Il tribunale dell’Aja conferma che le accuse occidentali sul ruolo dell’ex-Presidente serbo Milosevic nella guerra in Bosnia erano false. Che dire delle osservazioni identiche sul ruolo di Putin nella guerra ucraina?
Chi
si ricorda le guerre jugoslave degli anni ’90, ricorda il modo in cui i
governi e i media occidentali demonizzavano il Presidente serbo
Slobodan Milosevic. Milosevic veniva spacciato per ultranazionalista
fascista che presiedeva un regime corrotto e autoritario in Serbia, che
uccideva regolarmente gli avversari, tiranneggiava la popolazione del
Kosovo e orchestrava le guerre in Bosnia e Croazia nell’ambito del piano
megalomane etnico di creare la Grande Serbia. Fu fatto passare per il
burattinaio dei serbi nella lunga guerra in Bosnia ed accusato di
genocidio in Bosnia e in Kosovo.
Quando Milosevic alla fine perse il potere dopo le proteste filo-occidentali, fu processato da un tribunale internazionale per crimini di guerra dell’Aja per tutte queste accuse. Anche se morì durante il processo, i media occidentali continuavano a ripetere tali accuse, come se fossero state dimostrate reali. Chiunque abbia mai messo in discussione tali accuse, o suggerito che ci fosse altro nelle guerre in Jugoslavia che non il piano diabolico di Milosevic e dei suoi collaboratori, veniva regolarmente denunciato come sostenitore della “pulizia etnica” e del genocidio, e come fantoccio di Milosevic o anche “utile idiota”.
E’ quindi molto interessante vedere come le varie prove al tribunale internazionale dell’Aja, così come altre indagini e tribunali, hanno respinto nettamente tutte le accuse contro Milosevic spacciate da governi e media occidentali. Tutto ciò in realtà iniziò nel Kosovo, dove gli investigatori scoprirono subito che le affermazioni fatte durante i bombardamenti della NATO sulla Jugoslavia nel 1999, che centinaia di migliaia di persone furono massacrate su ordine di Milosevic, erano semplicemente false.
Ma il processo a Milosevic continuò, come discusso brillantemente dall’autore inglese John Laughland nel suo libro Travesty, e nonostante il pubblico ministero lanciasse ogni accusa immaginabile per condannarlo, il processo contro Milosevic essenzialmente fallì. Ci fu poi una sentenza della Corte internazionale di giustizia emessa poco dopo la morte di Milosevic che confermò che né lui né la Serbia ebbero alcun ruolo nella vicenda di Srebrenica. Ed ora si conclude la lunga discussione sul ruolo di Milosevic nella guerra bosniaca, nel processo al tribunale internazionale del leader serbo-bosniaco Radovan Karadzic. Piuttosto che discutere di tale processo in dettaglio mi limiterò a riprodurre l’eccellente sintesi di Andy Wilcoxson:
Quando Milosevic alla fine perse il potere dopo le proteste filo-occidentali, fu processato da un tribunale internazionale per crimini di guerra dell’Aja per tutte queste accuse. Anche se morì durante il processo, i media occidentali continuavano a ripetere tali accuse, come se fossero state dimostrate reali. Chiunque abbia mai messo in discussione tali accuse, o suggerito che ci fosse altro nelle guerre in Jugoslavia che non il piano diabolico di Milosevic e dei suoi collaboratori, veniva regolarmente denunciato come sostenitore della “pulizia etnica” e del genocidio, e come fantoccio di Milosevic o anche “utile idiota”.
E’ quindi molto interessante vedere come le varie prove al tribunale internazionale dell’Aja, così come altre indagini e tribunali, hanno respinto nettamente tutte le accuse contro Milosevic spacciate da governi e media occidentali. Tutto ciò in realtà iniziò nel Kosovo, dove gli investigatori scoprirono subito che le affermazioni fatte durante i bombardamenti della NATO sulla Jugoslavia nel 1999, che centinaia di migliaia di persone furono massacrate su ordine di Milosevic, erano semplicemente false.
Ma il processo a Milosevic continuò, come discusso brillantemente dall’autore inglese John Laughland nel suo libro Travesty, e nonostante il pubblico ministero lanciasse ogni accusa immaginabile per condannarlo, il processo contro Milosevic essenzialmente fallì. Ci fu poi una sentenza della Corte internazionale di giustizia emessa poco dopo la morte di Milosevic che confermò che né lui né la Serbia ebbero alcun ruolo nella vicenda di Srebrenica. Ed ora si conclude la lunga discussione sul ruolo di Milosevic nella guerra bosniaca, nel processo al tribunale internazionale del leader serbo-bosniaco Radovan Karadzic. Piuttosto che discutere di tale processo in dettaglio mi limiterò a riprodurre l’eccellente sintesi di Andy Wilcoxson:
“Il 24 marzo la sentenza a Karadzic afferma che
“la Corte non è d’accordo che vi fossero prove sufficienti, presentate nel processo, per poter dire che Slobodan Milosevic fosse d’accordo con il piano comune”per rimuovere in modo permanente i musulmani bosniaci e i croati bosniaci dal territorio rivendicato dai serbo-bosniaci. La corte nel processo a Karadzic ha rilevato che
“il rapporto tra Milosevic e l’accusato si era deteriorato dal 1992; e nel 1994 non c’era più una linea di condotta comune da adottare. Inoltre, già dal marzo 1992, ci fu un’evidente discordia tra l’imputato e Milosevic negli incontri con i rappresentanti internazionali, durante cui Milosevic e altri leader serbi criticarono apertamente i leader serbo-bosniaci per aver commesso ‘crimini contro l’umanità’ e ‘pulizia etnica’ e una guerra per propri scopi“.I giudici notarono che Slobodan Milosevic e Radovan Karadzic favorivano la conservazione della Jugoslavia e che Milosevic inizialmente lo supportava, ma che le opinioni divergettero nel tempo. La sentenza afferma che
“dal 1990 e alla metà del 1991, l’obiettivo politico degli imputati e della leadership serbo-bosniaca era preservare la Jugoslavia e impedire la separazione o l’indipendenza della Bosnia-Erzegovina, che si sarebbe tradotta della separazione dei serbi di Bosnia dalla Serbia; la Corte osserva che Slobodan Milosevic non approvò questo obiettivo e parlò contro l’indipendenza della Bosnia-Erzegovina“.La Corte rilevava che “la dichiarazione di sovranità dell’Assemblea della SRBiH in assenza dei delegati serbo-bosniaci del 15 ottobre 1991, aggravò la situazione“, ma che Milosevic non era d’accordo a costituire la Republika Srpska, in risposta. La sentenza afferma che “Slobodan Milosevic tentava di adottare un approccio più cauto”. La sentenza afferma che nelle comunicazioni intercettate con Radovan Karadzic,
“Milosevic dubitava fosse saggio usare ‘un atto illegittimo in risposta ad un altro atto illegittimo’ e mise in discussione la legittimità di un’Assemblea serbo-bosniaca”.I giudici scoprirono anche che
“Slobodan Milosevic espresse riserve su come un’Assemblea serbo-bosniaca potesse escludere i musulmani ‘per la Jugoslavia’”.La sentenza osserva che negli incontri con funzionari serbi e serbo-bosniaci
“Slobodan Milosevic dichiarò che ‘i membri di altre nazioni ed etnie vanno protetti’ e che ‘l’interesse nazionale dei serbi non è discriminazione’“.Inoltre
“Milosevic dichiarò che il crimine va combattuto con decisione“.La Corte di primo grado osserva che
“in riunioni private, Milosevic era estremamente arrabbiato verso la leadership serbo-bosniaca per aver respinto il piano Vance-Owen e maledì l’imputato“, scoprì anche che “Milosevic cercò di ragionare con i serbo-bosniaci dicendo che capiva le loro preoccupazioni, ma che era più importante por fine alla guerra“.La sentenza afferma che
“Milosevic dubitava che il mondo avrebbe accettato che i serbo-bosniaci, che rappresentavano solo un terzo della popolazione della BiH, ottenessero oltre il 50% del territorio ed incoraggiò l’accordo politico“.Nel corso di una riunione del Consiglio Supremo di Difesa, la sentenza dice che
“Milosevic disse al leader serbo-bosniaco che non avevano il diritto di avere più di metà del territorio della Bosnia-Erzegovina, affermando che: ‘non c’è modo che altro vi appartenga! Poiché rappresentate un terzo della popolazione. (…) Non avete diritto ad oltre la metà del territorio, non va tolto qualcosa che appartiene a qualcun altro! (…) Come si può immaginare che due terzi della popolazione siano stipati nel 30% del territorio, mentre il 50% sia troppo poco per voi?! E’ umano, è giusto?!’”In altri incontri con funzionari serbi e serbo-bosniaci, la sentenza osserva che Milosevic dichiarò che
“la guerra deve finire e che il peggiore errore dei serbo-bosniaci ‘fu volere la completa sconfitta dei musulmani bosniaci“.A causa della frattura tra Milosevic e i serbo-bosniaci, i giudici notano che
“la RFJ ridusse il sostegno alla RS e incoraggiò i serbo-bosniaci ad accettare proposte di pace”“.
In altre parole, non vi era alcun progetto di Grande Serbia da parte di
Milosevic, Karadzic o chiunque altro. Milosevic (e Karadzic) volevano
mantenere Jugoslavia (come i capi occidentali, all’epoca, professavano
volere), Milosevic non era il burattinaio della guerra in Bosnia ed
aveva limitata influenza sulla leadership serbo-bosniaca guidata da
Karadzic con cui era in rapporti sempre peggiori, ed era lontano
dall’impegnarsi in soluzioni violente, crimini di guerra o pulizia
etnica, mentre Milosevic ne aveva sempre parlato contro sforzandosi
sempre per la pace. Inutile dire che i media occidentali occultano
questa sentenza. Né i politici e i giornalisti occidentali che
demonizzarono Milosevic negli anni ’90 hanno ammesso che ciò che dissero
su di lui, utilizzato per giustificare il bombardamento della
Jugoslavia nel 1999, fosse falso.
Al contrario, ignoreranno questa
sentenza e diranno ciò che dissero di Milosevic all’epoca, proprio come i
media occidentali ignorano le altre sentenze della Corte o le indagini
che contraddicono le proprie storie, come ad esempio le sentenze che
confermano che l’oligarca russo Mikhail Khodorkovskij sia un truffatore
emessa dalla Corte europea dei diritti dell’uomo, o il rapporto
Tagliavini che indica che fu la Georgia e non la Russia a scatenare la
guerra in Ossezia del Sud nel 2008. Per chi tuttavia presta maggiore
attenzione a queste cose, è impossibile evitare paragoni tra il
trattamento dell’occidente verso Slobodan Milosevic negli anni ’90 e il
trattamento verso Vladimir Putin oggi.
La affermazioni identiche sul
ruolo di Putin nelle guerre in Ucraina sono pari a quelle emesse negli
anni ’90 sul ruolo di Milosevic nelle guerre in Jugoslavia. Chi mette in
dubbio tali affermazioni viene chiamato “apologeta di Putin” o “utile
idiota”, proprio come coloro che misero in dubbio le affermazioni fatte
sul ruolo di Milosevic nelle guerre jugoslave degli anni ’90 venivno
chiamati “apologeti di Milosevic” o “utili idioti”. Speriamo che questa
volta non ci vogliano 20 anni prima che tali affermazioni, come quelle
contro Milosevic, siano adeguatamente esaminate e giudicate false.
Alexander Mercouris, The Duran3/8/2016
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
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