venerdì 20 luglio 2018

Inverti la fase: fai della regola, l’eccezione.

In ogni film, ti fanno sempre sentire le ultime “due” frasi di una lezione universitaria, una conferenza, un simposio, una riunione, etc. dopodiché “suona sempre la campanella, scatta lo scroscio di applausi, succede qualcosa, etc.”... e "vai avanti". 
Cioè, vieni introdott3 nello sviluppo della trama, facendoti una prima idea (intuendo) relativamente alla trama stessa. 
Questo meccanismo è, per dirla alla Inception:
“credevo che progettare un sogno riguardasse l'aspetto visivo, ma ha più a che fare con le sensazioni, l'atmosfera…”
attraverso l3 qual3 passa una “idea”
“qual è il parassita più resistente? Un batterio? Un virus? Una tenia intestinale?... Un'idea. Resistente, altamente contagiosa. Una volta che un'idea si è impossessata del cervello è quasi impossibile sradicarla. Un'idea pienamente formata, pienamente compresa si avvinghia, qui da qualche parte…”
e, “togliertela dalla testa” diventa una operazione alquanto “complessa”
nessuna idea è semplice quando devi impiantarla nella mente di un'altra persona…”
ci insegnano a ricordare le idee e non l'uomo, perché l'uomo può fallire. L'uomo può essere catturato, può essere ucciso e dimenticato. Ma 400 anni dopo ancora una volta un'idea può cambiare il mondo. Io sono testimone diretto della forza delle idee, ho visto gente uccidere per conto e per nome delle idee, li ho visti morire per difenderle... Ma non si può baciare un'idea, non puoi toccarla né abbracciarla; le idee non sanguinano, non provano dolore... le idee non amano.
Non è di un'idea che sento la mancanza ma di un uomo, un uomo che mi ha riportato alla mente il 5 novembre:
un uomo che non dimenticherò mai
Sotto questa maschera non c'è solo carne, sotto questa maschera c'è una idea... E le idee sono a prova di proiettile…”.
V For Vendetta 
Dunque, “che idea ti sei fatt3” dell’intera vicenda che ti riguarda “qua, così”? 
Sicuramente, una idea 1) parziale, 2) di parte, 3) particolare. 
Perché?
Perché il “tuo” sapere non è più la tua memoria e la tua esperienza pregress3. Perché dipendi, consegui, ascolti (ed accogli in te) quello che ti passano AntiSistemicaMente

Le solite “cose”. Vero? Ormai, dovresti avere “imparato”. 
Eppure (ma) con questo genere di informazione, non succede. E sai perché? Perché questo Spazio (Potenziale) Solido, per “te”, non è niente, non è nessuno, non è nulla di ché
Hai un atteggiamento di chiusura (censura, filtro).
Non ha alcuna valenza significativa, ossia, lo “assumi” proprio al contrario (dato che la portante riguarda proprio il ricordare/decodificare il “significato” di/da ogni s-oggetto/evento).
Così come “è già successo” che, ad esempio, Hamer e Lakhovsky siano “ricordati” per quello che esattamente “non sono stati”…
Georges Lakhovsky… è stato uno pseudoscienziato russo…
Fu un controverso inventore
Divenne noto per una tesi non scientificamente riconosciuta riguardo ad una presunta comunicazione senza fili tra cellule per mezzo di alta frequenza, e per l'invenzione di "apparecchi" (cosiddetti "oscillatori multi-onda"), che a suo dire sarebbero stati ipoteticamente in grado di guarire neoplasie.
Non esiste alcuna evidenza clinica di efficacia delle sue ipotesi personali
Suo figlio Serge Lakhovsky si batte ancora oggi per il riconoscimento delle opinioni e delle tesi del padre, che sono però considerate scientificamente infondate
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Scientificamente infondate... (come l'immunità di gregge),
Ma (ma) operando in una certa maniera, è possibile “ritagliare” informazione frattale espansa (valenza, significato, sostanza, quintessenza, valore, senso universale, etc.) – anchedalla fonte più parziale e di parte possibile ed inimmaginabile

Come, in un word processor, è il far riconoscere un “termine” al processo (automa), forzandone nella funzione di memoriail “nome” stesso
Se la App ti segnala che non conosce Hamer, tu puoi sempre indicarle di registrare tale nome, in maniera tale da programmarla di conseguenza. 
Da quel momento in poi, l’automatismo non segnalerà più un tale “warning/errore”, ma (ma) non solo per questo, l’automatismo valuterà il “significato” agganciabile a quel nome:
e “qua” ruota l’intero discorso del redigere una qualsiasi forma di “enciclopedia dell’umanità”, nella modalità di inserimento “parziale/di parte” delle informazioni. 
Una volta ammesso (riconosciuto) il tal “nome/termine”... come quell’ambito viene, poi, descritto, sviluppato, ricordato
Questo è qualcosa che fa degli autentici “disastri (auto convinzioni di parte)”, all’interno della “memoria di massa” umana, per la quale quella “enciclopedia è una fonte autorevole/autentica di sapere e di auto riferimento”.
Come ti districhi da/in un simile intreccio? 


Fai attenzione persino al fatto di credere di essere sufficientemente consapevole, da esserne immune…”.
No.
Quella “fonte” è radioattiva, ti entra dentro, ti si attacca addosso, ti plasma anche se non sei d’accordo e se non te ne accorgi. 
Certo, perché la “fonte” è una deriva AntiSistemica by sotto dominante (che “è” grande concentrazione di massa, giurisdizionale a livello globale. Ergo, è dotata del potere prioritario di accesso, afflusso e “scrittura” di/in “te, ‘qua così’”).
Non a caso hai "nel conscio, l'inconscio"...
Qualcosa che è meglio avere sempre ben presente, in ogni situazione ed occasione. Ad esempio, puoi sempre far riconoscere e ricordare il tal “nome” alla App e, di più, puoi fissare il significato “che sta oltre a quel nome”… dentro a/di/in te, anche se “qua, così”.
Qualcosa che, più o meno, forma una risultante molto simile alla seguente:
Ryke Geerd Hamer… sostenne che la genesi di ogni patologia sia dovuta a presunti traumi o conflitti non risolti
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Che cosa hai fatto
Hai decodificato parte del significato (e, dunque, sempre il significato) da una informazione di parte e parziale, avente la pretesa (sottile) di auto convincerti che… a proposito di… 
Ovvero, cogli ogni occasione che ti si presenta, in maniera tale da estrarre valore aggiunto, omettendo tutto ciò che, in un certo senso, è solo “ruggine” che nel tempo chimico “qua, così”, ha iniziato a corroderne il significato originale (quello che aveva, inizialmente, solo la sua “dima”. Nel “caso” in questione: Hamer). 
Questo processo è... la censura ribaltata di/in fase:
è la decodifica “formulare”.
Se (se) non hai nemmeno “idea” di che cosa sia questa “formula”, il consiglio è quello di 1) trovare l’informazione in questo Spazio (Potenziale) Solido e 2) “farla tua”, alias, comprenderne a fondo il potenziale, la valenza, la portata e – ancora una volta – il significato.
La miglior forma di prevenzione consiste in adoperare le corrette norme igieniche alimentari e personali…
Purtroppo non esiste una cura specifica per la Seu… Ad oggi non esiste ancora alcun protocollo terapeutico standardizzato…
L’unico modo per contrastare la diffusione, spiegano sempre gli esperti, è quello di rispettare le normali regole di igiene personale e alimentare come lavarsi le mani, pulire accuratamente frutta e verdura, conservare e cuocere correttamente gli alimenti
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Il mondo tutto attorno (e dentro) a/di te è “tossico”. 
È… radioattivo, nel senso che la compresenza immanifesta dominante, si manifesta comunque per ragioni frattali espanse, indirettamente
Questa è la portata e la potenza del sistema operativo frattale espanso (legge, strumento e memoria), direzionabile solo dalla grande concentrazione di massa, nella gerarchia giurisdizionale (“influenza”). 
Questo significa che se tu sei a casa tua, in un simile ambito sei grande concentrazione di massa, giurisdizionale “in casa tua”:
infatti, dentro ai locali decidi tu quali quadri appendere alle pareti, come arredarli e quale colore fissare ai muri, ad esempio. Vero
Ma (ma) se devi modificare la struttura della casa, allora (allora) devi “chiedere il permesso in/al Comune”. 
Cioè, cambia la giurisdizione in funzione di quello che devi/vuoi/puoi “fare ‘qua così’”… 
Questo fa la differenza, dato che “ti dicono” che sei liber3, sovran3 e in democrazia”. 
Qualcosa al quale ti sei abituat3. Sì, perché… se ognuno facesse come meglio crede (vuole), la società ritornerebbe ai tempi del Far West. 
Ci vogliono le regole, la legge, l’ordine e la giustizia. 
Certamente. Ma (ma) che cosa preserva lo status quo “qua, così”
Chi preserva? 
Forse, la giustizia universale (ad angolo giro)? Forse, l’uguaglianza universale? Forse, tutto quello in cui credi poiché te lo hanno fatto (e fanno) sempre credere? No

E la cosa “bizzarra (anche se causale)” è che 1) lo sai già, 2) lo “senti” che è così e 3) lo “vedi” sempre, anche se non ti sembra che sia più possibile invertire il processo (qualsiasi tipo di processo sia, poiché distaccato dalla forma sociale fisica, direttamente impattabile dalla fisica massiva). 
Questo “stato di strazio” ti auto dilania, formandoti una sorta di “corazza” che – “prima” – non avevi. 
Del resto, basta pensare a come sei prima dei sei anni, prima dell’età scolastica. Un processo naturale? Certo.
Così come è naturale diventare adulti, maturare e morire. Così come è, allora, “naturale”… arrugginire, ammuffire, cedere alla corrosione, alla tentazione, alla malattia, al “tempo” ed alla chimica planetaria, etc. 
Come ti sei potut3 “accontentare” solamente di questa “tua” parte “qua, così”? Come “è già successo”? E perché non te ne accorgi? Perché non ricordi? Come può un s-oggetto/evento… “sparire nella memoria (non ‘dalla memoria’), sparire nella chimica (non ‘nel tempo’), etc.?”. 

Non ha alcun senso, se non quello dell’abbandono intenzionale, a favore di “altr3”.
Ora, nell’AntiSistema, “il terzo che gode” è immanifesto. E se succede questa dimenticanza selettiva, è solo perché dietro/oltre c’è un preciso, sempre intatto, esatto… “interesse a…”. 
Qualcosa che non proviene da te, dato che “non sai nemmeno da che parte sei girat3 ‘qua così’”. 
Una compresenza che, dunque, puoi sempre (sempre) auto ricavare da/in te. Anzi, che hai il diritto/dovere di… riportare alla luce, poiché ragione fondamentale "qua, così".
Qualcosa che ti riempie, invece del contrario (che ti riempie, sì, ma di paccottiglia. Alias, che ti svuota sostanzialmente, rispetto alla tua origine, al tuo passato, alla tua memoria, alla tua esperienza, al “chi già sei”, etc.).
Osserva i “processi storici” come delle componenti strategiche dell’intenzione sotto dominante; un “filo unico” senza fine di continuità, se (se) sempre e solo “squadra che vince”.

L’alchimia finisce ed inizia la chimica.
Nel XVII secolo, l’Alchimia, ridotta a pseudo-scienza, denunciò la caratteristica filosofica delle sue teorie.
Quella che era stata l'Ars magna, condivise lo stesso destino di altre teorie esoteriche, come l'astrologia e la cabala, apparentate tra loro semplicemente dalla superstizione.
L’Alchimia si svalutò d’importanza ed uscì dagli studi universitari del tempo…
Con l’affermazione progressiva della scienza, nel tempo, l’alchimia perse ogni prestigio intellettuale, finendo per scomparire del tutto. Solo verso la fine dell’Ottocento e nei primi decenni del secolo successivo, l’alchimia venne riscoperta, ma più come fenomeno culturale del passato, non certo per la sua “scienza”
Link 
C’è sempre, in tutto ciò che conosci “senza riconoscere”, una direzione unica, un “senso unico”: 
qualcosa che va dal passato (remoto, dimenticato) al presente e da “lì” che spinge verso il futuro. 
Però, sono le modalità ri-attuative che devono attirare la tua “curiosità (attenzione)”
del passato si ricorda solo quello che “serve”, mentre tutto il resto risulta “non pervenuto”. Il presente si forma sulla base di tale ricordo deviato. Il futuro è la risultante di tale deviazione standard, di fondo…
con l’affermazione progressiva della scienza, nel tempo, l’alchimia perse ogni prestigio intellettuale, finendo per scomparire del tutto
solo verso la fine dell’Ottocento e nei primi decenni del secolo successivo, l’alchimia venne riscoperta, ma più come fenomeno culturale del passato, non certo per la sua “scienza”
La “morale” è sempre quella (l'auto disinnesco non locale, in leva, l'auto depotenziamento ubiquo, wireless):
c’è un filtro in azione e non è per nulla affatto “naturale”.
Evita il consueto capolinea alla fermata della “Creazione”, dato che… “creare è opera artificiale (qualunque è la “salsa” che vai ad utilizzare per…)”.
Il fenomeno dell’alchimia ha importanza e diffusione planetaria, quindi, tutt’altro che marginale.
Due sono i filoni di sviluppo: uno in Asia, con l’alchimia cinese, sviluppatasi nel Taoismo, e nelle rispettive zone di influenza (come l’India), ed uno occidentale, nato in Egitto, per poi contaminare le civiltà classiche (Grecia e Roma), e poi il mondo islamico e l’Europa intera.
Qui, vi furono rapporti superficiali con le varie religioni, ma l’alchimia occidentale va considerata come cultura autonoma. Se vi sono stati contatti o rapporti tra le due realtà alchemiche, non è noto.
L’alchimia occidentale.
Gli stessi alchimisti pongono la nascita della loro arte nell’antico Egitto. Purtroppo non ci sono pervenuti documenti di questo periodo, ma ciò che sappiamo deriva da scritti greci e traduzioni arabe. Se mai fossero esistiti (ma si sostiene di no), essi bruciarono nell'incendio della Biblioteca di Alessandria.
Sembra che gli antichi egizi considerassero la metallurgia come pratica mistica per eccellenza.
Una leggenda vuole che l’invenzione della metallurgia fosse addebitabile al dio Thot, che, nella cultura greca, divenne Ermes.
Questo “creatore” avrebbe scritto ben 42 libri sullo scibile umano, tra i quali uno dedicato all’alchimia.
La famosa Tavola di smeraldo del dio Ermes Trismegistus (il tre volte grande), secondo antiche traduzioni arabe, sarebbe alla base della pratica alchemica.
Il complesso dettato alchemico trova le sue origini nella cultura filosofica dei Greci.
La cultura greca, infatti, sempre caratterizzata da movimenti filosofici, assunse dalla cultura alessandrina i propri concetti. Tre furono le differenziazioni operate su di essa:
quella tecnica, quella filosofica e quella religiosa…
Link 
Ricalcola…”:
il fenomeno dell’alchimia ha importanza e diffusione planetaria, quindi, tutt’altro che marginale
se vi sono stati contatti o rapporti tra le due realtà alchemiche, non è noto (un fenomeno planetario, per forza di cose, ha una “ragione fondamentale” unica. Evita di decadere, ogni volta, nella auto separazione indiretta... senza alcuna consapevolezza di quello che “ti fai” sull’onda AntiSistemica “qua, così”)
essi bruciarono nell'incendio della Biblioteca di Alessandria (non importa se è successo veramente. Importa che, significativamente, sia successo qualcosa che ha “cancellato tali informazioni”)
la famosa Tavola di smeraldo del dio Ermes Trismegistus… secondo antiche traduzioni arabe, sarebbe alla base della pratica alchemica (l’alchimia è la conoscenza della caratteristica “simmetrica” frattale espansa)
il complesso dettato alchemico trova le sue origini nella cultura filosofica dei Greci (tali “origini” sono, per cui, già corrotte nella/dalla chimica temporale, dato che i Greci s’inamidano di/in una sostanza/sapienza già tendente all’evanescenza “qua, così” parziale, di parte, annacquata, auto disinnescata, etc.).
L'alchimia è una filosofia esoterica, che alcuni studiosi fanno risalire addirittura alla civiltà egizia.
Si tratta di una specie di chimica, ma pure di fisica, astrologia e medicina, anche se la famosa ricerca della pietra filosofale l’applicò molto alla metallurgia (la trasformazione dei metalli in oro).
Alcuni studiosi ritengono l’alchimia, soprattutto, il precursore della chimica moderna, nata nel XVII secolo, con l’applicazione del metodo galileiano alla ricerca scientifica.
La ricerca alchemica, essendo una filosofia, anche se pratica, mirava all’ottenimento di obiettivi enormi, come conquistare l'onniscienza; creare una medicina universale per curare tutte le malattie; estrarre un elisir che prolungasse la vita all’infinito e la trasmutazione delle sostanze, in particolare, i metalli in oro.
Alla sommità di tutte le ricerche quella della pietra filosofale.
In realtà, tutte queste ricerche erano probabilmente più metaforiche che reali. Questo perché l’applicazione ad una simile “professione” doveva ottenere il raggiungimento di uno stato filosofico e metafisico della conoscenza.
L’alchimista segue un percorso immateriale che lo liberi interiormente, cioè uno sviluppo spirituale.
Ad esempio il rapporto con i metalli, da un lato il piombo e dall’altro l’oro, sono da considerarsi categorie simboliche dell’essere.
L’alchimia, scienza esoterica, ha sempre goduto di un aura di mistero. Nel medioevo, infatti, non poteva che essere un’attività occulta, per non scontrarsi con i canoni della Chiesa
L’alchimista medievale era un uomo “dotto”, un po’ defilato, che aveva conoscenze di molte tematiche, sia chimiche, che spirituali ed astrologiche, magia ed esoterismo. L’alchimista era considerato un serio studioso.
Tra le eminenti personalità che si interessarono all’alchimia, spicca Isaac Newton, il grande scopritore della forza di gravità. Mantenne sempre il riserbo sulle sue ricerche in tale campo, ma non pubblicò mai né testi filosofici né alchemici.
Tali studi vennero pubblicati solo nel 1936 dall'economista John Maynard Keynes, entrato in possesso dei manoscritti originali di Newton…
Link 
“Ricalcola…”:
Keynes (la sua "incisione" ti ricorda frattalmente come la "moderna" finanza speculativa e l'economia globale sono, nella sostanza, alchimia)
una filosofia… pratica (esattamente come è la condotta “formulare”)
mirava all’ottenimento di obiettivi enormi (esattamente come è la consapevolezza “formulare”)
in realtà, tutte queste ricerche erano probabilmente più metaforiche che reali (metaforiche, nel senso del “è sopravvissuto al decorso chimico del tempo”. Reali, nel senso di applicazione potenziale nel “qua” anche se “così”)
l’alchimista era considerato un serio studioso (proprio come oggi, una “enciclopedia” mette alla berlina ogni “serio studioso” non riconosciuto, che agisce Oltre Ogni Orizzonte)…
Una delle regole fondamentali dell'alchimia:
riconoscere la verità prima che si cristallizzi nella forma e, naturalmente, riproporre la forma come dissoluzione…
Link 
riconoscere la verità prima che si cristallizzi nella forma (intuirla, saperla, avendola già vissuta, ricordandola già nella propria memoria, secondo la propria esperienza)
e, naturalmente (di conseguenza)
riproporre la forma come dissoluzione (quando “immagini, senti, vedi”… qualcosa in te, e lo condividi/comunichi socialmente, quest3 si dissolve nel “qua, così”, che attacca la tua verità così come la ruggine si crea dal corpo ferroso stesso, ad opera delle reazioni chimiche con l’aria che respiri e che ti caratterizza convenzionalmente).
Se “senti/vedi/percepisci/intuisci (sai) già, dentro a/di/in te”… e intendi condividere con l’ambiente esterno, “questo ti… ‘attaccherà’” proprio come se fosse “rabbioso”: 
per questo motivo, in “natura”, esiste la malattia della rabbia (è riflesso della caratteristica frattale espansa “ad immagine e somiglianza ‘qua così’”. Fatti due risate. Sì. Perlomeno migliorano il tuo umore)...
Questa è la frattalità espansa = questo è il “significato (quintessenza, ragione fondamentale)” di quello che continua a succedere “qua, così”. 
Questo è ciò che regolarmente (si potrebbe dire “coerentemente”) continui ad ignorare.
Nella perfezione AntiSistemica, nell’incanto, nella “ruggine radioattiva dominante (la sua evidenza by memoria frattale espansa)”…
Ci sono “schemi fissi” che si ripetono usualmente e caratteristicamente. Uno di questi è:
la scienza deviata (che serve nel/al “qua, così”) isola un certo ambito e progressivamente lo sfrutta ad hoc, secondo interessi che appaiono a tutt3 e che, nella sostanza, celano il significato di ciò che succede.
Lo schema fisso è quello che hai potuto osservare, ad esempio, in Apollo 13 (il film). 
Quando, in seguito ad un problema di aumento dell’anidride carbonica a bordo della navetta spaziale, gli esperti – a terra – vennero rinchiusi in una stanza, con solo il materiale presente a bordo dell’astronave, con lo scopo di risolvere il problema (ponendosi nelle stesse condizioni).
Il protocollo ottenuto fu trasmesso all’equipaggio, che imitando quanto già successo a terra, risolse il problema locale.
Questo schema fisso rappresenta, codifica e simbolizza, ad esempio, la storia globale dello sviluppo degli armamenti, dello sviluppo del motore per veicoli, dello sviluppo della scienza (deviata) stessa, dello sviluppo dell’energia elettrica (e non solo), etc.
Ossia, monopoli che si creano nel momento in cui la “compartimentazione (divide et impera)” ottiene il massimo dell’efficacia:
auto illudere convenzionalmente, la Massa, nel credere che…
Così, lo “sviluppo” del tal contesto, nel tal ambito, anche se della durata di anni, lustri, decenni, secoli, millenni, etc. non cambia il dato di fatto che:
non si tratta di un autentico sviluppo “espanso”, che porta alla manifestazione del massimo di giustizia universale (ad angolo giro)
bensì
si tratta di uno sviluppo “relativo”, che porta “parte del potenziale” alla manifestazione del massimo dell’interesse privato (giustizia di parte).
Lo sviluppo del motore a scoppio, dopo oltre cento anni di investimenti e miliardi di mezzi circolanti sulle strade, è uno sviluppo mirato e non di certo, un autentico sviluppo della potenzialità “motore”
Un dato di fatto. Sì. 
Perché, significativamente, c’è uno schema fisso che si auto ripete “qua, così”: 
messa a punto e sfruttamento. 
Ossia, la “firma” di una compresenza che intende auto mantenere per sé il massimo del “profitto (dove per profitto si deve intendere, qualcosa che progressivamente, gerarchicamente, si affina sempre più in controllo, potere, proprietà privata, ‘divinità’, etc.)”. 
Se ipotizzi una scala scenografica e rappresentativa della situazione, puoi immaginarla come... “verso il basso” il profitto/interesse diventi “denaro” e come “verso l’alto”, invece diventi “controllo”
Il denaro, quindi, “appare (diventa necessario)” nella direzione della solidificazione del controllo, allorquando “in leva, non localmente, ubiquamente, wireless…” le singolarità – nella Massa – e la Massa stessa, devono essere chiamate a concorrere ad un simile ordito, in quanto servo meccanismi auto orientabili, alias, nella convenzione e nel tempo chimico, resi incapaci di accorgersi di quanto continua a succedere. 
Il denaro è materiale e, come tale, in un mondo analogo ha il potere di auto convincere le persone a… 
Ma, dal momento che è assodato – anche e di più – di essere “una invenzione di parte a nome collettivo”, è persino logico che, ad un certo punto, da qualche parte, il denaro provenga da una idea, una intenzione, un interesse, etc. 
Da qualcun3 che ha tutto l’interesse a far sì che esista il concetto “denaro” tra le persone.
Ergo, il denaro ha il significato di equivalere ad una coercizione, una violenza fisica armata che, ad esempio, una persona può “dedicare” ad un’altra, ma (ma) con tutto il vantaggio di non succedere, più, direttamente.
Anzi, con una serie di vantaggi indubitabili, quali, il fatto di:
essere legale poiché legalizzato
essere un miraggio comune poiché pubblicizzato
essere il collante di una vita intera poiché senza più alternativa sostanziale manifesta.
La tradizione, la storia, il luogo comune, ciò che “è già successo”, etc. hanno portato l’umanità a fare riferimento esclusivamente alla “benzina” denaro, al fine di poter – o meno – auto realizzare tutti i propri sogni “qua, così”.
Un’immane sorta di miraggio pubblico collettivo
Un incanto. Un brutto incubo. 
L’effetto allucinatorio dell’assunzione di sostanze psicoattive? Di più:
l’auto convincimento millenario “qua, così”.
Una situazione “a schema fisso” che non è mai cambiat3.
Lo “sviluppo” di qualcun3, a scapito ditutt3
Uno sviluppo sostanziale (status quo) “ombra”, inimmaginabile o, più semplicemente, dimenticato causalmente e vissuto come se non fosse nemmeno accaduto. 
Qualcosa che si sorregge su uno “sviluppo di parte” del potenziale umano che, isolato in sé e tra sé e sé, dipende dalla classe “esperta”, costituita su un linguaggio elitario (scientifico) inarrivabile ed in grado di selezionare nuovo “personale”, attraverso il filtro scolastico/universitario, capace di promettere un destino migliore all’individuo stesso, scambiato allucinatoriamente per quello dell’umanità
Un vero e proprio abbaglio interiore. 
Qualcosa che mette da parte tutto, pur di continuare a… persino, per un’ampia porzione della “propria” vita, in “buona fede”.
Coloro che hanno concorso alla costruzione della bomba atomica, lo hanno fatto perché volevano la pace, la fine della guerra e, perché no… il proprio successo di converso a quello del “proprio” Paese
Un processo costituito da “fasi” che, quando la spontaneità è venuta meno, allora, è rimasto (è emerso) il disincanto “nei confronti di quello che era già stato ormai realizzato”.
Qualcosa che ha, poi, portato – in alcuni “casi (isolati)” – alla crisi d’identità personale ed allo sfarfallio di ogni convinzione.
Qualcosa che Feynman, ad esempio, supera – nel tempo – illudendosi che…
Mentre lavorava alla sua tesi di dottorato, a Feynman fu chiesto di far parte del progetto di sviluppo della bomba atomica.
Si trattava di una cosa totalmente diversa. Significava che dovevo interrompere le mie ricerche cioè lo scopo della mia vita, e sottrargli del tempo per fare quello che sentivo di dover fare per proteggere la civiltà – se me lo consentite – ok?
Questo era il mio dilemma.
La mia prima reazione fu che non avevo intenzione di interrompere le mie ricerche per questo strano lavoro.
C’era anche il problema, ovviamente, di ogni questione morale riguardante la guerra. Non volevo avere nulla a che farci, ma mi spaventai quando mi resi conto di quale arma sarebbe stata – me ne resi conto – e poiché era possibile che per quanto ne sapevo non c’era nulla che indicasse che se noi eravamo in grado di costruirla allora gli altri non potevano, divenne molto importante essere cooperativi.
Nel 1943 Feynman si unì al gruppo di Oppenheimer a Los Alamos.
Rispetto alle questioni morali, ho qualcosa da dire a riguardo perchè i motivi originali per far parte del progetto (Manhattan) che avevo, e cioè che i tedeschi rappresentavano un pericolo mi spinsero a fare una serie di azioni orientate a far funzionare questo sistema prima a Princeton e poi a Los Alamos per cercare di far funzionare la bomba.
Ci furono molti tentativi di riprogettazione per creare una bomba peggiore e tutti lavoravano per molto tempo per cercare di farla funzionare.
Si trattava quindi di un progetto a cui lavoravamo molto duramente, cooperando tutti insieme.
Con progetti come quello, uno continua a lavorare cercando di portarlo a termine una volta deciso di farlo.
Ma ciò che ho fatto – immoralmente direi – è stato il non ricordare le motivazioni per le quali lo facevo. E quando le motivazioni cambiarono e cioè che i tedeschi erano stati sconfitti neanche un pensiero sfiorò la mia mente riguardo a quello che mi avrebbe fatto riconsiderare il perché continuavo a lavorare. Semplicemente non ci ho pensato, ok?
Il 6 agosto 1945 la bomba atomica fu fatta esplodere su Hiroshima.
L’unica reazione che ricordo, forse ero accecato dalla mia personale reazione, fu di grande euforia ed eccitazione.
Ci furono feste. La gente si ubriacava. Questo rappresentava un tremendo contrasto fra ciò che accadeva a Los Alamos e ciò che, allo stesso tempo, accadeva a Hiroshima.
Ero coinvolto in questa felice circostanza. Bevevo addirittura, e mi ubriacavo. Suonavo il bongo seduto sul baule, sul cofano di una jeep. Suonando il bongo con tutto l’eccitamento che c’era a Los Alamos mentre in quel momento… a Hiroshima la gente lottava e moriva.
Ebbi una reazione molto forte dopo la guerra, forse a causa della bomba, o forse a causa di altre ragioni psicologiche – avevo da poco perso mia moglie - ma ricordo di essere stato a New York con mia madre in un ristorante subito dopo (Hiroshima).
Pensando a New York sapevo quanto fosse potente la bomba di Hiroshima quanto grande fosse l’area che copriva e cose così.
E mi resi conto che dal luogo in cui eravamo – non so, la 59 esima strada – se ne fosse stata sganciata una sulla 34 esima, sarebbe arrivata fin qui e tutte queste persone e cose sarebbero state distrutte.
C’era ancora solo una bomba a disposizione, ma era facile continuare a costruirle. Quindi quegli edifici erano spacciati perché mi era già chiaro prima degli altri che erano più ottimisti che nelle relazioni internazionali e nel mondo in cui i politici si comportavano non era cambiato nulla. E poiché non cambiava nulla ero sicuro, quindi, che (la bomba) sarebbe stata usata molto presto.
Io… mi sentivo molto a disagio e pensavo sul serio che tutto ciò era da pazzi! Avrei visto la gente costruire un ponte e mi sarei detto “loro non capiscono” – lo credevo davvero – che non avrebbe avuto alcun senso costruire nulla perché comunque tutto sarebbe stato distrutto.
Ma loro non capivano. Avevo questa strana sensazione ogni qualvolta vedevo costruire qualsiasi cosa. Pensavo sempre a quanto fosse da pazzi cercare di costruire qualcosa.

Ero davvero caduto in depressione.
Dopo la guerra Feynman si unì ad Hans Bethe alla Cornell University. Rifiutò un’offerta di lavoro presso l’Institute for advanced study di Princeton.
Si aspettavano che fossi loro grato per il lavoro che mi avevano offerto (a Princeton), ma non lo ero. E quindi formulai un nuovo principio, cioè che non sono responsabile per ciò che altre persone si aspettano che io possa fare. Non devo comportarmi bene solo perché loro pensano che lo farò. E in qualche modo mi sentii più rilassato.
Mi dissi che non avevo fatto nulla di importante, e che non farò mai nulla di importante.
A me piaceva la fisica e la matematica – erano questi i miei giochi - quindi mi dissero di fare ciò che mi divertiva.
Così decisi di fare solo ciò che mi divertiva.
Quel pomeriggio, mentre pranzavo un bambino nella caffetteria lanciò in aria un piatto sul quale era impresso un medaglione blu – il simbolo della Cornell.
Mentre il piatto era in volo oscillava, e il simbolo blu girava in questo modo, poiché mi sembrava che la rotazione fosse più veloce dell’oscillazione mi chiesi quale relazione ci fosse fra le due cose. Per me era solo un gioco, nulla di così importante. Così iniziai a giocare con le equazioni del moto rotatorio e ho scoperto che per piccole oscillazioni la rotazione ha una velocità doppia rispetto alle oscillazioni.
Poi cercai di capire come ricavare direttamente quella relazione, senza usare equazioni complicate e lo feci per puro divertimento.
Andai da Hans Bethe e gli dissi: “ehi, voglio mostrarti qualcosa di carino” e glielo spiegai. Mi disse: “è molto carino e interessante, ma a che serve?”. “A nulla” – dissi – “l’ho fatto solo perché mi divertiva”.
Poi Bob Wilson – lo stesso Bob Wilson a capo del laboratorio nucleare – sembrava avermi capito, e lo stesso giorno o il successivo mi chiamò e mi disse che quando all’università si assume un professore la responsabilità di ciò che il professore fa è loro. È un loro rischio.
(Il professore) non deve preoccuparsi se non fa o conclude nulla. Loro si prendono il rischio di assumerlo. Mentre io dovrei fare solo ciò che voglio e che mi diverte.
Così, con quella doppia coincidenza mi sono potuto rilassare, e ne son venuto fuori da quel problema psicologico.
Mi rilassai e, come ho detto, iniziai a giocare con quelle rotazioni. Questo problema mi condusse a un problema analogo che riguardava la rotazione – lo spin – dell’elettrone secondo l’equazione di Dirac e questo mi riportò all’elettrodinamica quantistica che era il problema a cui stavo lavorando.
Io continuavo a giocarci con quello spirito rilassato.
A quel punto è stato come quando si stappa una bottiglia e tutto viene fuori all’improvviso e in poco tempo sviluppai quelle cose per le quali in seguito vinsi il Premio Nobel.
Feynman fu insignito del Premio Nobel per i suoi lavori sull’elettrodinamica quantistica.
Ciò che ho essenzialmente fatto e che fu anche fatto in modo indipendente da altre due persone, da Tomanaga in Giappone e da Schwinger, fu di capire in che modo analizzare, come controllare, analizzare e discutere la teoria quantistica originale, la teoria quantistica dell’elettricità e del magnetismo sviluppata nel 1928.
Come interpretarla per evitare gli infiniti, in modo da poter fare dei calcoli su ciò che potevamo misurare e che alla fine si rivelarono in esatto accordo con gli esperimenti fatti sino ad allora.
Così l’elettrodinamica quantistica divenne una teoria in perfetto accordo con gli esperimenti, laddove era applicabile cioè senza considerare le forze nucleari…
Il piacere di scoprire - Intervista a Richard Feynman
Questo video è “scomparso” dal Web, nella versione sottotitolata in italiano. Eppure, esiste ancora, dal momento in cui questo Spazio (Potenziale) Solidolo ha memorizzato.
In cosa consiste l’operato dell’incanto AntiSistemico?
Nel contare sullo stato temporale (chimico) nel quale versi “qua, così”. Predispost3, incline ad… “andare avanti”, dimenticando nella sostanza il “è già successo”.
ciò che ho fatto – immoralmente direi – è stato il non ricordare le motivazioni per le quali lo facevo
semplicemente non ci ho pensato, ok?
mi era già chiaro prima degli altri che erano più ottimisti che nelle relazioni internazionali e nel mondo in cui i politici si comportavano non era cambiato nulla
poiché non cambiava nulla ero sicuro, quindi, che (la bomba) sarebbe stata usata molto presto
pensavo sempre a quanto fosse da pazzi cercare di costruire qualcosa. Ero davvero caduto in depressione
formulai un nuovo principio, cioè che non sono responsabile per ciò che altre persone si aspettano che io possa fare
non devo comportarmi bene solo perché loro pensano che lo farò
in qualche modo mi sentii più rilassato
mi dissi che non avevo fatto nulla di importante, e che non farò mai nulla di importante. A me piaceva la fisica e la matematica – erano questi i miei giochi - quindi mi dissero di fare ciò che mi divertiva
così decisi di fare solo ciò che mi divertiva
così, con quella doppia coincidenza mi sono potuto rilassare, e ne son venuto fuori da quel problema psicologico. Mi rilassai e, come ho detto, iniziai a giocare con quelle rotazioni
come interpretarla per evitare gli infiniti, in modo da poter fare dei calcoli su ciò che potevamo misurare (ecco la "fine" che ha fatto anche l'alchimia)
così l’elettrodinamica quantistica divenne una teoria in perfetto accordo con gli esperimenti, laddove era applicabile






Come “sgusci via” dalla depressione (che è uno stato esatto, auto denunciante una verità assoluta)?
Cadendo preda delle altrui – inconsce - “pretese”.
Accettando, per “asfissia (per divertimento)”.
Agendo secondo altra “inclinazione”, persino per noia e/o sopravvivenza. “Andando avanti”…
Pensa a chi fu bruciato pubblicamente, per difendere il proprio “convincimento”.
E… pensa a chi non ha avuto un tale “fegato (valore universale)”. 
Che cosa avrebbe potuto “fare” Feynman? 
Immolarsi per qualcosa che nemmeno immaginava? 
I suoi erano sensi di colpa. 
Una denuncia esatta che non è una malattia; qualcosa che aveva compreso di avere partecipato a… anche senza volerlo fare… e che in qualche modo era “già successo” e che, ora, non poteva più modificare.
Una sorta di cortocircuito, insomma.
Uno stato dal quale “logica” intende che se ne riesca.
E così auto avviene, “lavandosi le manima rimanendo la “maledizione, il segno”, che si paga in termini di corrosione “qua, così”.
Certo, perché degli umani non si butta via niente.
E “l’eccezione conferma sempre la regola… 'qua così'”.
“Fai… della regola, allora, l’eccezione. Inverti la fase e trattala come tratti l’eccezione ‘qua, così’. Confermando la regola che, nel frattempo, non è più né l’eccezione né la regola pregressa”.
      
Davide Nebuloni
SacroProfanoSacro (SPS) 2017
Bollettino numero 2128

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