mercoledì 25 luglio 2018

Parole per liberare l'anima

(Immagine presa dal web)

"In principio era il verbo, e il verbo era presso Dio e il verbo era Dio". (Gv., 1-1)
 
Ogni giorno, non appena usciamo di casa, cominciano le nostre interazioni col mondo esterno e i nostri simili. Il mezzo di comunicazione più efficace a nostra disposizione sono stati, da sempre, i gesti. In un secondo tempo furono create le parole per inserirle nel contesto di un discorso e per poter dare una denominazione ad eventi, cose e persone.
 
Dal giorno in cui la parola fu creata sorsero i diversi tipi di linguaggio che si diffusero nelle diverse parti del mondo. Dal momento stesso in cui nacque e si diffuse il linguaggio, le persone cominciarono ad usarlo e a capirsi meglio ma, anche, crearono determinate parole al solo scopo di fare del male agli altri o, in generale, per offenderli.
 
La parola ha un potere magico ed ipnotico. Ogni parola racchiude al suo interno una potente energia. Bisognerebbe fare attenzione al corretto utilizzo delle parole nella Vita di tutti i giorni. Dire qualcosa di buono o cattivo ad una persona è come piantare un seme che, prima o poi, darà il suo albero coi frutti.
 
Ma molti non fanno caso a ciò che dicono, ciò sia a causa della profonda inconsapevolezza in cui versa gran parte del genere umano, sia pure perché molte persone utilizzano le parole che hanno dentro e che, spesso, risultano essere offensive in quanto sfogo sugli altri delle frustrazioni che tengono dentro i loro pensieri ossessivi.
 
 
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Detto in altre parole molte persone, invece di lavorare su di sè per smaltire la "spazzatura emotivo-conflittuale" che alberga al loro interno, preferiscono la via più facile, quanto inutile, che prevede la ricerca e il linciaggio del colpevole delle loro frustrazioni al loro esterno. Questo modo di utilizzare le parole da adito a continui litigi in uffici, palestre e, in generale, in tutti i luoghi in cui questi cadaveri inconsapevoli posano piede e cominciano ad usare le parole come armi da difesa/offesa.
 
Ho incontrato spesso persone del genere. Non sai mai quando e se ciò avverrà. Quando capita d'incontrare persone del genere si hanno due possibilità: o dar loro potere e lasciarsi ferire dalle parole velenose che pronunciano, oppure porsi in uno stato di ascolto interiore e di non-reazione.
 
 
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Nel primo caso, ovviamente, si scenderà al livello vibratorio di questi zombie emozionali e si farà il loro gioco fatto di azione-reazione TOTALMENTE AUTOMATICO e senza possibilità di scelta se non quella di litigare in un botta e risposta che durerà finché l'ego non sarà stufo.
 
Nel secondo caso, invece, le cose si metteranno in un modo molto, molto diverso. Partendo dal fatto che la persona di fronte a noi, che ci sta coprendo d'insulti più o meno pesanti, CE LA SIAMO ATTIRATA NOI PER GUARIRE UN NOSTRO CONFLITTO/PROBLEMA E LIBERARE FINALMENTE LA NOSTRA ANIMA DALL'INFLUENZA NEGATIVA E SABOTANTE DELLA MENTE, l'incontro con questi zombie inconsapevoli, può costituire uno spunto per guarire ciò che loro rispecchiano di noi.
 
(Immagine presa dal web)
 
Ovviamente bisogna essere TOTALMENTE PRESENTI e, al contempo, non dare potere alle parole che l'altro ci lancerà contro, ciò a prescindere dalla pesantezza degli insulti. Attraverso la PRESENZA TOTALE si potrà osservare l'affiorare dell'emozione reattiva in noi mentre l'altro continua a sproloquiare al nostro indirizzo, senza peraltro reagire. Premetto che questo è un compito difficile, bisogna possedere un certo equilibrio ed avere effettuato un eccellente lavoro di auto-conoscenza ed auto-ascolto prima di poter raggiungere questo stato di non-reazione.
 
I vantaggi saranno molti. Primo fra tutti non si litigherà con nessuno, utilizzando il linguaggio come forma di comprensione e di guarigione invece di credere di avere una pistola in mano. Ricordiamo sempre che SIAMO NOI A DARE POTERE ALLE PAROLE DEGLI ALTRI. Si da il potere alle parole degli altri quando si crede a ciò che dicono e non si cerca di riflettere se noi siamo, in realtà, come ci descrive attraverso quegli epiteti poco affettuosi, chi ci sta ricoprendo d'insulti.
 
(Immagine presa dal web)
 
Se si riesce ad essere abbastanza presenti da poter capire che le parole a noi rivolte, in realtà, non sono arrivate per caso e servono solo a liberare la nostra anima dalle interferenze mentali allo scopo di acquisire una visione più nitida della Vita, proprio in quel momento potrà avvenire la guarigione dal sogno di materia e il ricongiungimento col Divino che è sempre stato in noi seppur dormiente in chi  (la maggior parte degli esseri umani) è quasi o del tutto inconsapevole di sè.
 
Da oggi, impariamo a non dare peso a ciò che gli altri dicono di noi. Spesso ciò è solo una forma di giudizio e il giudizio, come sappiamo, deriva da una forma di esternazione da sè. Questa forma di esternazione da sè porta a credere alle persone che la colpa è sempre e solo degli altri e li porta, per ciò stesso, ad inveire, criticare, giudicare e screditare tutto e tutti. E' normale prendersela con il mondo quando non si ha la consapevolezza (coraggio) di dover lavorare su di sè.
 
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Prendersela col mondo ed inveendo contro di esso, non farà altro che aumentare le energie negative, il malcontento e la rabbia. Il risultato? Nulla! La soluzione a tutti i problemi esterni si trova e parte SEMPRE E SOLO dal nostro interno, dall'assumersi il 100% della responsabilità per gli accadimenti esterni a noi come risultato delle nostre proiezioni interne delle quali siamo ancora inconsapevoli. Solo osservando ciò che abbiamo al nostro interno potremo, finalmente, modificare in meglio il mondo che ci circonda e le relazioni con i nostri simili.
 
Il cambiamento parte dal singolo. Quando ci vedono cambiati le persone che ci conoscono, pur non chiedendo nulla, saranno portate a cambiare esse stesse di conseguenza, ciò specie se risulterà essere evidente dai lineamenti rilassati del nostro viso, dalla nostra calma equilibrata, dalla nostra voce pacata e, soprattutto, dalle parole di pace e amore che riusciremo ad inserire nei diversi contesti di dialogo che andremo ad intrattenere nei diversi momenti della giornata.
 
 
Vincenzo Bilotta
 
 

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