Normalmente, quando il capo dell’FBI sotto un certo presidente dice [NdT:in inglese] qualcosa come “nessun procuratore ragionevole porterebbe un caso del genere in tribunale”,
come ha riferito l’FBI per quanto riguarda le e-mail di Hillary
Clinton, la questione finirebbe lì; ma la Clinton in realtà non è ancora
fuori dai guai della pubblica accusa di questo procedimento penale, a
meno che, e fino a quando, non diventerà lei stessa presidente.
Riguardo questa materia, la decisione
se perseguirla penalmente o meno non viene presa dal direttore dell’FBI,
ma dal Procuratore Generale. Quello attuale, Loretta Lynch, è stato
nominato dall’uomo che ha nominato la signora Clinton come suo
successore, l’attuale presidente degli Stati Uniti Barack Obama, e
mantiene il suo lavoro a sua discrezione. Se la Clinton non diventa il
prossimo presidente, il prossimo procuratore generale non sarà
nominato dalla Clinton, e quella persona potrà poi prendere qualsiasi
decisione circa l’opportunità o meno di portare il caso delle e-mail
della Clinton davanti a un gran giurì; e, se risultasse un atto
d’accusa, di presentarlo poi ad una giuria processuale.
Anche l’uomo nominato da Obama a capo dell’FBI, James Comey, ha introdotto la sua dichiarazione lì, riconoscendo che “vi sono prove di potenziali violazioni delle leggi riguardanti il trattamento delle informazioni riservate”. Per quanto riguarda la sua opinione che “nessun procuratore ragionevole porterebbe un caso del genere in tribunale”,
procuratori ragionevoli hanno già portato in tribunale casi del genere
e, per via di casi del genere, hanno mandato delle persone in galera.
Così, basandoci solo su questo appunto, James Comey ha chiaramente
mentito.
Il 5 luglio, il giorno dopo a quello in
cui Comey ha scagionato la Clinton, il giornalista indipendente noto con
lo pseudonimo di Tyler Durden titolava [NdT:in inglese]
«Fate la conoscenza di Bryan Nishimura, riconosciuto colpevole
di “Rimozione e detenzione di materiale riservato”», la condanna del
quale è stata ottenuta in base alla stessa legge con la quale Comey, in
qualità di possibile inquirente, giuria e giudice della Clinton, l’ha
perentoriamente scagionata, cioè ha scagionato il suo prossimo boss nel
caso in cui lei diventasse presidente.
Durden, sul suo famoso sito Zero
Hedge, ricollegandosi a questo caso [NdT:in inglese], ha osservato: “Ecco
che la stessa FBI, meno di un anno fa, incriminava Bryan H. Nishimura,
50 anni, di Folsom [California], che si è dichiarato colpevole di
“rimozione e detenzione non autorizzata di materiali riservati” senza
intenti malvagi, in altre parole esattamente quello che l’FBI sostiene
abbia fatto Hillary (come riporta [NdT:in inglese] David Sirota)”.
Se questa non è l’immagine esatta di quello per il quale la Clinton è
stata indagata dall’FBI, allora niente lo è, inoltre Nishimura ha fatto
molto meno di quello che ha fatto la Clinton e tuttavia è stato
condannato “a due anni di libertà vigilata, una multa di 7.500$ e la
confisca dei mezzi di comunicazione personali contenenti i materiali
riservati. A Nishimura è stato ulteriormente ordinato di cedere
qualsiasi documento sulla sicurezza attualmente posseduto e di non
cercare di ottenere mai più simili documenti”.
In qualità di
Presidente degli Stati Uniti, la signora Clinton non sarebbe nemmeno
qualificata per ricevere i rapporti quotidiani sulla sicurezza nazionale
della CIA, ma, secondo Comey, “nessun procuratore ragionevole porterebbe un caso del genere in tribunale”. Ha semplicemente mentito.
Inoltre, prima ancora che Comey annunciasse il proscioglimento della Clinton, su Politico del 27 maggio 2016 Josh Gersten aveva già titolato [NdT:in inglese]
«Il caso delle foto del marinaio sommozzatore ha delle similitudini con
quello delle e-mail della Clinton» ed ha riferito che«venerdì, un
marinaio della UN Navy è stato dichiarato colpevole in un caso di
cattiva gestione di informazioni segrete dove l’accusa dei critici
dimostra un doppio standard tra il trattamento dei dipendenti di basso
rango del governo e quello degli alti funzionari come l’ex Segretario di
Stato Hillary Clinton e l’ex Direttore della CIA David Petraeus…
Per
alcuni, il confronto con il caso di Clinton può apparire labile, lei ha
detto che in quel momento nessuna delle informazioni sul suo server era
contrassegnata come segreta e che in molti casi, venivano contrassegnate
come non riservate quando le venivano inviate dalle persone del
Dipartimento di Stato che avevano più familiarità con le problematiche
trattate».
Comunque, perfino Comey ha osservato
nella sua dichiarazione di proscioglimento della Clinton, che, tra le
decine di migliaia di sue e-mail che si è riusciti a recuperare dopo lei
che aveva cercato di distruggerle tutte, ci sono state le seguenti:
“Otto di quegli scambi di messaggi contenevano informazioni che erano
segretissime nel momento in cui furono inviate, 36 scambi contenevano
informazioni segrete all’epoca ed otto contenevano informazioni
confidenziali, ovvero il livello più basso di classificazione. Oltre a
quelle, circa 2.000 ulteriori e-mail sono state riclassificate dal
Dipartimento di Stato durante la ricostruzione del suo archivio e-mail
per renderle riservate; quelle informazioni non erano ancora state rese
segrete all’epoca in cui le e-mail furono inviate”. Alcuni dei messaggi
di posta elettronica che la Clinton aveva cercato di distruggere erano
stati, di fatto, contrassegnati come “confidenziale”, “segreto”, e
perfino “segretissimo”.
Di conseguenza, quando Gersten, il giornalista di Politico, ha discolpato la Clinton dicendo, senza indagare troppo, “la
Clinton ha detto che nessuna delle informazioni sul suo server era
stata contrassegnata come segreta all’epoca. In molti casi, erano state
contrassegnate come non riservate quando le venivano inviate dalle
persone del Dipartimento di Stato con più familiarità con le
problematiche trattate”, stava citando un bugiardo senza nemmeno
contestarlo. Comey ha riportato che tale procedura, cioè Hillary che
riceveva e inviava informazioni all’epoca segrete, sia stata effettivamente seguita e per la sua incriminazione Comey ha semplicemente scelto di negare la realtà, dicendo in seguito che “nessun procuratore ragionevole porterebbe un caso del genere in tribunale”. Egli ha innegabilmente mentito.
Il 6 luglio, lo stesso giorno della relazione di Tyler Durden, Slate, il sito di propaganda di Hillary Clinton, ha pubblicato [NdT:in inglese]
l’articolo di Fred Kaplan «Lo scandalo delle e-mail della Clinton è
stato del tutto gonfiato: non abbiamo imparato nulla di nuovo dalle
indagini o dalla dichiarazione di James Comey» in cui ha scritto: «Ha
commesso un crimine?
Chiunque altro, un funzionario di rango inferiore,
qualcuno che non è un candidato alla presidenza, qualcuno che non ha il
cognome Clinton, sarebbe stato accusato di un crimine? Assolutamente no e
Comey ha detto altrettanto. “Il nostro giudizio”, ha detto, “è che
nessun procuratore ragionevole porterebbe in tribunale un caso del
genere”, proseguendo con “Negli annali della storia del Dipartimento di
Giustizia non riusciamo a trovare un caso che avrebbe portato ad accuse
penali riguardo questi fatti”». Questo modo di fare “reportage” si
chiama “giornalismo” stenografico: è esattamente quello che ha fatto la
stampa americana riguardo alle “armi di distruzione di massa di Saddam”,
sulle quali ha creato un motivo perché invadessimo l’Iraq nel 2003. Il
“giornalismo” stenografico è ancora la norma negli USA, la stampa
americana non è cambiata da allora.
Il 9 luglio Salon ha pubblicato [NdT:in inglese] “Veterani
del Dipartimento della Giustizia dicono la loro sulla gestione, da
parte del Direttore dell’FBI James Comey, delle indagini sulle e-mail
della Clinton”, e ha riportato molte gravi irregolarità nonché false
affermazioni da parte di Comey nella gestione di questo caso da parte
del Direttore dell’FBI.
Tuttavia, l’enorme scandalo della
gestione di questo caso da parte dell’FBI va ben oltre tutto questo,
perché il vero mega-scandalo è come l’FBI sia stata estremamente
selettiva riguardo a quali leggi penali federali erano state infrante.
Quello che la Clinton ha ora ammesso pubblicamente di aver fatto dal suo
sistema di posta elettronica privatizzata è descritto da almeno sei
leggi penali federali e l’intento non è nemmeno menzionato nella
maggior parte di esse, né è necessario perché lei venga processata, le
azioni stesse la condannano e, in merito ad una qualsiasi di queste
leggi, l’unica rilevanza che potrebbe avere l’intento sarebbe quella
di determinare la durata della sua incarcerazione.
Ho già presentato [NdT:in inglese] i
testi di queste sei leggi, lì ne potete vedere le sentenze per ciascuna
di esse ed ogni lettore può facilmente riconoscere che ognuna di esse
descrive, senza alcun dubbio, quello che lei ora ammette di aver fatto.
La maggior parte di questi crimini non richiede alcun intento al fine di incarcerare e quelle che lo necessitano sono solo “nascondere… consapevolmente”, oppure “con l’intento di mettere in pericolo l’oggetto del … usare in un procedimento ufficiale”,
entrambi questi «intenti» sarebbero facili da dimostrare sulla base di
ciò che è già stato reso pubblico, ma altre di queste leggi non
richiedono nemmeno quello; e nessuno di quei crimini richiede affatto il
coinvolgimento di informazioni segrete.
Questo non è solo un problema
di queste leggi, perciò l’incarcerazione secondo esse è molto più
facile. Se un pubblico ministero stesse veramente cercando di
incarcerare qualcuno, punterebbe in primo luogo ad ottenere rinvii a
giudizio per le accuse più facili da dimostrare. Ciò offrirebbe anche al
procuratore una posizione di forza in caso di un eventuale
patteggiamento. Come ha detto [NdT:in inglese] Alan Dershowitz, commentando una famosa accusa: “Volevano anche un caso vinto in partenza. Volevano il caso più forte possibile” e Comey non l’ha fatto, la sua spiegazione è stata semplicemente uno sfacciato inganno da parte sua. Questo è tutto.
Questo è il vero scandalo e nessuno,
fuorché me, ne ha scritto per quello che è, un inganno. Ma mostra che
forse l’unico modo in cui la Clinton potrà evitare di andare in prigione
è quello di arrivare alla Casa Bianca. Se non otterrà un mandato alla
Casa Bianca, otterrà un mandato, molto più lungo, in carcere oppure il
nostro governo è così profondamente corrotto che rimarrà libera in
qualità di privato cittadino e ancora al di sopra della legge, anche se
non presterà servizio come funzionario federale.
Se Donald Trump non comincia subito a
parlare di ognuna di queste sei leggi, allora i suoi sostenitori
dovrebbero chiedergli se lui stesso non stia nascondendo qualcosa,
perché quelle sei leggi rendono cristallino che Hillary Clinton ha
commesso reati gravi, a tal punto che, anche se verrà incarcerata solo
in base a queste sei leggi, e nessun altra incluse quelle alle quali si
riferiva Comey, potrebbe essere condannata a un massimo di
5+5+20+20+3+10+10= 73 anni di carcere ). Si aggiungano anche gli altri
reati che potrebbe aver commesso, come ad esempio quelli ai quali Comey
si riferiva, ognuno dei quali pertinenti solo alla gestione delle
informazioni riservate, ed il suo mandato in prigione potrebbe essere
ancora più lungo.
La motivazione è importante nel caso
delle e-mail della Clinton, in quanto la motivazione ci spiega perché
lei stesse cercando di nascondere, agli storici e a parte del
pubblico, le sue operazioni come Segretario di Stato americano: era
perché non voleva che si sapesse che lei stava vendendo, ai Saud ed agli
altri suoi amici del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, polizze
di assicurazioni in cambio delle loro donazioni multimilionarie alla Fondazione Clinton [NdT:in inglese],
e forse stava perfino vendendo a loro, e/o ai loro compari, contratti
con il governo degli Stati Uniti, o altro?
Tuttavia, queste sono domande
riguardanti altri crimini che potrebbe aver perpetrato mentre copriva
incarichi pubblici, non i crimini riguardanti le sue operazioni di
posta privatizzate. Quegli altri crimini, qualunque possano essere
stati, verrebbero esaminati solo dopo un atto d’accusa schiacciante, e, a
causa di ulteriori possibili azioni penali, solo se la gente del
presidente Obama la indagasse seriamente. Non lo faranno. Chiaramente,
questa è “giustizia” selettiva.
Quindi, la domanda di base è: È questa una democrazia [NdT:in inglese], dopotutto? Oppure alcune persone sono sfacciatamente al di sopra della legge [NdT:in inglese] ?
Qui sono in gioco la natura e la
sostanza di questo paese, questo problema è importante non solo come
contenuto ma anche come simbolo. Naturalmente, questo è vero anche con
qualsiasi altra condanna penale o rifiuto ad intentare un processo ma,
nel caso delle e-mail della Clinton, il simbolismo è semplicemente
enorme: si tratta di una dichiarazione sfacciata a tutto il mondo, che
l’America di oggi, ed i sermoni continui di questo governo sul fatto che
le altre nazioni non siano abbastanza “democratiche”, è poco
di più, se non del tutto, che una pentola molto nera che deride alcuni
bollitori per non essere sufficientemente bianchi.
Un paese capitalista clientelare [NdT:in inglese] non è nella posizione morale di imporre nulla al
resto del mondo, nascondere ciò che si è, cioè una turpe oligarchia,
rende quello che si è ancora peggio ed anche più pericoloso. I suoi
alleati nella NATO, nella Unione Europea, ed altrove sono quindi membri
di una banda internazionale, che non ha alcuna ragione giustificabile
nemmeno di esistere e che è incredibilmente dannosa, non solo per la
loro gente ma per tutte le nazioni. E, se il prossimo presidente degli
Stati Uniti si rifiuterà di perseguire penalmente questo caso, allora il
continuare a nasconderlo ed a perseverare nel suo insabbiamento non
solo sarà palese ma mostrerà, al mondo intero, che solo una rivoluzione
sarà in grado di porre rimedio alla situazione in America. Se questo
paese è disonesto in cima, cosa può esserci in fondo?
*****
Articolo di Eric Zuesse pubblicato da Strategic Culture Foundation il 16 Luglio 2016
Traduzione in Italiano a cura di Raffaele Ucci per SakerItalia.it
Traduzione in Italiano a cura di Raffaele Ucci per SakerItalia.it
Nessun commento:
Posta un commento