La più grande raffineria di petrolio
indipendente della Cina ha smesso di acquistare greggio dagli Stati
Uniti, passando ad acquistare petrolio iraniano, nella guerra
commerciale cogli Stati Uniti e nonostante i loro tentativi di
dissuadere altri Paesi dall’acquistare greggio dall’Iran. La cinese ShanDong Dongming Petrochemical Group
l’annunciava sul sito, ma non forniva dettagli.
Questo cambio di
politica avviene nella disputa commerciale tra Cina e Stati Uniti che ha
preso di mira le importazioni di prodotti cinesi con pesanti dazi.
Mentre il greggio cinese non è ancora stato sottoposto ai dazi
statunitensi, appare in un elenco di prodotti da sottoporre ai dazi in
una data successiva non specificata.
La Cina ha promesso di rispondere
alle dure misure statunitensi. E le restrizioni statunitensi sul greggio
cinese sono quasi certe spingano i dazi cinesi sul petrolio
statunitense. La decisione della ShanDong Dongming di passare al greggio
iraniano è stata presa chiaramente in anticipo, in previsione dei dazi
governativi cinesi corrispondenti.
In precedenza, i funzionari dello
ShanDong Dongming avevano espresso preoccupazione che l’importazione di
greggio statunitense sia influenzata dalle ritorsioni dovute dal governo
cinese. “Ci aspettiamo che il governo cinese imponga dazi sul greggio
(statunitense)”, dichiarava un dirigente della società il 6 luglio. “Passeremo alle forniture da Medio Oriente e Africa occidentale”.
La politica “zero” nel limbo
Il cambiamento arriva anche malgrado la linea dura dell’amministrazione
del presidente degli Stati Uniti Donald Trump per presumibilmente
ridurre le vendite petrolifere dell’Iran a “zero” entro il 4 novembre,
anche imponendo sanzioni ai Paesi che acquistano greggio iraniano. L’8
maggio Trump ritirava unilateralmente gli Stati Uniti dall’accordo
multilaterale con l’Iran. In base a tale accordo, le restrizioni sulle
vendite petrolifere iraniane venivano rimosse in cambio di determinati
limiti al programma nucleare iraniano.
Il ritiro degli Stati Uniti
comportava la re-imposizione di sanzioni all’Iran, anche sulla vendita
di greggio. Teheran disse che se non può vendere il petrolio, alcun
altro Paese regionale potrà venderlo, una reazione che indicherebbe che
l’Iran potrebbe bloccare le acque dello Stretto di Hormuz, attraverso
cui passano molte petroliere internazionali. Inoltre, gli altri
partecipanti all’accordo coll’Iran, vale a dire Regno Unito, Francia,
Germania, Russia e Cina, sono rimasti fedeli all’accordo e attualmente
lavorano per sostenere sia l’accordo che il commercio con l’Iran,
compresi l’acquisto di petrolio.
La Cina è il primo acquirente di
greggio al mondo e il più grande cliente dell’Iran. È il secondo
acquirente di greggio degli USA. Altri acquirenti di greggio iraniano,
come l’India, hanno dichiarato di non rispettare le restrizioni
unilaterali degli Stati Uniti. Infine, gli Stati Uniti si dichiaravano
disposti a considerare deroghe per certi acquirenti di petrolio
iraniano.
PressTV 16 luglio 2018
Traduzione di Alessandro Lattanzio
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