“Non ho mai pensato che avrei visto
il giorno in cui il dipartimento di Stato degli Stati Uniti rivaluta i
neo-nazisti e l’eredità di una banda di teppisti che ha preso il potere
con un cruento colpo di Stato. In Iraq, Libia e Siria i politici
statunitensi mettono al potere islamisti radicali di un tipo o
dell’altro. Già questo è stato abbastanza brutto. Oggi, però, in Ucraina
sostengono gli eredi di Adolf Hitler. Non è scandaloso?“
Justin Raimondo, Dall’Iraq all’Ucraina: il modello del disastro
L’amministrazione Obama ha subito la
peggiore sconfitta politica estera in 5 anni, quando il popolo della
Crimea ha votato in modo netto contro il governo della giunta nazista
pro-Washington a Kiev e per aderire alla Federazione russa. Il
ballottaggio, in cui oltre il 93 per cento degli elettori “ha approvato la scissione e l’unione alla Russia”
riflette i forti legami etnici, culturali e storici del popolo con
Mosca, come pure la comprensibile paura che essere “liberati” dagli
Stati Uniti comporti povertà da terzo mondo e caos dilagante stile Iraq,
Afghanistan, Libia e Siria.
L’amministrazione Obama ha respinto il
referendum quasi unanime affermando che non avrebbe accettato i
risultati e avrebbe sostenuto sanzioni economiche contro la Russia già
il giorno dopo. In risposta, il presidente russo Vladimir Putin ha
dichiarato che il referendum è “conforme al diritto internazionale” e
che avrebbe onorato la volontà del popolo. Putin, che frequentava i
giochi paraolimpici di Sochi, saggiamente è rimasto al di sopra della
mischia per tutta la crisi, spazzando via accuse isteriche e minacce
lanciate quasi quotidianamente dal presidente Obama o dalla sua spalla
del vaudeville John Kerry, il buffone più incompetente di
sempre nel ruolo di segretario di Stato.
Tra Obama, Kerry e l’irascibile
John McCain, che saltella da un media all’altro gettando strali da
guerra fredda, come un vecchio che scaccia dei bambini dal prato di
fronte, gli Stati Uniti hanno compiuto uno spettacolare schianto
mettendo nei casini la politica estera degli Stati Uniti. Il fiasco
della Crimea mostra che, mentre il team di Obama sarà zeppa di
fantasisti, spin-doctors e aruspici, è decisamente carente di
pragmatisti geopolitici dalla solida comprensione del modo in cui il
mondo gira. Obama ogni volta che ha incontrato Putin veniva stracciato.
Ecco l’estratto da un articolo di Associated Press:
“Mosca… ha invitato l’Ucraina a divenire uno Stato federale per risolvere la polarizzazione tra regioni dell’Ucraina occidentale, favorevoli a legami più stretti con l’UE, e quelle orientali, che hanno solidi legami con la Russia. Una dichiarazione del ministero degli Esteri russo, esorta il parlamento dell’Ucraina ad indire un’assemblea costituzionale che possa redigere una nuova costituzione per la federazione del Paese, consegnando maggior potere alle regioni. Ha anche detto che il Paese dovrebbe adottare uno “status politico e militare neutrale”, una domanda che riflette la preoccupazione di Mosca sulla prospettiva dell”Ucraina nella NATO.” (La Crimea dichiara l’indipendenza, e si prende gli immobili, AP)
Quindi, è così che Putin intende giocare, eh, utilizzando le istituzioni
democratiche per impedire a Washington d’attuare il suo piano per
installare le basi missilistiche della NATO e USA in Ucraina? Mi sembra
una mossa intelligente. Ancora una volta, Putin ha fatto di tutto per
minimizzare il suo ruolo nelle decisioni politiche, in modo da non
mettere in imbarazzo la claque di pasticcioni di Obama, determinati ad
apparire sciocchi e impotenti ad ogni occasione. Ecco come l’analista
Michael Scheuer riassume il comportamento di Putin in un articolo sul
sito di Ron Paul:
“La differenza dell’intervento in Ucraina rispetto alle altre, è che l’occidente è guidato da capi politici bimbiminkia che hanno fatto cozzare l’occidente contro un adulto deciso, realista e nazionalista, Vladimir Putin, e si sentono persi. Apprendono che l’Ucraina non è la Libia o l’Egitto e che Putin non lascerà che l’occidente crei in Ucraina, o almeno in Crimea, la stessa demoniaca confusione che gli ingiustificati interventi precedenti hanno creato in Egitto e Libia. Putin ha una visione molto chiara e genuina degli interessi nazionali della Russia, e l’accesso sicuro alla base di Crimea della Flotta del Mar Nero ne è uno: lo è stato per secoli, e rimarrà tale in futuro… i capi statunitensi ed occidentali dovrebbero fare la fila per ringraziare Vladimir Putin della lezione dolorosa ma profonda su come i leader adulti di una nazione proteggono i veri interessi nazionali del Paese“, (L’annessione della Crimea alla Russia è il costo dell’intervento USA/UE in Ucraina, Michael Scheuer, Ron Paul Institute)
Putin si rende conto che sabotando la strategia di Washington per
controllare la Crimea, subirà gravi conseguenze. Ora deve prepararsi
alla tipica litania degli attacchi asimmetrici, tra cui operazioni
segrete, operazioni speciali, armamento dei jihadisti tartari per
istigare le violenze in Crimea, appoggiare le ONG per fomentare
disordini a Mosca, ecc., nonché intensificare supporto logistico e
militare degli Stati Uniti al fiorente fascismo a Kiev, che s’è già
mutato nell’apparato di sicurezza del governo impostore, un pauroso
remake della Gestapo di Hitler. Ecco la carrellata di World Socialist Web Site:
“Il parlamento ucraino ha votato per creare una guardia nazionale di 60000 elementi reclutati tra gli “attivisti” delle proteste anti-russe e dalle accademie militari. La forza sarà supervisionata dal nuovo capo della sicurezza, Andrej Parubij, fondatore nei primi anni ’90 del Partito Social-Nazionale ucraino neo-nazista. Il suo vice, Dmtrij Jarosh, è il capo dei paramilitari di Fazione Destra, l’equivalente ucraino delle truppe d’assalto di Hitler. Oltre ad aiutare l’occidente nelle sue provocazioni contro Mosca, la responsabilità principale di tali elementi sarà condurre a termine l’attacco sociale contro la classe operaia ucraina per volere del capitale internazionale…” (Quello che il regime filo-occidentale pianifica per i lavoratori ucraini, World Socialist Web Site)
Ed ecco sullo stesso articolo il programma di austerità radicale del
FMI, che prevede d’imporre all’Ucraina, tramite il governo, riduzione
delle pensioni e taglio dei servizi sociali, lasciando il Paese in uno
stato di depressione permanente:
“Dietro le incessanti invocazioni retoriche sulla “rivoluzione democratica”, il neogoverno ucraino di ex-banchieri, fascisti e oligarchi predispone misure di austerità draconiane. I piani in corso sono apertamente descritti come “modello greco”, cioè il programma di tagli selvaggi imposto alla Grecia da Fondo monetario internazionale (FMI) e Unione Europea (UE) che ha fatto crollare l’economia della Grecia di quasi il 25 per cento in cinque anni, producendo un’ondata di disoccupazione e povertà...” (Quello che il regime filo-occidentale pianifica per i lavoratori ucraini, World Socialist Web Site)
Certo, Putin ha sicuramente il suo bel da fare, ma fortunatamente sembra
essere ben consigliato dai suoi assistenti politici e militari che
evitano le inutili spacconate o le sparate incendiarie eruttate ogni
giorno da Casa Bianca e dipartimento di Stato. Nonostante il fatto che
il Cremlino non vuole che Washington “perda la faccia”, a volte gli
eventi lo rendono impossibile, come l’acuto analista politico Moon of
Alabama ha sottolineato. Ecco un trafiletto da un post di MoA che mostra
come Washington abbia sostanzialmente capitolato verso Mosca accettando
il suo piano per risolvere la crisi, tentando d’ingannare il pubblico
facendogli credere che sia una sua idea. Ecco l’estratto:
“C’è stata un’altra telefonata oggi tra il segretario di Stato Kerry e il ministro degli Esteri russo Lavrov. La chiamata s’è avuta dopo una riunione strategica sull’Ucraina alla Casa Bianca. Durante la chiamata Kerry ha accettato le richieste russe per una federalizzazione dell’Ucraina in cui gli Stati federati avranno una forte autonomia nei confronti del governo centrale e la finlandizzazione dell’Ucraina. Putin aveva offerto questa “via d’uscita” dall’escalation e Obama l’ha presa. L’annuncio russo: (Reuters) – “Lavrov, Kerry è d’accordo a lavorare sulla riforma costituzionale in Ucraina: il ministero russo… Il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov e il segretario di Stato USA John Kerry hanno concordato nel cercare una soluzione alla crisi in Ucraina spingendo per le riforme costituzionali, ha detto il ministero degli Esteri russo. Non hanno dettagliato il tipo di riforme necessarie, se non per dire che dovrebbe seguire “una forma generalmente accettabile, tenendo conto degli interessi di tutte le regioni d’Ucraina”. “Sergej Viktorovich Lavrov e John Kerry hanno deciso di continuare a lavorare per trovare una risoluzione sull’Ucraina attraverso la rapida introduzione della riforma costituzionale, con il sostegno della comunità internazionale”, ha detto il ministero in un comunicato.” (Ucraina: gli USA prendono la via d’uscita concordata con la Russia, Moon of Alabama)
Riuscite a crederci? La squadra di fessi di Obama vuole che il pubblico
creda che la “riforma costituzionale” sia una sua idea, come se la gente
non si accorga che un’amministrazione scalcagnata e un presidente
imbelle hanno alzato bandiera bianca battendo in ritirata. È il classico
Barack “guardati le spalle” Obama che cerca di fare apparire una
sconfitta come una vittoria. Patetico!
Mike Whitney Counterpunch
Mike Whitney vive nello Stato di Washington. Coautore di Senza Speranza: Barack Obama e la politica dell’illusione (AK Press). Hopeless è disponibile anche in versione Kindle.
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
http://aurorasito.wordpress.com/2014/03/20/il-pollo-di-kiev-obama-fa-marcia-indietro-sulla-crimea/
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