venerdì 21 marzo 2014

CASA TRADIZIONALE GIAPPONESE

Nel Giappone moderno vi sono migliaia di case di cemento, e nelle città a causa dell’alta densità di popolazione e scarsità di terreni edificabili i giapponesi abitano in piccolissimi appartamenti all’interno di alti e moderni edifici. Ma nelle periferie delle città e nelle zone rurali è ancora possibile trovare le tradizionali case fatte di legno, paglia e carta, dalle quali sono sempre stata affascinata perchè semplici e minimali.


La tradizionale casa giapponese viene chiamata minka. Essa si differenzia per forma e metodo costruttivo fra il nōka, la casa di campagna, e il machiya, la casa di città.


nōka
machiya
Tuttavia i materiali di base sono gli stessi:  il legno, la paglia, il bambù e la carta. Il legno è usato per travi e pilastri strutturali, così come per pareti, soffitto e tetto; il bambù è usato per aggiungere integrità strutturale e per decorare la casa; la paglia è usata per coprire il tetto e per fabbricare il pavimento in tatami; infine la carta è usata per rivestire i shoji , le porte scorrevoli. Gli elementi per costruire una casa tradizionale sono quasi tutti naturali, riciclabili e rispettosi  dell’ambiente.
 
La casa tradizionale giapponese si divide sostanzialmente in due spazi: il genkan, ovvero l’ingresso, che introduce alla casa, e lo spazio abitabile. Il genkan è l’ingresso dell’abitazione giapponese, solitamente il pavimento è in pietra, ed è più basso di un gradino rispetto al resto della casa. Nel genkan bisogna togliersi le scarpe e riporle o in un armadietto o lasciarle ordinatamente sotto il gradino, perché all’interno dell’abitazione si usa camminare o in pantofole o scalzi per non portare lo sporco della strada all’interno. Tutti i giapponesi hanno nel loro genkan delle pantofole da fare indossare agli ospiti.
 
genkan
Lo spazio abitabile è costituito da pavimenti in legno e in tatami, le classiche stuoie di paglia intrecciata e pressata con i bordi orlati con un cordoncino di cotone o di lino. I tatami sono composti da diversi rettangoli, sono usati anche come unità di misura delle stanze, solitamente si trovano nelle camere da letto e in soggiorno, mentre la cucina e il corridoio hanno pavimenti in legno. Nelle camere con i tatami si entra a piedi scalzi (con le calze o senza), lasciando le pantofole nel corridoio.
 
tatami
Le pareti delle abitazioni tradizionali, sia interne sia esterne, chiamate shoji, sono delle porte scorrevoli fatte di carta di riso e da un’intelaiatura in legno, che diffondono una luce morbida e naturale. Tutte le pareti interne sono mobili, tranne dove ci sono gli armadi a muro, e tutte le pareti esterne sono scorrevoli e rimovibili, tranne nelle zone chiuse per i servizi.
 
shoji interne
Le pareti esterne nella bella stagione vengono aperte per far areare e ventilare i locali e per godere della vista del giardino entrando così in stretto contatto con la natura, entrando in piena armonia ed equilibrio con essa.
 
shoji esterne
Queste pareti sono protette da un tetto molto sporgente, sotto il quale si trova un engawa, una sorta di veranda, che può servire come corridoio esterno o come comunicazione fra gli spazi interni ed esterni. In estate l'engawa diventa una parte del giardino, in inverno può essere chiuso fino a costituire un'estensione dello spazio interno.
 
engawa
Nelle abitazioni tradizionali giapponesi non esistono mobili d’arredamento. In camera da letto tutto si tiene negli armadi a muro, detti  oshiire , compreso il futon, ovvero il letto, costituito da un materassino e da una trapunta.  La sera quando si deve dormire si estrae il futon dall’armadio a muro, e si mette sul tatami, al mattino, dopo aver lasciato il futon un po’ al sole, lo si ripone nell’armadio per preparare lo spazio alla vita del giorno, ai pasti, al lavoro, all’intrattenimento...
 
futon
Di giorno il posto del futon viene preso da un piccolo e basso tavolino, chiamato zataku, e da dei cuscini sui quali sedersi sul tatami, chiamati zabuton.
 
zataku e zabuton
In soggiorno vi è una credenza, chiamata chadansu, che contiene gli utensili utili per mangiare. In inverno viene usato un tavolo riscaldato, detto kotatsu, a cui viene applicata una coperta sui lati con cui riscaldare le gambe durante i pasti. Al di sopra viene applicata una tavola di legno per essere utilizzato come un vero e proprio tavolo.
 
kotatsu
In casa non può mancare l’irori, il focolare della casa, ricavato da una cavità nel pavimento, che ospita il fuoco per il bollitore e che serve a riscaldare l’ambiente.
 
irori
Le abitazioni giapponesi  tradizionali hanno un tokonoma, una nicchia destinata ad ospitare una composizione floreale, un'opera d'arte in stile Zen o un rotolo di calligrafia,inoltre hanno un altare domestico, buddhista o scintoista, dove poter pregare e ringraziare nel privato e un’area, solitamente collocata nei giardini, esclusivamente dedicata alla cerimonia del tè.
 
tokonoma
Ciò che mi affascina di queste tradizionali abitazioni sono la semplicità, il minimalismo, le linee pulite, la mancanza di disordine, il rapporto speciale che si instaura con la natura, tutto è pensato per il benessere dell’anima e non per l’attenzione al materialismo.
 
“La nostra casa”
già in queste parole,
 freschezza
 
waga yado to
iu bakari de mo
suzushisa yo

Haiku di Kobayashi Issa (1763-1828)






Nessun commento:

Posta un commento