Premessa
L'arsenico
è un elemento con caratteristiche chimiche e fisiche comprese tra
quelle dei metalli e dei non metalli. L'elemento ha avuto una lunga
storia nella vita dell'uomo ed è tuttora di considerevole interesse, sia
per i tossicologi che per i nutrizionisti per la nota tossicità di
alcuni suoi composti. In molti paesi esistono limiti di tolleranza di As
negli alimenti e nelle acque potabili; la FAO/OMS stabilisce una dose
massima consentita.
I
composti sulfurei dell'arsenico venivano utilizzati dagli Egizi come
pigmenti per la decorazione. Più tardi gli alchimisti pensavano che la
lega bianca formata dall'elemento insieme al rame fosse argento e
speravano di giungere in seguito per questa via all'oro. Per alcune
popolazioni orientali l’assunzione controllata di arsenicali inorganici a
dosi crescenti era pratica abbastanza comune perché l’arsenico era
ritenuto un potente tonico generale ed una sostanza con proprietà
cosmetiche. L’elemento è da sempre tradizionalmente associato ad
avvelenamenti criminosi o accidentali: l'assenza di odore e sapore ne ha
fatto un veleno da delitto perfetto. Napoleone Bonaparte, secondo
alcune recenti ricerche storiche, sarebbe stato avvelenato durante
l'esilio con piccole dosi di arsenico giornaliere disciolte nel cibo.
E'
stato anche ipotizzato che questo elemento venefico sia essenziale per
l’uomo in quanto a piccole dosi migliora l'azione di certi
neurotrasmettitori del SNC.
Negli
ultimi decenni l'arsenico ha assunto importanza come contaminante
ambientale, considerati i suoi svariati impieghi produttivi. Sebbene
questo elemento sia quasi universalmente distribuito e che l'assunzione
giornaliera, anche in assenza di inquinamento, possa arrivare a 0,5 mg
la sua presenza negli alimenti o nelle bevande suscita comunque timore.
L'arsenico
rappresenta un raro esempio di sostanza tossica la cui presenza
nell'atmosfera, nei suoli e nell'acqua va diminuendo, anche se
attualmente notevoli quantità dell'elemento si trovano nell’ambiente,
sia per i naturali processi di erosione che per le attività antropiche.
Proprietà chimiche, fisiche e biologiche dell'arsenico
L'arsenico appartiene al V gruppo della tavola periodica degli elementi. Il numero atomico è 33 e la densità di 5,72 g/cm3;
sublima a 613 °C e presenta un punto di fusione di 814 °C. La sua forma
cristallina è di colore grigio metallico lucente. Queste proprietà sono
alla base del tradizionale test di Marsh per l'arsenico 1.
All'aria
l'arsenico metallico si ossida lentamente ricoprendosi di uno strato di
colore bruno, ma a temperatura abbastanza elevata può venire incendiato
e brucia spandendo fumi bianchi dal caratteristico odore agliaceo.
Gli stati di ossidazione sono: -3, 0, +3 e +5.
I
più comuni composti inorganici sono l'ossido di arsenico trivalente
(As4O6, arsenico bianco) e l'ossido di arsenico pentavalente (As2O5). In
acqua gli ossidi danno gli acidi corrispondenti, acido arsenioso
(H3AsO3) e acido arsenico (H3AsO4). E' molto facile passare dall'acido
arsenioso a quello arsenico perché lo stato di ossidazione +5 è quello
termodinamicamente più stabile.
Dall'ossido
di arsenico trivalente si ottengono gli arseniti corrispondenti, come
l'arsenito di piombo, l'arsenito di rame e l'idruro arsenioso o arsina
(AsH3). L'arsina, che si forma in presenza di agenti riducenti, è molto
volatile e si decompone a 250 °C; queste proprietà sono sfruttate per
rivelare la presenza di arsenico in Spettrofotometria di Assorbimento
Atomico (AAS), previa riduzione e produzione di idruri.
Con
gli alogeni l'arsenico forma gli alogenuri, simili agli alogenuri del
fosforo e dello zolfo ed assai diversi dagli alogenuri metallici: sono
infatti liquidi o solidi a basso punto di fusione, facilmente volatili
e, a contatto con l'acqua, producono gli idracidi corrispondenti.
A caldo l'arsenico si combina con molti metalli formando composti binari, gli arseniuri.
L'elemento
forma anche composti organici di grande interesse. A partire
dall'arsina si formano RAsH2, RAsH e R3As. Per riduzione e metilazione
successiva dell'acido arsenico si può ottenere l'acido monometilarsonico
CH3AsO(OH)2 (MMAA), l'acido dimetilarsinico (CH3)2AsO(OH) (DMAA) ed infine la trimetilarsina (CH3)3As (TMA).
Le
specie fitoplanctoniche possono trasformare As(V) in MMAA o in DMAA e
liberare questi composti nell'acqua; questo spiega la loro presenza in
soluzione, soprattutto nella zona eufotica. Quello descritto è un
meccanismo di detossificazione in quanto As(V) presenta una certa
tossicità per il fitoplancton, mentre i composti organici hanno
tossicità minore.
E'
stato dimostrato che i batteri metanogeni possono sintetizzare la
dimetilarsina ma, nei sedimenti marini anossici, l'assenza di specie
metilate lascia pensare che la biometilazione da parte di questi batteri
non sia efficace. Questo comportamento rappresenta una importante
differenza tra As e Hg 2.
Tra le varie forme chimiche presenti nelle acque vi è l'arsenocolina ((CH3)3As+CH2CH2OH), ritrovata nei gamberetti e nelle dafnie. L'arsenobetaina ((CH3)3AsCH2CO2H)
è stata ritrovata dapprima nei crostacei e successivamente in molti
animali marini, dove rappresenta il composto organoarsenicale più
abbondante. Più recentemente nei molluschi bivalvi è stato isolato lo
ione tetrametilarsonio, che è il principale composto arsenicale dei
tessuti branchiali 3.
Nell'alga bruna Eklonia radiata sono stati identificati degli
arsenoribosidi. L'ossido di trimetilarsina, la trimetilarsina e alcuni
arsenozuccheri sono stati identificati come componenti minori della
frazione di arsenico totale in un numero limitato di organismi animali
marini 3.
Queste
osservazioni hanno portato all'ipotesi che i processi biochimici che
conducono a tali composti, implichino la presenza di arsenoetanolammina e
arsenocolina come prodotti di transizione essenziali mentre le
caratteristiche enzimatiche possono spiegare la predominanza degli
arsenozuccheri nelle macroalghe e dell'arsenobetaina negli organismi
marini di livello trofico superiore 4.
La
tossicità dell'arsenico e dei suoi composti è in relazione alle forme
chimiche dell'elemento: i composti inorganici sono i più tossici,
seguiti da quelli organici ed infine dal gas arsina 5.
Diffusione dell'arsenico nell'ambiente
L'arsenico
è abbondantemente presente nella crosta terrestre e nei suoli è
variamente distribuito (concentrazione media 1,8 mg/kg); è rilevabile in
molte acque ed in quasi tutti i tessuti animali e vegetali. Anche se la
sua diffusione sta diminuendo, una notevole quantità di arsenico (40000
t/anno), in varie forme chimiche ed in vari stati di ossidazione, può
trovarsi nell'ambiente sia per effetto dei processi di erosione che per
le attività produttive umane 6.
La
concentrazione di As nell'aria varia a seconda che si tratti di aree
incontaminate o di zone industrializzate: va da pochi ng/m3 a qualche
decina di ug/m3 6.
Nel
terreno i livelli dell’elemento, in assenza di contaminazioni agricole e
industriali, vanno normalmente da 1 a 40 mg/kg; l’impiego di fanghi di
depurazione può incrementarne considerevolmente i livelli. La
contaminazione del suolo può anche derivare da certi detergenti in cui è
presente l’elemento o dall'uso di concimi fosfatici che contengono
quantità apprezzabili di As.
Le acque marine contengono circa 0,3 µg/l di As.
Nel
terreno e nelle acque i composti dell'arsenico vanno incontro a processi
di ossidazione, riduzione, metilazione e demetilazione. Questi processi
nel terreno dipendono dalle specie microbiche presenti, dal potenziale
di ossidoriduzione e dalla presenza di ioni che competono per i siti di
legame. Si formano così composti alchilici volatili ed in questo modo si
ha una certa mobilizzazione dell’arsenico che viene trasferito
nell’aria.
L’assunzione
dell'elemento da parte dei vegetali terrestri dipende non soltanto
dalle concentrazioni nel terreno ma anche dalla specie botanica in
quanto alcune piante hanno la capacità di accumulare As nei loro tessuti 1.
Nell’ambiente
acquatico il processo di metilazione/demetilazione è influenzato dal
pH, dall'ossigenazione, dalla temperatura dell'acqua e dalla
composizione dei sedimenti; il risultato è la formazione di composti
metilati, di diverso potenziale tossico, che possono essere assunti e
quindi trovarsi nelle specie acquatiche. La flora e la fauna acquatiche
hanno la capacità di accumulare As ma soltanto in pochi casi si può
parlare di biomagnificazione.
L'inquinamento industriale può incrementare i livelli di arsenico nell'ambiente.
Negli
anni '70 un caso di contaminazione ambientale a Novaky in Slovacchia,
ad opera di una centrale termoelettrica a carbone, ha provocato un
considerevole incremento dei livelli di arsenico nell'acqua e nei
prodotti agricoli, con conseguenti casi di intossicazione negli abitanti
della zona 7. Il
carbone utilizzato conteneva livelli di As 200 volte superiori a quelli
del carbone americano, che mediamente contiene 5 mg/Kg; l'impianto
emetteva giornalmente dalle ciminiere fino a 1 t di As; l'acqua potabile
nella campagna circostanti aveva livelli di arsenico di 0,07 mg/l e
quella di superficie di 0,21 mg/l.
In
Gran Bretagna, nel territorio circostante una fornace di mattoni
alimentata da carbone, sono stati segnalati casi di avvelenamento
cronico negli animali domestici. Emissioni di arsenico da fonderie di
metalli sono state segnalate sia in USA che in Svezia, con il rilascio
atmosferico giornaliero in quest'ultimo caso di 10 t di As 6.
Nel
passato l'utilizzo agricolo di composti arsenicali ha portato in alcuni
casi, oltre che ad avvelenamento umano e degli animali, a contaminazione
ambientale. Questa è riscontrabile anche dopo molti anni perché
l'arsenico è un tossico persistente.
Produzione e utilizzi dell'arsenico
In
natura l'arsenico nativo si trova soltanto in piccole quantità
cristallizzato in concrezioni grigie. I minerali che lo contengono sono
il realgar (As4S4) di colore rosso rubino, l'orpimento (As2S3)
di colore giallo limone e l'arsenopirite, l'unico sfruttato
industrialmente. Più che in giacimenti autonomi l'arsenopirite si trova
dispersa nei minerali solforati di altri metalli, come la pirite. Dalla
lavorazione di questi minerali contenenti ferro, rame, piombo ed altri
metalli si ottiene, come sottoprodotto, l'ossido di arsenico trivalente.
Questo composto viene estratto dai gas di combustione raccolti dopo la
vaporizzazione durante la fusione degli altri metalli. La fuliggine
viene purificata fino ad ottenere una miscela al 97% di As4O6 ed al 3% di ossidi di altri elementi, tra cui il più importante è Sb2O3. La produzione mondiale di ossido di arsenico è di circa 60000 t/anno 1.
L’arsenico
metallico allo stato di estrema purezza trova applicazione soltanto in
elettronica per le sue proprietà semiconduttrici; viene utilizzato anche
come componente di leghe metalliche nelle quali, introdotto in piccole
quantità, ha la proprietà di conferire durezza e resistenza termica
(produzione di acciaio, ottone e piombo).
La
quantità maggiore di arsenico è stata utilizzata, sotto forma dei suoi
composti, nell'industria chimica con impieghi soprattutto nel campo
farmaceutico e in quello agricolo. Erbicidi, fungicidi, insetticidi,
conservanti del legno, rodenticidi e antiparassitari zootecnici
contenenti As erano molto utilizzati in passato, mentre oggi le
restrizioni per la tossicità dell'elemento ne hanno fortemente limitato o
bandito l'uso.
Tra i
composti arsenicali impiegati nelle produzioni agricole ricordiamo
l'arsenato di piombo, l'arsenato di rame, l'aceto-arsenato di rame,
l'arsenato di sodio e l'acido cacodilico. L'arsenito di piombo,
utilizzato estensivamente come insetticida del tabacco, ha portato ad
alte assunzioni dell'elemento da parte dei fumatori; i trattamenti con
arsenicali spray per prevenire infestazioni di insetti sui meli ha
portato alla contaminazione dei frutti; l'impiego di arsenicali
utilizzati per la terapia e la profilassi di alcune parassitosi degli
ovini ha causato accumulo e persino casi di avvelenamento umano nelle
aziende agricole 5. Un altro impiego dei composti dell'arsenico, tramite
l'incorporazione dell'acido arsanilico nei mangimi, è come promotore di
crescita per suini e avicoli.
L'arsenito
di rame era utilizzato in passato come pigmento per pitture (verde di
Scheele) ma poi è stato completamente abbandonato per la sua tossicità.
Il minerale orpimento contenente sesquisolfuro di arsenico (di colore
giallo) veniva usato in pittura ma poi è stato sostituito per la sua
tossicità; il composto, preparato artificialmente, trova impiego in
conceria per la depilazione delle pelli ed in pirotecnica per dare ai
fuochi d'artificio il colore azzurro.
L'elemento viene anche impiegato nella produzione di pigmenti per smalti e nella produzione di vetri.
L'arsenico
ed i suoi composti nel passato hanno avuto grande importanza in campo
medico come curativi. Fino a tempi recenti si poteva trovare in farmacia
il liquore arsenicale del Fowler, una preparazione contenente As
inorganico impiegata per il trattamento di malattie alla pelle e,
assunta per via interna, dotata di azione antianemica, anabolizzante e
ricostituente; un altro preparato di arsenico inorganico era il liquore
di Pearson. In una ricerca del 1965 su un grande gruppo di pazienti che
avevano utilizzato la soluzione di Fowler per molti anni è stata trovata
una proporzione significativamente alta di persone che avevano
sviluppato il cancro alla pelle 8. Il triossido di arsenico viene talvolta impiegato in odontoiatria per la necrotizzazione della polpa dentaria.
Composti
organici dell'arsenico (come il cacodilato di sodio ed il metilarsinato
di sodio) sono stati estensivamente impiegati per curare la sifilide e
la tripanosomiasi, ma l'interesse delle terapie arsenicali è
considerevolmente diminuito con l'avvento dei farmaci chemioantibiotici.
Gli arsenicali ciclici, sia trivalenti (per esempio fenilarsenossido e
salvarsan) che pentavalenti (per esempio atoxil, triparsamide e
stovarsolo), sono stati chemioterapici importanti. Alcune preparazioni
arsenicali, come alcuni amebocidi e filaricidi, vengono ancora
prescritte attualmente.
Ai
tempi di Marco Polo in Cina l'arsenico aveva un posto importante come
curativo di un tipo di malaria; alcune popolazioni orientali facevano
uso di ossido di arsenico trivalente, come tonico generale e composto
dalle proprietà cosmetiche. La medicina omeopatica veterinaria e umana
utilizzano tuttora questo composto; l'arsenico a piccole dosi è stato
anche recentemente impiegato per trattare alcuni malati di leucemia che
non rispondevano alle terapie.
L'attività
terapeutica degli arsenicali trivalenti deriva dal loro alto potere di
combinazione con i gruppi tiolici di alcuni componenti cellulari cui
sono particolarmente sensibili alcuni microrganismi, come le leptospire,
i tripanomsomi, i treponemi e, negli animali superiori, i tessuti
ricchi di proteine sulfidrilate (pelle, tubuli contorti renali e
fegato).
Nel
passato, e per molte centinaia di anni, è probabile che la larga
diffusione di preparati farmaceutici e altri prodotti contenenti As,
abbia fatto sì che l'elemento venisse utilizzato come uno dei più comuni
veleni per omicidi e suicidi.
L'assorbimento ed il metabolismo dell'arsenico
L'arsenico
inorganico, sia trivalente che pentavalente, viene facilmente assorbito
dagli alimenti nel tratto gastro-intestinale in quantità che dipendono
dalla forma chimica in cui l'elemento si presenta. L'arsenico assorbito
viene prontamente trasportato a tutti gli organi ed i tessuti come
complesso, probabilmente tramite ða-globuline. Dopo 24 ore le
concentrazioni negli organi generalmente iniziano a decrescere per
l'eliminazione di arsenico dall'organismo, che avviene principalmente
con le urine, mentre nella pelle si assiste ad un incremento dei livelli
per numerosi giorni. L'accumulo si può avere nella pelle, nelle unghie,
nei capelli ed in piccola quantità nelle ossa e nei muscoli.
I
composti di arsenico organico sono generalmente considerati assorbibili
in bassa misura dai mammiferi e vengono rapidamente eliminati con le
urine. La biometilazione quindi può essere considerata una
detossificazione perché i composti metilati dell'arsenico sono meno
tossici e più facilmente escreti. Il metabolismo degli organoarsenicali
all'interno dell'organismo umano non è ben conosciuto; sembra comunque
che vengano eliminati, in gran parte nelle 24 successive l'ingestione,
per via fecale ed urinaria senza subire alcuna trasformazione.
Considerando che i prodotti della pesca contengono As soprattutto in
forma organica, la determinazione della trimetilarsina (TMA) nelle urine
è stata proposta come indicatore della quantità dell'elemento derivante
dal consumo di prodotti ittici 9.
Le quantità di arsenico totale nel corpo sono tra 14 e 20 mg 1.
I
livelli di As nel sangue e nelle urine sono stati utilizzati per
misurare l'esposizione al tossico, mentre i capelli vengono impiegati
specialmente nelle indagini medico-legali. In alcuni casi è stato
possibile determinare il massimo cronologico di ingestione
dell’elemento; in casi di avvelenamento acuto sono stati trovati livelli
di As nei capelli da 5 a 700 mg/kg 10.
La tossicità dell'arsenico
L'arsenico può causare avvelenamento acuto o cronico.
Il
principale responsabile dell’avvelenamento acuto è il triossido di
arsenico, che ha una dose letale di 70-180 mg. I composti trivalenti, a
livello sistemico, provocano dilatazione dei capillari aumentando la
permeabilità di capillari ed arteriole; la dilatazione produce
cambiamenti del circolo e conseguenti alterazioni funzionali. Gli
arsenicali trivalenti si combinano con i gruppi -SH di proteine, enzimi,
coenzima A e glutatione ridotto. Alla luce del meccanismo d'azione
tiolopriva si spiega l'efficace azione antidotale svolta
nell'avvelenamento da As dalle sostanze sulfidriliche, capaci di
impedire la combinazione del veleno con le proteine tissutali. E' stato
dimostrato che gli effetti tossici degli arseniti possono essere
prevenuti utilizzando preparazioni contenenti glutatione 6.
Gli arseniti inoltre si accumulano nei leucociti e deprimono l'attività
degli enzimi contenenti gruppi tiolici, inclusa la DNA-polimerasi.
L'arsenico
pentavalente, leggermente meno tossico della forma trivalente, inibisce
i sistemi enzimatici come la ða-glicerofosfato deidrogenasi e la
citocromo-ossidasi.
La tossicità dell'arsenato è stata spiegata in termini di "imitazione molecolare" 11.
L'arsenato imita il fosfato e viene perciò trasportato attraverso le
membrane cellulari su trasportatori fosfato; di conseguenza la sua
collocazione nei tessuti segue strettamente quella dei fosfati. La
similarità strutturale dell'ossianione endogeno fosfato con gli
ossianioni tossici di As e V si può osservare nella Figura 1 ed è alla
base del meccanismo di imitazione; le tre molecole sono tutte in forma
monovalente e, a pH fisiologico, parzialmente ionizzate.
L'arsenato
può imitare il fosfato endogeno così bene che può partecipare ad una
sequenza di reazioni metaboliche fino al fallimento dell'imitazione ed
al sopraggiungere delle conseguenze tossiche. Questa abilità
nell'imitazione è stata dimostrata in numerosi tessuti di molte specie
animali12.
Gli
ossianioni tossici interagiscono con alcuni noti recettori cellulari,
come i recettori glucocorticoidei ed i recettori estrogeni. L'arsenato
compete con il fosfato nei co-trasportatori fosfato Na-dipendenti nelle
cellule di numerosi tessuti 11. Kenney e Kaplan 13hanno
presentato la prova che la pompa sodio ed il sistema di trasporto degli
scambiatori anionici delle cellule dei globuli rossi umani accettano
l'arsenato come congenere del fosfato. Le cellule dei globuli rossi
possiedono anche una via di co-trasporto del fosfato Na-dipendente che
non viene inibita dall'arsenato.
La reazione di arsenolisi nella sintesi dell'ATP è l'esempio meglio studiato dell'imitazione tra arsenato e fosfato (Figura 2) 14.
La via normale comprende l'addizione del fosfato alla 3-gliceraldeide
fosfato per formare la 1,3 difosfoglicerato; questo intermedio dona il
fosfato all'ADP per formare l'ATP. L'arsenato può sostituire il fosfato
nel primo step di reazione ma il composto intermedio è instabile,
idrolizza spontaneamente, non reagisce con l'ADP e quindi non si ha
formazione di ATP e immagazzinamento di energia. In questo modo la
sintesi dell'ATP è "disaccoppiata" 15. L'ossianione ortovanadato si comporta allo stesso modo dell'arsenato.
L'imitazione
del fosfato nelle reazioni enzimatiche, comunque, non chiarisce
completamente la tossicità dell'arsenico. L'arsenato può essere ridotto
in vivo alla forma trivalente, che è legata ai gruppi -SH dell'acido
ða-lipoico e inibisce la piruvato deidrogenasi.
L'arsenico
pentavalente influenza il metabolismo del selenio impedendogli di
raggiungere il sito d'azione oppure aumentandone l'escrezione 16.
Il selenio d'altra parte, se aggiunto alla dieta, può prevenire
l’intossicazione da arsenico nei bovini, nei polli, nei suini, nei cani e
nei ratti. Sono stati riscontrati effetti additivi di piombo ed
arsenico nell'escrezione di coproporfirine 6.
Sono state anche dimostrate interazioni tra Cd e As ed è probabile che
la spiegazione sia ricercare nella similarità dei meccanismi d'azione
dei differenti elementi nelle cellule e nei tessuti, specialmente
l'interazione con i gruppi sulfidrilici.
I
composti arsenicali che più frequentemente sono descritti come cause di
intossicazioni, oltre l'ossido di arsenico trivalente, sono il solfuro
ed il tricloruro di arsenico, i coloranti arsenicali, gli insetticidi
arsenito di piombo e di calcio, le arsine. Esiste un'ampia casistica
epidemiologica, per cui l'ingestione di arsenico con acqua potabile o
lunghi contatti con arsenicali usati come antiparassitari predispongono
al carcinoma della pelle o al cancro del polmone. L'arsenico può essere
cancerogeno ma i rilievi epidemiologici e le evidenze sperimentali
sembrano talvolta in contraddizione 1.
Recentemente è stato suggerito che l'elemento da solo non è capace di
provocare cancro e quindi sono necessari ulteriori studi per
approfondire le conoscenze su questo ruolo 3.
L'avvelenamento
cronico provoca perdita di appetito, calo del peso, disturbi
gastro-intestinali, neuriti periferiche, congiuntivite e alterazioni
cutanee, come ipercheratosi e melanosi. Quest'ultima malattia, che porta
ad una colorazione scura della cute, è caratteristica della prolungata
esposizione all'arsenico e può essere un fattore di predisposizione allo
sviluppo del cancro alla pelle. L'assenza di effetti mutageni
dell'arsenobetaina è stata accertata con prove sperimentali 2.
Elevati
livelli di arsenico inorganico nell'acqua potabile sono stati associati
ad un aumento della prevalenza dell'ipertensione arteriosa17.
L'avvelenamento da arsenico, come riferito in letteratura, è relativamente frequente negli animali di interesse zootecnico 18.
Le api sono estremamente suscettibili all'avvelenamento da As.
Debackere riferisce della morte di 10-15 milioni di api, avvenuta nella
primavera del 1971, a causa di inquinamento industriale da arsenico di
una vasta zona 19;
l’analisi chimica dei fiori presenti in loco permise di stabilire che
contenevano concentrazioni da 15 a 54 mg/kg dell'elemento, mentre nelle
api il contenuto era pari a 0.23 ug.
Contaminazione accidentale degli alimenti
Le
contaminazioni accidentali e l'inquinamento industriale possono
incrementare i livelli di arsenico negli alimenti e nelle bevande ed in
alcuni casi hanno portato a gravi avvelenamenti1.
Nel
1900 in Gran Bretagna la birra avvelenò 6000 persone di cui 70 in modo
letale: la Royal Commission in seguito all'indagine constatò che il
disastro era dovuto all'impiego di pirite arsenicale per produrre
l'acido solforico usato per idrolizzare l'amido nel processo di
produzione della bevanda.
Un
altro incidente avvenne in Giappone nel 1955 quando rimasero avvelenati
12000 bambini, di cui 120 in modo fatale, a causa della somministrazione
di alimenti per l'infanzia contaminati da arsenico. Il tossico venne
ritrovato nel sodio fosfato utilizzato per stabilizzare l'alimento; il
sale proveniva, come sottoprodotto, dall'industria di produzione
dell'alluminio, a sua volta ricavato per raffinazione di bauxite
contenente elevati livelli di As.
L'impiego
di arsenicali come pesticidi nei vigneti, ha portato in alcuni casi ad
avvelenamenti dei bevitori di vino. Incrementi dell'assunzione di As
possono essere causati da residui provenienti dall'impiego di composti
arsenicali in orticoltura. Sebbene nei paesi occidentali questi composti
non trovino più utilizzi agricoli, in alcuni paesi gli arsenicali
possono trovare tuttora impiego su colture non alimentari: nella
coltivazione del cotone, per esempio, si impiegano come defolianti e le
popolazioni che utilizzano i semi di cotone come alimento introducono
arsenico nella dieta.
Per
prevenire tali pericoli alcuni paesi hanno introdotto limiti di
tolleranza dei residui di arsenico negli alimenti: negli USA il limite è
di 3,5 mg/kg 20, mentre in Queensland (Australia) i limiti sono massimi
permessi sono differenziati per bevande (0,1 mg/kg), prodotti ittici (1
mg/kg di As inorganico) e altri alimenti (1 mg/kg) 1.
L'arsenico nell'acqua
L'arsenico
è rilevabile in quasi tutte le acque destinate al consumo umano ed i
livelli usuali vanno da frazioni di ðmg/L fino a 200 ðmg/L.
La
US Federal Regulation stabilisce per l'acqua potabile un limite massimo
di 10 ðmg/l. Talvolta si sono registrate concentrazioni superiori a 50
ðmg/l (che rappresenta il limite massimo tollerato dalla direttiva CEE
n. 80/778), come in Italia in alcune località della pianura lombarda. Il
superamento di tale concentrazione massima ammissibile, prevista nel
nostro paese dal D.P.R. n. 236, ha anche portato al divieto di utilizzo
delle acque per usi alimentari 21. Nel nostro paese il D.M. n.542,
riguardante le caratteristiche delle acque minerali naturali prevede
limiti di 200 ðmg/l di As totale, di 50 µg/l per As(III) e di 150 µg/l
per As(V) 22.
Sorgenti
d'acqua particolari, come quelle termali, possono avere concentrazioni
di As particolarmente elevate in funzione della roccia sottostante e
della sorgente d'acqua. Quelle che vengono descritte come "arsenicosi
croniche endemiche regionali" sono attribuite all'uso domestico di acqua
naturalmente contaminata. Livelli di As2O3 di 1-4 mg/l sono stati
trovati in acque dell'Argentina e del Cile. Il consumo di acqua
contenente 0,6 mg/l di As in alcune zone di Taiwan è stato associato ad
avvelenamento cronico 23.
L'arsenico negli alimenti e nella dieta
Le informazioni sui tenori di arsenico negli alimenti in generale sono piuttosto scarse.
In
una ricerca effettuata tra il 1985 ed il 1988 in 7 città canadesi sulla
dieta totale è stato trovato che in 112 alimenti la media di As totale
era 73,2 µg/kg, la mediana di 5,1 µg/kg ed il range da <0 4830=""
a="" font="" g="" kg.="">
Le concentrazioni medie rilevate nei principali alimenti di questo studio espressi in µg/kg erano le seguenti 24:
- pesci marini: 2466;
- pesce d'acqua dolce: 443;
- molluschi e crostacei: 2041;
- carne suina: 8,2;
- carne bovina: 7,8;
- pollame: 29,9;
- uova: 6,2;
- latte intero: 1,4;
- formaggio: 5,2;
- pane: 12,9;
- pasta: 9,5;
- riso: 284,1;
- patate: 5,5;
- lattuga: 2,4;
- fagioli: 3,1;
- pomodori: 1,8;
- funghi: 46,4;
- mele: 3,8;
- banane: 3,3;
- oli e grassi: 19,0;
- vino: 5,8;
- birra: 3,0.
Dall'esame
dei dati si sono ottenute stime sull'assunzione di As: l'ingestione
totale media è di 38,1 µg/giorno ed il maggior contributo deriva dalla
categoria dei prodotti ittici (64%), seguita da quella degli alimenti
carnei e dalla categoria dei cereali e prodotti derivati.
In
altri studi sono riportate assunzioni giornaliere maggiori, come in
Nuova Zelanda (55µg/giorno), in USA (62 µg/giorno) ed in Gran Bretagna
(89 µg/giorno). In Svezia sono state stimate assunzioni di As più basse
(15-45 µg/giorno), così come in Austria (27 µg/giorno) ed in Belgio (12
µgg/giorno) 24.
Pesci,
crostacei e molluschi provenienti dall'ambiente marino possono
contenere alti livelli di arsenico e possono contribuire in modo
significativo all'assunzione giornaliera dell'elemento. L'accumulo è
particolarmente elevato nei molluschi e nei crostacei e, specialmente se
questi organismi vivono in acque contaminate, si può arrivare anche a
concentrazioni intorno a 100 mg/kg; i pesci generalmente hanno livelli
inferiori a 10 mg/kg.
In
Queensland (Australia) il massimo livello permesso di As inorganico nei
prodotti della pesca è di 1 mg/kg, quindi non viene preso in
considerazione l'arsenico organico 1.
Uno studio giapponese ha valutato quantitativamente le 3 frazioni di
arsenico organico (MAA, DMAA e TMA) e quella di arsenico inorganico in
alcune specie di prodotti ittici: la frazione di As inorganico è
risultata essere sempre inferiore al 5% ed in molti casi inferiore all’
1% 9.
Come
ha fatto notare l'Expert Committee della FAO/OMS, l'arsenico nei
tessuti muscolari rimane legato organicamente e gli studi sull'uomo
utilizzanti traccianti isotopici hanno rilevato che viene rapidamente
escreto senza significative ritenzioni di As inorganico25.
Gli esperti francesi sugli aspetti scientifici dell'inquinamento marino
(GESAMP) hanno constatato che i composti organici dell'arsenico, che
costituiscono più del 90% dell'arsenico totale degli alimenti di
provenienza marina, sono poco tossici 2. La pericolosità dei prodotti ittici dovrebbe essere valutata dopo la determinazione della componente inorganica.
Anche
la FAO/OMS considera nelle indicazioni riguardanti la P.T.D.I. soltanto
l'arsenico inorganico con una assunzione tollerata giornaliera di 2,1
µgg/kg di peso corporeo (P.T.W.I. di 15 µgg/kg): per un adulto di 60 Kg,
la quantità massima tollerata giornalmente è di 126 µg 26.
Risultati della determinazione di arsenico in alcuni alimenti in Italia
Presentiamo
i dati relativi alle determinazioni di As totale in alcuni alimenti; le
analisi sono state effettuate impiegando la Spettrofotometria di
Assorbimento Atomico tramite apparecchio di generazione degli idruri.
Nella
Tabella 1 sono riportati i valori delle concentrazioni dell'elemento
sulla parte edibile di pesci di acqua dolce (di 19 diverse specie
pescati in due diverse sezioni del medio corso del Po), di trote
(provenienti da 4 allevamenti della provincia di Treviso) e di pesci
marini (provenienti dal Mare Adriatico).
I
livelli di arsenico nei pesci di acqua dolce sono piuttosto bassi se
messi a confronto con quelli dei pesci marini. Le concentrazioni di
questi ultimi sono 30-40 volte superiori rispetto ai pesci di fiume e di
quasi 100 volte rispetto alle trote di allevamento.
Le
concentrazioni di As nei pesci di acqua dolce risentono del grado di
inquinamento delle acque: campionamenti effettuati in Italia in corsi
d'acqua non inquinati hanno mostrato tenori inferiori a questi 27.
In 39 campioni di 10 specie diverse di pesci del fiume Rednitz
(Baviera) sono state rilevate medie di 0,052 mg/kg (range 0,006 - 0,298)
con le concentrazioni più elevate nelle trote (media di 0,160 mg/kg) 28.
Una ricerca riguardante la contaminazione da metalli nel corpo totale
di 5 specie di pesci di acqua dolce del fiume San Joaquin in California
ha evidenziato che i pesci di acqua dolce in alcuni tratti inquinati
accumulano elevate concentrazioni di As29.
Nella
Tabella 2 vengono riportati i valori delle concentrazioni di arsenico
in campioni di molluschi e crostacei provenienti dal Mare Adriatico.
Nei
molluschi bivalvi i livelli di arsenico sono paragonabili a quelli dei
pesci marini, mentre nei molluschi gasteropodi, nei molluschi cefalopodi
e nei crostacei le concentrazioni sono particolarmente alte.
Da
questi risultati si evince che la fauna acquatica ha una certa capacità
di accumulare l'arsenico ma non si ha magnificazione biologica.
L'accumulo nei crostacei e nei molluschi, oltre che da caratteristiche
alimentari, può essere messo in relazione con la contaminazione delle
acque 2.
Comunque livelli simili a quelli di questa ricerca sono stati ritrovati in prodotti ittici dell'Adriatico da altri autori 30, 31.
In 32 specie di pesci provenienti dalla costa della provincia di
Granada in Spagna le concentrazioni di As ritrovate andavano da 0,4 a
45,7 mg/kg 32.
Per
valutare approssimativamente qual è il contributo dei prodotti ittici
all'assunzione di As abbiamo considerato le concentrazioni medie di As
nel complesso dei campioni di prodotti ittici analizzati (7,83 mg/kg) ed
i consumi medi dei prodotti ittici in Italia, che sono di 0,420
kg/settimana 33. Il prodotto di questi due dati fornisce un'ingestione
settimanale di 3,29 mg di As totale. La dose massima di As inorganico
tollerata settimanalmente da un adulto di 60 Kg è 0,882 mg 26.
Ipotizzando nei campioni considerati una percentuale di As inorganico
dell’1%, il contributo che questi alimenti forniscono all'ingestione
della frazione inorganica nella dieta è del 3,73%. Ipotizzando, invece,
una presenza di As inorganico del 10% il contributo diventa del 37,3%.
Quindi,
anche se l'arsenico nei prodotti ittici è presente in gran parte come
composti organici, il contributo all'assunzione con la dieta fornito da
questi alimenti potrebbe essere piuttosto elevato, considerando che
altre fonti alimentari possono contribuire all'aumento delle quantità
ingerite fino ad arrivare al livello massimo consentito dalla FAO/OMS.
Il rischio è maggiore nel caso di elevati consumi di pescato, non
infrequente nel nostro paese, dove alcune categorie di persone, come
pescivendoli, pescatori o grandi consumatori di prodotti della pesca,
ingeriscono quantità di pesci, crostacei e molluschi molto più grandi
rispetto alla media.
In
particolare in alcuni campioni di molluschi cefalopodi e di crostacei le
concentrazioni di arsenico sono da considerare molto alte (vicine ai
100 mg/kg) anche supponendo che l'elemento si trovi prevalentemente in
forma organica. Infatti, come osserva il GESAMP, con livelli negli
alimenti marini superiori al valore sopra indicato e nel caso di elevati
consumi da parte di alcune popolazioni, il rischio di contaminazione da
arsenico non può essere escluso 2.
E'
doveroso tuttavia osservare che i dati relativi all'ultimo campionamento
del Mare Adriatico mostrano una tendenza alla diminuzione dei livelli
di arsenico.
Relativamente
ai prodotti della pesca raccolti nel 1994 sono state effettuate le
determinazioni di As in alcuni tessuti o organi, oltre che nella parte
edibile. Le medie e le deviazioni standard dei
livelli rilevati in
alcune specie sono esposte nelle Tabelle 3, 4 e 5.
L'arsenico
nei pesci è più abbondante negli organi digestivi rispetto al muscolo,
mentre invece gli epatopancreas di molluschi e crostacei hanno livelli
simili a quelli della parte muscolare.
Nei
pesci si può osservare una certa differenza tra le due specie con
livelli maggiori nelle alici rispetto alle sardine. Tra i cefalopodi le
concentrazioni dei polpi sono decisamente più alte rispetto a quelle
delle seppie. Queste differenze di specie all'interno della stessa
categoria tassonomica sono da mettere in relazione con l'habitat
alimentare. Per le due specie di crostacei si può osservare che negli
scampi il tenore di As del muscolo è decisamente più alto rispetto a
quello delle canocchie.
In
una ricerca condotta su gamberetti della specie Pandalus platyceros
raccolti in prossimità di un'isola del Pacifico sono stati ritrovati
valori di As di 29,2 mg/kg (espressi sulla sostanza secca) nel tessuto
addominale, di 31,5 mg/kg nel carapace e di 61,8 mg/kg
nell'epatopancreas 34; questi valori, anche se riguardano un'altra specie, sono inferiori a quelli da noi rilevati negli scampi.
Nel
tessuto muscolare di 3 specie di crostacei provenienti dal golfo arabico
sono stati trovati livelli medi di As di 15,8 mg/kg nei gamberi, di
6,28 mg/kg nei granchi e di 12,7 mg/kg nelle aragoste 35; questi valori
sono tra i più alti riportati in letteratura.
Un
certo accumulo di arsenico nel fegato dei pesci è stato osservato anche
in esemplari provenienti dal Mare Jonio (4,18 mg/kg nel muscolo e 18,88
mg/kg nel fegato) 36.
In
Tabella 6 vengono presentati i dati relativi a tessuti e organi di suini
pesanti, macellati a 1 anno di età provenienti da dieci diversi
allevamenti.
I
livelli medi più alti sono quelli rilevati nel rene, seguiti da quelli
della parte muscolare mentre i livelli più bassi sono quelli dei fegati.
Forschner
e Wolf per suini di oltre 1 anno allevati in Germania riportano valori
medi di 0,030 mg/kg nel fegato, di 0,025 mg/kg nel muscolo e di 0,033
mg/kg nel rene 37.
Jorhem et al., in suini allevati tra il 1984 ed il 1987 in Svezia e
macellati a 6 mesi di età, hanno rilevato i seguenti tenori medi: 0,019
mg/kg nel fegato, < 0,005 mg/kg nel muscolo e 0,016 mg/kg nel rene 38.
Zmudzki et al. per suini allevati in Polonia riportano valori medi
bassi: 0,007 mg/kg nel fegato, 0,003 mg/kg nel muscolo e 0,007 mg/kg nel
rene 39. Anche in
una precedente indagine svolta in Italia, riguardante i contenuti di As
di campioni di carne di varie specie, sono stati trovati valori
piuttosto contenuti nel suino (0,0065 mg/Kg nel muscolo e 0,0092 mg/kg
nel fegato) 40.
Ricerche effettuate in Canada sui livelli di As in differenti specie
domestiche hanno rilevato i livelli più elevati nei suini e nelle specie
avicole. In particolare i fegati suini denunciavano un valore medio di
0,26 mg/kg 41; tali concentrazioni possono essere associate a somministrazione di arsenicali a scopo auxinico.
Infine
nella Tabella 7 vengono presentati i dati relativi ad alcuni alimenti
utilizzati anche come indicatori per studiare il territorio in relazione
al contenuto in metalli pesanti. Si tratta di campioni raccolti nella
bassa mantovana: parte muscolare di rane, parte edibile di 2 specie di
chiocciole e corpo fruttifero di un basidiomicete. Vengono, inoltre,
riportati i dati relativi a funghi di specie diverse raccolti
nell'Appennino parmense.
Le
concentrazioni di arsenico in questi bioindicatori terrestri sono
piuttosto basse ad eccezione dei funghi. Questi organismi, essendo a
contatto con il suolo, con l'aria e con la pioggia, vengono utilizzati
come indicatori della deposizione e della biodisponibilità degli
elementi in traccia 42. Alcune specie concentrano l'arsenico dal suolo anche quando i livelli sono bassi. Byrne e Tusk-Znidarc 43 riportano
valori di As in funghi edibili fino a 182 mg/kg (calcolati sul peso
secco), mentre in funghi edibili raccolti in Slovenia i livelli vanno da
0,8 a 128,5 mg/kg (calcolati sul peso secco) 42. Campioni di specie
eduli raccolti recentemente nell'alto Appennino reggiano mostrano
concentrazioni di As inferiori 44.
Conclusioni
La
diffusione di arsenico nell’ambiente e di riflesso negli alimenti e
nelle bevande risulta di estrema importanza per le sue implicazioni
igienico-sanitarie. La sua presenza, talvolta non trascurabile nei
nostri alimenti, deve essere considerata con maggiore attenzione di
quanto non sia stato fatto in passato; ciò potrebbe essere dovuto in
parte al fatto che non si sono verificati recentemente fatti clamorosi
di intossicazione collettiva causati dagli alimenti come tali. Le
informazioni che abbiamo sulla distribuzione nella dieta dei vari
territori del pianeta sono scarse e frammentarie. L’arsenico è
facilmente assorbito ed escreto e presenta in generale un tropismo per
la materia vivente. La sua tossicità è elevata ma strettamente legata
alla forma chimica. I prodotti della pesca contengono le maggiori
quantità di arsenico, che risulta prevalentemente nella forma poco
tossica. La distinzione analitica delle diverse componenti non è di
facile accesso per laboratori non espressamente attrezzati. I dati
relativi agli alimenti nel nostro paese confermano gli elevati tenori di
arsenico nei prodotti ittici, ma non è possibile a tutt’oggi stimare
con certezza la percentuale di As inorganico in essi presenti e di
conseguenza valutare il rischio cui il consumatore è esposto. Le stime
che vengono avanzate in questo lavoro prospettano una esposizione al
tossico paragonabile a quella dei paesi in cui la sua assunzione tramite
gli alimenti è stata studiata. Soltanto nel caso di grandi consumatori
di prodotti ittici l’assunzione di arsenico potrebbe attestarsi su
livelli preoccupanti. Sarebbe indispensabile poter disporre di
informazioni sull’entità della reale presenza di arsenico inorganico nel
pescato, in particolare quello di provenienza marina.
Parole-chiave: arsenico, nutrizione, alimenti, tossicologia.
Keywords: arsenic, nutrition, foods, toxicology.
Mot-clés: arsenic, nutrition, aliments, toxicologie.
RIASSUNTO -
L'arsenico è un elemento diffuso in natura ed i suoi livelli negli
alimenti generalmente riflettono il normale accumulo dall'ambiente. Nel
passato i principali impieghi dell'elemento sono stati quelli
dell'industria chimica con applicazioni nelle produzioni farmaceutiche e
degli agro-chimici. L'arsenico è un veleno persistente e la possibilità
che possa arrivare alla catena alimentare umana ha portato a
restrizioni dell'utilizzo di composti arsenicali. Gli organismi marini
frequentemente contengono arsenico in alte concentrazioni, specialmente i
molluschi ed i crostacei. La maggior parte dell'arsenico negli
organismi marini è in forma organica, rapidamente escreta dall'organismo
umano e di bassa tossicità. La tossicità cronica e acuta dell'arsenico e
dei suoi composti è nota e la conoscenza dei livelli di esposizione
umana a questo tossico fa parte dei programmi di salvaguardia della
salute pubblica delle autorità sanitarie internazionali. Vengono
presentati e discussi i dati su analisi dell'arsenico totale in prodotti
ittici ed altri alimenti. Le concentrazioni di As rilevate in alcuni
campioni di molluschi cefalopodi e nei crostacei sono piuttosto elevate e
possono costituire motivo di preoccupazione nel caso di elevati consumi
di prodotti ittici marini, anche se la valutazione tossicologica
dovrebbe essere effettuata dopo la determinazione della componente
inorganica.
SUMMARY -
Arsenic is a naturally occurring element and its levels in foods
generally reflect normal accumulation from the environment. The main use
of arsenic, in the past, was in the chemical industry and it was widely
employed in pharmaceutical, agricultural chemicals, preservatives and
related compounds. Arsenic is a persistent poison and the possibility of
forward transmission of the element to the human food chain led
restrictions in the use of these arsenic compounds. Marine organisms
frequently contain arsenic in high concentrations, expecially mollusca
and crustacea species. Most of the arsenic in marine organisms is in
organic form, readily excreted by humans and of low toxicity. The cronic
and acute toxicities of arsenic and its compounds are well known and
the knowledge of the level of human exposure to arsenic is considered an
integral part of the health protection programs of WHO. The data of
arsenic analysis in fish products and other food are presented and
discussed. Total arsenic concentrations measured in certain samples of
cephalopoda mollusca and crustacea are quite high and could be of
potential hazard for human health, expecially in case of high
consumption of sea-food products. Toxicological evaluation should be
made after determination of the arsenic inorganic component.
Résumée -
L’arsenic est un élément ubiquitaire et les niveaux dans les aliments
reflectent la contamination de l’environnement. Dans le passé l’emploi
de l’arsenic en pharmacie et dans l’industrie des produits agricoles
etait plus important qu’aujourd’houi. L’arsenic est un poison persistent
qui atteint facilement la chène alimentaire humaine de fasson qu’on a
reduit en suite l’usage de cet élément et de ses composés. La plus part
de l’arsenic dans les organismes aquatiques se trouve sous forme
organique, rapidement élimineé par l’organisme humain et de consequence
peu toxique. Dans cet travail on presente des resultats analytiques sur
l’arsenic total dans des produits alimentairs et surtout produits de la
pèche. On constate dans les mollusques et les crustacées que les niveaux
sont élévés et peuvent constituer un problème pour de grand
consommateurs de ces produits.
Bibliografia
di Campanini. G., Delbono G., Ghidini S.
Nessun commento:
Posta un commento