ANNI ’90: IL DECENNIO DEL CERVELLO

decennio del cervelloPer ottenere nuovi finanziamenti pubblici ed aumentare il proprio portafoglio clienti, gli psichiatri dell’Istituto Nazionale della Salute Mentale escogitarono una nuova manovra di marketing con la proclamazione del “Decennio del Cervello”. Questo fu lo stratagemma per giustificare la richiesta di maggiori finanziamenti necessari per “effettuare ricerche sulle origini biologiche della malattia mentale”. Furono coniati termini come “disturbo cerebrale curabile”, “malattia cerebrale omnicomprensiva” e ”squilibrio biochimico” dando il via ad un nuovo incremento nella vendita di psicofarmaci, che raggiunse nel 2005 la quota di 76 miliardi di dollari all’anno.

 

DAL 2000: IL DANNO SOTTO LA PARVENZA DELL’AIUTO

danno
Nel corso dei suoi 200 anni di storia la psichiatria non è riuscita a determinare la causa né a sviluppare una singola cura efficace per nessun disturbo mentale. Al contrario, i suoi trattamenti hanno causato e causano tutt’ora dolori e sofferenze indicibili a coloro che cercano aiuto. Invece di migliorare la salute mentale nella società, la psichiatria trae enormi profitti dalla crisi da essa stessa creata con la malattia mentale. Oggi la psichiatria sta freneticamente creando l’apparenza di un progresso scientifico nella cura della malattia mentale con nuovi trattamenti aggressivi al cervello. Ma come la storia ha ormai dimostrato, la nuova miracolosa cura di oggi è l’atrocità di domani. In psichiatria la musica non cambia. I loro metodi, sotto la parvenza dell’aiuto, continuano a provocare danno.

 

LA DISTRUZIONE DEL NOSTRO FUTURO

drogare i bambiniLa propaganda psichiatrica sull’educazione del bambino ha ampiamente ingannato i genitori, gli insegnanti e i politici, facendogli credere che il comportamento normale dei bambini è una malattia mentale e solamente attraverso l’uso di potenti psicofarmaci assunti sin dalla tenera età, un bambino possa farcela sia nella scuola che nella vita.
I risultati sono devastanti.

In passato, i maggior problemi disciplinari nelle scuole erano gomme da masticare, correre nei corridoi, vestirsi in modo inadeguato e disordinato. Poi si aggiunsero alla lista l’abuso di droga, la promiscuità, i tentati suicidi, gli stupri e la violenza sessuale, le rapine, i furti e le violenze fisiche. I farmaci vengono prescritti a bambini con disturbi mentali che non possono essere provati scientificamente o fisicamente, mandando loro un falso messaggio: non possono fare fronte ai problemi della scuola e della vita senza l’aiuto dei farmaci.

Un adolescente su dieci negli Stati Uniti abusa di farmaci con principi attivi simili alle droghe, venduti nel mercato nero ad altri studenti per 5 dollari a pastiglia. Cose simili accadono anche in altri paesi.

In Italia oltre 57 mila bambini da 0 a 13 anni assumono psicofarmaci, in particolare 24.640 assumono antidepressivi e 7.100 assumono antipsicotici [dati del Rapporto Arno-bambini 2011, consorzio interuniversitario Cineca], mentre dai risultati di un’indagine condotta da Telefono Azzurro ed Eurispes emerge che tra gli studenti delle scuole superiori il 18,6% dichiara di assumere tranquillanti e il 14,7% di far uso regolare di antidepressivi.

Questi sono numeri preoccupanti che rivelano come ricorrere al farmaco è spesso la via più semplice e meno costosa da prendere, mentre l’idea di affrontare un percorso alternativo può spaventare perché lungo e faticoso. Ma sicuramente fondamentale nella prospettiva di una vera guarigione.

Nessun commento:

Posta un commento