Signore e signori, la parola
“segretezza” è ripugnante in una società libera e aperta e noi, come
popolo, ci siamo opposti, intrinsecamente e storicamente, alle società
segrete, ai giuramenti segreti e alle riunioni segrete. Siamo di fronte,
in tutto il mondo, ad una cospirazione monolitica e spietata, basata
soprattutto su mezzi segreti per espandere la sua sfera d’influenza,
sull’infiltrazione anziché sull’invasione, sulla sovversione anziché
sulle elezioni, sull’intimidazione anziché sulla libera scelta. È un
sistema che ha reclutato ampie risorse umane e materiali nella
costruzione di una macchina affiatata, altamente efficiente, che combina
operazioni militari, diplomatiche, di intelligence, economiche,
scientifiche e politiche. Le sue azioni non vengono diffuse, ma tenute
segrete. I suoi errori non vengono messi in evidenza, ma vengono
nascosti. I suoi dissidenti non sono elogiati, ma ridotti al silenzio.
Nessuna spesa viene contestata. Nessun segreto viene rivelato. Ecco
perché il legislatore ateniese Solone decretò che evitare le
controversie fosse un crimine per ogni cittadino. Sto chiedendo il
vostro aiuto nel difficilissimo compito di informare e allertare il
popolo americano. Sono convinto che con il vostro aiuto l’uomo diventerà
ciò che per cui è nato: un essere libero e indipendente.
JFK, discorso tenuto all’hotel Waldorf-Astoria di New York, 27 aprile 1961
Il gradimento della Rousseff ai massimi anche se economia risente della recessione europea
solo il 9% della popolazione pensa che il
suo operato sia insufficiente o pessimo, il 57% approva le sue
politiche e se ci fossero altre elezioni vincerebbe a mani basse
Allora perché ci sono manifestazioni
contro il suo governo? Se lo chiedono anche i corrispondenti stranieri,
che ammettono la loro perplessità: “ il
Brasile è messo peggio oggi rispetto a dieci anni fa? No, è messo
meglio. È più ricco, ha un minor numero di poveri e un maggior numero di
ricchi. È più democratico e meno iniquo…Come si spiega
che Dilma Rousseff, che gode di un consenso maggiore di quello di Lula
da Silva, sia stata fischiata allo stadio da 80mila tifosi della classe
media che si sono potuti permettere il lusso di pagare fino a 400
dollari per il biglietto d’ingresso?
Perché scendono in piazza a protestare
contro l’aumento dei prezzi dei trasporti pubblici giovani che
normalmente non utilizzano questi mezzi perché hanno delle automobili,
una cosa impensabile dieci anni fa?
Perché protestano gli studenti
provenienti da famiglie che fino a poco tempo fa non potevano neppure
sognare di vedere i loro figli al college?
Perché il Brasile, sempre così orgoglioso del suo calcio, ora sembra essere contro il mondiale?
Perché queste proteste, anche violente,
in un paese invidiato dall’Europa e dagli Stati Uniti per il suo tasso
di disoccupazione quasi nullo?
La risposta che si dà il giornalista del
Paìs è che la popolazione ha visto quel che ha potuto ottenere e si è
resa conto di quel che ancora le manca. Insomma è passata dalla
rassegnazione fatalistica alla rivendicazione attiva.
Questa è certamente una spiegazione
valida, ma io sono più cinico del buon Juan Arias e mi domando, mutatis
mutandis, perché allora non ci siano proteste ancora più vigorose in
Europa, dove la gente ha perso o sta perdendo ciò che ha conquistato con
immensi sforzi. Inoltre, forse i brasiliani pensano di poter ottenere
di più da un governo di destra? Hanno visto cosa ha fatto e sta facendo
la destra (e la finta sinistra) in Occidente? Dilma Rousseff, in Italia, sarebbe accusata di populismo ed antipolitica dalla dirigenza del PD.
La mia impressione è che la gente che protesta contro il governo brasiliano sia la stessa che vorrebbe un golpe di destra in Venezuela.
Una parte della classe media brasiliana (e di quella euro-americana)
non ha alcuna intenzione di condividere il suo benessere con il resto
della popolazione e se ne fotte dell’uguaglianza e della giustizia
sociale, specialmente ora che la crescita è più lenta e non ci sono
risorse abbondanti per tutti. Quindi è una mera questione di egoismo di
classe strumentalizzata da una opposizione ancora invischiata nel
passato dittatoriale e con forti simpatie per le politiche
neoliberiste.
CONTESTO STORICO E GEOPOLITICO
In Brasile la dittatura è terminata l’altroieri: “Il blocco dominante riesce a mantenersi al potere con una politica gattopardesca di cambiare tutto per non cambiare niente. I militari
si ritirano discretamente di scena senza subire quei processi che hanno
subito in altri paesi dell’America Latina; mantenendo una certa
influenza nei centri economici di potere, ma allontanandosi sempre più
dai centri politici di decisione. E riescono così a controllare la
transizione politica senza grossi traumi (sarebbe opportuno discutere
sulle similitudini e differenze fra le varie dittature militari
latino-americane, soprattutto fra quella brasiliana e argentina). L’elite economica e politica che era cresciuta e si era modernizzata sotto i militari continua a dare le carte riciclandosi come partito “democratico” (per lo meno la parte più opportunista)”
Destabilizzazione in corso del Venezuela: Scontro
diplomatico tra Caracas e Bogotà, dopo che il presidente colombiano
Juan Manuel Santos ha ospitato ieri il leader dell’opposizione
venezuelana Henrique Capriles. Quest’ultimo sta cercando di
raccogliere consensi internazionali dopo aver perso contro Nicolas
Maduro le elezioni del 14 aprile, di cui non ha riconosciuto i risultati.
Tentativo fallito di rivoluzione colorata in Argentina?
SONO PROTESTE SPONTANEE?
Agenti infiltrati (agenti provocatori)
nelle manifestazioni di protesta responsabili di atti vandalici,
violenze contro agenti anti-sommossa e radicalizzazione della protesta
Stati Uniti vedono il Brasile come una futura minaccia
Brasile non sta simpatico nemmeno ad Israele
e men che meno ai classici giornali e periodici neoliberisti
Rousseff contraria ad escalation militare in Siria
stringe alleanza con Argentina
condona il debito di 12 paesi africani
viene punita dalle agenzie di rating per le sue politiche sociali espansive
ostacola speculatori e latifondisti difendendo i diritto degli indigeni alla terra;
usa i proventi del petrolio per educare la popolazione
e quelli delle estrazioni minerarie per aiutare le popolazioni locali
prende accordi con le altre potenze emergenti per emanciparsi dal dollaro e dall’egemonia americana
introduce quote per aiutare poveri, neri e indios ad ottenere una formazione accademica
promuove la parità dei sessi (di genere)
viene attaccata dai conservatori omofobi
e il suo blog è attaccato da hackers
RESISTI DILMA!
allora se volete parlare del brasile , informatevi bene... non è x I 20 centavo , e penso ke quello gia abbiamo detto mile volte , quella era solo la goccia , vogliamo piu hospedale , meglio servizi di salute , piu escuole , ecc....poi sul fato ke stiamo meglio di qualche anno fa, è vero , mah non solo x che stiamo meglio, che dobbiamo acetare ke il governo ci rubbi , o spenda I nostri soldi con stronzate come stadi megalitici... poi voi ''peccoroni'' qui in italia ke acetate tutto che il governo fa non dovevate parlare contro mah si apogiarci... se berlusconi fosse brasiliano... the mo' ke lo avevamo tolto del governo. the mo' ke eravamo in piazza.. invece vuoi? vuoi avete il coraggio di dire '' resiste dilma '' ,, mah ve meritate proprio la merda ke sta entrando l'italia... svegliateviii....
RispondiEliminaCaro Ricky, ciò che dici è giusto è molto importante avere di "più" ma attento che poi scatta la trappola... ed è proprio quello il trucco di chi tiene le redini per farci prigionieri del "di più" del "meglio" del "più grande"... MA ALLA FINE SEI E RIMANI SOLO UNO SCHIAVO
RispondiEliminaPurtroppo qui come nella maggior parte dei paesi o nazioni il potere serve solo a dividere le persone e metterle le une contro le altre con lo scopo unico di dominare.
Quando la gente capirà qual'è il gioco si libererà da sola, fino allora è e rimarrà schiava del "IO egoico" o della immedesimazione nella mente/pensiero.
Qualunque cambiamento che si vuole porre parte da NOI stessi in primo luogo ... il resto cambia di conseguenza :)
Buona vita