venerdì 26 agosto 2016

La Turchia invade il Nord della Siria, la verità sul “golpe” turco

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Il conflitto in Siria s’intensifica in un nuovo pericoloso territorio mentre forze militari turche attraversano il confine turco-siriano nel tentativo di annettere la città siriana di Jarabulus. 

L’operazione include non solo forze militari turche, ma anche schiere di terroristi filo-occidentali, che probabilmente avranno il controllo della città prima di espandere le operazioni in Siria contro le forze governative siriane. Con l’inizio delle operazioni, volte presumibilmente a togliere la città dai terroristi del cosiddetto Stato islamico per impedire che cada nelle mani delle forze curde appoggiate dagli USA, la mossa di Ankara ha chiarito diverse cose sull’attuale geopolitica del conflitto.

Il golpe “sostenuto dagli Stati Uniti” di luglio probabilmente è stato fabbricato
 
In primo luogo, con gli aerei da guerra degli Stati Uniti che supportano le operazioni turche, la pretesa di Ankara che gli Stati Uniti fossero dietro il tentato golpe di luglio appaiono invenzioni e il colpo di Stato probabilmente era una messa in scena. Il vicepresidente statunitense Joseph Biden compiva una visita ufficiale in Turchia proprio questa settimana, la prima visita di alto profilo di un rappresentante degli Stati Uniti dal tentato colpo di Stato di luglio. Il vicepresidente Biden discuteva di relazioni bilaterali e cooperazione militare tra Stati Uniti e Turchia. L’articolo di Reuters 

Con la visita di Biden, gli Stati Uniti cercano un equilibrio con la truculenta Turchia“, rivendica: “Biden, che ha visitato la Lettonia, cercherà di sostenere la Turchia, mentre aumentano le preoccupazioni sull’entità della repressione, secondo i funzionari. La Turchia insiste per l’estradizione di Gulen. Il vicepresidente ribadirà anche che gli Stati Uniti fanno tutto il possibile per sostenere gli sforzi della Turchia nel chiedere conto ai responsabili del tentato colpo di Stato, garantendo nel contempo che lo stato di diritto sia rispettato nel processo”, 
ha detto un alto funzionario dell’amministrazione Obama prima della visita di Biden. E’ difficile credere che Fethullah Gulen possa avere orchestrato un colpo di Stato militare pur risiedendo negli Stati Uniti, senza l’esplicita approvazione e il sostegno del governo degli Stati Uniti. Così, per gli Stati Uniti “tenere conto dei responsabili del tentativo di colpo di Stato” significa identificare e arrestare gli statunitensi coinvolti. Sulle operazioni congiunte degli Stati Uniti con la Turchia, la BBC nell’articolo, “Jarablus in Siria: carri armati turchi entrano nel nord della Siria“, riferisce: 
Un alto funzionario degli Stati Uniti, sotto anonimato, a Washington ha detto a BBC News, prima dell’inizio dell’operazione turca, che “crea un cuscinetto contro la possibilità che i curdi avanzino. Collaboriamo su questa possibile operazione: i nostri consulenti comunicano con loro sul piano per Jarablus. Daremo supporto aereo ravvicinato nel caso di un’operazione“. 
E’ altrettanto difficile credere che la Turchia veramente sospettasse gli Stati Uniti del tentativo di decapitare il gruppo dirigente della nazione con un violento ma fallito colpo di Stato solo il mese prima, solo per poi condurre operazioni congiunte in Siria con le forze statunitensi ancora di stanza nel territorio turco. Ciò che è molto più probabile è che il colpo sia stato una sceneggiata per simulare una frattura USA-Turchia, ingannare la Russia e permettere alla Turchia di epurare tutti gli elementi nelle forze armate turche che potevano opporsi all’incursione in Siria, quella che si svolge ora.

Anthony Cartalucci, analista geopolitico di Bangkok, notava in un pezzo del 18 luglio dal titolo, 
Il fallito colpo di Stato in Turchia: ‘dono di Dio’ o di Washington“, che: “… il golpe è stato inscenato non contro la Turchia, ma contro una sua parte, con l’aiuto non solo degli Stati Uniti ma anche della fazione politica di Gulen. Sarà l'”incendio del Reichstag” del 21° secolo che porterà a una nuova “purga hitleriana”, rimuovendo gli ultimi ostacoli al presidente Erdogan e alle istituzioni corrotte che ha costruito nel tentativo di prendere il potere assoluto in Turchia. E al contrario dei cambiamenti che ci si aspetterebbe dalla Turchia, se veramente gli Stati Uniti avessero concepito tale colpo di Stato per rovesciare Erdogan, la Turchia assai probabilmente raddoppierà le ostilità verso la Siria e i suoi alleati”. 
Con la Turchia che entra nel nord della Siria, sosterrà i terroristi che combattono le forze siriane, prolungando il conflitto da una nuova base avanzata in Siria e con la protezione della NATO, esattamente ciò che accade oggi.

Costruire il tanto cercato santuario dei terroristi
L’attraversamento del confine della Siria completa i vecchi piani dell’offensiva curda e dell’ascesa dello Stato islamico. I piani di Washington ed alleati regionali cercano di creare una zona cuscinetto o “santuario” sul territorio siriano che sia inattaccabile dalle forze siriane e da cui i terroristi filo-occidentali possano lanciare operazioni in profondità nel territorio siriano. Attualmente, tali operazioni vengono lanciate dal territorio turco. 

Coi terroristi progressivamente cacciati da Aleppo e le forze siriane che avanzano ad occidente dell’Eufrate, sembra che gli Stati Uniti cerchino di usare le forze curde per annettere la Siria orientale, mentre l’ultima mossa della Turchia è volta a creare il tanto desiderato santuario a nord per evitare il collasso dei combattimenti nel Paese. Le forze speciali inglesi, nel frattempo, operano nel sud della Siria tentando di creare un santuario simile per i terroristi lungo i confini di Giordania e Iraq con la Siria. 

La partecipazione delle forze aeree degli Stati Uniti nell’operazione in corso, inoltre, chiarisce l’assenza di profondità strategica e politica della fedeltà degli Stati Uniti verso i presunti alleati curdi, un tradimento delle forze curde mentre sono dirette contro le forze siriane dagli Stati Uniti in Siria orientale. I piani per tali santuari furono resi noti già nel 2012, con i responsabili politici degli Stati Uniti che, in un documento della Brookings Institution intitolato “Valutazione delle opzioni per il cambio di regime“, affermavano: 
Un’alternativa agli sforzi diplomatici è concentrarsi prima su come porre fine alle violenze ed avere un accesso umanitario, come avviene (sotto la guida dell’ex-segretario generale dell’ONU Kofi Annan). Ciò può portare alla creazione di santuari e corridoi umanitari che dovranno essere sostenuti da una potenza militare limitata. Ciò, naturalmente, non raggiunge gli obiettivi degli Stati Uniti in Siria e potrebbe mantenere Assad al potere. Da questo punto di partenza, tuttavia, è possibile che un’ampia coalizione con l’appropriato mandato internazionale possa compiere un’ulteriore azione coercitiva nei suoi sforzi”. 
Questo è esattamente ciò che avviene, da Jarabulus e probabilmente verso ovest, ad Azaz, a nord della contestata città siriana di Aleppo. Dal 2012 vari pretesti furono inventati, abbandonati e poi rivisitati per giustificare un’operazione come l’attuale.

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Creazione di un pretesto, fabbricare attentati come opzione
 
Ciò include Ankara che trama attentati sul proprio territorio che appaino terrorismo estero da utilizzare per creare un corridoio turco tra Jarabulus-Azaz. L’International Business Times in un articolo del 2014 dal titolo, 
La Turchia vieta YouTube: trascrizione completa della conversazione trapelata sulla ‘guerra’ in Siria tra funzionari di Erdogan“, 
rivelava i dettagli di una trascrizione in cui la leadership turca contemplava attentati inscenati:
Ahmet Davutoglu: “Il primo ministro ha detto che nella congiuntura, tale attentato (alla tomba di Sulayman Shah) va visto come un’opportunità“.
Hakan Fidan: “Manderò 4 uomini dalla Siria, se questo è ciò che serve come causa della guerra, ordinando un attacco missilistico sulla Turchia; possiamo anche preparare un attacco contro la tomba di Suleiman Shah, se necessario“.
Feridun Sinirlioglu: “La nostra sicurezza nazionale è diventata un facile trucco della politica interna“.
Yasar Guler: “E’ il casus belli, cioè, creiamo la causa diretta per la guerra“.
Potrebbe essere solo una coincidenza che una provocazione simile sia avvenuta poco prima dell’operazione turca. Il New York Times nell’articolo, 
L’attentato a un matrimonio è l’ultimo di una serie di attentai mortali in Turchia“, 
spiega che la provocazione citata motiva l’attuale operazione della Turchia: 
L’attentato a un matrimonio curdo di Gaziantep, cittadina turca vicino al confine siriano, è stato uno dei più letali dei vari attentati che hanno colpito la Turchia. Dal giugno 2015, i militanti curdi e islamici hanno compiuto almeno 15 grandi attentati in Turchia, uccidendo più di 330 persone”. 
Così il governo della Turchia e i complici media occidentali hanno incolpato ugualmente Stato islamico e militanti curdi in vista dell’attuale operazione in Siria. L’articolo della BBC di cui sopra, notava: 
La Turchia ha promesso di “ripulire completamente” lo SIIL dal confine, accusando il gruppo di un attentato a un matrimonio che ha ucciso almeno 54 persone, a Gaziantep”. 
Dopo il colpo di Stato di luglio molti credevano che la Turchia si riallineasse geopoliticamente svolgendo un ruolo costruttivo e stabilizzante nella regione. Invece, mentre citava la minaccia dello Stato islamico e delle forze curde al confine, una minaccia che la sua collusione con Stati Uniti e Stati del Golfo Persico, dal 2011, contribuisce a creare, la Turchia ha decisamente avanzato una parte cruciale dei piani degli Stati Uniti per smembrare la Siria e portare avanti la campagna di destabilizzazione in Nord Africa e Medio Oriente e altroe. La risposta della Siria e dei suoi alleati all’incursione della Turchia è stata finora inattiva. Come si potrà agire per evitare che Stati Uniti ed alleati di raggiungano i loro obiettivi resta da vedere.

Mentre il rovesciamento del governo di Damasco sembra improbabile al momento, la balcanizzazione della Siria era un obiettivo secondario sempre più considerato dai responsabili politici degli Stati Uniti come mera fase per infine rovesciare Damasco. Annettendo le parti orientali e settentrionali della Siria, l’aggressione degli Stati Uniti potrà guadagnare tempo.


The New Atlas, LD, 25 agosto 2016

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Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora

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I curdi perdono mentre i neo-ottomani occupano Jarabulus in Siria

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Questa mattina la Turchia invadeva la Siria. Un contingente di 1500 “ribelli siriani”, alias islamisti da tutto il mondo, sponsorizzati dai turchi, venivano accompagnate da forze speciali e una ventina di carri armati turchi ad occupare la città di Jarablus, al confine turco-siriano, dopo una notte di bombardamenti dell’artiglieria. Poco dopo mezzogiorno la bandiera della “rivoluzione siriana” e quella turca (!) sventolavano sulla città. Non c’era stata alcuna resistenza. Lo Stato islamico, informato dell’attacco, aveva evacuato tutti i terroristi e le loro famiglie. (Le famiglie sono andate a Raqqa, ma i terroristi dove?) alcun colpo era stato sparato. 

Come un commentatore osservava: Non ci hanno lasciato neanche le zecche sui cuscini. La tolleranza turca dello SIIL, che comprende aiuti non proprio segreti, probabilmente continuerà. Lo scopo dichiarato della mossa turca è chiudere il confine con la Turchia allo SIIL. Tale affermazione è ovviamente una sciocchezza. Il confine può essere chiuso sul lato turco. Spostare il valico pochi chilometri a sud non cambia nulla. Il secondo più plausibile scopo dichiarato è impedire alle forze curde delle YPG, sotto l’etichetta statunitense SDF, di avanzare nella Siria occidentale.

Tale mossa creerebbe uno staterello curdo al confine con la Turchia mettendola in pericolo, mentre combatte una rivolta curda interna. I curdi avevano annunciato l’avanzata dopo aver occupato Manbij, tolta allo Stato islamico con l’aiuto dei pesanti bombardamenti degli Stati Uniti. Nell’ambito dei futuri piani, il nuovo consiglio militare delle SDF di Jarablus veniva proclamato il giorno prima. Ma il capo di tale entità veniva assassinato appena tre ore dopo la conferenza stampa di presentazione. I curdi accusavano i turchi dell’assassinio. 

Oggi il governo turco annunciava che non vuole solo Jarablus ma anche Manbij e respingere i curdi ad est dell’Eufrate. Gli Stati Uniti avevano finora sostenuto l’avanzata curda verso l’ovest della Siria con forze speciali e supporto aereo. Ma reagivano alla mossa turca contro l’alleanza coi curdi come sempre negli ultimi 30 anni, tradendo immediatamente i curdi per interessi superiori. 

La Turchia è un alleato della NATO che passerebbe a un’alleanza con Russia e Iran. Gli Stati Uniti non possono tollerarlo e i curdi ancora una volta subiranno le conseguenze delle loro ingenuità ed ambizioni.

Il vicepresidente degli Stati Uniti Biden arrivava ad Ankara oggi, per un pellegrinaggio di penitenza. 

Il governo turco accusa gli Stati Uniti di essere coinvolto nel tentato colpo di Stato contro di esso. Ci sarebbe del vero. Con un affronto pubblico Biden è stato ricevuto all’aeroporto della capitale turca dal vicesindaco della città. Per ora il presidente turco Erdogan continuerà ad andare avanti, non importa cosa dicano o facciano gli Stati Uniti. Il vero piano dell’invasione turca va oltre SIIL o questione curda. Come giornali turchi erano ansiosi di sottolineare, l’invasione avviene nel 500.mo anniversario della battaglia di Marj Dabiq a nord di Aleppo: 
una battaglia della guerra ottomano-mamelucca (1516-1517) tra l’impero ottomano e il sultanato mamelucco, che si concluse con la vittoria ottomana e la conquista di gran parte del Medio Oriente…” 
La scelta di tale data indica la vera ambizione di Erdogan: ricreare l’impero ottomano includendovi almeno il nord della Siria e dell’Iraq. Ci sono state poche proteste da parte del governo siriano, lamentando la mancanza di coordinamento nella lotta al terrorismo. Non che si potesse fare molto altro. Dopo cinque anni di guerra non vi è alcuna capacità di opporsi al grande vicino settentrionale. 

Alcun segno di protesta dagli alleati della Siria Russia e Iran. Parole blande erano riservate al comportamento degli Stati Uniti sulla questione siriana e al loro sostegno ad al-Qaida. C’è chiaramente un qualche accordo tra Russia, Iran, Siria e Turchia verso l’invasione turca.

Qualsiasi simpatia per i curdi, che avrebbe portato a qualche contromossa, è scomparsa quando i combattenti delle YPG curde hanno attaccato le forze governative siriane nella città nord-orientale di Hasaqah. L’attacco, del tutto inutile nel quadro generale, gli è costato, come previsto, il sogno dello Stato-nazione. I giocatori d’azzardo curdi, come tendono sempre a fare, erano divenuti troppo ambiziosi ed ora hanno perso tutto quello che avevano guadagnato. Dovranno ritirarsi verso est, circondati da nemici e senza amici nel mondo. Cosa possono fare gli anarco-marxisti delle YPG? 

Allearsi e morire per i wahhabiti dell’Arabia Saudita? Per quanto? I “ribelli siriani” utilizzati dalla Turchia per marciare verso Jarablus sono stati distratti dal continuo attacco sul fronte di Aleppo. Le forze governative siriane saranno un po’ sollevate avendo meno nemici da uccidere difendendo la loro città di 1500000 persone. 

Ma sarà solo di breve periodo, come l’enfasi sulla battaglia di Marj Dabiq mostra; l’ambizione di Erdogan è molto più grande di qualche striscia di terra al confine turco-siriano, vuole regnare su Aleppo in Siria, così come su Mosul in Iraq. La guerra nell’ovest della Siria, gestita da Turchia, Stati Uniti e diversi Stati del Golfo, continuerà. In tale contesto la mossa turca a Jarablus è una semplice schermaglia marginale.


Moon of Alabama 24 agosto 2016
 
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Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora

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