"C'è un unico modo di avere più euro in tasca: avere più Europa nelle nostre istituzioni". Renzi, l'ambasciatore della Troika in Italia, dopo il consiglio di Stato Maggiore con la Merkel viene in Parlamento a portare le condizioni per la resa.
Ma il premier non è stupido e sà benissimo che gli Italiani non accetteranno più ulteriori cessioni di sovranità all'UE, che tra l'altro si è dichiarata apertamente antidemocratica nei giorni scorsi tramite il Presidente della Commissione Europea, Barroso, che ha dichiarato: "La ragione per cui abbiamo bisogno dell'Unione europea è proprio perché non è democratica".
Ieri la maggioranza è andata sotto su due emendamenti in Commissione Affari Costituzionali (Senato) e si è sfiorata la catastrofe in Senato con le pregiudiziali di costituzionalità presentate dal M5S: per appena quattro voti non è saltato il ddl province.
Le province in realtà non saranno abolite: soltanto 10 diventeranno Città metropolitane e si creerà una sovrapposizione di enti ridondanti, con probabile (lo dice la Corte dei conti) aumento dei costi.
Per eliminare davvero le province serve una legge costituzionale. Ma per quella ci vuole tempo e Renzi di tempo non ne ha. Le Europee sono a maggio. Gli italiani devono essere persuasi, entro quella data, che le province siano state davvero eliminate, anche se sono ancora lì.
Ma il premier non è stupido e sà benissimo che gli Italiani non accetteranno più ulteriori cessioni di sovranità all'UE, che tra l'altro si è dichiarata apertamente antidemocratica nei giorni scorsi tramite il Presidente della Commissione Europea, Barroso, che ha dichiarato: "La ragione per cui abbiamo bisogno dell'Unione europea è proprio perché non è democratica".
Ecco allora pronto "l'attacco finale alla democrazia".
Prima di tutto, bisogna fare in modo che le opposizioni, in particolare
il M5S, non si oppongano più. E proprio in questa direzione stà
lavorando Renzi, che vuole mettere in Costituzione la famigerata ’ghigliottina’, utilizzata una sola volta nella storia da Laura Boldrini per regalare 7,5 miliardi di euro alle banche.
In
questo modo il governo potrà presentare qualsiasi decreto e
"ghigliottinare" le opposizioni a proprio piacimento. E argomenti
"caldi" come quello di cedere ulteriori poteri all'antidemocratica UE verrebbero fatti passare senza troppi disturbi a colpi di Decreti Legge e Ghigliottine.
Strano, ma questa notizia è passata sotto il silenzio assoluto dei media... Altra notizia passata in sordina è che Renzi ha paura. L’ex sindaco di Firenze è stato costretto a porre la fiducia sul ddl province perché il rischio di essere tradito dal Senato era troppo forte. La questione di fiducia su un disegno di legge è quanto meno irrituale: ma Renzi sa di essere debolissimo in Senato.Ieri la maggioranza è andata sotto su due emendamenti in Commissione Affari Costituzionali (Senato) e si è sfiorata la catastrofe in Senato con le pregiudiziali di costituzionalità presentate dal M5S: per appena quattro voti non è saltato il ddl province.
Le province in realtà non saranno abolite: soltanto 10 diventeranno Città metropolitane e si creerà una sovrapposizione di enti ridondanti, con probabile (lo dice la Corte dei conti) aumento dei costi.
Per eliminare davvero le province serve una legge costituzionale. Ma per quella ci vuole tempo e Renzi di tempo non ne ha. Le Europee sono a maggio. Gli italiani devono essere persuasi, entro quella data, che le province siano state davvero eliminate, anche se sono ancora lì.
L’unico scopo di Renzi nei prossimi due mesi è quello di confezionare spot elettorali spendibili nella campagna elettorale per le Europee.
Ma questo non basterà per evitare la batosta elettorale. Che il Pd sia al 34.1% possono crederlo soltanto a Ballarò (superfluo riassumere di nuovo tutto quello che ha combinato il PD in questi mesi).
Superata la prevedibile mazzata delle Europee (Renzi ha pure messo le mani avanti, dicendo che non è un referendum su di lui), la successiva preoccupazione dell’ ex sindaco sarà quella di blindare il suo governo fino al 2018, convertendo di fatto la nostra Repubblica parlamentare in un "semipresidenzialismo di straforo". Perchè soltanto un "Semipresidenzialismo" di stampo dittatoriale potrebbe oggi permettere di cedere definitivamente i pochi poteri rimasti all'Italia agli oligarchi europei, dato che 6 Italiani su 10 vorrebbero riprendersi tutte le sovranità cedute fino ad oggi all'UE, compresa la più importante: quella monetaria.
Ma questo non basterà per evitare la batosta elettorale. Che il Pd sia al 34.1% possono crederlo soltanto a Ballarò (superfluo riassumere di nuovo tutto quello che ha combinato il PD in questi mesi).
Superata la prevedibile mazzata delle Europee (Renzi ha pure messo le mani avanti, dicendo che non è un referendum su di lui), la successiva preoccupazione dell’ ex sindaco sarà quella di blindare il suo governo fino al 2018, convertendo di fatto la nostra Repubblica parlamentare in un "semipresidenzialismo di straforo". Perchè soltanto un "Semipresidenzialismo" di stampo dittatoriale potrebbe oggi permettere di cedere definitivamente i pochi poteri rimasti all'Italia agli oligarchi europei, dato che 6 Italiani su 10 vorrebbero riprendersi tutte le sovranità cedute fino ad oggi all'UE, compresa la più importante: quella monetaria.
fonte: http://www.pressnewsweb.it/2014/03/attacco-finale-alla-democrazia.html
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