“..Si è spinti poi a chiedere se la
creazione/il Big Bang fosse una migrazione da spazio-tempo di frequenza
(il “vuoto quantistico”) in spazio-tempo convenzionale (“universo fisico
Einsteiniano”) tramite auto-avvolgimento delle vibrazioni (che Neslušan
chiama ‘ondulazioni’ ), comportandosi quindi come “particelle”
(giustamente chiamate da Eddington “wavicles”), che quindi mantengono
proprietà ondulatorie per l’ormai ben nota “dualità onda-particella”
così centrale per le osservazioni della fisica quantistica della materia
nel livello più microcosmico.
..Un indizio potrebbe essere
l’implicazione di Tiller, che sia attraverso il confine del
sotto-spazio-tempo che le particelle subatomiche sono state viste
‘scomparire’ nel ‘vuoto quantistico’ (di cui Tiller propone il
sub-spazio-tempo di frequenza (“reciproco”) come suo “strato
grossolano”).
Forse questa “sparizione” – per i nostri strumenti – si
verifica quando la natura d’onda delle particelle viene a predominare
sulla loro natura particellare? E viceversa, quando le particelle
appaiono improvvisamente dal vuoto, è forse perchè la loro natura
ondulatoria (che dice Tiller, predomina nello spaziotempo di frequenza)
viene sopraffatta dalla loro natura particellare, e quindi noi nello
spazio-tempo convenzionale le possiamo improvvisamente percepire? È così
il vuoto quantistico un’indicazione empirica dell’esistenza effettiva
del sub-spazio-tempo di frequenza?..
Ricordando alcune esperienze umane
durante le quali dati convalidati sono stati ottenuti da soggetti
defunti presenti in un regno invisibile apparentemente nelle vicinanze
(Beischel 2007), Bernstein ha chiesto se gli spaziotempi convenzionale e
di frequenza possano realmente intersecarsi l’un altro, come le dita di
due mani, piuttosto che l’uno circondare l’altro come in Fig. 2.
Schild concorda con tale “omni-presenza”
dello spazio-tempo di frequenza, ma ha rafforzato il ragionamento alla
base di un tale modello ricordando a noi il postulato che inizialmente
ha spinto il Simposio in questa esplorazione dei due spazitempi; vale a
dire, che essi partecipino in un complesso di otto dimensioni…
..Gli scritti di Tiller sottolineano che
questa altra regione dello spazio-tempo è caratterizzata più da forze
magnetiche e meno da eventi elettrici, come nello spazio-tempo
tradizionale. Si offre quindi l’etichetta “magneto-electrism” per la
forza principale di questa regione, in contrasto con l’elettromagnetismo
dello spaziotempo convenzionale, anche se sottolinea che queste due
forze rimangono strettamente legate. Allo stesso modo, Tiller suggerisce
che la dualità onda-particella osservata nello spazio-tempo
convenzionale è probabilmente invertita nello spazio-tempo di frequenza,
la natura ondulatoria è molto più presente in questo spazio-tempo.”
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