giovedì 13 marzo 2014

Crimea, una spina nel fianco dell’Europa

Crimea, una spina nel fianco dell’Europa

Inarrestabile come lo tsunami, l’opinione pubblica dei paesi occidentali continua ad accusare la Russia. Giornalisti, esperti, esponenti politici – tutti gridano “al ladro”, cioe’ all’”aggressore” che sta “calpestando” l’indipendenza dell’Ucraina.
 
Sono ben pochi i giornalisti che vedono un parallelo (tra l’altro, chiaramente visibile) tra Kosovo e Crimea. Eppure, alla fine sara’ la vita a mettere i puntini sulle “i”. Domenica prossima iniziera’ il referendum nel Veneto. Circa il 65% dei veneti e’ favorevole all’indipendenza della regione. D’altra parte anche i semplici cittadini cominciano a sospettare di essere diventati vittima del cinismo dei politici.

Gli esperti constatano che i semplici europei non sono affatto aggressivi come l’élite politica. Tuttavia sarebbe ingenuo sperare nel buon senso dell’Occidente, dice Boris Shmelyov del Centro di politica estera della Russia presso l’Istituto di economia dell’Accademia delle scienze. Lo scopo finale dell’avventura ucraina e’ quello di espellere la Russia dalla regione del mar Nero assicurando che la Crimea resti parte dell’Ucraina. E’ per questo motivo che al popolo di Crimea viene negato il diritto all’autodeterminazione.
La crisi ucraina ha dimostrato che l’Occidente vede la Russia come un suo avversario geopolitico nei confronti del quale occorre svolgere una politica di deterrenza. La Russia forte e sicura di se non serve all’Europa. L’Occidente capisce bene che l’unione politico-militare ed economica tra Mosca e Kiev porterebbe a un serio rafforzamento delle posizioni della Russia. Ecco perche’ i paesi occidentli stanno cercando di prevenire lo sviluppo dei rapporti politico-militari e delle relazioni economiche tra Russia e Ucraina.
D’altra parte, la situazione creatasi in Ucraina dopo l’avvento al potere delle forze ultranazionalistiche, quando nel paese imperversano l’anarchia e il banditismo, non piace neanche all’Unione Europea. Secondo il direttore del Centro di studi europei dell’Istituto IMEMO dell’Accademia delle scienze, Aleksej Kuznetsov, Bruxelles non pensava che la situazione sarebbe arrivata a tal punto.
Inizialmente si voleva soltanto ampliare il mercato delle merci europee attraverso la firma dell’accordo di associazione con l’Ucraina. All’ultimo momento, pero’, Yanukovych si e’ rifiutato di firmare, anche perche’ ha dato ragione alla Russia che lo dissuadeva da questo passo. Allora l’UE ha deciso di eliminare Yanukovych. A questo punto il processo e’ diventato incontrollabile.
Ogni popolo ha il diritto di scegliere il governo che vuole avere. E’ la democrazia, e anche gli abitanti di Crimea hanno il diritto di esprimersi.

Intanto anche in Europa stanno crescendo le tendenze centrifughe. Dopo la Scozia e la Catalogna, anche il Veneto ha deciso di reclamare l’indipendenza.

Secondo Boris Shmelyov, l’Europa sta andando incontro a seri cambiamenti.
L’Europa sta vivendo un nuovo girone di autodeterminazione. Quello che vediamo in Italia, Spagna, Belgio, Gran Bretagna, significa che il concetto dello Stato nazionale, che da alcuni secoli restava alla base dell’ordinamento europeo, comincia a vacillare. Si sta profilando un’Europa delle regioni. Cioe’, esiste una cornice comune in forma di Unione Europea o di un’altra alleanza politica o economica, ma all’interno di questa cornice comincia la disintegrazione e la riformattazione degli Stati... In questo contesto mi sembra strano accettare i referendum in Catalogna e Scozia, ma negare lo stesso diritto al popolo di Crimea. E’ quello che si chiama “doppio standard”.
La questione nazionale rischia di diventare ancora piu’ dolorosa, se Bruxelles continuera’ a ignorare il problema. Tuttavia, man mano che il processo andra’ avanti, cambieranno anche le opinioni in merito all’autodeterminazione della Crimea. Secondo alcuni esperti, l’Europa e’ alla soglia di una nuova configurazione del continente.

Ksenia Fokina 

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