L’ASSOCIAZIONE NON GOVERNATIVA AVAAZ STA SPOPOLANDO SU
INTERNET E NEI CIRCOLI DELLA SINISTRALIBERAL OCCIDENTALE IN NOME DELLA
DIFESA DEI DIRITTI UMANI
Pochi conoscono però chi si cela dietro questa organizzazione che di
umanitario ha solo l’apparenza e che è stata creata per “coprire a
sinistra” gli interessi geopolitici ed economici dei poteri forti
occidentali, soprattutto americani. La tattica è molto semplice: si
promuovono decine se non centinaia di petizioni su temi umanitari,
democratici, anti-corruzione che trovano immediato consenso fra il
pubblico di sentimenti progressisti (ad esempio la lotta contro la
censura su internet oppure il riconoscimento della Palestina). Fra di
essi vi sono anche attacchi ai governi occidentali e contro lo
strapotere delle banche, così da convincere questo pubblico particolare
della bontà della ONG.
Fra tutti questi temi – che poi non sortiranno
in gran parte comunque nessun risultato – si inseriscono invece
questioni strategiche per i padroni nascosti di “Avaaz” (governi,
multinazionali, eserciti) che così potranno più facilmente superare la
diffidenza da parte della popolazione genericamente di “sinistra”, che
non sospetterà mai che dietro a questi presunti critici degli USA è
nascosto proprio il Partito Democratico del presidente Obama e
dell’ex-presidente Cliton, attraverso l’organizzazione “MoveOn” che sta
alla base di “Avaaz”, e che ha ricevuto un finanziamento di 1,46
millioni di dollari da George Soros per utilizzarla nella battaglia
elettorale contro il Partito Repubblicano.
UNA ONG SCHIERATA CON I POTENTI
“Avaaz” è infatti una ONG creata da Ricken Patel, personaggio
politicamente ben schierato a destra che gode del sostegno finanziario
del patron della multinazionale informatica “Microsoft” Bill Gates e
della Fondazione Rockefeller (il cui ruolo a favore dei governi
americani è ben spiegato in quest’altro articolo). Non è tutto: “Avaaz”
collabora strettamente con la famosa Fondazione Soros, una struttura
vicina all’attuale governo statunitense e ai suoi servizi segreti che
viene utilizzata per organizzare disordini e golpi nei paesi che in
qualche modo non ubbidiscono ai diktat di Washington oppure che non
autorizzano le grandi aziende occidentali a entrare nel loro mercato
nazionale. Non a caso la Cina, che dispone di un mercato ancora
fortemente controllato dallo Stato, è una delle vittime preferite di
Soros e della ONG di cui stiamo parlando. Naturalmente “Avaaz” non parla
di “libertà economica mancante” ma attacca la Cina in altro modo, ad
esempio strumentalizzando la questione della pena di morte o del
separatismo feudale del Dalai Lama in Tibet. Secondo altre fonti dietro
“Avaaz” vi sarebbero mandanti di ben più alta caratura come si evince ad
esempio da Indymedia Barcellona, dalla discussione interna
a PeaceLink, oppure da questo blog molto dettagliato. Proponiamo ora
alcuni dei tanti esempi che rendono perlomeno poco credibile “Avaaz” per
chi, come la nostra redazione, si dichiara di sinistra.
AVAAZ TRUFFA GLI ECOLOGISTI
A fine 2011 dichiarazioni, articoli, lettere circolano su Internet
chiedendo la fine della “distruzione dell’Amazzonia”: “Avaaz” si tinge
insomma di verde per ingannare gli attivisti ecologisti che mai si
sognerebbero di sostenere i veri mandanti della campagna. L’obiettivo
che queste iniziative si pongono, infatti, non è certo quello di
colpire le corporazioni transnazionali o i potenti governi
filo-americani che le appoggiano, ma il governo popolare del primo
presidente indigeno della Bolivia, Evo Morales. Al centro del dibattito
c’è la controversa proposta di Morales di costruire un’autostrada
attraverso il Territorio Indigeno del Parco Nazionale Isidoro Sécure
(TIPNIS).Quest’ultimo, che copre una superficie di più di 1 milione di
ettari di foresta, ha ottenuto lo statuto di territorio indigeno dal
governo di Evo Morales nel 2009. Circa 2’000 persone vivono in 64
comunità all’interno del TIPNIS.Il 15 agosto, rappresentanti di tali
comunità hanno iniziato una marcia verso la capitale, La Paz, per
protestare contro il piano dell’autostrada.Sono subito partite petizioni
internazionali da parte, naturalmente, di “Avaaz” che solidarizzando
con gli indigeni, condannano il governo boliviano per avere indebolito i
diritti indigeni. La gente del TIPNIS ha preoccupazioni legittime
sull’impatto dell’autostrada.
DISGRAZIATAMENTE PERO’ LA CAMPAGNA DI AVAAZ STRUMENTALIZZA QUESTE PREOCCUPAZIONI
per indebolire politicamente Morales, il cui sentimento ostile al
capitalismo americano non piace ai padroni di “Avaaz”. Con una lettera
aperta firmata da più di 60 gruppi ecologisti, in maggioranza però fuori
dalla Bolivia, “Avaaz” distorce i fatti e con una retorica progressista
afferma “che le imprese straniere si spartiscano l’Amazzonia… e si
scatenerà una febbre depredatrice su una delle selve più importanti del
mondo”. Ma non menziona il fatto che la distruzione ha già luogo
nell’area e che proprio il governo di Morales sta promuovendo una legge
per aggiungere nuove norme protettive del parco nazionale. La legge
proposta comminerebbe pene detentive tra i 10 e i 20 anni di carcere per
insediamenti illegali, la coltivazione della coca o il taglio degli
alberi nel parco nazionale.Avaaz questo non lo dice, ma trasmette l’idea
alla sinistra e agli ecologisti che Morales (che è di sinistra e pure
ecologista) non vada sostenuto. Al resto ci penseranno poi i
“dissidenti” interni alla Bolivia.
DALLA BOLIVIA ALL’IRAN IL CASO SAKINEH
A fine 2010 parte un appello mediatico globale che chiede di salvare
dalla condanna a morte per lapidazione una donna iraniana, Sakineh
Ashtiani. In quello stesso periodo l’Iran era il nemico numero uno
dell’amministrazione Obama, si stava preparando una possibile guerra e
occorreva che l’opinione pubblica avesse un’immagine demoniaca del
paese. Ecco allora che “Avaaz” entra in gioco e inventa il caso Sakineh,
subito dato in pasto ai giornalisti occidentali (sì, perché i
giornalsti latinoamericani e orientali, invece, hanno evitato questa
figuraccia andando a verificare le informazioni!). Sakineh sarebbe
condannata alla “lapidazione” perché “adultera”. In realtà si verrà a
sapere che Sakineh è stata condannata per aver assassinato il marito,
non per averlo tradito; e in ogni caso la lapidazione nel codice penale
iraniano non esiste più da decenni. Queste confutazioni sono state
documentate non solo da siti di approfondimento come quello di “Come Don
Chisciotte“, ma ha suscitato qualche dubbio infine anche ai giornalisti
dei quotidiani italiani come “La Stampa”. Insomma “Avaaz” ha
strumentalizzato politicamente questa vicenda e pochissimi media
occidentali, dopo aver demonizzato l’Ira, raccontando notizie non
verificate, hanno però avuto l’etica professionale di scusarsi e di
rettificare, cosa che peraltro non ha fatto nemmeno l’ONG stessa, a
dimostrazione che non si è trattato di un errore in buona fede.
PACIFISTI CHE PREPARANO LA GUERRA
Di recente di fronte alle rivolte di alcune tribù feudali contro il
governo della Libia Popolare, “Avaaz” – sempre con la scusa dei diritti
umani – ha sostenuto e diffuso la rivendicazione di una “Non-Fly-Zone”
contro la Libia, la quale altro non era che il primo passo per
l’invasione militare del paese nordafricano da parte delle truppe della
NATO che, con bombardamenti a tappeto, hanno ucciso migliaia di civili e
hanno permesso ai rivoltosi di assumere il controllo del Paese e di
uccidere Muammar Gheddafi. Una scelta duramente condannata, ad esempio,
dal gruppo anti-militarista di Alicante (leggi). Va ricordato che oggi
in Libia il governo “democratico” sostenuto da “Avaaz” e dalle
diplomazie occidentali è di carattere liberista (vedi filmato), ha
riabilitato non solo la figura del dittatore fascista Benito Mussolini,
ma ha pure definito quale “periodo fiorente” l’epoca in cui il fascismo
italiano aveva colonizzato e saccheggiato la Libia. Sul fronte dei
diritti umani, inoltre, la Libia odierna si caratterizza per violenza di
vario genere spesso di tipo razziale contro i neri accusati di essere
tutti “mercenari al soldo di Gheddafi”, come documentato dai video
pubblicati dal sito di “Fortresse Europe“. Stranamente, però, “Avaaz”
ora della Libia non si occupa più, evidentemente ha raggiunto il suo
vero scopo.
ESPORTARE LA DEMOCRAZIA E RUBARE IL PETROLIO
“Normalizzata” la situazione libica al volere delle multinazionali
occidentali, ora “Avaaz” si è spostata su altri fronti: anzitutto
inventare notizie false su quanto accade in Siria. Secondo l’ONG il
governo siriano guidato dal presidente Assad (e composto – guarda caso –
da socialisti e comunisti particolarmente invisi a Washington e a
Bruxelles) starebbe massacrando la popolazione civile e la starebbe
opprimendo. Una falsità smentita non solo dallo stesso ex-cancelliere
statunitense Henry Kissinger che anzi ha espresso stupore (e rammarico)
per il fatto che il popolo siriano sia fortemente schierato a favore di
Assad, ma anche da altre fonti, come il sito d’inchiesta indipendente
“Informare per resistere” e come la Federazione Sindacale Mondiale, la
quale parla di diritti sociali a favore dei lavoratori molto avanzati
grazie al governo siriano che cerca di frenare il capitalismo europeo ed
americano. “Avaaz” queste cose non le dice, così come non dice che i
ribelli siriani hanno già promesso petrolio gratis alla Francia se
invaderà il paese come abbiamo scritto qualche mese fa su questo stesso
sito. Al contrario, “Avaaz” impropriamete si fa passare per paladina dei
diritti umani, quando i suoi promotori non sono affatto dei
benefattori. Il lavoro di “Avaaz” in Siria è molto pericoloso poiché
qualora si scatenasse una guerra dell’Unione Europea, di Israele e degli
USA contro questo paese mediorientale, molto probabilmente la Cina e la
Russia dichiarerebbero guerra per impedire agli occidentali di
colonizzare il bacino mediorientale e asiatico. Ognuno, soprattutto chi
si dichiara a favore della pace e dei diritti umani, dovrebbe operare
non per riscaldare gli animi, ma per disinnescare l’odio fra i popoli.
Invece in una situazione esplosiva come questa “Avaaz” ha il compito
ideologico di far passare come una lotta per la democrazia e la libertà
nella mente dei cittadini dei paesi occidentali e nella sinistra europea
e americana, così che non si mobiliti contro la guerra.
>Fonte<
Redatto da Pjmanc http:/ ilfattaccio.org
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