martedì 4 giugno 2013

Come i carcerati di Stanford: una questione di software ?


Come immaginate voi l'Inferno ?

Università di Stanford, Agosto 1971: lo psicologo Philip Zimbardo recluta con un annuncio su un giornale e seleziona 24 studenti "sani, intelligenti, benestanti ed appartenenti alla classe media, psicologicamente normali e senza nessun precedente violento" a prendere parte a uno studio psicologico sulle dinamiche interpersonali insorgenti nell' ambito della vita in carcere.

L’esperimento, che avrebbe dovuto durare due settimane e coinvolgere i soggetti in una simulazione di vita carceraria condotta in un contesto comunque scientifico e strettamente monitorato, viene interrotto dopo soli cinque giorni perchè sfuggito al controllo.



Non solo infatti una metà degli studenti si era trasformata in un branco di spietati aguzzini mentre l'altra metà mostrava evidenti segni di traumi psichici, depressione, ed apatico adattamento a restrizioni ed abusi subiti, ma lo stesso Zimbardo, come lui stesso scrive, perde completamente la necessaria obiettività di supervisore finendo per immedesimarsi e lasciarsi troppo coinvolgere nella repressione di una possibile fuga: non solo le "cavie" quindi, ma anche lo stesso sperimentatore finiscono per perdere completamente il senso del limite tra realtà e finzione, e sarà il provvidenziale intervento di amici e visitatori esterni a far ravvedere e rinsavire Zimbardo che quindi sospenderà l' esperimento. 

(Vedi tutti i dettagli su: http://www.prisonexp.org/italian/indexi.htm)

Prego osservare nella loro splendida nudità le seguenti dinamiche: La finzione che dapprima si trasforma in inconscio collettivo ( in quanto convenzione intimamente accettata e condivisa da tutti, e quindi introiettata come "vera, unica e indiscutibile" anche grazie all'azione concomitante delle tecniche di depersonificazione adottate nel corso dell'esperimento stesso), e successivamente si tramuta in realtà. In soli 5 giorni!

E se non ci fosse stato nessun provvidenziale intervento esterno? 
 

Se quell'esperimento fosse stato condotto, che ne so, sulla Luna senza contatti diretti con la Terra?
 

Ora, non ci interessa qui sottolineare la trasformazione sadica delle "guardie", già ampiamente riportata dai media a giustificare la facilità con cui carcerieri e militari si lasciano andare a torture ed altri soprusi sui prigionieri di guerra, quanto l'evoluzione di tipo passivo - masochista dei "carcerati". Cosa che ci riguarda oggi tutti molto da vicino, e che i media hanno molto interesse a sottolineare. Cosa che forse ci porta a comprendere perchè la Grecia giunga a tali livelli di sopportazione senza che nulla accada.

Carcerati che finiscono dunque anch'essi per perdere tragicamente qualsiasi contatto mentale con la loro identità di "normali studenti", qualsiasi consapevolezza della finzione e dell'artificiosità della situazione, fino ad approdare alla unanime convinzione che: "da questa situazione è impossibile uscire". 


Carcerati il cui comportamento, attraverso vari stadi, sfocierà in soli 5 giorni o nella crisi isterica, o nell'accettazione passiva e senza più ribellione della loro nuova condizione, nella completa introiezione del loro stato di prigionieri.   


E a questo stadio ogni ulteriore vessazione subita, anzichè spingerli come sarebbe logico supporre verso una possibile organizzazione e rivolta, non farà che rafforzare in loro questa convinzione: non sono più gli individui Tizio e Caio, ma i prigionieri numero x e y!


E mentre le guardie pur sfociando nel sadismo hanno sviluppato un forte senso di unità e appartenenza al "branco", e sono psicologicamente appagate da ciò al punto da dispiacersi che l'esperimento venga interrotto, i prigionieri sono confusi, sospettosi l'uno dell'altro, isolati nella loro spersonificata apatia, e pronti a vendersi, o far la spia per un piccolo privilegio. E non c'è più in essi nessun senso di identità nè singola nè collettiva, nessun senso di gruppo: pensa che pacchia, conoscere questi insospettabili sviluppi, per un eventuale potere forte ...


La Stanford mediatica

Ma se l'idea di avere una popolazione di folli forse non aggrada nemmeno ad un potere assoluto, se non altro per l'ovvia impossibilità di potersene servire in alcun modo, pensa che bello se tutti si trasformassero invece in apatici e disgregati sudditi nelle mani di pochi detentori del potere e delle redini globali!
 

Tutto il quid dell'esperimento di Stanford, ciò che ha reso possibile arrivare alle conseguenze sopra riportate, si basa sulla deidentificazione, sulla perdità dell'identità psicologica delle cavie.

Ora, se riuscissimo ad arrivare a ciò non nel modo traumatico e distonico utilizzato durante l'esperimento, ma in modo più lento e progressivo, inizialmente piacevole e sintonico che poi solo molto gradualmente si inasprisce, potremmo anche avere dei sudditi adattati, degli schiavi rincoglioniti e tutto sommato contenti, e che comunque mai e poi mai penseranno di ribellarsi.

- Oplà, e come si potrebbe fare?

- Per esempio, facendo in modo che la sensazione di prigionia sia inizialmente impercettibile, e pressochè nulla: rendendo invisibili sia i muri del carcere sia ogni possibile sospetto sull'esistenza di controllori ad un superiore livello.    

E facendo credere ai babb ... hem, popolo, di essere i soli giocatori del gioco. Tanto per cominciare, invece che portarli in prigione, potremmo portare la prigione nelle loro comode abitazioni.

- La Televisione!

- Meglio dire "attraverso" la Tv, i giornali, i computer, i media insomma: in modo giocoso e piacevole.
Creare in modo soft quell'inconscio collettivo che essi poi realizzeranno, proprio come nell'esperimento di Stanford. Finendo per crederci in pieno, e per ritenerla l'unica realtà possibile.

- Oh piano, non parlare difficile. Spiegati meglio.

- In parole povere si tratterebbe insomma di raccontare delle gran balle, di creare dal niente un "gioco" con regolette dettate da noi.
 

Loro ci crederanno fino in fondo, e noi, che abbiamo fatto le regole, ne trarremo i benefici. Il gioco principale si chiamerà "Economia", e sarà condotto con le regole della Moneta e del Debito Pubblico. E loro correranno, vedrai come correranno dietro questo gioco !  Alcuni si divertiranno anche molto, altri meno, ma nessuno sospetterà, mai e poi mai, che si tratterà solo di una realtà virtuale.
 

Poi si potrebbe fare il gioco "Guerra", così quando qualcuno perde nel gioco Economia e si arrabbia potrà azzannarsi coi compagni di cella, e non si sogneranno neanche di pensare a noi.

- Sembra fantascienza ... sembra un film che ho visto una volta, si chiamava "Ammatrix!"

- "Matrix", 'gnurant!

- Ah sì, Matrix ... ma come convincerli a giocare al gioco che avremo inventato per loro?

- Questo è l'aspetto più semplice: "deidentificando e spersonalizzando"
In parole semplici, basta sostituire quello in cui credono loro con quello in cui crediamo noi. Per questo ci sono altri due giochi: uno si avvale di tecniche sofisticate ed avveniristiche, e servirà per agire sulle menti: si chiama "Informazione e Intrattenimento".
L' altro agisce a livello più viscerale, e si chiama "Politica".

- Un gioco nel gioco?

- Esattamente, come le bambole cinesi. Giocando a "Politica" e "Informazione e Intrattenimento" non solo faranno esattamente quello che vogliamo noi, ma ci crederanno tanto, e si immedesimeranno tanto, che saranno pronti a deridere chiunque tenterà di aprirgli gli occhi!

- Il tutto mentre intanto si svolge il grande gioco di "Economia" ...!

- Bravo, stai cominciando a capire, vedi che non è poi così difficile ...

- E mentre al piano di sopra noi monitoriamo, controlliamo e guidiamo il tutto!

- E vi appropriate di tutte le risorse e capacità produttive del Pianeta.


Ma torniamo a noi, ad un livello meno esilarante del nostro discorso, e a quello che in questo momento ci riguarda più da vicino, perchè ne va della nostra stessa esistenza come prigionieri o uomini liberi, e forse della nostra esistenza tout-court: vi siete mai chiesti perchè ci possono togliere e precarizzare il lavoro, togliere dignità, diritti ed ogni passata conquista sociale; perchè ci possono abbassare i salari, tassare in modo iniquo, far morire di legge 30, di troppo o troppo poco lavoro; perchè possono fregarsene di leggi e giustizia, perpetrare stragi di stato, osannare la guerra, inquinarci il cibo e l'acqua, ucciderci di troppa o troppo poca "sanità", depredarci in nome del debito pubblico, ucciderci in nome della democrazia, coprirci di rifiuti, di cemento, e di tutte le loro diavolerie chimiche; perchè riescono a frammentare i popoli, a farli odiare l'un l'altro, a farci guardare al prossimo solo in veste di "concorrente" o di "consumatore"...  senza che riusciamo più neanche a reagire?

Il motivo è esattamente quello visto in apertura, quello che successe ai prigionieri dell'esperimento: siamo caduti nella "Sindrome di Stanford", abbiamo completamente sostituito la nostra identità con la realtà fittizia creata per noi, e proprio come nell'esperimento non capiamo di essere immersi in una pseudo-realtà.
 

Come nell'esperimento abbiamo maturato la ferrea convinzione che questa sia la sola ed unica realtà sempre appartenuta al genere umano, che sia ineluttabile, e che per quanto spiacevole "non esista alternativa".

Sveglia, guarda che tu non sei il Consumatore N° xyz, non sei il Conto corrente N° xyz, non sei l' allocco munito di tessera elettorale N° xyz, tu sei "Caio Sempronio", ti ricordi?  E sei entrato in questo incubo solo qualche decennio fa.


E adesso ne hai abbastanza, è ora di uscire, dai, andiamo fuori di qui ...
 

Altrimenti l' "esperimento", andando avanti ad oltranza, sarà l'unico vero vincitore, senza che nessuno, nemmeno ai piani alti, riesca più a giovarsene, a trarne vantaggio, nè tantomeno a controllarlo e fermarlo: non solo le cavie, ma lo stesso Zimbardo, i controllori stessi, completamente e bilateralmente impazziti nel loro folle scambio di realtà, guideranno nello spazio un pianeta di folli, finchè non sarà la Natura stessa a tutelarsi, ponendo fine a questa follia e all'esperimento "uomo".



Eleonora, perchè l'esperimento si trasformerà in un inferno per tutti?
Perchè lo stesso Zimbardo finisce col lasciarsi travolgere dalla sua creazione?
Chi ha scritto oggi le regole del gioco, chi ha scritto i "Trattati"?  
Sono forse i Dieci Comandamenti impressi nella pietra da Dio in persona, che l'Uomo non può infrangere ma solo rispettare?
 

Veniamo ai carcerati: perchè non basterà andare a dire loro di "recuperare uno stile di vita più naturale"?
COSA non riescono esattamente ancora a vedere i carcerati?
Perchè sono così ciechi ? Qual'è l'errore che continuano a ripetere?
Cosa gli manca ancora per riuscire a "vedere oltre"?

fonte: http://mon-dart.blogspot.it/2013/06/come-i-carcerati-di-stanford-una.html  

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Bene, ci siamo. Possiamo farli uscire.
Non solo: possiamo sconfiggere il Drago e liberare la Principessa.
Vi ho chiamati a tavola rotonda attorno a questo post per fare il punto della situazione. Uscire da Babylon è possibile, ed è il primo passo verso la costruzione di un diverso Castello.
E qui chiedo per ora la vostra fiducia ad ascoltare il piano che sto per esporvi.
Per prima cosa dobbiamo dotarci della sola arma che può spezzare l'incantesimo, e con la quale poter liberare i nostri compagni prigionieri del Mago Zimbardo, nel castello di Stanford.


Non possono liberarsi da soli, perchè completamente immersi nella chimera, completamente schiavi dell'incantesimo del Mago. Noi oggi possiamo farlo, perchè riusciamo a vedere le cose in modo diverso e più ampio, dall'alto di una nostra diversa angolazione, da una visuale più disincantata e panoramica.
Ma noi al tempo stesso "siamo" loro, siamo immersi in un analogo incantesimo, dove possiamo muoverci appena un po' meglio dei nostri compagni rimasti in cella: DOBBIAMO quindi riuscire a liberarli, è un' esigenza imperativa, perchè da soli non potremmo comunque farcela contro il Drago.
 
Ma uniti sì: Mondart ha la chiave che apre la porta della prigione dove il Drago tiene rinchiusa la splendida Principessa, sciupata dai lunghi anni di prigionia. Ma la userà solo quando sarà sicuro che saremo in grado di costruire uno splendido e luminoso maniero, non un altro antro oscuro uguale a quello che andremo ad abbattere.

"Mondart, basta con le favole per piacere, e basta con le tue fregnacce, qui si tratta di problemi seri", sento qualcuno obiettare.
E allora perchè costui non è ancora stato in grado di uscire dalla prigione col suo serioso approccio accademico, intellettuale, professorale ai problemi ? O peggio ancora con un illusorio approccio violento e rivoluzionario ?
Perchè i carcerati di Stanford non escono ? Cosa manca ancora a loro ? DOVE sbagliano ? PERCHE' continuano a sbagliare, e lo faranno per l' eternità ?


Ecco che ora mi serve la vostra fiducia. Non la fede cieca di cui non so cosa farmene, ma la disponibilità ad ascoltare con mente aperta e buon cuore quanto ho da dirvi, a rifletterci su e poi trovare insieme la miglior strategia operativa. Mi serviranno alcuni post, ma ho maturato LA CERTEZZA che possiamo farli uscire, e insieme potremmo uscire dall'incantesimo ancor maggiore in cui il Drago ci tiene tutti. E liberare la Principessa, che ora diciamolo non ha certo un bell'aspetto, e non è certo in grande salute. Ora è come Biancaneve, sprofondata nel suo sonno mortale, in attesa di un Principe che la riporti in vita, e all'originaria bellezza.

Una questione di software

Come abbiamo visto i carcerati di Stanford sono semplicemente vittime di un problema di software, di un pensiero erroneo, di una visione distorta, di un incantesimo che solo un "pensiero diverso" potrà sciogliere.

Cosa infatti impedisce loro di salire al piano di sopra e dire: "Caro il mio Zimbardo, qui si eccede, qui si stravolge ogni accordo, ogni impegno precedentemente e comunemente assunto. Dimmi dove devo firmare, che io esco" ?

Se analizziamo l'approccio mentale dei prigionieri vediamo che gli errori sono molteplici: non solo credono ciecamente nella realtà di una situazione artefatta, non solo sono fermi ad un approccio di superficie, e ad usare maldestramente la loro vera arma, il pensiero ... Ma si rifiutano di analizzare più a fondo il loro personalissimo incubo incatenante, se vogliamo dirla meglio.
Non sono infatti prigionieri di un puro incubo ? Di quell'immaginario che loro stessi trasformano in realtà ?

Quindi il primo punto verso la salvezza sarà per loro SCENDERE più in profondo nell'analisi. Essi la affrontano ancora erroneamente, e solo nella sua parte più superficiale e "manifesta", senza voler prendere in considerazione che le chiavi dell'incubo stanno appunto nella parte profonda e latente, quella che si mostra al sognatore con il suo aspetto più inquietante, orrido, ambiguo.

( E come ho sempre detto ad alcuni cavalieri qui riuniti, è proprio dove il film, il sogno, la fiaba diventa incomprensibile, strana, ambigua e paurosa che si celano i meccanismi e le chiavi interpretative. La parte orrifica e spaventosa, l' aspetto inquietante va quindi "accolto e sciolto", va "capito". Non supidamente attaccato con la forza, non rifuggito, ma penetrato e scilto con l' unica arma che lo può fare ).

Perchè così facendo si rimane intrappolati nella realtà da cui si ambisce uscire: come i carcerati che chiedono l'aiuto dell' Avvocato, che altro non è che l' ennesimo attore, l'ennesima maschera introdotta nella situazione fittizia. Come Pinocchio, preferiscono fidarsi del Gatto e la Volpe, il che non porterà che a rafforzare ulteriormente proprio quella struttura dolorosa da cui vogliono fuggire.
 
Imitandoli faremmo un po' come il mio gatto a cui "qualcun altro" pone un elmetto in testa, Eleonora. Ma abbiamo già visto dove conducono queste rivoluzioni, Micky, abbiamo già visto come finiscono sempre per reiterare lo schema che vorrebbero abbattere.
Non solo; ma non sono profondamente stupidi i carcerati di Stanford a prendere di combattere un sogno, una chimera, una prigione mentale con la forza fisica ? Ad illudersi di sfondare con una testa d' ariete concreta quella che è solo una proiezione mentale, senza capire che stanno semplicemente dormendo e sono ancora immersi nel sogno ? 

Ora notate come non sto più parlando solo di "fiabe", ma di cose ben attuali e concrete, e di un metodo di indagine che deve diventare il nostro differente approccio applicativo. I carcerati di Stanford non fanno che ripetere ossessivamente lo stesso schema mentale, incapaci di superarlo e trascenderlo. Sono fermi a quello che abbiamo precedentemente indicato come il primo livello strutturale, del pensiero, e non lo affrontano neanche tanto bene: Avvocato, Prete e Rivolta sono le soluzioni fittizie che ne traggono, sbagliando anche le più elementari analisi, cadendo in quegli già indicati come i classici ERRORI da evitare: pensiero fideistico, affidamento all' "esperto", impulso di fuga, e impulso di distruzione di quel che non si capisce.
 
Stanno seguendo ancora le sirene del "pensiero mainstream" che la prigione l'ha creata, e proprio quelle già indicate come le più pericolose e nefaste: il pensiero dogmatico-fideistico, l'acquisizione passiva dell'opinione accademica altri, e il facile condizionamento della propaganda, che va ad innestarsi MALEFICAMENTE sulle pulsioni più genuine di libertà e fuga da una situazione innaturale, trasformandole in quell'imperativo "separa e uccidi" che abbiamo visto essere appunto la tecnica regina del potere.
 
Essi ragionano come il potere. Così non ne usciranno mai. Così non ne USCIREMO mai.

Quindi val forse la la pena tornare a rileggersi i post dove questi meccanismi sono già stati trattati: "Quanti peli aveva Porsenna", "Pubblicità e Propaganda", "Come funziona uno spot pubblicitario", "Mondart è un pesce", "Carissimo Pinocchio" ( qualcuno lo devo ancora rieditare, chiedo pazienza ma ho dovuto rifar tutto ) e rivedere lo schemino che già avevamo esposto sulla necessaria pulitura del pensiero, per fare e capire il punto della situazione attuale dei carcerati ed individuare la direzione del suo eventuale superamento.

1) Livello esplicito, manifesto e razionale, io culturale:

E' il primo livello, quello "visibile", costituito dal pensiero culturale accademico, da istruzione e informazione, dall'immaginario collettivo più fortemente polarizzato ed esplicitato, ecc ).
A questo livello possiamo facilmente agire sul pensiero ripulendolo dalle fate morgane visibili, quelle ben individuabili senza troppo sforzo nel loro aspetto malefico: sono i Mangiafuoco ed il Pescecane di Pinocchio per capirci, che esplicitano e dichiarano abbastanza chiaramente il loro intento di dominio e sopraffazione, di incarcerazione e non certo di libertà.

A questo livello i fili del controllo sono ben riconoscibili anche da Pinocchio, che a questo punto è ancora una "marionetta coi fili".
 
Un primo approccio razionalmente ripulito sarà quasi sempre sufficiente a far fronte alle varie fate morgane che si presentano a questo livello, a capire velocemente quale sia il loro reale intento, e liberarsi dei fili visibili: è il caso del dogma ( logica fideistica ), del pensiero pseudo-scientifico ( logica induttiva, falso sillogismo, sofismo ), della propaganda fortemente esplicita.

( I nostri prigionieri del Mago Zimbardo inciampano ancora nelle difficoltà presenti al primo livello, imbroccandone anzi TUTTI i possibili errori, a tal punto che non vedono nemmeno i fili: come fanno ad uscire, se nessuno li aiuta ? )

Le armi per liberarsi dei fili a questo livello, una volta capito che non possiamo conoscere tutto lo scibile umano nè tantomeno avere la pretesa di poter davvero analizzare la credibilità di una fonte, sono più semplicemente quelle della pratica del dubbio ( non dar mai niente per scontato, accettare ogni ipotesi ) e dell'individuazione della logica intrinseca allo sviluppo del discorso: se sarà di tipo di tipo deduttivo la riterremo generalmente valida, se sarà di tipo induttivo ci indicherà che siamo in presenza di un dogma, di un sofismo o di una pseudo-scienza.
 
In pratica, questo livello si risolve con il formarsi di una metodica razionale e scientifica che non escludendo nulla dal suo campo d' indagine tende ad estrarre dal sistema osservato le leggi intrinseche.

Riassumendo, possiamo sintetizzare la ripulitura operabile a tale livello con:

Apertura mentale + approccio conoscitivo di tipo deduttivo.

Alla costruzione dell'io culturale contribuiscono in genere, nel bene e nel male,  le figure istituzionali: scuola, genitori, istitutori in genere.
Sono il mastro Geppetto e il grillo parlante di Pinocchio.
Con l'opportuna pulitura Pinocchio può arrivare quindi ad eliminare buona parte dei condizionamenti razionali e culturali, ma resta ancora un corpo legnoso, un burattino manovrabile in molti altri modi: la ripulitura va spinta oltre, e dovrà occuparsi anche dei condizionamenti ancestrali e più prettamente emozionali. 

2) Preconscio ( o livello soglia )

E' il livello della maschera, di chi si presenta mascherando, in genere da intendimento opposto, le sue reali intenzioni. Sono il Gatto e la Volpe di Pinocchio per esempio, che mascherano di filantropia il loro intento truffaldino. Pinocchio non sa capire la loro reale intenzione, e ne resta vittima. Al superamento di tale livello non bastano più le guide precedenti, ma dovrà intervenire la Fata Turchina ( cuore, anima ) a salvare Pinocchio dalla morte che lo aspetta una volta impiccato allo stesso albero dell'inganno.

E' lo stesso albero cui resta attaccato anche lo Zimbardo di Stanford: e a nulla serve tutto il suo "sapere scientifico". E' il livello cui sono attaccati i "guardiani del sistema" consapevoli o meno, che vanno trasformati non con la loro mera "esclusione" ( fuga, uccisione ), ma "capendo e reindirizzandone le forze e il fine". Sono il Lucignolo, l'Hal 9000, il Jack e il suo doppio Grady, il Drago delle fiabe, il servo incaricato di uccidere Biancaneve.  Sono i punti più inquietanti di una narrazione, di un film, di un sogno, di un incubo che si concretizza.

Sono lo stesso Mago Zimbardo e le guardie di Stanford. Creatori, guardiani e prigionieri del loro stesso incantesimo.
 
E anche a Stanford sarà l'intervento di una saggia ed empatica figura femminile esterna, una dottoressa recatasi a trovarlo, a far rinsavire Zimbardo.
Notiamo che non l' ha eliminato, non l' ha semplicemente contestato opponendosi dialetticamente: lo ha ricondotto alla ragione attraverso un più saggio, utile e proficuo riorientamento emozionale. Il cuore della donna ha fatto subentrare il cuore dell' uomo, ha portato al reintegro di quella "bontà intrinseca" a guidare nuovamente una perduta ragione.
La donna gli fa ritrovare la sua anima, in una parola. La dottoressa per Zimbardo, la Wendy di Peter Pan, la Fata Turchina di Pinocchio.
 
Anche qui, il nostro Zimbardo nulla potrebbe da solo, in quando completamente preda del suo stesso meccanismo, se non ci fosse l' intervento esterno di un "cuore", di un assunto femminile di empatia, amore, grazia a favorirne il rinsavimento. Questa guida animica perfeziona e completa la precedente guida razionale come la Fata Turchina perfeziona e completa il grillo parlante. Insieme i due assunti favoriscono la trasformazione di Pinocchio da burattino ormai senza fili, ma ancora di legno, in un "quasi bambino".

( Come vedremo nei prossimi post, manca ancora un fondamentale passaggio per renderlo in tutto e per tutto umano: la capacità di scelta indipendente, la capacità di orientarsi autonomamente e senza guida, la  volontà di scegliere il bene anche nelle situazioni più intricate, complesse, difficili. Operare scelte adattive alla vita, e non alla morte. Le uniche che alla fine "pagano" davvero ).

L' ulteriore pulitura stavolta "emozionale" del pensiero porta dunque a questo punto:

Mente + Cuore = Anima   

Io = Te  >>  Empatia, tolleranza, amore 

Ad un piano più profondo, le guide sono le figure ermafrodite di Tiresia, o di Virgilio per Dante: la discesa agli inferi della psiche necessita di una guida che deve essere in qualche modo "veggente". Deve riuscire a vedere con l'occhio del cuore e dell'anima, oltre che con quello della mente. Sono i due occhi di Horus, se vogliamo; i due sessi di Tiresia, il Virgilio che accompagna Dante: in ogni caso un assunto FEMMINILE che si aggiunge ed integra il precedente metodo di approccio tipicamente MASCHILE.
 
I nostri carcerati vorrebbero infine "ribellarsi violentemente" in base ad una visione con un occhio solo; per tutta risposta il nostro Zimbardo vuole "reprimere violentemente" in base ad una pura contrapposizione analogamente maschile: ed entrambi porterebbero all'autodistruzione, all'annientamento del sistema. Lo stesso annientamento che oggi si prospetta su un ben più vasto piano mondiale, su una prigione di Stanford divenuta ormai globale.

La visione del perturbante

Due parole ancora sul manifestarsi dell'orrifico, dell'immagine ambivalente, ambigua, destabilizzante, paurosa: come visto parlando del sogno, come visto parlando dei film, come visto parlando delle fiabe, e nella stessa realtà "autorafforzantesi" di Stanford, è proprio in quei punti che si nasconde la chiave interpretativa del tutto, che si nasconde una verità che per qualche motivo ci rifiutiamo di vedere, fuggendola o negandola in vario modo.

Ma ecco che fuggire davanti al Drago, o farlo semplicemente a pezzi, sarà una tattica comunque perdente, in quanto non ci consente di CAPIRE realmente il problema in ogni suo aspetto ( che sia un film, un sogno, o la fantasia che si tramuta in realtà ) e ci costringe a ripetere continuamente, a reiterare sempre la stessa situazione, lo stesso ciclo a "bassa consapevolezza". Scacciando il Drago non ne usciremo mai, perchè custodisce le chiavi per penetrare nella comprensione delle vere dinamiche sottostanti, quelle che presiedono al pensiero emozionale.

E attenzione: perchè se ci spaventa o inquieta un semplice film, figuratevi quando queste immagini irrompono senza freni nella realtà, come nella follia o nei tanti aspetti apparentemente illogici e perversi oggi alla ribalta di cronaca.
 
O come avviene anche nel più banale sogno, dove il disorientamento davanti a tali immagini a forte ed ambivalente caratterizzazione sarà totale e reale, tendendo a far semplicemente fuggire dalla sua visione provocando per esempio il brusco risveglio da un incubo.
Dinanzi al quale dobbiamo invece a maggior ragione soffermarci per comprenderlo. E guardarlo con entrambi gli occhi: sia quelli della mente che quelli del cuore. In fondo mi sta parlando di me.
 
Per questo occorre ancora una volta una guida: perchè da soli tenderemmo a fuggire. Per questo nemmeno Zimbardo da solo può farcela a controllare la situazione: perchè si spaventa, e tende a reagire impulsivamente di conseguenza, continuando a confondere sogno con realtà. Continuando ad escludere un più ragionato intervento di fronte alla reazione più primitiva ed istintuale.

La strega nel sogno o nella fiaba condensa sempre significati e figure plurime che ci vogliono comunicare qualcosa; le inquietanti gemelline di Shining in fondo intendono mettere in guardia, avvisare Danny del pericolo; la figura orrifica e doppia nasconde sempre una mescolanza di importanti messaggi da cogliere ed interpretare: ma pur sempre di roba mia si tratta, non di altri, e questo è il primo fondamentale messaggio che va colto.
 
La figura orrifica è il mio specchio, è la materializzazione iconica di un conflitto, di una energia che non sa ancora che via prendere, di due aspetti antitetici ancora irrisolti, ma entrambi appartenenti alla mia personalità, che premono per affiorare alla coscienza, per trovare finalmente una ricomposizione adattiva del sottostante conflitto affettivo-emozionale.

Insomma queste figure sono l'icona di un bivio davanti al quale ci troviamo: ci stanno dicendo che SIAMO NOI STESSI quella figura, che riunisce entrambe le direzioni e sviluppi possibili: quello di fuggire e continuare a girare in tondo al vero problema, o quello di "affrontarla con mente e cuore" ( non con la spada ! ), di capirla e smontarla nei suoi vari aspetti, che saranno sempre meno terrifici e più abbordabili. E soprattutto ci permetterà di capire dove vogliamo davvero andare, scegliere la direzione senza più condizionamenti oscuri, ed abbandonare definitivamente la vecchia paurosa carcassa, riunendo od abbandonando la figura ambigua.

( In una sorta di "moviola all' indietro" guidata da tale lucidità, la strega della stanza 217 di shining può ora diventare per esempio la splendida fanciulla che abbraccia un nuovo Jack, un jack diversamente orientato che ha trovato la sua principessa, la sua parte empatica, la sua vera anima. Un Jack che ora sarà libero di scegliere, ora potrà davvero costruire, e non più solo distruggere ).      

 Questo il nostro primo compito, quello di far capire ai prigionieri, ma anche alle guardie e allo stesso Zimbardo quanto sia UNILATERALMENTE DISTRUTTIVO questo loro tipo di approccio. Far loro prendere coscienza che sono ancora gli stessi uomini uguali che erano quando hanno accettato di entrare nel gioco. E che insistere a restare nel gioco, a continuare a giocare secondo le sue regole, non potrà che portare alla distruzione loro e dell'intero sistema. Non alla distruzione di un inesistente "nemico", ma alla diabolica ripetizione delle sempre uguali dinamiche.

Bene, non abbiamo finito, ma il post si allunga e Mondart è stanco: direi di aggiornarci. E adesso, visto anche che è domenica, vado ad abbracciare e parlare con la mia compagna, che tra l'altro si chiama Grazia.
 
E invito tutti a fare altrettanto ( con la tua Michy, non con la mia parbleu ).

E vado a dirle che è possibile uscire da Stanford, e che dipenderà solo da noi. Non da "loro": non certo da Zimbardo, non dai prigionieri ciechi, non da un intervento forzoso esterno: da NOI, se sapremo essere gli "Architetti del nuovo immaginario".
 

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