A CHI DOBBIAMO RESTITUIRE IL DEBITO PUBBLICO ?
Ci siamo talmente abituati alla crisi economica, che facciamo fatica ad immaginare che possa esistere una società che non ne sia caratterizzata.
Sono anni che ci ripetono che il debito pubblico è insostenibile e che dobbiamo seguitare con politiche di austerity perchè in questo modo riusciremo a risolvere il problema: ma nonostante i grandi sacrifici a cui ci sottoponiamo, la situazione invece che migliorare, peggiora.
Tutti gli Stati del mondo sono indebitati, per una cifra complessiva che supera i 200.000 mld di euro, e questo dovrebbe insospettirci: come mai siamo "tutti" indebitati, a chi dobbiamo tutti questi soldi ?
Ovviamente non ad una altro pianeta, ma ai mercati finanziari, visto che è lì che i Titoli di Stato vengono collocati per essere acquistati da una piccolissima percentuale della popolazione mondiale, principalmente costituita da operatori del mondo finanziario.
Lo Stato italiano, se ha bisogno di denaro, anziché crearlo, è costretto a reperirlo sui mercati finanziari, aumentando continuamente il debito pubblico.
Ma lo Stato è anche il titolare della sovranità monetaria, perché da secoli emette la propria moneta con la propria effige e le conferisce valore attraverso l'imposizione del valore legale e l'obbligo di utilizzarla per pagare le tasse.
Quindi è lo Stato che dà valore al denaro, perché per averlo allora lo prende in prestito?
In fondo, se ci pensiamo bene, all'origine di tutti i problemi che abbiamo attualmente, c'è sempre una mancanza di denaro che impedisce la risoluzione del problema stesso.
Nonostante gli aumenti delle tasse, le riduzioni della spesa pubblica, le privatizzazioni continue, lo Stato ha sempre problemi economici per i quali non può attuare politiche economiche a favore dei suoi cittadini.
Diceva Ezra Pound :
"Uno Stato che non ha il denaro per costruire un ospedale, è come un ingegnere che non ha i soldi per costruire una strada".
Ma allora chi crea il denaro e come lo usa ?
Attualmente in Italia, nel nostro sistema economico noi utilizziamo tre tipi di moneta :
- monete metalliche coniate dallo Stato, pari allo 0,3% del totale che usiamo;
- banconote emesse dalla BCE, pari al 6,7% del totale che usiamo;
- moneta bancaria creata dalle banche, pari al 93% del totale che usiamo.Trascurando i contanti, che costituiscono solo il 7% del denaro totale che usiamo, in realtà la maggior parte del denaro che usiamo è creato dal nulla dalle banche quando fanno prestiti.
E' la cifra che è scritta nei nostri conti correnti bancari, che ci permette con bonifici, assegni, carte di credito e bancomat, di pagare qualsiasi bene o servizi di cui abbiamo bisogno.
Senza voler approfondire il sistema che utilizzano per creare e gestire questo denaro, per capirne la reale natura, è necessario analizzare l'art.1834 del c.c. che definisce i depositi nelle banche, che dice testualmente :
"Nei depositi di una somma di danaro presso una banca, questa ne acquista la proprietà ed è obbligata a restituirla nella stessa specie monetaria, …, a richiesta del depositante".In definitiva, la cifra scritta sul nostro conto corrente bancario, rappresenta una promessa della banca, che si obbliga a restituirci quella cifra in contanti, se e quando glieli richiederemo.
Come ad esempio quando andiamo in uno sportello bancomat e preleviamo un certo quantitativo di contanti, riducendo corrispondentemente il saldo del nostro c/c.
Anche la banconote, inizialmente create dalla BCE, non vengono messe in circolazione direttamente nel sistema economico, ma date solo alle banche, che poi ce le forniscono esclusivamente attraverso i prestiti.
Quindi tutto il denaro che usiamo sia noi che lo Stato, proviene dal sistema bancario e viene messo in circolazione solo attraverso una prestito iniziale, che alla scadenza deve essere restituito, per poi essere sostituito da altro denaro creato con un nuovo prestito.
Le conseguenze di un sistema monetario così congegnato sono.
- se le banche smettessero di fare prestiti, tutta la moneta in circolazione sparirebbe;
- su tutta la moneta che usiamo, qualcuno sta pagando continuamente un interesse.Questo significa che sia noi che lo Stato, avendo bisogno di denaro per far girare la nostra economia reale, abbiamo la necessità di mantenere in vita un debito pubblico e privato sul quale paghiamo continuamente un interesse, e che per questo è matematicamente inestinguibile.
Supponiamo l'Italia sia un'isola, nella quale tutto il denaro utilizzato proviene da una sola banca che è l'unica in grado di crearlo, ma lo fornisce solamente prestandolo ad un tasso di interesse pari al 10%.
Il 1° anno ne crea e ne presta 100 mln di euro, ma alla fine dell'anno dovrebbe chiedere indietro i 100 mln di euro di denaro prestato maggiorati di 10 mln di euro di interessi.
Ma è matematicamente impossibile la restituzione 110 mln di euro, perché ne esistono solo 100.
Inoltre l'economia seguita ad aver bisogno anche il 2° anno di 100 mln di euro, per cui la soluzione praticata è quella di lasciarli in circolazione, portando il debito a 110 mld di euro e pagando 11 mln di euro di interessi. Ma il 3° anno si ripresenta lo stesso problema, non ci sono 121 mln di euro da restituire, per cui il debito diventa 121 mln di euro e gli interessi da pagare 12,1 mln di euro.
Andando avanti di questo passo il debito aumenta sempre di più in modo esponenziale, per cui dopo soli 25 anni ha superato i 1.000 mln di euro e gli interessi da pagare ogni anno sono maggiori dei 100 mln di euro di moneta in circolazione!
L'unica soluzione per interrompere questa follia, è immaginare un altro sistema monetario che non sia basato sul debito perché il denaro viene immesso nell'economia in un altro modo.
I meccanismi che attualmente regolano la creazione del denaro, arricchiscono pochi privilegiati a discapito di tutti gli altri, senza che i governi democraticamente eletti possano controllare o modificare il processo.
Proprio perchè la moneta è alla base di tutto, occorre prima di tutto riformare radicalmente il sistema monetario per risolvere o attenuare molti dei problemi di ingiustizia sociale della società moderna.
Dobbiamo immaginare un sistema monetario che:
- sia a vantaggio della società, e non di grandi banche e istituti finanziari;
- sia sottoposto a un controllo democratico dei cittadini;
- funzioni in modo più semplice e trasparente;
- sia più stabile e meno incline a bolle speculative e crisi finanziarie.E' possibile ottenere tutto ciò, e in modo semplice e non violento.
CHI CREA IL DENARO CHE USIAMO?
Da qualche mese il sistema bancario è sotto l'occhio del ciclone, le persone hanno cominciato a rendersi conto che nel bene e nel male, è lì che si annidano molti dei problemi che abbiamo, ma nessuno capisce perché.
La questione ha cominciato a chiarirsi soprattutto quando per la prima volta nel 2012, Sir Marvyn King, Governatore della Bank of England, ha ammesso che nella creazione di denaro, il ruolo di gran lunga maggiore viene svolto dalle banche private, e non, come è scritto in molti testi di macroeconomia, dalle Banche Centrali.
Questo fatto sarebbe stato evidente a tutti, se solo si fossero analizzati i dati forniti da anni dalle principali Banche Centrali del mondo occidentale, perché, come abbiamo spiegato nel nostro precedente articolo su Comedonchisciotte che trovate QUI, più del 90% di tutta la moneta che usiamo è creata dal nulla dal sistema bancario attraverso i prestiti.
Quando faccio questa affermazione, la maggior parte delle persone mi chiedono: ma allora, se la banca crea il denaro dal nulla, come fa a fallire ?
Se vogliamo cominciare a fare un po’ di chiarezza, dobbiamo prima chiederci: che cos’è una banca?
Ci sono tre modelli che vengono in mente quando pensiamo ad una banca. Il primo è quello che ci è stato inculcato fin da piccoli, l'idea che la banca sia una sorta di salvadanaio all'interno del quale possiamo depositare i nostri soldi, al fine di accumularli in vista di un possibile utilizzo futuro.
Oggi devo dire che questa idea è stata messa a dura prova dalle ultime vicende bancarie, perché tutti i provvedimenti che sono stati adottati hanno reso sempre più rischiosi i depositi di denaro presso una banca, ma nonostante tutto il conto corrente venga ancora percepito dalle persone come il luogo dove sono custoditi i nostri risparmi.
Il secondo modello è quello che viene fornito dalla Banca d'Italia, che definisce le banche come "Intermediari", sostenendo che:
"Nell'ordinamento italiano l'attività bancaria consiste nell'esercizio congiunto della raccolta di risparmio e di fondi liquidi tra il pubblico e della concessione del credito."Questa definizione delle banche è ancora più errata e rimane una delle convinzioni più radicate nell’immaginario collettivo, su come viene gestito il denaro all'interno del sistema bancario : la maggior parte delle persone è convinta che la banca presti solamente il denaro ricevuto in deposito dai clienti.
Il terzo e ultimo modello ci viene fornito dai testi universitari e si è radicato nella testa di molti esperti economici, oltre che di diversi "sovranisti monetari". Secondo questo modello la banca sarebbe un sorta di “moltiplicatore di moneta”, cioè è in grado di creare denaro attraverso un meccanismo chiamato "riserva frazionaria", che funziona in questo modo : supponiamo io depositi presso una banca 100 euro, la banca dovendo garantire la cambiabilità di quel deposito in moneta contante, accantona il 10% come riserva (da qui deriva il nome di "riserva frazionaria") e presta i rimanenti 90 euro, che andranno a costituire un'altro deposito in banca. Anche su quest'ultimo la banca effettua una riserva del 10%, pari a 9 euro e presta i rimanenti 81 euro, e così via fino ad esaurimento degli euro rimanenti. Si può facilmente dimostrare che alla fine di tutti i passaggi, i 100 euro iniziali hanno prodotto depositi per 1.000 euro, cioè 10 volte i contanti iniziali. Ovviamente se la percentuale di riserva sale al 20%, si può facilmente verificare che il moltiplicatore monetario scende a 20, mentre se scende al 5% il moltiplicatore sale a 20, cioè è sempre inversamente proporzionale alla percentuale di riserva.
Nella realtà, nessuno di questi tre modelli rappresenta il funzionamento del sistema bancario moderno, perché le funzioni di deposito e prestito sono oggi totalmente separate ed indipendenti. La banca può prestare denaro creandolo letteralmente dal nulla quando gli viene chiesto un prestito, senza che debba prenderlo da qualche parte. Prima di vedere come viene creato il denaro attraverso il prestito, analizziamo cosa succede quando depositiamo 1.000 euro in contanti nel nostro conto corrente.
Ricordiamo un fatto importantissimo e cioè che la moneta bancaria altro non è che un debito della banca nei confronti del cliente, in base all'art.1834 del c.c. che recita:
"Nei depositi di una somma di danaro presso una banca, questa ne acquista la proprietà ed è obbligata a restituirla nella stessa specie monetaria, …, a richiesta del depositante".Quindi la banca in realtà crea una sorta di cambiale, con la quale però noi possiamo comprare qualsiasi bene o servizio, in quanto è accettata da tutti come fosse denaro contante. Tutto è basato sulla constatazione pratica che la maggior parte delle persone preferisce utilizzare (anche perché oggi costretta!) la moneta elettronica senza cambiarla quasi mai in contanti.
Quindi quando Tizio deposita 1.000 euro in contanti presso una banca, questa diventa proprietaria dei contanti, che mette nell’attivo del suo bilancio, e contemporaneamente crea un conto corrente a nome di Tizio, nel quale scrive la cifra di 1.000 euro. Da quel momento Tizio utilizzerà la moneta elettronica anziché i contanti, a meno che non decida di ritrasformare la moneta elettronica in contanti, ma questo come abbiamo già detto non avviene quasi mai.
L'importante è aver capito la vera natura della moneta bancaria, che è semplicemente una promessa di pagamento, la quale però non viene quasi mai restituita per essere cambiata, per cui la banca può tenere al suo interno solo una sempre più piccola quantità di contanti per garantire la cambiabilità nei soli e rari casi in cui questa richiesta venga effettuata.
Ma allora cosa succede quando Caio va in banca a chiedere un prestito di 100.000 euro per acquistare una casa da Sempronio? Per semplicità facciamo l’ipotesi che Sempronio abbia un conto corrente presso la stessa banca di Caio, tratteremo un’altra volta il caso ben più frequente nel quale le due banche sono diverse, perché saremmo costretti a spiegare come avvengono i pagamenti tra le banche, che complica il discorso senza però cambiarne la sostanza.
Quando la banca concede il prestito, non fa altro che scrivere la cifra di 100.000 euro sul conto corrente di Caio, con la quale potrà essere comprata la casa di Sempronio, ma in cambio chiede la firma di un contratto di mutuo con ipoteche reali sul bene acquistato. In questo modo la banca ottiene un documento scritto che gli certifica che la cifra creata dal nulla e prestata a Caio, sarà da lui restituita con gli interessi, e questo gli permette di inserire questo contratto nel proprio attivo di bilancio, a garanzia del passivo creato con il prestito. In pratica è Caio stesso che dà le garanzie alla banca per creare quel denaro dal nulla, ma nonostante ciò è costretto comunque a pagare interessi alla banca.
Al compromesso questo passivo passerà dal conto corrente di Caio a quello di Sempronio, che abbiamo detto si trovano entrambi nella stessa banca, permettendo il trasferimento di proprietà della casa. In realtà Caio non ha ricevuto denaro contante, ma solo una promessa di pagamento in contanti, che ha poi girato a Sempronio, il quale anch’esso probabilmente non la incasserà mai, preferendo tenerla depositata presso la banca in forma elettronica, cioè nella forma di promessa di pagamento in contanti.
Quindi la banca crea delle promesse di pagamento in contanti che in realtà, se non ci fossero le leggi ad impedire l'utilizzo dei contanti, non riuscirebbe a mantenere perché non ha contanti a sufficienza per cambiare tutti i depositi che crea.
Ora, cosa succede se Caio non restituisce il debito che ha contratto ? La banca rimane sempre debitrice verso Sempronio di 100.000 euro, che ha ricevuto questa promessa al rogito notarile di vendita della sua casa, ma questo fatto non è un problema per la banca se ha l’assoluta certezza che Caio restituirà il capitale più gli interessi. Ma se Caio smette di pagare il debito che ha contratto, la banca dovrà onorare di tasca propria il debito di 100.000 euro che Caio ha trasferito a Sempronio, per cui dovrà mettere all’asta la casa acquistata da Caio per recuperare una parte di quel debito.
Ci sono ovviamente dei requisiti, fissati dalle leggi bancarie, che la banca deve avere per creare nuovi depositi dal nulla e sono essenzialmente due, che cerchiamo di semplificare. Innanzi tutto deve possedere una riserva obbligatoria di contanti depositati presso la Banca d’Italia a garanzia dei depositi presenti nel proprio bilancio, ma questa riserva è pari solo all’1% di tutti i depositi, cioè nel nostro esempio 1.000 euro, e addirittura si azzera nel caso di depositi vincolati per più di 2 anni.
Inoltre deve dimostrare di avere un patrimonio pari a circa l’8% del rischio di credito, che nel caso di un appartamento residenziale, è pari al 35%, per cui nel nostro esempio specifico questo patrimonio minimo si riduce fino al 2,8%.
Ora, cosa succede se Caio non restituisce il debito che ha contratto ? La banca rimane sempre debitrice verso Sempronio di 100.000 euro, che ha ricevuto questa promessa al rogito notarile di vendita della sua casa, ma questo fatto non è un problema per la banca se ha l’assoluta certezza che Caio restituirà il capitale più gli interessi. Ma se Caio smette di pagare il debito che ha contratto, la banca dovrà onorare di tasca propria il debito di 100.000 euro che Caio ha trasferito a Sempronio, per cui dovrà mettere all’asta la casa acquistata da Caio per recuperare una parte di quel debito.
Il denaro creato dal sistema bancario con questo meccanismo, che lo ripeto è più del 90% di tutto quello che usiamo, ha quindi una natura estremamente instabile, perché è fortemente condizionato dalle capacità finanziarie di chi ha richiesto il prestito e si è impegnato a restituire il capitale più gli interessi.
Questo significa che nei periodi di crisi economica come quello che stiamo vivendo, l’instabilità economica aumenta esponenzialmente proprio perché le persone hanno maggiormente bisogno di prestiti ma contemporaneamente hanno anche meno possibilità di poterli restituirli con gli interessi.
Per questo le banche nei periodi di recessione come quello attuale, smettono di prestare denaro all’economia reale, preferendo investire il denaro creato in titoli di stato o nei mercati finanziari, in quanto risultano comunque meno rischiosi e più redditizi.
Considerato che nell’Eurozona, la Banca Centrale Europea fino ad oggi ha creato denaro esclusivamente per prestarlo al sistema bancario o per acquistare Titoli sui mercati finanziari attraverso il Quantitative Easing, gli unici soggetti che possono creare denaro per immetterlo nell’economia reale sono solo le banche, che in Italia sono tutte private. Ma allora, visto che le banche possono creare denaro solo ed esclusivamente attraverso i prestiti, ne consegue che tutto il denaro che usiamo è gravato da interessi che sottraggono continuamente risorse dalla nostra economia.
Questo fatto dimostra che se tutte le banche smettessero di fare prestiti, non ci sarebbe denaro a sufficienza per rimborsare tutti i debiti e la moneta scomparirebbe dalla circolazione.
Corollario ancora più assurdo è che senza il debito non ci sarebbe il denaro per far funzionare l’economia.
Ma essendo il debito matematicamente inestinguibile, come abbiamo dimostrato nel precedente articolo, ne consegue che la moneta a debito funziona come la ruota per i criceti, costringendoci a lavorare all’infinito per restituire un debito che non finisce mai.
Un sistema economico come questo, caratterizzato da una moneta creata attraverso un debito e gravata da interesse, poteva avere un senso quando la moneta rappresentava un corrispettivo in oro, perché non era possibile creare denaro se non si avevano a disposizione grandi quantità di metalli preziosi. Nella storia sono stati inventati molti strumenti monetari alternativi all’oro che avevano la funzione di amplificare la base monetaria aurea dell’epoca, perché non era insufficiente a permettere la grande quantità di scambi economici che lo sviluppo del commercio richiedeva.
I Mamrè della Palestina, le Lettere di Credito dei Templari, le Note di Banco delle prime banche private, le Banconote delle prime Banche Centrali, avevano la funzione di aumentare la massa monetaria aurea, altrimenti scarsa perché la quantità di oro era insufficiente per tutti gli scambi. Ma dal 1971, cioè da quando Nixon ha definitivamente squarciato l’ultimo velo residuo che collegava il denaro ai depositi in oro, la moneta ha perso completamente qualunque valore intrinseco per diventare una vera e propria moneta fiduciaria caratterizzata da un valore esclusivamente convenzionale, per giunta garantito dall’unica istituzione detentrice ancora oggi della sovranità monetaria, cioè lo Stato per conto dei suoi cittadini.
Com'è possibile allora, che proprio lo Stato non abbia i soldi per garantire il benessere di tutti i suoi cittadini, nonostante il denaro possa essere creato dal nulla e senza alcun problema?
DI CHI E' LA SOVRANITÀ MONETARIA?
La domanda del titolo ha una grande importanza, perché certamente il denaro è in grado di risolvere la maggior parte dei problemi economici che abbiamo.
Ognuno di noi può avere una idea diversa di come potrebbe farlo, ma è indubbio che se lo Stato potesse creare denaro, avrebbe possibilità economiche che oggi gli sono precluse, quali ridurre il debito pubblico e gli interessi conseguenti, finanziare investimenti produttivi, ridurre le tasse o i costi dei servizi per i cittadini, sostenere le categorie sociali in difficoltà oppure creare nuove opportunità di lavoro.
Insomma una maggiore disponibilità di denaro è in grado di risolvere i problemi economici di uno Stato e quindi diventa importante chiarire chi ha questa possibilità e come la utilizza attualmente.
Tutte le volte che si individua una qualche manovra economica risolutiva, la frase più classica che ci viene ripetuta è che "non ci sono soldi", senza considerare che il denaro, non essendo più legato all'oro, non può essere scarso ma anzi viene anche oggi creato in grandi quantità.
La BCE fa la sua parte attraverso il Quantitative Easing e i prestiti LTRO alle banche, ma la quota maggiore di denaro creato dal nulla, lo creano le banche private attraverso i prestiti all'economia, che generano la moneta elettronica che costituisce più del 90% di tutto il denaro che usiamo.
Quindi è ormai chiaro che oggi il denaro può essere creato con un semplice clic del computer, per cui in realtà il problema non è la mancanza di soldi, visto che di clic nel computer ne possiamo fare quanti ne vogliamo. Il problema è come sempre il solito, quello di chi ha il potere di farlo, quel clic, e di come lo usa questo potere.
Tutti diamo per scontato che lo Stato Italiano non abbia più la sovranità monetaria, cioè il potere di creare il denaro, almeno da quando ha aderito all'Eurozona, ed il soggetto indiziato di avercela portata via, sembra essere la Banca Centrale Europea.
Nella mia vita ho però capito che "l'ovvio non lo controlla mai nessuno" e che questa nostra propensione a credere ad una cosa, senza prima averla verificata, ci induce spesso a trarre conclusioni anche molto sbagliate, addirittura opposte alla realtà.
Quindi mi sono chiesto la cosa più banale : "In Italia, di chi è la sovranità monetaria ?"
Innanzi tutto è necessario chiarire che per sovranità monetaria
"si intende il diritto o potere da parte di un soggetto di emettere o stampare moneta avente validità nel proprio territorio".
La sovranità monetaria nel passato era il diritto del sovrano ad emettere monete in metalli preziosi con la propria effige, per la quale aveva il diritto di percepire un utile pari ad una percentuale del metallo utilizzato per coniarle. Detta percentuale rappresentava il "signoraggio", che deriva dalla locuzione "aggio del signore", e che quindi rappresenta il diritto tipico di chi ha la sovranità monetaria.
Vediamo allora cosa dice la Banca d'Italia sulla sovranità monetaria e sul signoraggio, nella spiegazione che troviamo nel suo sito ufficiale QUI :
"Per signoraggio viene comunemente inteso l'insieme dei redditi derivanti dall'emissione di moneta. Per le banche centrali, il reddito da signoraggio può essere definito come il flusso di interessi generato dalle attività detenute in contropartita delle banconote in circolazione o, più generalmente, della base monetaria. … Oggi, quindi, il signoraggio viene percepito in prima battuta dalle banche centrali, le quali tuttavia lo riversano poi agli Stati, titolari ultimi della sovranità monetaria."
Quindi proprio la Banca d'Italia ci spiega due cose straordinarie :
1 - Che la sovranità monetaria è ancora degli Stati nazionali;
2 - Che anche il signoraggio derivante dall'emissione o la stampa di moneta, è necessario anche chiarire di quali sono le tipologie normalmente utilizzate, che possono assumere le seguenti forme : moneta metalliche, banconota e moneta elettronica.Le monete metalliche sono effettivamente coniate dagli Stati, che quindi su questa emissione monetaria percepiscono il signoraggio derivante dalla differenza tra il valore nominale ed il costo di conio. Questo fatto ci è stato confermato dall'ex Presidente della Banca Centrale Europea Duisenberg, che in questa intervista del 2002 che trovate QUI, aveva così risposto alla domanda di cosa ne pensava della proposta di Giulio Tremonti, allora Ministro dell'Economia, di emettere banconote da 1 e 2 euro anziché moneta metalliche :
"In linea di principio non abbiamo nulla contro di essa, ma stiamo valutando le implicazioni e spero che il signor Tremonti si renda conto che se tale banconota dovesse essere introdotta, avrebbe perso il signoraggio, che va con esso."Ma come è possibile che gli Stati abbiamo ancora la sovranità monetaria sulle monete metalliche, se hanno aderito tutti ad una moneta unica che è l'euro ? A questo proposito vale la pena di ricordare che le monete metalliche sono emesse da ciascuno Stato con un simbolo che le identifica in modo univoco come "Moneta di Stato Nazionale". L'Italia ad esempio in tutte le sue monete metalliche ha un piccolo simbolo caratterizzato da una R ed una I sovrapposte che sono le iniziali di Repubblica Italiana.
Come ho ampiamente spiegato QUI in realtà l'euro è un sistema di monete nazionali diverse, aventi però la stessa unità di misura ed un rapporto di cambio fisso (ad esempio 1 euro italiano = 1 euro tedesco). Addirittura da anni alcune nazioni stanno coniando monete metalliche di valore superiore a 2 euro che hanno però validità solo entro i confini nazionali, come la Finlandia, che abbiamo interpellato, la quale ci ha confermato che le monete da 5 euro coniate dalla sua Zecca di Stato non rientrano nelle quantità autorizzate dalla BCE.
Quindi per le monete metalliche la sovranità monetaria è sicuramente dei vari Stati Nazionali, alla Banca Centrale Europea è stato solo affidato il compito di approvare il volume di conio, in base all'art.128 comma 2 del TFUE.
Le banconote sono invece emesse dalla BCE, la quale in base all'art.128 del TFUE,
"ha il diritto esclusivo di autorizzare l'emissione di banconote in euro all'interno dell'Unione." Ma specifica anche che " Le banconote emesse dalla Banca Centrale Europea e dalle Banche Centrali Nazionali costituiscono le uniche banconote aventi corso legale nell'Unione".Ma se gli Stati hanno ancora la sovranità monetaria, allora potrebbero emettere dei Biglietti di Stato aventi validità solo all'interno dei propri confini, che non rientrano in questo articolo del TFUE.
Inoltre, a dimostrazione che la sovranità monetaria è ancora degli Stati, la Banca d'Italia stessa ci spiega nel suo sito ufficiale QUI come viene percepito il signoraggio dallo Stato sull'emissione delle banconote:
"Nel caso specifico dell'area dell'euro l'emissione delle banconote è assegnata alla BCE in concorso con le BCN. Il "reddito monetario" di ogni singola BCN è definito come il reddito annuo che essa ottiene dagli attivi detenuti in contropartita delle banconote in circolazione e dei depositi costituiti dagli enti creditizi. Questo è trasferito alla BCE e da questa ridistribuito alle BCN sulla base della loro partecipazione al capitale della BCE. Le BCN, a loro volta, lo fanno affluire ai rispettivi Stati una volta dedotte le spese di funzionamento ed effettuati i necessari accantonamenti".Da notare che la conferma che la sovranità monetaria non è stata trasferita alla BCE, risiede anche nel fatto che la BCE stessa è costretta a mettere le sue banconote al passivo del suo bilancio, come una qualsiasi promessa di pagamento o cambiale, che quindi deve essere garantita da un Titolo all'attivo e annullata alla restituzione.
Le banconote, come le antiche "note di banco", erano delle promesse di pagamento in moneta di Stato, certificato dalla scritta "Pagabile a vista al portatore" e quindi dovevano essere iscritte al passivo perché rappresentavano un debito della banca centrale verso il soggetto che le possiede.
Oggi sulle banconote in euro questa scritta è stata eliminata, ma sulle banconote della FED da 100 dollari è ancora chiaramente scritto
"Questa nota è a corso legale per tutti i debiti, pubblici e privati, ed è rimborsabile in moneta legale al Tesoro degli Stati Uniti, o in qualsiasi Banca della Federal Reserve".Vale quindi perché è cambiabile in moneta legale.
Solo chi ha la sovranità monetaria, può creare denaro dal nulla e metterlo all'attivo del suo bilancio, come può fare lo Stato Italiano con le monete metalliche. E' pur vero, come dichiara la BCE nel documento n.169 dell'aprile 2016, dal titolo "Profit distribution and loss coverage rules for central banks", nota n.7 a pagina 14, che le Banche Centrali
"sono protette contro l'insolvenza a causa della loro capacità di creare denaro e possono perciò operare con patrimonio netto negativo".Ma questa affermazione è una conferma indiretta che l'unico soggetto capace di creare denaro dal nulla mettendolo all'attivo del suo bilancio è ancora e solamente lo Stato.
La conferma che il reddito da signoraggio, tipico diritto di chi possiede la sovranità monetaria, spetta ancora oggi agli Stati, è stato confermato anche da Peter Praet, membro del Comitato esecutivo della BCE, intervistato da due giornalisti di Repubblica, che alla domanda se in linea di principio la BCE potrebbe stampare assegni e inviarli alla gente, ha così risposto (potete trovare l'intervista integrale QUI):
"Sì, tutte le banche centrali possono farlo. È possibile emettere moneta e distribuirla alle persone. Questo è "Helicopter Money" (ndr Denaro dall'elicottero). L'Helicopter Money darebbe alla gente una parte del valore attuale netto del signoraggio futuro, il profitto che si realizza sulle future banconote."
In sostanza sia la Banca d'Italia che la Banca Centrale Europea sono concordi nei loro documenti nel ritenere che la sovranità monetaria è ancora dello Stato e dei cittadini, i quali sono i destinatari ultimi di tutto il signoraggio, cioè del reddito derivante dalle emissioni monetaria:
- sia quello incassato direttamente dallo Stato con la creazione diretta di monete metalliche, come differenza tra il loro valore nominale ed i costi sostenuti per il conio;
- ma anche quello derivante dalla emissione delle banconote che è stata concessa alla BCE, ovviamente sempre detratti i costi di gestione di questa attività.Quindi, dopo una analisi approfondita dei Trattati e dei documenti della BCE e della Banca d'Italia, possiamo affermare che la sovranità monetaria è ancora dello Stato Italiano e quindi dei suoi cittadini, i quali ricevono il signoraggio relativo all'emissione di monete metalliche e banconote.
In realtà ci stiamo dimenticando una fetta consistente della moneta che usiamo, la moneta bancaria o creditizia, che attualmente è circa il 93% di tutta quella che usiamo in Italia.
Ma la moneta bancaria è una vera e propria moneta o una semplice promessa di pagamento?
Certamente è una moneta perché viene normalmente accettata come strumento di pagamento, non solo nello scambio di beni e servizi, ma anche per pagare le tasse e fare "riserva di valore".
Però è una moneta particolare, perché non è una moneta legale ed il suo valore deriva dalla promessa della banca di cambiarcela in contanti, cioè banconote e monete metalliche, in base all'art.1834 del c.c.
Quindi non si può parlare di sovranità monetaria, perché in realtà non viene creata una nuova quantità di moneta, ma un credito/debito che la banca garantisce sarà sempre cambiabile in moneta legale e che viene annullato alla restituzione del prestito. Comunque su tutto questo credito creato dal nulla dalle banche con i prestiti, viene comunque percepito un reddito, che non si chiama signoraggio, ma interesse.
Quindi è vero che lo Stato ha ancora la sovranità monetaria sulla moneta legale, cioè sulle monete metalliche, dove il signoraggio viene percepito direttamente, e sulle banconote, dove il signoraggio viene percepito in prima battuta dalla BCE, per poi essere girato alla Banca d'Italia e quindi allo Stato. Ma queste due monete sono estremamente scarse ed insufficienti a garantire tutti gli scambi economici di cui abbiamo bisogno, in quanto rappresentano solo il 7% di tutta la moneta che usiamo.
Una anomalia del nostro sistema monetario, è che le monete legali, sia le monete metalliche che le banconote, vengono fornite solo al sistema bancario che in seguito le immettono nel sistema economico esclusivamente attraverso i prestiti, incassando un signoraggio ben maggiore, cioè gli interessi, che non viene quindi percepito dallo Stato.
Quindi in definitiva, pur avendo ancora lo Stato la sovranità monetaria sulla moneta legale, questa viene immessa nel sistema economico attraverso un intermediario in regime di monopolio, le banche commerciali, le quali possono solo prestare la moneta che ricevono o che creano, sottraendo quindi enormi risorse con gli interessi.
Inoltre, essendo la moneta legale estremamente scarsa, siamo costretti ad utilizzare grandi quantità di moneta bancaria, questa sì creata solamente dal sistema bancario privato, visto che in Italia non ci sono più banche pubbliche.
Ma ripetiamo, se la sovranità monetaria è ancora dello Stato Italiano e quindi dei suoi cittadini, perché allora non viene esercitata per risolvere i problemi di scarsità monetaria?
Proviamo ad ipotizzare quali potrebbero essere gli strumenti monetari che possono essere creati per risolvere i problemi della nostra economia e che potrebbero non essere incompatibili con i Trattati europei anche per i paesi che rientrano nell'Eurozona:
- monete metalliche di valore superiore a 2 euro, che la BCE deve approvare solo come quantità (art.128 comma 2 del TFUE);
- biglietti di Stato di qualsiasi valore, perché il TFUE dà alla BCE l'esclusiva solo delle "banconote" aventi corso legale nell'Unione (art.128 comma 1 del TFUE);
- moneta elettronica o carte di credito di Stato, che non sono prese in considerazione dai trattati, dove si parla solo di moneta metalliche e banconote, tant'è che le banche possono creare moneta elettronica senza limiti, figuriamoci se non può farlo uno Stato, che però ha il vantaggio che la può mettere all'attivo del suo bilancio in quanto detentore della sovranità monetaria;
- moneta a valenza fiscale, in quanto in base ai Trattati Europei la sovranità tributaria è ancora di competenza esclusiva degli Stati nazionali.La motivazione per cui lo Stato Italiano potrebbe e dovrebbe procedere all'utilizzo di questi strumenti monetari per risolvere i problemi economici, derivano dalla verifica che gli strumenti monetari di cui è stata fornita la BCE, non gli hanno permesso fino ad oggi di raggiungere gli obiettivi che sono stati stabiliti dai Trattati all'art.127 del TFUE :
- compito primario della BCE è quello di raggiungere l'obiettivo principale della stabilità dei prezzi, con un livello d’inflazione intorno al 2%;
- fatto salvo questo obiettivo, sostenere le politiche economiche generali nell'Unione, al fine di contribuire alla realizzazione degli obiettivi dell'Unione definiti nell'art. 3 del Trattato sull'Unione Europea, che sono tra gli altri una crescita economica equilibrata e la piena occupazione.Ovviamente ci saranno sempre i convinti oppositori delle politiche di creazione del denaro per risolvere i problemi economici, ai quali risponderemo dettagliatamente nei prossimi articoli. Essi si dividono sostanzialmente in due categorie, da una parte quelli che pensano che creando denaro si avranno anche effetti disastrosi come la svalutazione monetaria e l'inflazione galoppante, dall'altra quelli che pensano che i politici siano troppo corrotti ed incompetenti per permettergli di utilizzare uno strumento così potente come l'emissione monetaria.
Per ora mi interessava chiarire che abbiamo ancora la sovranità monetaria e quali potrebbero essere gli strumenti utilizzabili per risolvere i problemi della crisi economica.
Basterebbe solo avere una classe politica adeguata (la cosa più difficile!), che abbia come obiettivo il benessere di tutti i suoi cittadini, anziché solo quello del sistema bancario e finanziario, cioè di una piccola percentuale della popolazione.
L'assurdità di questa situazione è che ammettono chiaramente che la sovranità monetaria è comunque ancora nostra, ma i soldi per noi e per l'economia reale non ci sono mai.
Fabio Conditi
Presidente dell’Associazione Moneta Positiva
www.monetapositiva.it
Campagna Quantitative Easing for People
www.qe4people.blogspot.it
Per approfondimenti visita il sito www.monetapositiva.it
fonte: http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=16611
http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=16663
http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=16743
Dove posso trovare la fonte che testimonia il 93% occupato dalla moneta bancaria nell'insieme della base monetaria?
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