lunedì 1 agosto 2016

Ribaltare tutto è pacifico.


Piaciuto il film “Angry Birds”
A questa, innocente, domanda… puoi rispondere in molte maniere diverse che, comunque, ruoteranno attorno alle risposte:
  • sì (con ogni gradazione di sì)
  • no (con ogni gradazione di no)
  • non l’ho (ancora) visto
  • forse lo vedrò
  • non ho intenzione di vederlo…
Cinque grandi famiglie di “risposte (atteggiamento)”, che contengono una infinita gamma di “diversità (disinnescate, tra le righe).
  
Ok? Cinque grandi famiglie (linguaggio) che, sostanzialmente, identificano sempre e solo due stati:
  1. no.
Come, ad esempio, la scrittura di un software in "linguaggio proprietario" e la conseguente "compilazione", in linguaggio macchina (sino ad arrivare alla "comprensione" della macchina, fatta di "1 e 0").
 
Ora, se agganci la prospettiva frattale espansa (ottica & lente) “lato umanità, centrale”, ti potrai accorgere che a questa "unica e grande famiglia di risposte", ne manca una, ossia:
quella modalità di riassunzione (decodifica) del tutto (vettore)
in maniera tale da far chiaramente emergere, che il “tuo” giudizio è solo un piccolo “vezzo” all’interno di un più ampio “auto contenitore”, in grado di oscurare la consapevolezza... relativa allo “stato” di sostanziale “cattività”, nel quale sei “qua, così”.
Per cui, la risposta mancante è proprio quella che “decodifica, in chiave ‘lato umanità, centrale’ ogni e qualsiasi altro dettaglio”.
  
La risposta by SPS (Mia) è, quindi:
  • sia vedendo il film (ogni costrutto che raggiunge e caratterizza la società), sia non vedendolo, so già di che “cosa” parla a livello sottile, profondo e sostanziale
  • in quanto, è sempre la condizione umana “qua, così”, che traspare se (se) l’individuo ha a cuore l'umanità stess3. Il “se” è d’obbligo, in quanto è proprio la sua introduzione, che ti mette “sul chi va là”, relativamente allo stato dominante che “ti ha”.
Se, per te, questa non è una risposta, allora, sei “liber3 di pensare che non lo sia”. Questo non cambia nulla.
SPS (Io) rimango della mia idea sostanziale. Mentre, “tu”… rimani esattamente “dove sei”, contribuendo a rafforzare lo status quo.
La questione non è semantica, tuttavia, passando completamente “sotto banco, alla luce del sole”... il nucleo centrale di un problema nemmeno più rilevato:
  • la compresenza, non manifesta, dominante
  • qualcosa che è “ovunque ‘qua così’”.
  Osserva nel film e nell'indotto.




 
Nello stesso “innocente” film d’animazione (che si rivolge soprattutto alla platea dei giovanissimi), hai notato come viene rappresentato il cielo?
Ti accorgi che i bimbi si abituano a vederlo in un certo modo e con una certa inclinazione/tonalità? Ti rendi conto che è una programmazione massiva?
Il cielo è biancastro e striato, come è diventato – negli ultimi decenni – anche nella realtà manifesta. Il vederlo anche nella fiction, in tv, rende tutto molto più “naturale”. Vero?
Come potranno, in seguito, porsi delle domande alternative sostanziali, tutti quei bimbi (che cresceranno nella convinzione di/che…)?
Il cielo azzurro intenso e senza striature (che non sono nuvole)?
Mai visto.
Ergo: non esiste.
E la trama del “film”? Ne vogliamo “parlare”?
Certo, ma… prima, “accenditi”. Osserva tutto a livello di simbologia frattale espansa, “lato umanità, centrale”:
  • con a cuore la condizione ed il destino dell’intera umanità (per entrare nella parte, immagina decine di migliaia di bimbi, che muoino ogni giorno, a causa dello status quo, prima che di ogni altra, presunta, "causa").
Misurare tutto, in questa maniera, permette un livello di coerenza in linea con l’aspettativa di “giustizia (nel pieno senso del termine)”.
  
 
L'Isola degli Uccelli è un'isola in cui vivono pacifici uccelli incapaci di volare
Un giorno, mentre stanno seguendo il corso, Red e i suoi compagni vengono informati da Stella che "Arriva qualcosa!" verso l'isola, che si rivela essere una nave di legno.
Da essa scendono due maiali, uno grosso con la barba, che dice di chiamarsi Leonard, e il suo assistente bassotto, Ross; essi affermano di venire dall'Isola dei Maiali. Salutano amichevolmente gli uccelli e Leonard dichiara di essere un pacifico esploratore, offrendo loro doni come simbolo di amicizia.
I due vengono subito accettati sull'isola, e nel frattempo iniziano ad arrivare sempre più maiali, senza che nessuno, a parte Red, abbia qualcosa da ridire.
Alla fine, i maiali si adattano a vivere nella società.
Tuttavia Red chiede a Leonard se è veramente un esploratore come dice di essere, per quale motivo i maiali sono ancora sull'isola, e come mai ne stanno venendo sempre di più
A un certo punto, Red scopre che i maiali stanno piazzando del Tnt intorno all'isola, dimostrando che i suoi sospetti sui maiali erano fondati:
essi hanno intenzione di rubare le uova degli uccelli dell'isola, mentre questi ultimi vengono distratti da una festa che i maiali hanno organizzato come diversivo lontano dal villaggio
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  • l'Isola degli Uccelli è un'isola in cui vivono pacifici uccelli incapaci di volare (“incapaci di volare” = dimenticanza)
  • arriva qualcosa
  • Leonard dichiara di essere un pacifico esploratore
  • nel frattempo iniziano ad arrivare sempre più maiali, senza che nessuno, a parte Red, abbia qualcosa da ridire
  • Red chiede a Leonard se è veramente un esploratore come dice di essere, per quale motivo i maiali sono ancora sull'isola, e come mai ne stanno venendo sempre di più
  • essi hanno intenzione di rubare le uova degli uccelli dell'isola, mentre questi ultimi vengono distratti da una festa che i maiali hanno organizzato come diversivo lontano dal villaggio…
  
Tutto questo, ti ricorda (forse) qualcosa che “è già successo”?
Assolutamente, no. No? Infatti, questa è “solo” una storiella per auto intrattenere i “più piccoli” di fronte alla tv, mentre “mamma e papà” possono così fare altro.
Qua, così”:
  • hai disimparato a “volare
  • è “arrivato qualcosa
  • che ti “porta via… qualcosa” (il tempo, al compresente, è quanto di più terribile tu possa leggere).
La “distrazione” è strategica e “un dato di fatto”
 
Papa: non so se sarò a Panama nel 2019, il Papa ci sarà
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Comprendi il significato frattale espanso di “status quo”?
Non è tanto l’essere umano che incarna la parte, quanto la “parte” stessa, “che ha” l’essere umano incarnato (la "parte" è significativa e, a sua volta, è l'incarnazione di uno "stato reale manifesto, entità dominante").
Il “Papa ci sarà”. O, meglio:
  • un “Papa (autorità)” ci sarà
  • per mezzo di un corpo/mente (individuo)
  • utilizzato per l’occasione (mentre la sostanza è… al di là dell’incarnazione, essendo, informazione aviotrasportata - causalmente - dal vettore umano, sotto ad incanto)
  • una "significanza anche fisica".
"Città"...
 
Il cielo, “dipinto anche nell’animazione”, convince che “il cielo naturale” sia come ti sei abituat3 a vederlo, mentre passa il tempo.
La necessità di convincere è necessaria, nel momento in cui le generazioni più “datate”, ricordano ancora il cielo della propria infanzia:
quel tipo di cielo, diverso da ora, che è rimasto come appiccicato nella propria memoria, magari, grazie a qualche particolare tipo di ricordo “all’aria aperta”, molto significativo personalmente, per mezzo del quale… ora… la memoria è rimasta ancorata ad una versione di reale manifesto, divers3 dal “come ti viene dipinta, oggi”.
 
Se, questa immagine è "falsa" (come hanno dimostrato James Bradley e Clint Eastwood)...

 
Come puoi credere, allora, che questa sia "vera"?
  
 
L’AntiSistema è basato sul progressivo auto convincimento degli "infanti", a partire dalla complicità indiretta dei “propri” genitori.
Genitori che, pensando solo al bene dei “propri” figli, si adattano a credere che “il meglio” sia contraddistinto dal parere dell’esperto di turno, esponente della scienza deviata, appartenente al corso storico “sempre attuale”, costituente l’unica direzione praticabile (nella convenzione massiva, che rende gli individui i principali “giudici” di se stessi e dei propri simili) al fine di mantenersi in linea con il “proprio” destino.
  
"Normalità 'qua così" = pubblicità infilata tra le notizie, come se fosse anch'essa "notizia (importante)". La multinazionale Yahoo e le leggi degli Stati, lo permettono. Ergo: ti accorgi della "forma" nella quale... "sei"?
 
La “scoperta” di oggi, by SPS (Me), è relativa alla sfera Ivan Illich:
Vienna, 4 settembre 1926 – Brema, 2 dicembre 2002… è stato uno scrittore, storico, pedagogista e filosofo austriaco. Personaggio di vasta cultura, viene citato spesso come teologo (definizione da lui stesso rigettata), linguista, per la sua vasta conoscenza di svariati idiomi, e storico.
Viene però più spesso ricordato come libero pensatore… capace di uscire da qualsiasi schema preconcetto e di anticipare riflessioni…
Estraneo a qualsiasi inquadramento precostituito
Il suo essenziale interesse fu rivolto all'analisi critica delle forme istituzionali in cui si esprime la società contemporanea, nei più diversi settori (dalla scuola all'economia e alla medicina), ispirandosi a criteri di umanizzazione e convivialità… così da poter essere riconosciuto come uno dei maggiori sociologi dei nostri tempi…
Ivan Illich intende per "convivialità" il contrario della produttività industriale
“Ognuno di noi si definisce nel rapporto con gli altri e con l'ambiente e per la struttura di fondo degli strumenti che utilizza. Questi strumenti si possono ordinare in una serie continua avente a un estremo lo strumento dominante e all'estremo opposto lo strumento conviviale:
il passaggio dalla produttività alla convivialità è il passaggio dalla ripetizione della carenza alla spontaneità del dono...
Il rapporto industriale è riflesso condizionato, risposta stereotipa dell'individuo ai messaggi emessi da un altro utente, che egli non conoscerà mai, o da un ambiente artificiale, che mai comprenderà;
il rapporto conviviale, sempre nuovo, è opera di persone che partecipano alla creazione della vita sociale...”
Illich ne trae una conseguenza:
“Il passaggio dalla produttività alla convivialità significa sostituire a un valore tecnico un valore etico, a un valore materializzato un valore realizzato...
Quando una società, qualunque essa sia, reprime la convivialità al di sotto di un certo livello, diventa preda della carenza;
infatti nessuna ipertrofia della produttività riuscirà mai a soddisfare i bisogni creati e moltiplicati a gara…”.
La società conviviale.
Secondo Ivan Illich la crisi planetaria ha le sue radici nel fallimento dell'impresa moderna:
cioè la sostituzione della macchina all'uomo.
In La convivialità egli prova a individuare il limite critico all'interno della millenaria triade uomo, strumento, società oltre il quale non è più possibile mantenere un equilibrio globale, l'uomo diventa schiavo della macchina e la società iper-industriale diviene irrispettosa di scale e limiti naturali
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Anche Illich “faceva le cose a metà”, non accorgendosi della dominante (ma, comunque, intuendola).
"La sostituzione della macchina all'uomo", che cosa indica a livello frattale espanso? Illich se ne accorge tra le righe...
Il rapporto industriale è riflesso condizionato, risposta stereotipa dell'individuo ai messaggi emessi da un altro utente, che
egli non conoscerà mai,
o da un ambiente artificiale, che
mai comprenderà...
 
Eppure, il suo lascito è degno di grande attenzione, poiché – pur partendo da una base monca – è riuscito ad elaborare alternativa “lato umanità, centrale”.
Ovvio, egli era un “ribaltatore di piani”, ergo:
  • una personalità scomoda che, però, ebbe la possibilità di insegnare e, così, di emergere
  • che pur professando di un certo tipo di “disoccupazione”, fu sempre molto “occupato”
  • che mise ancora il “lavoro”, anche se sotto ad altra “forma”, alla base dell’ordine sociale.
Per questo, egli fu “mezzo compiuto”.
Una incompletezza che, in SPS, può riallinearsi e completarsi “lato umanità, centrale”, per via del ritrovamento (ricordo) della caratteristica frattale espansa:
  • l’ago della bilancia, anche, “qua, così”
  • il senso che orienta, anche, qualsiasi dettaglio, al “nord magnetico, umanità”
  • la possibilità sempre possibile di completare ogni tipo di “lettura”, a partire da pochi “tasselli, mantenendo coerenza con l’unica “lavagna” degna di essere sempre tenuta in considerazione
  • la giustizia, applicata all’intera umanità (senza eccezione alcuna).
Una utopia? 
Se lo credi, sei “solo” sotto ad incanto.
Le risorse planetarie non bastano per tutti?
Se lo credi, sei “solo” possedut3.
Ribalta ogni piano 1) non per rivoluzione, 2) non per guerra, 3) non per violenza, 4) non per etc.
Ribalta ogni piano, perché “è già successo” quel movimento che ha invertito la polarità del tutto “qua, così”.
Il tuo ribaltare riporta a “posto (lato umanità, centrale)” le cose (tutto).
Come puoi ottenere un simile “stato”, senza rivoluzione, guerra e violenza?
Agendo su di te e ricordando In Comunione.
Attingendo dal potenziale, la possibilità alternativa sostanziale di “avere carta bianca”, al di là della cortina AntiSistemica by dominante (che non esiste, ma c’è).
 
In questo contributo si descriveranno brevemente le ragioni per cui l’autore ritiene la scuola un’istituzione dannosa, riprendendo sotto un’altra angolatura alcuni temi trattati da Illich a proposito dei bisogni e degli strumenti - istituzioni dominanti, per poi evidenziare i motivi che legano tale istituzione all’immobilismo sociale e politico.

È comunque doveroso ricordare che gli argomenti sollevati in "Descolarizzare la società" meriterebbero molto più spazio (ad esempio non si farà accenno in questa sede alle proposte di Ivan Illich per un’istruzione alternativa a quella scolastica).
Allo stesso tempo è giusto sottolineare l’attualità delle tesi di Illich ma anche la loro “pericolosità” dovuta ad un’originalità quasi sovversiva. Non è un caso che in questi ultimi anni le principali opere di Illich siano state ripubblicate, cosa che però non è (ancora) successa a Descolarizzare la società.
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  • per poi evidenziare i motivi che legano tale istituzione all’immobilismo sociale e politico
  • allo stesso tempo (status quo = compresenza, non manifesta)
  • è giusto sottolineare l’attualità delle tesi di Illich ma anche la loro “pericolosità” dovuta ad un’originalità quasi sovversiva (“originalità quasi sovversiva” = emancipazione pacifica).
  
La decisione personale in un mondo dominato dalla comunicazione:
questo era stato il titolo scelto da Ivan Illich per la sua conversazione di apertura del nuovo ciclo di incontri della Scuola per la Pace della Provincia di Lucca il 2 ottobre 2002…
Non sappiamo se dalle sue carte potremo far recuperare quanto ci stava preparando
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Non sappiamo se dalle sue carte potremo far recuperare quanto ci stava preparando (certo che sì… se, da una prospettiva frattale espansa “lato umanità, centrale”).
  
Ora, trova il modo di “fare tu3” questa vera e propria “dichiarazione”:
nel sistema basato sulla professionalizzazione delle funzioni essenziali, il cittadino del mondo civilizzato è espropriato della propria capacità di fare da sé ciò che altrimenti saprebbe fare benissimo:
costruirsi una casa, curare le patologie più semplici, istruirsi, gestire le proprie controversie giuridiche e politiche, muoversi da un luogo all'altro.
Tutte queste attività sono state sottratte all'abilità personale e monopolizzate dai professionisti di settore, gli "esperti", i quali offrono la soluzione tecnologicamente più eclatante e ovviamente funzionale al mantenimento dell'egemonia del potere dei tecnocrati
Disoccupazione creativa - Ivan Illich
 
Aggiungi a tutto questo, anche, il “nome” della dominante (ragione fondamentale), ed avrai una espansione di consapevolezza, andando a bypassare il filtro AntiSistemico o firewall ambientale.
SPS (Io) mi sono fermato nel 2009, ma non affermerò mai, nemmeno sotto a tortura, quella “piccola ed innocente (all’apparenza)” parolina, che ti aspetti di “sentirti dire (leggere)”.
Ok?
Perché non corrisponde alla realtà dei fatti, essendo, fuorviante e aspirante energia e potenziale… non appena la pronunci o scrivi o pensi, etc.
"Creatività"...
È la disoccupazione creativa che ci difenderà dal mercato.
Sono passati più di trent'anni da quando Ivan Illich scrisse un corrosivo pamphlet, "Il diritto alla disoccupazione creativa", nel quale teorizzava che contrariamente alle preoccupazioni sulla piena occupazione e al verbo di sinistra e di destra sul valore del lavoro c’era un’altra via, quella di concepire la propria disoccupazione come un’occasione straordinaria per uscire dalle logiche solite del salario e del mercato.
Illich rivendicava uno spazio alla disoccupazione creativa nel quale si mettevano in dubbio le logiche che avevano trasformato il lavoro in qualcosa da fare per un salario e invece si riscattava la natura liberatoria di pratiche, azioni, saper fare, attività individuali e collettive che lui chiamava vernacolari...
Vernacolare era secondo lui quello che nasceva dalla logica del fare qualcosa per sé o per gli altri, dall' orto all'asilo gestito in comune, dal mutuo appoggio al fare artigiano, artistico o letterario.
Il diritto alla disoccupazione creativa leggeva nella schiavitù del lavoro salariato la peggiore delle maledizioni che l’uomo moderno si era inventato e nel recupero del fare per sé e per gli altri una magnifica strada per una società conviviale.
Oggi le tesi di Ivan Illich sono riprese da Richard Sennett nel suo bel libro "Insieme" che racconta come i luoghi che più hanno costituito comunità e democrazia dal basso sono stati nella storia i "workshop", i laboratori artigiani proprio perché è nel fare con le mani, con il corpo e con gli altri che si crea quel legame che consente alle comunità di resistere alla stupidità suicida del capitalismo.
L' arte del fare cose belle, utili, insieme cioè dell’avere un saper fare individuale o collettivo è ben lontana dall'idea di lavoro propugnata da un neoliberalismo che vorrebbe tutti dequalificati e decentrati e che sembra diventato più un piagnisteo bancario che un progetto di società.
Strano che in un paese come l’Italia che ha inventato la qualità del fare ci si faccia prendere in giro da formule di rilancio dell’economia che non tengono conto dello straordinario potenziale che hanno le pratiche in cui la gente si realizza, sente di essere utile, sente di possedere un mestiere...
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Contrariamente alle preoccupazioni sulla piena occupazione e al verbo di sinistra e di destra sul valore del lavoro c’era un’altra via (“un’altra via” = alternativa sostanziale, potenziale, possibilità, diritto sovrano).
Ma, fai attenzione:
  • come al solito, “qua, così”
  • anche Illich era “automaticamente incompleto
  • ignorando
  • la compresenza, non manifesta, dominante
alias
  • la possibilità (potere) di unificare le prospettive, alla prospettiva “lato umanità, centrale”.
Senza un esercito invasore, in armi ed in loco, non ti accorgi nemmeno dell’invasione. Tanto che “è già successa”.
E non sono stati gli Usa o gli alieni, bensì, è stata la grande concentrazione di massa, dominante.
La “forza” in grado di utilizzare “a sua immagine e somiglianza” il sistema operativo frattale espanso (in delegazione frattale espansa):
osserva come viene amministrata, ad esempio, una multinazionale.
Centinaia di migliaia di persone (milioni, per mezzo dell’indotto), che “lavorano per…”, pur non sapendo nemmeno che “volto abbia la ‘proprietà di fatto, dell’industria’”.
Proprietà che si limita a delegare, agendo sul piano inclinato, reale manifesto, al fine di… convincere i dipendenti a/di/che…
Senza mai apparire.
Senza apparentemente “fare mai nulla”.
Senza possedere quasi nulla, in realtà possedendo molto di più della “sola” multinazionale.
Arrivando sino in casa “tua” e dentro di “te”.
In leva, ubiquamente, non localmente, wireless…

 
È centrale che ti accorga, pur nel pieno del “modello idiocracy”:
tra Ritorno al futuro e le forme del cinema demenziale. Si muove lungo queste due coordinate Idiocracy, sospeso tra il presente e un futuro lontanissimo. Un viaggio ai confini del tempo è quindi…
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Sospeso tra il presente e un futuro lontanissimo…”?
Non proprio; essendo già il “tuo” contesto “qua, così”.
Ovvio:
senza offendere nessun3.
 
Il progetto ibernazione umana fu uno degli esperimenti più ambiziosi dell'esercito e uno dei più segreti.
Ma non fu esente da errore umano:
subito dopo l'arresto di Collins e l'enorme scandalo che ne seguì la base fu chiusa.
Non passò neppure un anno e l'intero progetto fu semplicemente dimenticato.
Il futuro di profilava nero per Joe, ma ancora di più per l'umanità.
Mentre Joe e Rita giacevano addormentati gli anni passarono e l'umanità divenne sempre più stupida a un ritmo impressionante.
Qualcuno sperava che l'ingegneria genetica avrebbe corretto questa tendenza dell'evoluzione, ma le più grandi menti e il più grosso delle risorse erano concentrati su come impedire la caduta dei peli e prolungare l'erezione.
Intanto la popolazione cresceva vertiginosamente e l'intelligenza diminuiva finché l'umanità non fu più capace di risolvere neppure problemi elementari come quello dei rifiuti, ammassati per secoli senza alcun piano di smaltimento, il che portò alla grande valanga dei rifiuti del 2505 che mise in moto gli eventi che avrebbero cambiato il mondo per sempre
Narratore
Se non fumi le Tarrlytons... Vaffanculo!”
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Davide Nebuloni
SacroProfanoSacro 2016/Prospettivavita@gmail.com
Bollettino SPS numero 1869
 
 

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