lunedì 1 agosto 2016

L’Arabia Saudita ha nuovamente teso una trappola a Mosca

John Kerry in Arabia Saudita

A quanto pare, Washington ha deciso di schiacciare la Russia con l’Iran e la Siria, senza attendere l’arrivo di Hillary Clinton, quale una  neo-eletta capo di stato. Sembra che dietro le quinte, i governanti d’America abbiano  paura della possibile vittoria di Donald Trump nel corso delle prossime elezioni. Pertanto, essi sono in corsa per raggiungere il loro obiettivo strategico primario – quello di far cadere Vladimir Putin e indurre un cambiamento di regime in Russia ad ogni costo.

Nel tentativo di raggiungere questo obiettivo si stanno affidando a due strategie 
1) la caduta dei prezzi del petrolio 
2) l’indebolimento della Russia e delle posizioni dell’Iran in Siria.
Il recente scandalo con le Olimpiadi, brillantemente organizzato da Washington, Londra, Parigi e Berlino, ha inferto un colpo doloroso per la reputazione di Mosca. Una possibile sconfitta in Siria potrebbe essere ancora più dolorosa, soprattutto se accompagnata da un continuo calo del prezzo del petrolio, che pregiudicherebbe l’economia della Federazione Russa. In questi giorni, l’America non ha tempo da perdere, e non è soltanto per le elezioni presidenziali che le forze dei think tank occidentali devono lavorare tutto il giorno.

Washington è piuttosto preoccupata per la situazione in Turchia.  Ankara a quanto pare ha deciso di rivolgersi verso la Russia. C’è stata anche una serie costante di attacchi terroristici in Europa. A questo proposito i recenti attentati in Germania suono particolarmente problematici per Washington, dal momento che questa potenza europea è rimasta per anni, una roccaforte della sicurezza europea. Di sicuro, Washington sta ritornando ancora una volta in stretta cooperazione con l’Arabia Saudita, senza la quale Washington non ha possibilità di spingere la Russia fuori dei mercati globali del petrolio.

Ministro saudita Adel bin Ahmed Al-Jubeir
Ministro saudita Adel bin Ahmed Al-Jubeir
A quanto pare, nessuno ha prestato attenzione al fatto che, quasi subito dopo la visita di Mohammad bin Salman Al negli Stati Uniti a metà giugno, Washington ha pubblicato il rapporto sul 9/11 a dispetto di tutte le promesse e gli accordi. In questo rapporto si afferma che i membri della famiglia reale saudita sono stati coinvolti nei preparativi degli attacchi terroristici a New York e Washington. Tuttavia perché avrebbero dovuto fare qualcosa del genere, se il deputato principe ereditario dell’Arabia Saudita ha promesso di Washington assistenza completa in tutti i settori possibili, tra cui quello militare  e nella cooperazione per la sicurezza?

Questo sviluppo è stato seguito da una altrettanto strana dichiarazione del ministro degli esteri saudita il 22 luglio, Adel bin Ahmed Al-Jubeir, ha annunciato che l’Arabia Saudita è pronta ad assistere la Russia a diventare una grande potenza in Medio Oriente, che potrebbe ottenere la stessa influenza che l’Unione Sovietica aveva a suo tempo utilizzato nella regione. Un alto diplomatico saudita ha detto che lui è convinto che sarebbe ragionevole per la Russia di godere di stretti legami con l’Arabia Saudita, invece di prestare asssistenza al presidente siriano Bashar al-Assad, dal momento che la Russia potrebbe ottenere l’accesso ai mercati degli Stati membri del CCG (Consiglio di Cooperazione degli Stati del Golfo) ed ottenere investimenti seri.

Non c’è dubbio che il recente tentativo fallito colpo di stato in Turchia ha chiaramente influenzato la posizione di Riyad sulla crisi siriana alla luce del possibile riavvicinamento tra Mosca e Ankara. Se i tentativi di Teheran e Ankara per stabilire stretti canali di comunicazione riescono, tutto il potere nella regione sarà nelle mani della Russia, la Turchia e l’Iran, che sarebbe questo uno sviluppo estremamente preoccupante per l’Arabia Saudita.

Sfruttando questo fatto, Washington ha costretto il Regno dell’Arabia Saudita (KSA) per lanciare ancora una volta una crociata economica contro Mosca . Va notato che la posizione di Riyad è fortemente influenzata  dalla UE, che ha subito una serie di attacchi terroristici nelle ultime settimane. Quegli attacchi terroristici sono stati eseguiti dall’ ISIS, contro cui Mosca e Teheran hanno combattuto con successo. Per questo motivo, le dimissioni di Assad non vengono più richieste in Europa.

Vladimir Putin
Vladimir Putin
La presenza militare della Russia in Siria ha cambiato radicalmente l’equilibrio dei poteri nella regione. La determinazione di Mosca a muoversi per salvare Damasco è stata una brutta sorpresa per l’Occidente e il CCG. Soprattutto a causa del fatto che le relazioni russo-siriane non si era  ritenuto  che fossero  abbastanza strette per Mosca, tanto da intervenire  in una guerra così imprevedibile. Nel 2003, il Cremlino aveva  abbandonato Saddam Hussein quasi senza combattere, anche se l’Iraq era un più importante alleato per Mosca di quanto sia la Siria oggi.

La cooperazione militare russo-iraniana in Siria con interessi comuni ha svolto un ruolo decisivo in questa fase. Allo stesso tempo, la situazione di tensione in Yemen, l’esaurimento delle risorse finanziarie di Arabia Saudita, provocate dal calo dei prezzi del petrolio, insieme a innumerevoli vittime di attacchi terroristici in Europa hanno portato ad un indebolimento delle posizioni saudite in Siria.

Una volta che gli sforzi diplomatici americani e sauditi per quanto riguarda la Siria sono falliti, Mosca e Teheran hanno iniziato a dettare le proprie regole per il gioco. Ciò ha costretto Riyadh a entrare di nuovo in contatto con Mosca. Washington ha calcolato che Riyadh abbia dato  una risposta perfetta alla richiesta su come ottenere il sostegno della Russia, senza fornire nulla in cambio. E le parole del ministro degli esteri saudita, durante una recente visita a Bruxelles, sul desiderio di Riyadh di consegnare più potere alla Russia oggi in Medio Oriente , rispetto a quanto ne aveva in epoca sovietica, lo rende ancora più chiaro. Adel bin Ahmed Al-Jubeir ha dichiarato che il ritorno della Russia al rango di superpotenza è ora completo, e la sua influenza non sarà mai inferiore a quella degli Stati Uniti e dell’Unione Europea.

Inoltre, molti esperti dicono che Mosca non è interessata ad  Assad come persona, ma si occupa soltanto dei propri interessi nella regione. Tuttavia  l’Arabia Saudita ha provato a giocare questo trucco per  tempo e ora di nuovo si rivolge alla  Russia, promettendo lucrosi contratti che sono stati ritirati immediatamente, una volta che l’Arabia Saudita ha ottenuto quello che voleva successivamente.

Ma adesso  la situazione è più complicata. Ci sono molte voci che dicono che, se Mosca accetterà la proposta saudita, questo significherebbe la ripresa della economia della Russia, soprattutto quando Riyadh ad altri stati del Golfo dovessero rimuovere la pressione al ribasso che hanno applicato sul mercato degli idrocarburi. Ed allora Vladimir Putin sarebbe in grado di migliorare le condizioni in cui vivono la maggior parte dei cittadini russi , riducendo in tal modo la critica all’interno del paese.

Qualora tale proposta venisse accettata, per la Russia potrebbe presumibilmente aprirsi un nuovo orizzonte di cooperazione con l’Europa e gli Stati Uniti, e il conflitto con l’Occidente in Ucraina potrebbe gradualmente venire meno a causa del recupero del ruolo regionale della Russia come attore chiave nella  soluzione della crisi siriana.

Si spera, che la Russia non presti fede alle promesse saudite nemmeno questa volta, perché se lo facesse andrebbe a cadere in un’altra trappola del KSA. L’Arabia Saudita è sempre in grado di far crollare drasticamente i prezzi del petrolio e minare l’economia della Russia, ma Mosca non avrebbe più i mezzi per tornare nella fiducia della Siria e dell’Iran .
Mosca dovrebbe rifiutare e rimarrà ancora mantenendo la sua posizione come il giocatore più efficace nella regione, dal momento che tutte le carte sono ora nelle mani di Mosca. Potrà ripristinare la sua precedente influenza in Medio Oriente, insieme con l’ottenere il supporto tanto necessario dell’ Iran e della Turchia.

Teheran e Ankara rispettano solo i forti. Ed  allo stesso tempo costringerà gli Stati Uniti ad  andare dietro ad un cambio di regime in Arabia Saudita. Inoltre, la conservazione della presenza militare russa in Siria non permetterà un percorso di terra di un oleodotto per la fornitura di gas naturale del Qatar verso l’Europa, quello che (secondo il piano USA) avrebbe dovuto passare attraverso il territorio siriano, permettendo quindi a Mosca di mantenere il suo primato in Europa nel campo delle esportazioni di gas.

Ora arriva il momento cruciale per la Russia,  per l’Iran e la Siria. Mosca si trova sotto una enorme pressione da parte dell’Occidente e della CCG. Le sanzioni stanno continuando. La NATO è in presidio militare sulle frontiere della Russia. E mentre non è chiaro chi si situerà alla Casa Bianca, la Federazione Russa non è posizione  di trovare un accordo con l’Arabia Saudita.

Si può solo sperare che la logica prevarrà e il desiderio di risolvere rapidamente tutti i problemi sulla base di promesse dei sauditi che è poco probabile che possano essere soddisfatte.


Peter Lvov
 
*Peter Lvov, dottore di ricerca in scienze politiche, in esclusiva per la rivista online ” New Eastern Outlook. ”

Fonte: New Eastern Outlook

Traduzione: Manuel De Silva
http://www.controinformazione.info/larabia-saudita-ha-nuovamente-teso-una-trappola-a-mosca/

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