lunedì 8 agosto 2016

Futuro virtuale? No, realtà presente!


Nel 2007 la televisione tedesca ZDF presentò per la prima volta ad un grande pubblico i ‘progetti’ per la ‘possibile’ modificazione climatica del pianeta.

Una delle ‘proposte’ parla di irrorazioni planetarie dei cieli.Il filmato (estratto della trasmissione) che segue illustra l’avverarsi di queste operazioni ‘ipotetiche’. Di conseguenza mostra un globo avvolto da una ragnatela di scie bianche creata dagli aerei. Uno scenario virtuale? 

A guardare i cieli ci siamo già dentro. Milioni di foto e filmati (anche riprese satellitari) testimoniano in rete questa realtà, forse ancora frammentata. Vedremo il completamento di questo scenario terrificante? Riusciremo a fermare questa follia? 


Traduzione NoGeoingegneria

Buonasera signore e signori,

I massmedia vivono di catastrofi e nessuna è strombazzata in questo momento come il dibattito sui cambiamenti climatici.

Gli indizi sono siccità, per esempio, in Australia, o piogge intense in Africa orientale. 

Senza dubbio, la Terra entra in una fase di riscaldamento. L’uomo vorrebbe sì poter controllare il clima, regolarlo secondo le sue volontà. La nuova tendenza è quella di utilizzare strumenti tecnici per farlo: dallo spazio deve essere salvato il clima.

Il piano di alcuni prevede un sistema di trasporto gigantesco. Enormi mezzi di trasporto devono andare in orbita intorno alla Terra e installare una specie di ombrello solare. 

Lontano nello spazio, esattamente nel punto dove l’attrazione della Terra e del Sole si annientano, vengono rilasciate nuvole di dischetti di plastica trasparenti. 

Questi indeboliscono la luce del Sole, meno radiazioni colpiscono la superficie della Terra e quindi fa più freddo. L’operazione sembra affascinante solo ad una prima analisi, perché sappiamo troppo poco del clima della Terra. Il meteo e perfino le correnti marine potrebbero essere sconvolti completamente dalla riduzione della luce del Sole. Il risultato potrebbe essere un caos climatico, come non lo abbiamo mai sperimentato prima. (ndr: e pare che ci siamo) 

02:12 Una eruzione vulcanica è il modello per un’altra proposta per salvare il clima. Nel 1991 il Pinatubo sputò tonnellate di anidride solforosa in alto fino ai 12 km nella bassa stratosfera.

02:29 Il gas fu distribuito in tutto il mondo abbassando temporaneamente la temperatura media globale di mezzo grado Celsius.

02:30 E i ricercatori vogliono imitarlo, per esempio aerei portano lo zolfo nell’atmosfera superiore. La polvere di zolfo viene miscelata con il kerosene e durante la combustione nei motori diventa anidride solforosa, e fa come un’eruzione vulcanica. Le particelle di anidride solforosa disperdono la luce solare e riducono la radiazione in arrivo sulla Terra. Il gas deve essere distribuito a livello globale lungo le rotte aeree in tutto il mondo rallentando o addirittura fermando il riscaldamento globale.

3:10 Ma l’anidride solforosa è tossica. I sostenitori dicono che, visto la grande altezza, il ciclo di vita del gas sia troppo breve per poter raggiungere la superficie terrestre. 
Però, una garanzia non esiste. Gli sconvolgimenti degli strati atmosferici potrebbero riservare brutte sorprese.

04:45 Bublath conclude:
Ovviamente conosciamo troppo poco le complesse interazioni della natura. Quindi c’è da stare in guardia di fronte a interventi talmente massicci…


Joachim Bublath (1943) fisico tedesco, presentatore televisivo e scrittore scientifico con dottorato in fisica, matematica e chimica. E’ stato capo del dipartimento per ‘scienza e tecnologia’ in ZDF. E’ stato autore e conduttore di trasmissioni scientifiche dal 1981. Ha ricevuto molti premi e riconoscimenti. Nel 2007 è stato eletto Giornalista della Scienza dell’Anno. La sua carriera televisiva si conclude nel 2008 (secondo la ZDF per motivi di età).

APPROFONDIMENTO 
QUATTRO DOCUMENTI GOVERNATIVI 

La Geoingegneria 
si divide essenzialmente in due macro-aree, la prima chiamata Carbon Dioxide Removal (CDR) basata su interventi volti alla rimozione dell’anidride carbonica immessa in atmosfera;  la seconda, Solar Radiation Management (SRM) che si propone di  gestire e intervenire  per ridurre le radiazioni solari che irraggiano la superfice del nostro pianeta.

Andiamo ad analizzare meglio questa branca emergente riportandone direttamente la descrizione contenuta in quattro documenti governativi , due inglesi e due statunitensi.

La Commissione Scienza e Tecnologia dell’House Commons  (la camera bassa del parlamento Inglese) ha prodotto nel 2010 un rapporto denominato: The Regulation of Geoengineering – Fifth Report of Session 2009–10. (Regolamento della Geoingegneria quinto rapporto, sessione 2009-10)

A pagina 3, nelle spiegazioni generali troviamo scritto: “ La  Geoingegneria riguarda le attività specificamente e appositamente progettate per effettuare un cambiamento nel clima globale con l’obiettivo di minimizzare o di invertire l’influenza di origine antropica sul riscaldamento globale.  La Geoingegneria copre molte tecniche e tecnologie, ma sostanzialmente si divide in due grandi categorie: quella basata sulla rimozione dell’anidride carbonica dall’atmosfera intesa come trattenimento, assorbimento  e immagazzinamento della Co2 negli oceani o all’interno delle formazioni rocciose;  e quella basata sulle tecniche di riflessone della radiazione solare. Tra le tecniche di questa categoria si includono l’iniezione di aerosol di solfati nella bassa stratosfera per simulare l’effetto di raffreddamento causato da grandi eruzioni vulcaniche.”

In pratica quest’ultima tecnica prevede l’impiego di solfati da immettere a 10.000mt di altezza per aumentare i fenomeni nuvolosi, il grado di albedo dei cieli e aumentarne la capacità di riflettere le radiazioni solari. 

Proseguendo nelle pagine successive del documento si possono trovare la descrizione più dettagliata di queste tecniche, i punti di vantaggio e i rischi connessi all’uso delle stesse.
Ancora più esaustivo risulta essere il documento della  Royal Society, meglio nota come Reale Accademia inglese delle Scienze  : ”Geoengineering the climate;  Science, governance and uncertainty”.  (Geoingegneria del clima, Regolamento scientifico ed incertezze)

Al paragrafo 3.3.3 Stratospheric  Aerosols  (pag.29)  vengono descritte le modalità d’immissione nella bassa stratosfera  (10.000 mt di altezza) di aerosol e particolati a base di solfati principalmente Diossido di Zolfo (So2) e Acido Solfidrico (H2S)  componenti quest’ultimi tossici e cancerogeni “The Health Effects of Combustion-Generated Aerosols” di Ian M. Kennedy del dipartimento d’ingegneria meccanica e aeronautica dell’università della California

Il GAO  (United States Government Accountability) Ufficio contabilità del governo degli Stati Uniti d’America, ha prodotto un rapporto dal titolo: “CLIMATE CHANGE.  A Coordinated Strategy Could Focus Federal Geoengineering Research and Inform Governance EffortsCAMBIAMENTO CLIMATICO.  (Una strategia coordinata per concentrare la ricerca nella Geoingegneria federale)

Al suo interno si descrivono le varie tecniche impiegate nella CDR e SRM, gli impegni economici  effettuati fino al 2010 dividendo le varie voci di costo. Queste tecniche già all’epoca erano contabilizzate dal governo, di conseguenza già in uso negli Stati Uniti, ma ciò che lascia perplessi è che in più parti del documento si mette attenzione sulle “incertezze delle tecniche impiegate”,  sulle “possibili conseguenze indesiderate nell’uso di queste metodologie”.

Testuale:  “Gli esperti riferiscono che la Geoingegneria è un settore emergente, con ancora aspetti in ombra e troppo pochi esperimenti condotti,  in definitiva con grandi incertezze rimanenti.”  Il testo prosegue , “c’è una limitata conoscenza nell’uso di certi approcci legati alla CDR; dal momento che le precedenti sperimentazioni  erano state condotte principalmente in laboratorio, sul campo, la comprensione delle implicazioni risulta ancora molto limitata.”

Sempre secondo lo stesso documento governativo, è ancora maggiore l’incertezza per quanto riguarda le tecniche legate alla SRM. (Tecniche che comprendono l’immissione di Aerosol di Solfati in atmosfera). Si sottolinea che le principali incertezze della Geoingegneria riguardano implicazioni scientifiche, giuridiche, politiche, economiche, etiche e di ricerca sanitaria.

Ancora più esplicito è il documento “The Unintended Consequences of Sulfate Aerosols in the Troposphere and Lower Stratosphere”   “Climate Engineering;  Technical status, future directions, and potential  responses(Ingegneria climatica; Stato Tecnico direzioni future e potenziali risposte ) alle pagine 15-19 s’illustrano le varie tecnologie della Geo-ingegneria, se ne indica  il fattore di costo, i punti di  vantaggio e gli “svantaggi” delle varie tecniche utilizzate con la CDR.

Nella tabella viene descritta una tecnica denominata “fertilizzazione degli oceani” che consiste nell’immettere nell’oceano sostanze chimiche come  solfato di ferro o idrossido di calcio, per riuscire a  fertilizzare il fitoplancton, organismo che contribuisce all’assorbimento della Co2; quello che lascia perplessi  però sono le controindicazioni che testualmente riportano:  “Effetti d’impatto ecologico sull’oceano non ancora ben compresi”  e ancora “Rischio di fioriture delle alghe causando ampie zone anossiche nell’oceano” ovvero mancanza di ossigeno e soffocamento di vaste aree dell’oceano…

Alle pagine 31 e 32 dello stesso documento, sempre tramite un’esauriente, tabella s’illustrano le controindicazioni nell’uso degli aerosol dei solfati.  Ai primi tre posti si legge: “Lieve riduzione delle precipitazioni,  interruzione dei monsoni Africani e Asiatici con conseguente riduzione  delle precipitazioni piovose, rallentamento della formazione dello strato di ozono dell’atmosfera terrestre.”!

Nel paragrafo 3.2.1.3 intitolato Cost factors and potential consequences (fattori di costo e potenziali conseguenze) vengono valutati  gli impegni economici da affrontare per immettere in atmosfera  gli aerosol di solfati tramite l’impiego di caccia F15.

Da notare che quest’ultimo  documento governativo sempre nello stesso paragrafo  fa anche riferimento ad una ricerca effettuata dal Dr. Alan Robock nel 2009, scienziato del dipartimento di scienze ambientali dell’università del New Jersey,  la sua ricerca del 2009 illustra sia i costi che le modalità per effettuare il rilascio in atmosfera dei solfati sotto forma d’aerosol tramite gli F-15, ma al tempo stesso Robock in una ricerca successiva del 2013descrive tutti i potenziali rischi connessi nell’uso di queste tecniche:

Citate direttamente  dalla ricerca del Dr. Robock
  • Siccità in Africa e in Asia
  • Impatto ecologico dovuto ad una radiazione più diffusa
  • Riduzione dell’ozono
  • Incremento  dell’acidificazione degli oceani
  • Impatti sulla chimica della troposfera
  • Cieli più bianchi
  • Possibile Errore umano
  • Conseguenze inattese
  • Controllo commerciale delle operazioni di rilascio dei solfati in atmosfera
  • Uso per scopi militari non controllati della tecnologia
  • Disagi per la società
  • Conflitto con gli attuali trattati in vigore
  • Mancanza di dati su un reale beneficio
  • Effetti sugli aerei che volano in stratosfera
  • Effetti sulle proprietà elettriche dell’atmosfera
  • Impatto ambientale
  • Degrado delle condizioni di nitidezza atmosferica per le osservazioni astronomiche
  • Influenza negativa sul telerilevamento satellitare
  • Elusione del vero problema ovvero non trovare reali soluzioni per la riduzione della produzione di Co2.
L’elenco dei rischi si conclude con un’interessantissima domanda

Autorità morale – abbiamo il diritto di farlo?

In questo senso molto interessante anche il documento Geoengineering Under National Law: A Case Study Of Germany( Geoningegneria all’interno delle leggi nazionali: Un caso di studio della Germania)  dove si mettono in evidenza le contraddizioni nell’applicare le tecniche di Geoingegneria  le quali vanno apertamente in contrasto con i diritti dei cittadini, con la sovranità nazionale degli Stati e col diritto internazionale.

La tecniche SRM comunque non sono affatto nuove ma hanno origine all’interno degli apparati militari americani, se ne trova riscontro già a partire dal 1966 in documentazioni ad uso militare, recentemente declassificate dal governo USA, come ad esempio Weather and Climate Modification della Fondazione Nazionale Americana di Scienze.

La lista dei documenti governativi e scientifici che trattano la questione sarebbe ancora molto lunga e anche interessante ma per brevità la concludiamo qui. Interessante notare che quando si parla di Geoingegneria e delle tecniche ad essa collegate (vedi dispersione di solfati sotto forma di aerosol nelle bassa stratosfera) l’unica documentazione pubblica di carattere scientifico o “ufficiale” reperibile, è quella proveniente dall’estero. Non esiste documentazione analoga in italiano.

Un sano dibattito e una corretta circolazione delle informazioni sulla Geoingegneria e sulle tecniche ad essa legate, sarebbero importantissimi, come ancora più importante sarebbe far capire che il tema del riscaldamento globale va seriamente affrontato, che non è più rimandabile, né tanto meno è auspicabile delegare la soluzione ad una branca come la Geoingegneria, che adesso viene sconsigliata persino dagli stessi scienziati che anni prima l’avevano ipotizzata come metodo d’intervento per mitigare l’innalzamento delle temperature. Troppi effetti collaterali, troppi rischi, troppa poca sperimentazione, troppe incertezze e la seria possibilità di andare a peggiorare ulteriormente le cose…

Alla luce dei dati esaminati, è doveroso fare ulteriori considerazioni, porsi delle domande sul perché in generale a livello mondiale e in particolare in Italia, sulla materia Geoingegneria ci sia una mancanza assoluta d’informazione, anzi un vero e proprio muro di gomma.

In Italia, tutto il dibattito di una materia tanto importante, è affidato esclusivamente a due tipologie di siti.  I primi, definiti “complottisti”, i quali pongono domande più che lecite sul fenomeno delle numerose scie presenti nei nostri cieli, ma che commettono il grosso errore di formulare ipotesi poco credibili o quanto meno scarsamente supportate da dati e documentazione. I secondi gli “antibufale” scritti non si sa bene da chi e concentrati esclusivamente a smascherare bufale e demolire le varie ipotesi. E’ quasi credibile pensare che siano due facce della stessa identica medaglia, perchè partono da presupposti in antitesi fra loro, però entrambi non aiutano a sviluppare un sano e costruttivo dibattito sulla materia. Oltretutto non si capisce bene da chi siano gestiti perché spesso non compare nemmeno il nome di coloro che vi scrivono. Una medaglia quindi, sia essa in buona fede oppure in malafede, che in entrambi i casi non fa che sviare l’attenzione da una questione molto importante.

Capire se c’è reale correlazione fra le sperimentazioni delle tecniche SRM legate alla Geoingegneria e il fenomeno delle numerose scie nei nostri cieli. Certo, la questione è complessa e non facile ma non può essere liquidabile come “complottista” chiunque ponga delle domande sul tema.

Il fatto è, che nei nostri cieli, a circa 10.000 metri di altezza, continuiamo a vedere a giorni alterni innumerevoli strisciate di colore bianco. L’incongruenza è data da una serie di elementi:
  • Gli aeroplani che rilasciano le scie compiono improbabili rotte che s’incrociano a formare una ragnatela, talvolta compiono persino percorsi semicircolari. E’ più che evidente che non sono normali rotte di aerei da trasporto passeggeri né di aerei merci, le normali rotte degli aerei civili non s’intersecano in quel modo, né tanto meno sono circolari.
  • Le rotte civili sono riportate a questo link e non corrispondono nella maniera più assoluta alle rotte lasciate in cielo quando compaiono le scie.
  • Ci sono giorni in cui i cieli sono solcati da decine e decine di queste scie, altri giorni in cui nei cieli, a parità di condizioni climatiche e di temperatura, non compare neanche una scia.
  • Ci sono giorni in cui il passaggio di aerei è scarso e i pochi aerei che passano, lasciano scie corte che si disperdono in pochi minuti; altri giorni in cui il traffico aereo è enorme e nei cieli compaiono scie persistenti che attraversano la volta celeste, da un estremo all’altro e che vanno a formare un velo di nuvole di colore biancastro, quasi metallico, successivamente, nell’arco di uno o due giorni,  queste formazioni si stratificano, andando a coprire il sole.
  • In concomitanza alla formazione di queste stratificazioni nuvolose, si riscontra sempre una sensibile diminuzione delle temperature dell’aria. Invece, la normale copertura nuvolosa, spesso non corrisponde ad un calo delle temperature dell’aria, anzi, le normali formazioni nuvolose tendono a trattenere calore e l’aria seppure più umida spesso è più calda.
Quelli appena descritti, sono fenomeni riscontrabili da osservazione diretta, che ognuno può verificare con un po’ di tempo e di pazienza a disposizione.

La presenza di queste scie, alla luce dei documenti che abbiamo precedentemente trattato sulla Geoingegneria e delle incongruenze esposte, quanto meno necessiterebbero risposte più esaurienti da parte delle autorità competenti.

E invece, le autorità finora si sono limitate a gettare discredito e scherno su tutti coloro che ponevano domande più che lecite, classificandole tutte come “complottiste” facendo di tutta l’erba un fascio.

L’unica risposta ufficiale data a queste domande sulle scie è riferita alla semplice formazione di normale condensa derivata dai motori degli aerei di linea civili. Ma non viene data nemmeno una spiegazione coerente sulle molte incongruenze evidenziate sopra…

articolo completo di Luca Cellini

FONTE
http://www.nogeoingegneria.com/tecnologie/sunradiation-management/futuro-virtuale-no-realta-presente/


Geoingegneria cambiamento climatico CSS OGM rischi

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