mercoledì 4 luglio 2018

...delusi da Ho'oponopono?


Una persona mi ha scritto terrorizzata per e-mail. L'argomento della mail è più o meno questo:
"mi hanno detto che Self Identity Trough Ho'oponopono e Huna non sono metodi Hawaiani, secondo te devo continuare a praticarli?".
L'ego trova sempre milioni di ingegnosi modi per sabotare qualunque tentativo di destabilizzarlo e per evitare che uno faccia un lavoro costante e continuativo. Uno di questi lavori è senz'altro l'ho'oponopono insegnato da Hew Len. Ma a qualcuno non è bastato questo insegnamento semplice eppure estremamente profondo. A qualcuno è venuto in mente di andare a cercare le fonti (cosa che, lo confesso, ho fatto anche io). A qualcuno è sembrato logico che se Self Identity Trough Ho'oponopono non ha davvero radici nella 'vera' spiritualità hawaiana, allora non è un lavoro degno di fiducia e non è affatto intelligente continuare a praticarlo nonostante la sua efficacia, perchè Self Identity Trough Ho'oponopono non è hawaiano.

E' successo prima con Huna e con Max Freedom Long. Qualche hawaiano si è risentito che la sua cultura primigenia si fosse mescolata con insegnamenti americani e avesse dato origine a false informazioni sulla storia e la spiritualità hawaiana. Si sono aperti siti, si sono fatte crociate su alcuni forum, si è detto che Huna non è hawaiano e quindi è interamente da rigettare. E' successo con la versione di Huna insegnata da Serge Kahili King, che nonostante funzioni a meraviglia viene tacciata di essere una bufala colossale (perchè sapete, Serge non è davvero Hawaiano ma è stato adottato).

Ora lo si fa con Self Identity Trough Ho'oponopono. Qualcuno ha scoperto che il metodo di Mornah Simeona non è l'originale Ho'oponopono che si faceva tra famiglie un tempo e che ha molto di diverso anche se il concetto di base, il fatto che le cose vengano messe a posto, è più o meno lo stesso.

Mornah è stata contaminata da altri insegnanti, tradizioni, magari dei libri o ha semplicemente tirato giù da qualche parte principi e tecniche che non erano originariamente nel metodo. Qualcuno ha fatto interviste a qualche 'vero' kahuna hawaiano, che non si disdegna di affermare, quanto quella 'roba' non sia proprio 'roba' hawaiana (that stuff is not Hawaian), ma che sia del tutto contaminata. E io mi ripeto costantemente che questo è proprio ego in azione.

Qualcuno difende la 'causa' della spiritualità Hawaiana, straziata, venduta, vilipesa e ogni causa che si difende riguarda sempre l'ego e il suo bisogno di mettere a posto, rettificare, sistemare, classificare e separare. E non importa a mio avviso che questo qualcuno sia Hawaiano o meno, perchè ogni causa che sposiamo e difendiamo è sempre dell'ego qualunque ne sia la natura.

Ogni errore che percepiamo è sempre proiezione subconscia. Questa costante ricerca del puro, del sacro, della tradizione, dell'insegamento originario, della non contaminazione, è ego che ci convince che esiste una spiritualità pura, tradizionale, sacra e una contaminata.

E invece di cercare i punti di contatto tra questo e quell'altro insegnamento, invece di tendere all'integrazione (visto che in teoria diciamo di essere tutti uno) invece di cercare il fiume sotterraneo della spiritualità originaria ecco che cosa facciamo: separiamo, categorizziamo, ci mettiamo a combattere cause come quest'ultima della spiritualità hawaiana originaria, di cui pochissimi sanno poco e quei pochissimi sembrano più arrabbiati che altro.

E invece di cercare di provare un insegnamento applicandolo e vedendo se funziona rimaniamo lì sulla soglia di nuovi mondi a cercare di capire se possiamo fidarci o no, se è hawaiano oppure no... questo è a conti fatti una cosa perfettamente inutile secondo me, più o meno come cercare di capire se il tizio che ha dettato il Corso in Miracoli alla Schucman sia davvero Gesù di Nazareth. E' una totale perdita di tempo. 

Alla mia amica dell'email consiglierei di applicare semplicemente quello che studia, farne una pratica e vedere se funziona. Prima di decidere se un qualcosa funziona o no mi baserei su due dati: la consistenza e continuità della mia pratica e il senso interiore di risonanza con quella pratica. Se qualcosa mi risuona, mi convince profondamente, se la mia anima si sveglia con un profondo 'si', e se riesco a farlo per un tempo sufficientemente lungo e con sufficiente costanza allora posso decidere che quella disciplina\tecnica\insegnamento funzionano e vanno bene per me.

Lascerei agli idealisti e a coloro che vogliono sempre sentirsi nel 'giusto' tutte le altre cause e i tentativi di definire se qualcosa sia genuino oppure no. L'importante è che funzioni, e tutto il resto è separazione perpetrata dall'ego e dai suoi meccanismi malati.


Andrea Panatta

fonte: http://quantum73.blogspot.com/2013/06/

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