giovedì 4 agosto 2016

Il fantasma di Gheddafi

Gli americani bombardano Sirte, e l'Italia si prepara a dare il suo appoggio logistico. Putin invece è contrario a questo intervento militare, che definisce illegale. Questo articolo, pubblicato da RT, offre una possibile spiegazione per quello che sta veramente succedendo in Libia.
RAID AMERICANI IN LIBIA: A CHI GIOVANO?

Il mese scorso sono esplose delle proteste in Libia, per le operazioni militari condotte dai francesi nel paese senza l'autorizzazione delle autorità locali. Lo scorso lunedì, i libici hanno annunciato con grande fanfara e orgoglio che gli americani hanno iniziato a bombardare Sirte.

La città costiera libica - dove Gheddafi era nato - era diventata una roccaforte dell'ISIS dopo che il leader libico era stato rovesciato con la forza nel 2011.

Oggi la Libia è in una situazione estremamente caotica. La sua leadership corrotta, messa al comando del paese dopo la brutale aggressione della Nato che ha trasformato una nazione stabile in uno dei luoghi più irrequieti dell'Africa, accoglie con favore i bombardamenti sulla città distrutta.

Mentre non è facile intuire quale sia il vero intento dell'operazione, visto che i combattenti dell'ISIS si sono ormai dispersi, questo raid avviene certamente in un momento molto curioso.

Da quando Gheddafi è stato rovesciato, e la nazione è precipitata nel caos, molti libici cominciano a desiderare il ritorno della vecchia guardia conosciuta come i libici "Verdi", espressione che fa riferimento alla bandiera del leader ucciso durante gli anni della repubblica popolare di Jamahiriya.

Il ritorno dei Verdi sul palcoscenico politico rappresenta un problema per i libici che sono adesso al potere grazie alla Nato, e che da tempo sono occupati a svuotare i forzieri dello stato.

Quando la vecchia leadership è crollata sotto il peso di sei mesi di bombardamenti, le banche e le società statali sono state catturate da personaggi messi lì con questo scopo dall'Occidente. Mentre l'era di Gheddafi tramontava, costoro si davano da fare per portare via dal paese le sue vaste ricchezze, indirizzandone la maggior parte verso conti bancari esteri, dove si trovano a tutt'oggi.

Ora che i libici chiedono un ritorno della vecchia leadership, quelli del "nuovo ordine" stanno diventando nervosi. Senza dubbio, infatti, un ritorno dei Verdi porterebbe ad una purga a tutti i livelli del governo dove ci sono i collaboratori della coalizione occidentale che ha ridotto la Libia in macerie, consegnando molte delle sue città all'ISIS.

Un ritorno alla situazione precedente indicherebbe anche che ciò che è stato salutato come una "rivoluzione per rovesciare un tiranno brutale" è stata in realtà una operazione di propaganda, il cui unico scopo era quello di portare ad un cambiamento di regime, in modo che i capitali occidentali potessero razziare questa nazione africana di tutti i suoi preziosi averi, ovvero del petrolio.

Sembra che il figlio di Gheddafi, Seif, che è stato prigioniero a Zintan per cinque anni, sia stato liberato lo scorso aprile, e si cerchi ora di dargli un importante ruolo nella Libia del futuro, dopo che sarebbe stato deciso di risparmiargli la pena di morte.

Il messaggio, diretto alla comunità internazionale, è chiaro: i libici vogliono vedere un ritorno dei Verdi al potere.

La presenza dell'esercito francese in Libia, di cui si è saputo soltanto dopo la morte di tre suoi soldati, unita ai bombardamenti su Sirte, indicano che in realtà i governanti appoggiati dalle Nazioni Unite stanno cercando di far fallire il progetto di vedere un ritorno dei supporter di Gheddafi alla guida della nazione.

Non sembra infatti che vi sia un vero motivo per bombardare Sirte, come sostiene l'accademico libico Mabruk Derbesh, "perché queste bombe sono ridondanti: ormai l'ISIS è stata praticamente sconfitta in tutta la zona".

Altre fonti sostengono che questi raid abbiano lo scopo di aggiungere ulteriore confusione, per portare la nazione ad un conflitto interno ancora più profondo. "Non è strano - si domandano - che ogni volta che iniziamo a vedere una debole luce alla fine del tunnel, arrivano le nazioni occidentali e iniziano il nuovo a bombardarci?"

La sensazione diffusa, per molti libici, è che la presenza dei militari occidentali possa soltanto esacerbare le tensioni esistenti. Man mano che la situazione peggiorava, molti libici si sono resi conto che l'unico modo di uscirne sarebbe stato quello di concentrare i loro sforzi in una politica comune per liberarsi del terrorismo che veniva dall'esterno, e per unirsi dietro ad una comune leadership. E ora molti di coloro che erano inizialmente ostili ai Verdi cominciano a capire che questi rappresentino la loro unica alternativa credibile.

[...] Questi attacchi contro Sirte potranno solamente rallentare, se non deragliare del tutto, il già difficile percorso verso una unità nazionale.

Ma chi trae beneficio da una Libia senza nessuno al comando?

La leadership sostenuta dalle Nazioni Unite approva questi bombardamenti, che di certo porteranno alla morte di molti civili e torneranno ad alimentare le fila dell'ISIS.

La devastazione sociale in corso ha già trasformato il paese in territorio di scorribande sia per i terroristi dell'ISIS sia per i trafficanti di esseri umani, che nel corso dell'estate hanno raddoppiato i loro sforzi per intensificare la migrazione delle genti del Sud Sahara verso l'Europa.

In questa situazione fuori controllo, gli eserciti francese e americano potranno continuare ad operare indisturbati, indipendentemente dalla volontà del governo centrale.

Soltanto una autorità solida potrebbe opporsi a quella che è ormai diventata una chiara violazione della sovranità libica, mentre con il governo collaborazionista, e con la totale assenza di ordine sul territorio, gli eserciti stranieri potranno continuare ad operare come meglio credono.

Non dimentichiamo che la prima azione intrapresa dalle forze britanniche e americane, una volta conquistato il territorio libico, è stata quella di assicurarsi il controllo delle raffinerie. Che il resto del paese venisse devastato dalle milizie guerrigliere era di secondaria importanza. Le priorità era quella di proteggere la produzione di petrolio. Per i libici quindi c'è ben poco vantaggio da trarre da questi bombardamenti. L'attuale leadership chiaramente non ha la forza di opporsi, ed ha quindi fatto buon viso a cattivo gioco di fronte a quella che sembra essere una operazione per rafforzare la presenza militare occidentale in Libia.

In altre parole, tutte queste operazioni offrono enormi vantaggi ai poteri occidentali, mentre non restituiscono nulla al popolo libico, che è destinato a subirne tutte le conseguenze negative. [...]

Per quel che riguarda i libici, il costo della loro alleanza con la Nato continuerà a crescere, mentre il valore della valuta attualmente in uso continuerà a diminuire.


Fonte RT


Traduzione di Massimo Mazzucco per luogocomune.net
http://www.luogocomune.net/LC/index.php/16-geopolitica/4466-il-fantasma-di-gheddafi

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