giovedì 4 agosto 2016

“Le truppe dell’informazione” turche sono dirette dalla CIA


Possiamo finalmente distinguere i piani di Washington dietro la disinformazione che i media aziendali diffondono sulla creazione delle cosiddette “truppe dell’informazione” turche. Non c’è dubbio che i servizi speciali statunitensi prevedano di usarle totalmente contro la Russia, dato che la Turchia è ampiamente considerata dalla NATO quale testa di ponte nel conflitto contro la Russia.

Lo strumento principale delle “forze speciali” dell’informazione turca è il cosiddetto Onion Router, sviluppato dal Center for High Assurance Computer Systems (CHACS) dell’Office of Naval Research (ONR) nell’ambito del framework Free Haven. Il progetto è stato attuato con l’ampia assistenza della Defense Advanced Research Projects Agency (DARPA), secondo le richieste del governo federale. Il progetto è stato sviluppato con ampi aiuti finanziari del dipartimento della Difesa e del dipartimento di Stato statunitensi.

Il ragionamento alla base è che serva da alternativa ad “Internet ufficialmente controllata” per garantire l’anonimato agli utenti, anche di coloro impegnati nella disinformazione di Stati che la NATO considera ostili. Formando poco più di 50 cybercommando turchi in Ucraina lo scorso giugno, gli istruttori di Pentagono e CIA gli hanno trasmesso l’esperienza statunitense nelle guerra delle informazioni. Ora le “truppe dell’informazione” della Turchia traggono vantaggio da tale esperienza provocando certe comunità internet turche, trasformando gli utenti in una fonte affidabile di disinformazione per diffondere sentimenti ideologici favorevoli alle autorità turche.

Il “test” è stato eseguito dai cybercommando nella preparazione del colpo di Stato militare fallito in Turchia, insieme all’uso della popolazione locale come carne da cannone, esortandola a scendere in piazza. Poi, secondo il piano redatto a Washington, quei commando lanciavano “l’ondata di rabbia popolare” contro le presunte menti dietro il colpo di Stato. Ciò ha permesso a Tayyip Erdogan di ridisegnare vari strati della società turca, arrestando i rappresentanti delle élite militari, intellettuali, insegnanti, giudici e anche diplomatici con una rapida purga.

Non ci vuole un genio per capire che Erdogan è stato così rapido ad identificare i nemici esteri ed interni perché le sue azioni erano programmate per colpire gli avversari politici al cuore. Non è un segreto che sostenitori e simpatizzanti del religioso auto-esiliato Fethullah Gülen sono stati sottoposti a vessazioni e maltrattamento. Erdogan ha già licenziato 1700 militari, tra cui 149 generali e ammiragli, chiuso 40 media e costretto 88 diplomatici a dimettersi, tra cui due ambasciatori.

Secondo l’agenzia turca Anadolu, in un briefing ad Ankara del 28 luglio, il ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu annunciava che ci sarebbero altri “sostenitori di Gülen” nel ministero, in modo che altre dimissioni siano pronte. Uno dei diplomatici impiegato presso il consolato turco di Kazan è fuggito in Giappone. Migliaia di arresti non hanno fermato il presidente della Turchia, dato che Pentagono e CIA gli hanno chiaramente dimostrato con quale velocità ed efficienza possono addestrare nuovi cybercommando in Ucraina, pertanto Erdogan è convinto che potrà preparare un numero sufficiente di nuovi dirigenti e comandanti militari con relativa facilità.

Vi sono sempre più dettagli curiosi che non sappiamo leggere ancora sulle cosiddette “truppe dell’informazione” turche. In particolare, la priorità assoluta di tali cybercommando è stata decisa da Washington, opporsi alla Russia con tutti i mezzi possibili. Tali truppe, come la Turchia stessa, sono sotto il comando della NATO e dopo tutto l’Alleanza atlantica considera la Russia prima minaccia. Pertanto, i giornalisti militari e non o i blogger turchi decidono quali informazioni meritino l’attenzione dei vari media elettronici e social.

I cybercommandos turchi sono stati anche addestrati a raccogliere dati personali sui soldati russi dispiegati in Siria, formando la cosiddetta lista dei “crimini internazionali dell’esercito russo”, ecc… Tutto questo con il pretesto di svolgere compiti di volontariato per la società turca. Non sorprende quindi che l’alto funzionario della Difesa ed attaché militare, colonnello Carol, insieme all’attaché del Canada a Kiev, ben noto esperto di guerra delle informazioni, colonnello Ron Ubbens, siano impegnati nel “processo di apprendimento” dei cybercommando turchi in Ucraina per fornirgli l’idea di come colpire la Russia.

Dato che le prospettive politiche della Turchia sono abbastanza incerte, le “unita d’informazione” turche devono affrontare Mosca per impedire eventuali tentativi di riavvicinamento che possa prendere Erdogan. In tali circostanze, la volontà di Erdogan di “ricostruire i ponti dell’amicizia con Mosca” e recarsi in Russia ai primi di agosto per incontrare il Presidente Vladimir Putin, sembra quantomeno strana.

Dopo tutto, se veramente si crede che Erdogan intenda stabilire relazioni amichevoli con Mosca, perché continua a sostenere i programmi di addestramento anti-russi in Ucraina? E cosa ancora più importante, Mosca ha bisogno di un partner caratterizzato dalla doppiezza?


Martin Berger New Eastern Outlook 01/08/2016

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Martin Berger è un giornalista freelance e analista geopolitico, in esclusiva per la rivista online “New Eastern Outlook“.

Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
https://aurorasito.wordpress.com/2016/08/03/le-truppe-dellinformazione-turche-sono-dirette-dalla-cia/ 

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