mercoledì 23 agosto 2017

Il Significativamente (1) e (2)

La realtà manifesta “qua, così” è caratterizzata da una “corsa al potere (interesse)”, ossia, alla sostanziale – per quanto ci giri intorno – sopraffazione premeditata altrui
A volte, non ci credi nemmeno tu. Ma tant'è. 

Non puoi negare che esiste un “buco” nel cielo, che chiami Sole… dal quale fuoriesce luce. No? 
Del resto, provieni - “a quanto si dice” - da una versione delle “cose”, contrassegnata dal famoso marchio “mors tua, vita mea”. 

Ora… 1) quando definiscono il presidente Usa, come l’uomo più potente al mondo e 2) lo stesso uomo è sottoposto ad “attacchi serrati (accuse)”, provenienti – da qualche/molte parti – tutt'attorno a lui… che cosa significa
Quale significato ne ricavi? 

Se è la “testa che puzza”, che fine farà il “corpo”? 
E poi ti parlano e, magari, ti accusano di… “fake news”:

una nuova “malattia sociale”. 
Rifletti; dai due punti sopra riportati, è chiaro che esiste 1) un conflitto e 2) nel conflitto… il conflitto, ossia, la “dima” per le fake news

È proprio dall'alto che proviene la “malattia”. 
Qualcosa che a cascata, diventa virale quando raggiunge e caratterizza la Massa. Nella sostanza, tutto ciò può prendere molti significati, tante quante sono le persone ed i livelli in gioco ed in giogo. 
Ma (ma) c’è un solo significato fondamentale, simbolico sostanziale frattale espanso, allorquando ti accorgi e, così, definisci la compresenza immanifesta dominante.
Quale? Questo:
è una strategia (ricordi? “Tra i due litiganti, il terzo…”).


Di conseguenza, facendo leva su questa consapevolezza (che è l’anticamera del ricordo, della memoria e del recupero della tua esperienza originale e totale), riesci a delineare – anche e sopra a tutto – la tua strategia (if/se, then/allora, else/altrimenti) più completa e lungimirante (coerente con tutte le carte, finalmente, scoperte sul tavolo). Eccola, nel suo primo step fondamentale:
nel pieno marasma “qua, così”, che caos proprio non è, anzi… tutt'altro
interrompi la tua “vivisezione” continua, quotidiana
smettendo di divenire, sulla scorta di ciò che ti viene continuamente riportato (informazione, paradigma, scienza, cronaca, scienza, dogma, credo, etc.)
sempre meno “sensibile”, ossia, sempre più “te stess3”.
Evita di farti sempre più trascinare, perché in questa modalità diverrai sempre più “macchina/macchinario”




Tutt3, “qua, così”, ti spersonalizza, ti decentra, ti devia, facendoti sempre più personalizzare, centrare e continuare… lungo lo status quo “incantesimale ‘qua così’”…
Cioè, ciò che “è” deviat3, non lo sembra più, muovendosi in moto rettilineo uniforme, lungo la via pre tracciata AntiSistemicamente by sotto/dominante. 
Non importa se il grafico dell’evoluzione tecnologica è una parabola:
il moto (dominante) è rettilineo uniforme “qua, così”.
Sei, infatti, alle prese con un modello di potere, totale, robusto e rodato nel tempo, dal momento di “è già successo” ad… “ora”. 
E, ad esempio, una multinazionale – una volta consolidata la propria parte giurisdizionale, punta al consolidamento della crescita
Nella situazione ideale (per il proprio interesse) una realtà smette di espandersi (dopo la fase di start up e di crescita esponenziale) quando ha già raggiunto e completato il massimo della copertura (il pianeta). 
Da quel “momento” in poi, l’indirizzo strategico diventerà il consolidamento della posizione, alias, una crescita moderata ma sicura (certa), equivalente all'auto mantenimento della propria “posizione (realtà manifesta ‘qua così’)”. 
La dominante è già giunta a questo punto, essendo la “proprietà (il marchio) planetari3”, alla sua massima estensione e copertura giurisdizionale. 
E, a quel “punto”, non rimane altro da fare che “ispirare (permettere)” – all’interno della propria “creatura (opera, proprietà privata)” – tutt3 ciò che è solamente in linea con detto orientamento dirigenziale, ad “immagine e somiglianza.
Quindi, la dominante, da “lì” in poi… non avrà più nessuna necessità di esporsi direttamente in "prima persona".
Ovverosia, potrà persino scomparire, rendendosi – nel tempo e nell'abitudine – compresente ma attraverso una immanifesta-mente


La caratteristica frattale espansa, ambientale, le garantisce – infatti – in modalità “wireless”, la possibilità di controllare in remoto ogni ambito della propria “realtà manifesta ‘qua così’”, attraverso la rigenerazione continua di onde sottodominanti, capaci di agire “in leva”… facendo le veci della dominante stessa ma (ma), in maniera del tutto inconscia, indiretta, inconsapevole, etc.
Non a caso, il vertice è distaccato dal resto dell’edificio piramidale…
Raggiunta la massima espansione (che coincide con il potere assoluto di… auto esistente in ogni parte del globo) e “copertura”, la dominante si è dedicata – quindi – alla amministrazione dell’impero senza vessilli esposti al vento, come un controllore centralizzato ed ubiquo. 
Qualcosa che ricorda, non a caso, il principio tecnologico “moderno” (che è l’alveolo per il “che cosa significa”).
Arrivando al dunque, questo moto rettilineo uniforme “maturo”, è esattamente rilevabile mediante assunzione di consapevolezza frattale espansa (osservandone le relative “tracce”, lasciate a propria testimonianza, praticamente, ovunque e, soprattutto, anche contro la propria intenzione di continuare nella “modalità fantasma”).
A questo punto, si parte con la trattazione scientifica, mediante decodifica simbolica sostanziale frattale espansa (il “significato” di qualsiasi s-oggetto anche se “qua, così”)…
A tal pro, viene buono un testo di Fisica (per gli istituti magistrali) del 1988 (non un testo a caso ma quello che si è “manifestato” al momento giusto. Anche se qualsiasi testo riporta sempre, al “proprio” interno, la medesima sostanziale traccia frattale espansa):
Corso di Fisica – Volume unico per gli Istituti Magistrali con esercitazioni didattiche per i futuri maestri. Moreno e Pallottino. 1988
Prossimamente, verrà trattato il medesimo ambito – anche – a livello di I Ching:
una meraviglia, un portento, la conferma della caratteristica ambientale frattale espansa ma… solo se (solo se), ti accorgi della sua esistenza.
Non un paradosso, bensì, una apertura “mentale” che lascia disponibile la possibilità della “infiltrazione intuitiva (in quanto vera e propria fonte d’informazione ed auto orientamento, esatt3 e traslat3 rispetto alla convenzione ‘qua, così’”)…
È un po’ come quando al tuo primo colloquio di lavoro, ti viene richiesta anche l’esperienza:
ti sembra impossibile, eppure, sai già che in qualche modo… lavorerai (perché lo sai? Perché lo “vedi”, lo intuisci, lo “senti” che è così. Non solo perché, in un certo qual modo, sei costrett3 a dover lavorare. Di più, perché quando sei nella parte, attivi una certa “inclinazione a…”).
Per cui, l’esperienza vien da sé (e questo lo sa molto bene anche l’imprenditore, che ti sta mettendo alla prova anche se “solo” in fase di colloquio. Altrimenti, a che servirebbe la chiacchierata iniziale?
Rifletti sempre, ed accorgiti, del significato.
“Che cosa significa”…
Quiete e moto.Sistemi di riferimento.
Osservate la figura 1. Essa mostra una stessa scena ripresa in due momenti successivi.
Secondo voi, nell'intervallo di tempo trascorso fra la ripresa della prima scena e quella della seconda si sono mosse entrambe le imbarcazioni o una soltanto? E, in quest'ultimo caso, quale?...
Guardate la figura 2:
non avrete più dubbi nel dire quale delle due imbarcazioni era ferma e quale in moto.
Osservando soltanto la prima figura non siete riusciti a stabilire quale barca fosse in moto, in quanto in essa manca uno sfondo di oggetti “sicuramente” fissi.
Nella figura successiva, invece, si vede la costa e ci si accorge che l'imbarcazione a vela ha cambiato posizione rispetto ad essa, mentre l'altra è rimasta dov'era.
Poiché ci siamo riferiti alla costa (cioè alla Terra) per decidere quale barca fosse in movimento, diciamo che la terra ha costituito il nostro sistema di riferimento.
fig. 1 - Osservate la stessa scena ripresa in due momenti successivi: è possibile stabilire quale delle due imbarcazioni si è mossa, nell'intervallo di tempo tra la ripresa della prima scena e la ripresa della seconda?
fig. 2 - La presenza della costa sullo sfondo ci permette di capire che una delle imbarcazioni si è mossa (ha infatti cambiato posizione rispetto alla costa), mentre l'altra è rimasta ferma…
La Terra ha costituito il nostro sistema di riferimento:
la “massima giurisdizione” possibile è, dunque, la Terra.
Una volta “completata l’opera (in ogni campo)”, la Terra “è” conquistata
E, una volta che la grande concentrazione di massa raggiunge una simile giurisdizione, diventa un (il) Dominio. Ossia, da quel “momento” in poi… governerà la Terra, sulla (e/o nella) Terra.
La dominante, allora, che cosa è?
L’espressione è corretta. Infatti, il Dominio è un “chi”, mentre la dominante è un “cosa”.
Nel senso che:
l’uno è compresenza fisica (come e quanto te, uman3)
mentre
l’altra è un “principio” (la viralità, la malattia, la ruggine, il calcare, la muffa, l’attrito, la corruzione, la tentazione, etc.).
Quando questo spazio (potenziale) si riferisce alla dominante, usualmente, occorre decodificare il linguaggio utilizzato, in termini di:
coppia “dominante (Dominio)”
dove la dominante è quella componente virale, che si tramanda e si trasferisce da Dominio a Dominio, allorquando “è tempo di…”.
Per cui, il riferimento alla “cosa” dominante è in termini di “chi”, in quanto 1) la dominante è l’elemento fondamentale che ancora la coppia e le conferisce un senso unico, esatto (e, dunque, anche dominante nella coppia) però 2) il “chi” è il miglior orientamento possibile, che ti puoi auto applicare ed incarnare, in quanto che… puoi agganciare (ricordare e…) la dominante, anche ritrovando il Dominio (che è un “chi”, ossia, è fisico e quindi ritrovabile direttamente nel “qua, così”).
Nel Dominio, la dominante
Le decodifica del testo di “Fisica”, permette di ricavare valore aggiunto, alias, conferma della “tesi” appena riportata
Te ne puoi accorgere, “indossando” la proprietà frattale espansa (qualcosa che non ha necessità alcuna di una interfaccia, per la comprensione, quando diventi tu detta interfaccia, osservando e prendendo in considerazione tutt3, in termini frattali espansi: che cosa significa, sostanzialmente, qualsiasi s-oggetto “qua, così”).
Di solito, la terra è il sistema di riferimento più naturale per le nostre osservazioni:
così diciamo che un'automobile o un aeroplano sono in moto quando cambiano di posizione rispetto ad essa.
A volte, però, facciamo uso di sistemi di riferimento diversi
Quando, per esempio, trovandoci su un treno in corsa, diciamo che una valigia, posta sulla reticella, è ferma, stiamo usando il treno come sistema di riferimento (rispetto al sistema di riferimento  della Terra, la valigia è invece in moto insieme al treno)…
Fai attenzione:
per “scorgere” il meccanismo della “compresenza immanifesta”
occorre andare a delinearlo in termini di possibile, laddove riesci ancora a giustificare una simile “proprietà (potenziale)”.
a volte, però, facciamo uso di sistemi di riferimento diversi (non solo rispetto alla Terra, bensì, anche rispetto a “ciò che hai già dimenticato”. Questo ti permette di comprendere come nella convenzione, nel tempo, nell'abitudine, il riferimento massivo “naturale” possa anche cambiare senza rendersene e renderti conto, auto dimenticando “naturalmente” il passato... in quanto tradizione, esperienza, memoria, significato, etc.)
quando, per esempio, trovandoci su un treno in corsa, diciamo che una valigia, posta sulla reticella, è ferma, stiamo usando il treno come sistema di riferimento (come sei salit3 sul “treno”? Nel “qua, così” come ci entri? Manifestandoti direttamente dentro o “sopra”, nel caso del treno. Non nascendo ma manifestandoti. Il che significa che ti sei moss3, rispetto a… ritrovandoti in/su… Una volta sul “treno”, il riferimento Terra scompare, se il treno non ha finestrini né porte, ossia, se il treno viaggia sempre ad alta velocità senza mai fermarsi. Non solo… se il treno prevede delle aperture, queste possono essere artificiali, ossia, non "fedeli", ed auto devianti, rispetto al riferimento esterno Terra)
rispetto al sistema di riferimento della Terra, la valigia è invece in moto insieme al treno (questa è la prospettiva “superiore” in termini di posizione e consapevolezza, che testimonia che il livello esterno esiste ed… “osserva”. Una testimonianza che puoi valorizzare “intuendola”, se sei sul/nel treno sempre in/di corsa. Qualcosa che auto ammetti da te, in te, anche se la convenzione tutto attorno a te, l3 nega; in che modo la nega? Estromettendo l’immaginazione, quindi, dichiarando ciò... come non rientrante nel “metodo scientifico”. Con il risultato indiretto che, nel tempo, tendi a dimenticare anche di immaginare e come immaginare).
fig. 3 - Le due auto e il filare di alberi possono essere in quiete o in moto a seconda del sistema di riferimento adottato. Le frecce indicano le direzioni del moto nei tre sistemi di riferimento considerati.
Facciamo un altro esempio (fig. 3). Sul rettilineo di un'autostrada, fiancheggiata da un filare di alberi, un'automobile (A) ha appena terminato il sorpasso di un'altra vettura (B) più lenta.
Questa volta possiamo considerare le cose da tre punti di vista diversi.
a) sistema di riferimento della terrab) sistema di riferimento dell'auto Ac) sistema di riferimento dell'auto B.
1) Nel sistema di riferimento della terra, il filare di alberi è fermo (o, come si usa anche dire, è “in quiete”), mentre le due automobili si muovono in una stessa direzione (quella indicata dalle frecce nella parte a della figura).
2) I passeggeri della vettura A vedono allontanarsi alle loro spalle sia la vettura B che il filare di alberi. Nel sistema di riferimento di A, l'automobile B e il filare di alberi sono dunque in moto nella direzione indicata dalle frecce nella parte b della figura. In tale sistema di riferimento, l'automobile A è in quiete.
3) Ancora diversamente vanno le cose per i passeggeri dell'automobile B, che vedono allontanarsi in direzioni opposte la vettura A e il filare di alberi. La vettura B è, invece, in quiete in questo sistema di riferimento (parte c della figura).
Questi esempi ci portano a concludere che non ha senso parlare di moto o di quiete di un corpo se non si è prima scelto un sistema di riferimento.
Ciò significa che quiete e moto non sono concetti assoluti, ma relativi:
un corpo può essere in moto rispetto ad un certo sistema di riferimento e in quiete rispetto ad un altro; oppure muoversi in direzioni diverse a seconda del sistema di riferimento adottato
questi esempi ci portano a concludere che non ha senso parlare di moto o di quiete di un corpo se non si è prima scelto un sistema di riferimento (motivo per il quale, “ora”, credi di essere solo nel “qua, così”, avendolo “adottato” per forza di cose come riferimento assoluto. Per questo motivo, quando in questo spazio – potenziale – prendi atto del concetto di “fermarti”, non comprendi il suo più autentico e profondo “significato”: fermarti rispetto a cosa/chi?)
ciò significa che quiete e moto non sono concetti assoluti, ma relativi (perfetto: relativi a cosa/chi? Senza auto rifornirti della più esauriente “risposta”, non vai da nessuna parte, alias, rimani perfettamente “qua, così”… in moto o in quiete che sia)
Per oggi finisce qui.
Rimugina attorno a questi primi concetto di “Fisica”, che vengono insegnati a scuola. Affermare ciò:
le due auto e il filare di alberi possono essere in quiete o in moto a seconda del sistema di riferimento adottato 
significa agganciare il concetto del "gatto di Schrodinger" da un'altra prospettiva, più "sensata, espansa e notevole", ricca di valore aggiunto (significato).
Anche partendo da questa “ottica”, puoi andare ad agganciare verità sottintese molto, molto, portanti e centrali e – guarda non caso – perfettamente insabbiate dentro al linguaggio complesso del metodo scientifico (deviato). 
Tutt3 dipende dal “cardine (perno, focus)” a cui ti ancori e, poi, dalla coerenza e lungimiranza che metti in "moto":
una sorta di “azione” che “qua, così” viene chiamata “lavoro (dedizione)”
qualcosa che ti sei auto convint3 essere “energia”
in qualcosa che ti hanno detto essere “limitat3 in natura”
giungendo, pertanto, a
credere che tutto abbia un “prezzo (e un debito, peccato)”
auto delineando in questa maniera il limite, il confine, il possibile e l’impossibile, etc.
Ma, bada bene, che “tutt3 funziona”
Vedremo più “in là”, come il concetto di energia sia artificiale.
Così, come quello di “lavoro” e, dunque, di “denaro (e debito, peccato)”.
Qualcosa che serve per continuare ad alimentare il “campo magnetico della/nella convenzione ‘qua così’” che, non paradossalmente, appunto… auto mantieni indirettamente “tu”, mentre – di contraltare – ti consumi (cedi energia, credendoti energia a termine), giungendo sino a… “morire”.
Da “qua” ti puoi rendere conto di quanto sia portante e centrale, ciò che “ti metti in testa”.
Qualcosa che film come, ad esempio, Inception, ti mettono nella situazione – anche, nel "caso" – di accorgerti (ricordare) in termini di “significato”…
Fai che ti fermi”. Rispetto a “cosa”
Al “qua, così”…
Il che, non significa che sei mort3, ma che riesci dalla “tua” parte convenzionale, all’interno dell’opera prima dominante.
I “neri (africani)”, che venivano rapiti ai tempi della schiavitù più evidente, rientravano in un’altra "parte", in termini di “copione”.
Ma (ma) non erano più loro. Erano “loro”, nel senso che appartenevano ad altri, da quel “momento” in poi.
“Oggi”... i discendenti si possono considerare finalmente “liberi”? No


  
Nella sostanza non è cambiato nulla.
 

Avrai certamente già notato che esistono molte “analogie (curiose somiglianze)” tra fenomeni apparentemente diversi

Di solito ti attira a livello di "divertimento (effimero)".
Qualcosa che desta sempre “curiosità”, ma solo in termini di “spettacolo” e di “momento (circoscritto nel/dal tempo)”. 

Ossia, sei sempre meno “impressionabile (flessibile)” e sempre più “arteriosclerotic3 (rigid3)”. 
Non solo; lo sei sempre “di meno ed all’opposto (ma sensatamente) di più”… nel reame giurisdizionale di una “forza”, compresente ed immanifesta, che senza ombra di dubbio esiste (ma non c’è) e/o c’è (ma non esiste)”, in termini di presa d’atto e, dunque, di responsabilizzazione dell’accaduto (“precipitato”). 

“Qua, così”, infatti, le “cose” succedono... e tu non riesci a seguirne, passo passo, l’intero “iter” che va dal “a monte” al “a valle”. 
Più semplicemente, ad un certo punto “appaiono (come dal ‘nulla’)”

Non a caso, del resto, sia la scienza (deviata) che la religione, pongono alla base della “forma” sociale ed umana, considerazioni cardinali che, appunto, prendono, fissano e assumono – in quanto a “ragione fondamentale” – cause prime, che possono ad ogni effetto essere, soprattutto, considerate come una sorta di “creazione dal nulla” (Big Bang e Dio) o "invenzione (teoria)".
Un modo “scientifico, religioso (di parte)” per spiegare ciò che non viene ricordat3, nondimeno, di fissare in termini egoici (interesse) una incerta situazione, al fine di renderla… “certa (deviandola ed assumendola di/in parte)”.
Questa, al di là del “mistero dell’origine”, è la “verità”. 
Quel livello della verità che ti riguarda, in termini di “malattia”, ossia, di sviluppo di stress per attrito… che nel “qua, così”, il “qua, così” genera in quanto “forza ambientale (campo, spazio) caratteristica, giurisdizionale… all’interno della quale si manifesta la carica elettrica singolare, che immediatamente – sotto all'azione di detta forza – inizia a generare una certa tensione e corrente, adatta ad alimentare proprio la forma sociale status quo, paradigma, ‘qua così’”.
Lo “schema fisso (ricorrente)” è questo ed è sempre questo, sostanzialmente. Infatti, lo ritrovi ovunque, comunque e quantunque… anche se 1) non lo riconosci, 2) non ci credi, 3) non lo prendi in considerazione, 4) non lo immagini nemmeno, etc.

Questa “caratteristica globale”, che nella sostanza si ripete, poiché tende ad auto ripetersi, è frattalità espansa (significato di ciò che succede e memoria di ciò che “è già successo”). 
Se i frattali, “alla Mandelbrot”, ti piacciono e/ma ti fermi “lì”, è perché lo “schema fisso, ricorrente” prevede che sia così, ossia, decide per te, al posto tuo. Mentre, “tu”, accetti tali considerazioni “come se” fossero tue

Credendo di essere tu a generarle, immaginarle, pensarle, idearle, etc. 
Questo può accadere (ed accade) perché “non prendi in considerazione la ragione fondamentale, compresente, immanifesta, dominante”. 

E non la prendi in considerazione, appunto, poiché non la ricordi più, ergo:
non la immagini nemmeno
Ma (ma) questo “atto” lo è, se assumi la questione direttamente

Mentre, indirettamente, la dominante la “vedi” praticamente sempre, allorquando rifletti sulle ragioni del tal fatto che, guarda non caso, tende a sfuggirti… non comprendendone a fondo il “senso”.
Ecco:
è proprio “lì”, in quel momento, che stai “vedendo” la dominante. Solo che… non te ne rendi conto e, dunque, non puoi passare allo step successivo:
prenderne le distanze, tanto per iniziare.
Si dice che “senza conoscere a fondo il tuo passato, non puoi capire quale sia il ‘tuo’ futuro”. 
Bè, “qua, così” conosci il passato per come ti dicono che sia, nella versione di parte storicamente deviata. 

Lo “schema fisso” è sempre quello, sempre lo stesso, come un ritmo incessante che, nel tempo, scambi per naturale per poi non sentirlo più, nemmeno. 
La conoscenza storica ti sembra essere sempre più approfondita. Ti danno le date di avvenimenti occorsi secoli e secoli or sono, se non addirittura millenni fa. Ti spiegano “usi e costumi”, mode, tendenze, vicissitudini e comportamenti che furono, eppure, tutto ciò non è “memoria ed esperienza (sostanza)” relative al “è già successo”. 

Il leitmotiv, il ritornello, è sempre sfuggente, eppure c’è sempre, dato che le “curiosità” non mancano mai di attirare la tua attenzione. 
Quelle curiosità, che osservi nella “forma” che si ripete, a distanza sia di tempo che di località globale. Forma che è significato codificato nello spazio reale manifesto “qua, così”

Ricordi? Il modo più efficace per nascondere qualcosa, è esporlo alla luce del Sole, alla diretta portata della “tua” osservazione che, nella convenzione, si abitua a tutt3. 
Questa strategia è la presa d’atto, dominante, della condizione ambientale frattale espansa:

“sai già” che è inutile nascondere qualcosa, dato che – per la caratteristica di memoria frattale espansa – tutt3 ritorna sempre alla luce della rilevazione
Dunque, ad un simile punto, la dominante – dopo aver tolto se stessa dalla “tua” immaginazione – ha continuato con l’attività, andando oltre; ossia, creando in te quel “collo di bottiglia” che ti rende un/in filtro auto censore, adatt3 a non prendere in considerazione la traccia frattale espansa, che ricorre sempre anche se/nel “qua, così”.

Il che, rende possibile 1) nascondere alla luce del Sole, la dominante stessa e nonostante tutto, 2) continuare come se nulla fosse. 
Del resto, coerenza vuole che, se non immagini la ragione fondamentale, allora (di conseguenza), sei direttamente tu la “causa”. E, non a caso, questo è il martello battente sia della religione che della spiritualità che della "psicologia", nonché, del fenomeno "New Age & Co.".

Non c’è che dire:
una strategia perfetta (che ti permette, se la intuisci, di accorgerti – allora – del loop, del cortocircuito, del senso compiuto che… i tuoi “sensi” registrano sempre, anche se giudichi un simile funzionare qualcosa di assolutamente “inutile”. Come del resto la scienza deviata considera, ad esempio, il Dna spazzatura).
In biologia molecolare si definisce Dna non codificante (noncoding Dna) ogni sequenza di Dna in un genoma non soggetta a trascrizione in Rna o rimossa dall'mRna prima della traduzione (introni).
Tali sequenze risultano prive di funzione, nonostante diverse ipotesi siano state formulate, tanto da essere state indicate in passato con il termine di Dna spazzatura (junk Dna)…
Circa il 98.5% del genoma umano è composto di sequenze non codificanti
Link 
Fai grande attenzione:
tali sequenze risultano prive di funzione
circa il 98.5% del genoma umano è composto di sequenze non codificanti
Di più:
ogni sequenza di Dna in un genomarimossa... prima della traduzione
La scienza deviata sembra che stia come “scherzando”, allora, quando afferma di avere codificato il genoma umano. La percentuale in giogo è, guarda non caso, sempre in una proporzione tale da permettere di ricavare l’esistenza di una “forza” dominante. 
Oppure, credi che – come nelle comiche di Stanlio ed Olio, quando smontano il motore della loro auto e, nel rimontarlo, gettano via dei pezzi che sono rimasti fuori, considerandoli comicamente come inutili – esistono delle parti di/in te, che sono scartabili? 

Sì, può anche essere ma, 1) non in una simile percentuale e 2) qualcosa che cambia la risultante, ripulita da dette parti “aggiuntive, ma non risultanti fondamentali per la sopravvivenza”…
Osserva anche quest’altra “curiosità” ma, con fare accorto, ossia, sempre in grado di riunire i puntini, alla luce di una considerazione sensata anche se non in linea con il “metodo scientifico ‘qua così’” (che, occorre ricordare, essere come un filtro per l’inclusione – o meno – di informazione e presa d’atto dell’informazione).

Con la conquista dei Romani, già dai primi secoli si può rilevare un fenomeno destinato a ripetersi più volte nella storia successiva:
l’evoluzione della civiltà, lo sviluppo dell’agricoltura, la bonifica e la colonizzazione del territorio non avvengono con continuità; ad epoche di grande sviluppo seguono periodi di stasi ed anche di regresso, dovuti al manifestarsi di fenomeni negativi, di volta in volta diversi.
In generale, si può dire che la civiltà progredisce quando le condizioni sociali, politiche ed economiche favoriscono una presenza della popolazione basata su piccoli centri sparsi; regredisce quando tali condizioni spingono le popolazioni ad accentrarsi in pochi centri di maggiori dimensioni.
La romanizzazione lasciò, qui come altrove, impronte più durature sul territorio con la costruzione di vie di comunicazione stabili, con il trapasso dal villaggio alla città… e con la caratteristica colonizzazione agraria ottenuta attraverso la “centuriazione”.
Fu, questa, com'è noto, una grande operazione di suddivisione delle terre, ottenuta in tempi diversi, ma soprattutto nel periodo augusteo…
Ecomuseo della Roggia Mora - Mulino di Mora Bassa (Vigevano – Pv) 
  
È “qui” osservata (anche se non riconosciuta) e riportata, l’antica strategia della “crisi” e del più che espanso “ciclo economico”

Ovvio, in una società che è 1) in un piano inclinato e che 2) dipende e consegue, 3) nella quale “è già successo” l’avvento della dominante e – sempre nella quale – 4) i cicli di sottodominante si alternano e conseguono, dando luce e luogo allo sviluppo ed al successivo sottosviluppo, che non sono altro che “la fine di un ciclo (impero) a cui segue l’inizio di quello successivo (a livello sottodominante)”. 
Qualcosa che gli impianti per lo scorrimento delle acque, per l’irrigazione dei campi, rende molto bene in termini di… analogia (frattale espansa). 

Una retro ingegnerizzazione fatta da pendenza, chiuse, dimensionamenti ad hoc econtrollo “a monte”.
Allo stesso modo del modello bancario, economico, finanziario, speculativo, etc. a cui basta “chiudere il rubinetto del credito” al fine di generare la “crisi”.
Qualcosa che può succedere solo dopo che “è già successo” lo step fondamentale:
l’avvento della totalità dominante.
ad epoche di grande sviluppo seguono periodi di stasi ed anche di regresso, dovuti al manifestarsi di fenomeni negativi, di volta in volta diversi (la storia si ripete, ma mai nella stessa maniera. La ripetizione è tuttavia nella sostanza, nello “schema fisso” ricorrente)
in generale, si può dire che la civiltà progredisce quando le condizioni sociali, politiche ed economiche favoriscono una presenza della popolazione basata su piccoli centri sparsi; regredisce quando tali condizioni spingono le popolazioni ad accentrarsi in pochi centri di maggiori dimensioni (ecco il moto rettilineo uniforme, che viene avanti nonostante l’apparenza ciclica della “crisi”. Quale? Quello che prevede di far “regredire” l’umanità, senza fine di continuità. Non a caso, le grandi città stanno diventando sempre più irreversibili e sempre più contigue, tanto da lasciar intravedere di fatto una sola grande città. L’esempio tipico è Milano e tutto l’hinterland milanese che, ormai, è pressoché tutto quanto attaccato)
la romanizzazione lasciò, qui come altrove, impronte più durature sul territorio con la costruzione di via di comunicazione stabili, con il trapasso dal villaggio alla città (appunto. Le condizioni di sopravvivenza, nelle grandi città, corrispondono ad un sostanziale “regredire”, da quell'ottica che prende in considerazione l’essere umano in quanto “capacità sovrana di fare da sé, in sé”. Qualcosa che decodifichi meglio attraverso lungimiranza).
Il momento di “è già successo” è l’avvento della dominante (la totalizzazione della saturazione e polarizzazione della Terra intera, resa sotto alla giurisdizione della grande concentrazione di massa, dominante). 
Da quel “momento”, essa può iniziare ad operare “a monte” della rimanenza umana (almeno il 99 per cento del totale che, come una eco che rimbalza sempre, si ricava e si riproduce ovunque "qua, così"), considerando la strategia della propria “rimozione dalla memoria collettiva, nel tempo (il tempo non è un problema per la successione sensata dominante/Dominio)”. 

Mentre, sempre il tempo, è un “problema” per la successione sensata umana, soggetta ad interferenza dominante che prevede la progressiva chiusura della funzione di memoria by esperienza propria
Risultato? 

La scomparsa della dominante, che diviene compresente ed immanifesta, alias:
maturando quel vantaggio incolmabile, che la separa sempre in termini di “azione/reazione (causa, effetto)”, essendo – di più – ragione fondamentale, sia, per la causa (azione) che per l’effetto (reazione). 
La vita (esistenza) umana, diventa dunque, sopravvivenza in differita, rispetto alla diretta della vita (esistenza) dominante:

così, “il dado è tratto” e la deviazione completata. 
Una volta “lì”, ossia, “qua, così”, il carico umano (Massa) non si accorge più, morendo continuamente nel tempo convint3 che sia giusto così, di ciò che ha già perso (dimenticato), relativamente al “perché, come, dove, quando, etc. …”.
Tracce di questa compresenza immanifesta, dirette e/o indirette… le trovi un po’ dappertutto. È come andare a Roma e non trovare altro che “rovine (segni) romane”

Il primo motore immobile.
Rifacendosi alla cinematica (teoria generale del movimento) che sostiene che tutto ciò che è mosso deve essere mosso da qualcos'altro, Aristotele ne consegue che ci deve essere qualcosa di fermo inizialmente da cui si origina il movimento, cioè un principio primo immobile ma che di per sé è un motore che fa muovere tutti gli enti verso di lui, causa finale dell'universo.
Questo Primo Motore è Dio, oggetto impassibile d'amore, non soggetto al divenire che corrompe, immobile quindi e nello stesso tempo forza calamitante d'attrazione del mondo che va verso di lui, verso la sua somma perfezione, poiché in lui si sono realizzate tutte le infinite potenzialità:
egli è atto, puro, per l'assenza della materia di per sé impura e corruttibile.
Dio atto puro ed eterno come eterni sono i cieli che dipendono da lui, effetti adeguati da Lui, prima causa.
Dio infine, che esercita la più alta e nobile attività degli enti:
il pensare; Dio quindi pensiero che pensa il più eccellente degli oggetti:
Lui stesso. Dio pensiero di pensiero
Link 
A parte il "cul de sac" Dio... da sempre dunque, già nel passato (anche più… passato), qualcun3 si era (“è”) posto delle domande nella maniera “giusta (frattale espansa)”. Di più, delle riflessioni attraverso della “accortezza”.

Qualcosa che, poi, è giunta sino a te ma… “come”?
Tradotta, ossia:
descritta in una forma (lingua) in codice
guarda non caso
già dimenticata (dalla stragrande maggioranza della Massa).
Il cambiamento di “lingua come riferimento ufficiale, globale”, segue la successione “imperiale”; il che non è qualcosa di secondario, dal momento in cui, nel tempo... quella lingua precedente non verrà più capita (massivamente). 
Ergo:
il cambio linguistico cancella, globalmente, l’intero “sapere” precedente che, non andando perso del tutto, rimane comunque preda della interfaccia della traduzione.
Ossia, di un altro collo di bottiglia AntiSistemico.
Piuttosto che bruciare libri o di metterli all’indice… si decide di cambiare il riferimento linguistico ufficiale. Di modo che, d’un solo botto la dimenticanza è servita a/in tavola “magicamente”. Un'altra forma di "automatismo, tecnicismo (tecnologia)"...
Nota (più) che bene:
cinematica (teoria generale del movimento)… sostiene che tutto ciò che è mosso deve essere mosso da qualcos'altro

Aristotele ne consegue che ci deve essere qualcosa di fermo inizialmente da cui si origina il movimento
cioè un principio primo immobile ma che di per sé è un motore che fa muovere tutti gli enti verso di lui, causa finale dell'universo…
Ecco perché “non ha senso (anche se lo ha)” la diatriba “auto bloccante”, moto perpetuo sì, moto perpetuo no

Perché?
Perché è vero che non esiste ma, esiste allora la possibilità che ci siano forze talmente grandi, che il loro “essere (movimento)” genera quello che ad ogni effetto è un “moto perpetuo”, per le singolarità umane che, a confronto, godono di un periodo di vita d’assieme talmente minuscolo, da poter considerare quella forza come “eterna, infinita oppure, appunto, perpetua (anche se non lo è)”.
tutto ciò che è mosso deve essere mosso da qualcos'altro
Aristotele ne consegue che ci deve essere qualcosa di fermo
inizialmente
da cui si origina il movimento
cioè un principio primo immobile
ma che di per sé è un motore che fa muovere tutti gli enti…
Ecco che tutto torna e, di conseguenza, questo spazio (potenziale) è anche “scienza”:
il momento di “è già successo” (avvento dominante)
è il “fermo immagine” che centralmente controlla tutt3 in leva wireless (non localmente)
Per l’ennesima volta:
è Dio per la religione (e non solo)
è il Big Bang per la scienza
è la “gravità” per Hawking (allorquando esprime che “l’universo si è creato da sé, grazie alla forza di gravità…”. Domanda:
e la forza di gravità che cosa è, chi è, chi l’ha creata, etc.?).
Il tutto è più della somma delle sue parti…”.
Aristotele
Appunto

la realtà manifesta “qua, così” è resa completa (sensata, totale, perfettamente orientata ed orientabile) solo attraverso la presa in questione della compresenza immanifesta dominante, che è la quintessenza rappresentata (configurata a livello di simbolismo sostanziale frattale espanso) in Dio, nel Big Bang e nella “gravità”, etc.
Che cosa è, incanto, possessione, giurisdizione, lavoro, energia, etc. “qua, così”?
Prendi atto di cosa ti dice la “Fisica”:
un corpo carico elettricamente produce nello spazio circostante un campo tale per cui, se si introduce una carica elettrica, questa risente dell'effetto di una forza, detta forza di Coulomb, direttamente proporzionale al prodotto delle due cariche e inversamente proporzionale al quadrato della loro distanza…:
corpo carico elettricamente = grande concentrazione di massa
produce nello spazio circostante un campo (Dominio, effetto, conseguenza, interesse, etc.)
se si introduce una carica elettrica (singolarità o Massa)
questa risente dell’effetto di una forza (giurisdizione del Dominio, dominante)
direttamente proporzionale al prodotto delle due cariche (interesse dominante * lavoro singolare/massivo)
e
inversamente proporzionale al quadrato della loro distanza (effetto portante e centrale della giurisdizione, signoria, proprietà, etc.)…
L’immagine di Dio, la puoi immaginare – anche - come il simbolismo della funzione fisica “naturale”.
L’immagine di Dio è collegata e collegabile (sempre) – anche – a qualsiasi ambito dell’emersione del concetto di “proprietà” e, dunque, alla forma sociale reale manifesta “qua, così”. 
Il “ad immagine e somiglianza”, narra proprio di una sorta di “inizio (momento di ‘è già successo’)” – che puoi meglio intuire grazie alla portata ed alla significatività frattale espansa, ad esempio, decodificando il comportamento ambientale attraverso la funzione scientifica della Fisica (carica elettrica, campo elettrico, campo magnetico, etc.) – a partire dal quale, il campo vettoriale singolare/massivo si è auto orientato verso il senso di scorrimento determinato dalla valenza di quello portante, dominante, ritrovandosi all’interno e giurisdizionalmente, risentendo di una simile forza (Dio, Dominio, dominante)”…
Tutt3 rispecchia ciò.
Lucifero “cade dal cielo, verso la Terra (precipita)”. 
Ha perso la guerra con Dio e viene gettato giù. Sulla Terra e nella Terra. 
Al “suo” centro, dunque, “chi” risiede? Ed in superficie
Che cosa significa = se (se) in un luogo inizi a seminare, quale tipo di “situazione” prende, nel tempo, a crescere (ad essere coltivata e raccolta)?
Se Lucifero decade sulla/nella Terra, di conseguenza, la Terra cosa (chi) potrà “riflettere e rispecchiare”?
Quale sarà (“è”) la grande concentrazione di massa, giurisdizionale a livello planetario?
Altro aspetto. Se Dio, che ha sconfitto Lucifero, rimane “nell'alto dei cieli (a regnare)”, e se la storia deviata narra di un continuo flusso di omicidi per l’ottenimento o la perpetuazione del proprio potere, che cosa significa.
Che Dio è “migliore” di Lucifero? In cosa consiste il loro “attrito”? Di cosa si tratta?
Di più:
che cosa significa.
È una sorta di “dalla padella alla brace (dalla prospettiva del genere umano)”. Ma (ma) ci sarà veramente un simile conflitto
Dio può davvero permettere che l’avere vinto la guerra, equivalga al “dannare la Terra intera, con tutta la vita contenuta (attraverso il gettare Lucifero sulla/nella Terra)”?
Allora, anche Dio non sembra poi essere molto diverso – nella sostanza – da Lucifero. Ergo?
Puoi percepire che questa vicenda è una sorta di rappresentazione in codice, di qualcosa che è – di più – un funzionamento della realtà manifesta “qua, così”, già sotto all'azione di una “forza (vincitrice)”
Del resto, “la storia è sempre descritta dal vincitore”.
L’esperimento di dividere un “fotone” in due e di distanziarne le parti così ottenute, ha dimostrato che le due parti sono ancora unite, perlomeno in termini di trasmissione di ciò che succede ad una delle due, rispetto all'altra:
ecco, ancora una volta, una codifica della forma sociale “qua, così”.
O meglio, la sua spiegazione alla luce della compresenza immanifesta dominante (forza).
Il “cosa” descrive tutto questo “funzionare” – in uno spazio (globale) completamente sotto al controllo della forza dominante (“vincitrice/vincitore”) – è la frattalità espansa: 

la caratteristica funzionale auto esistente anche “qua, così”.
Se (se) la religione, la scienza e Hawking possono permettersi di pontificare, relativamente ad una sorta di “creazione dal nulla, grazie a…”, di conseguenza, questo spazio (potenziale) può espandere in termini di significato ogni loro teoria, accomunata dall'ambito unico caratterizzato proprio dalla sfuggevolezza delle loro “cause prime”. 
Qualcosa che in questo spazio (potenziale), diversamente, trova a pieno evidenza, come se (come se) questo spazio (potenziale) fosse ("è") la testimonianza piena ed in-diretta, proprio, dell’evidenza frattale espansa che si “auto racconta da sé, attraverso…”.


Sistemi di riferimento inerziali.
Il moto di un corpo può essere descritto usando un'infinità di sistemi di riferimento differenti.
Ma non tutti questi sistemi di riferimento sono ugualmente convenienti. Su una nave, quando il mare è agitato, gli oggetti si muovono in maniera “disordinata” (il bicchiere che è sul tavolo si rovescia, il lampadario si mette improvvisamente ad oscillare e così via): un osservatore, che volesse stabilire le leggi del moto usando la nave come sistema di riferimento, sarebbe portato a concludere che i corpi, senza causa apparente, in ogni istante possono mettersi in movimento in una qualsiasi direzione!
Per studiare il moto dei corpi, si preferisce, di solito, ricorrere ad un sistema di riferimento inerziale: con questo termine si indica un sistema di riferimento in cui un corpo, che sia inizialmente in quiete, non si sposta se non in seguito all'intervento di una forza (sul concetto di forza torneremo in seguito: per ora vi basterà identificare la forza con lo sforzo muscolare che compiamo quando tiriamo o spingiamo un oggetto).
Come identificare un sistema di riferimento inerziale?
Certamente non è inerziale il sistema di riferimento della nave in balia delle onde, di cui si è parlato sopra. E così pure non è inerziale quello di un'automobile nel momento in cui si compie una brusca frenata: per convincersene, basta osservare che un pacco, appoggiato sul sedile, può cadere (cioè mettersi in moto) senza essere stato “tirato” o “spinto” da alcuna forza.
La nostra esperienza quotidiana ci suggerisce, d'altra parte, che la terra costituisce un sistema di riferimento inerziale:
una palla, appoggiata al suolo, rimane ferma finché con un calcio (cioè applicando ad essa una forza) non la mettiamo in movimento.
Vedremo in seguito che, a rigore, neanche il sistema di riferimento legato alla terra è inerziale: tuttavia, esso si discosta talmente poco da un sistema inerziale che, a tutti gli effetti pratici, lo potremo considerare come tale.
Un problema assai importante è stabilire “quanti” sistemi di riferimento inerziali esistano:
ve ne è uno solo (quello, cioè, che abbiamo identificato approssimativamente con la terra) oppure ne esistono altri?
E, in quest'ultimo caso, quali sono?...
Corso di Fisica – Volume unico per gli Istituti Magistrali con esercitazioni didattiche per i futuri maestri. Moreno e Pallottino. 1988
per studiare il moto dei corpi, si preferisce, di solito, ricorrere ad un sistema di riferimento inerziale: con questo termine si indica un sistema di riferimento in cui un corpo, che sia inizialmente in quiete, non si sposta se non in seguito all'intervento di una forza (un corpo... non si sposta se non in seguito all'intervento di una forza = anticamera per l’autoconvincimento del lavoro, dell’energia, del consumismo, dell’obsolescenza programmata, dello status quo “qua, così”, etc.)
per convincersene, basta osservare che un pacco, appoggiato sul sedile, può cadere - cioè mettersi in moto - senza essere stato “tirato” o “spinto” da alcuna forza (la “forza” c’è, eccome. Il “pacco non si sposta da sé. Le forze che lo muovono sono come di sottofondo, ma esistono. Solo che non fanno comodo a livello di auto educazione scientifico deviata by interesse commerciale, energetico, economico, speculativo, religioso, etc.)
vedremo in seguito che, a rigore, neanche il sistema di riferimento legato alla terra è inerziale: tuttavia, esso si discosta talmente poco da un sistema inerziale che, a tutti gli effetti pratici, lo potremo considerare come tale (ebbene, questo “discostarsi anche se di poco”, rappresenta un fulcro, nonché una “via altra”, per inquadrare sensatamente le “cose”, in maniera tale da auto ricavarne… “forza propria auto gestibile da/in sé”).
Che cosa significa = il “qua, così” è una forma chiusa, auto manutenuta grazie ad un fondamento “aperto”, alias, “di parte”. 
Qualcosa che si basa su una “comoda teoria”, che tende a spiegare tutto da una in-certa prospettiva (interesse sotto/dominante).
Il lavoro e l’energia sono concetti vettoriali (in grado di riorientare la Massa, compreso il “proprio” futuro), ricavati attraverso la teoria parziale, scambiata per totale.
Qualcosa che lascia perdere ogni “piccolo” discostamento, considerandolo del tutto marginale e minimo.
Qualcosa che, invece, “in leva” può “fare” la differenza.

“Fai che ti fermi… E da ‘lì’, riparti, facendo diversamente…”.


Davide Nebuloni
SacroProfanoSacro (SPS) 2017
Bollettino numero 2084
Bollettino numero 2085

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