venerdì 30 settembre 2016

Carri, Ruote e Palazzi: gli ufo del Sefer ha zohar

Carri celesti in tutte le culture del mondo

La letteratura religiosa è piena di riferimenti alle mitiche macchine volanti che gli antichi Dei avrebbero utilizzato nel nostro lontano passato. Un passato che però non risalirebbe, come qualcuno pensa, ad un periodo post diluviano ma ad un periodo ante diluviano, come abbiamo avuto modo di sottolineare in un nostro recente articolo sulle relazioni che legano il mito con le religioni, gli Dei e le figure degli alieni che oggi conosciamo. http://www.ufomachine.org/download/file/106-genesi.html 

Che gli alieni abbiano visitato il nostro mondo  in età arcaiche sembra essere una certezza se dobbiamo basare le nostre osservazioni sulle descrizioni che antichi testi fanno delle loro macchine volanti. Così dai testi vedici della antica India, alle più moderne cronache di Ossequiente, dobbiamo proprio dire che questo pianeta, in tempi antichi, sia stato un porto di mare. Se da un lato abbiamo conoscenza della letteratura  occidentale, di qualche sprazzo di leggenda indio americana, sull’antico trattato Vimanika Shastra o trattato sulle macchine volanti) dell’antica India, poco conosciamo di culture che non fanno parte del nostro bagaglio come l’islam e l’ebraismo.

Gli stessi rabbini non riescono nemmeno a tradurre  i loro testi sacri con sufficiente chiarezza e, come nella Sefer ha zohar, detta anche il “libro dello splendore”, il capolavoro della tradizione mistica medievale ebraica, noto anche con il nome di Qabbalah, si lanciano in forbite discussioni nel tentativo di comprendere cosa  abbiano voluto dire  coloro che hanno fatto la cronaca di quei tempi quando si parla di cose veramente strane. Ed ecco che per il rabbino la cosa più semplice è parlare di miracolo, di magnificenza del Signore, di Gloria del Signore, mentre  basta un’occhiata ai testi per capire che si tratta di ben altro.

In particolare per esempio nello Zohar, c’è un interessante capitolo che parla di ruote e di angeli. Gli angeli e le ruote vengono accomunati sotto un unico aspetto della questione, come ci dice Giorgio Agamben ed Emanuele Coccia nel loro monumentale trattato di angelologia dal titolo “Angeli”, Neri Pozza Ed, 2009, Vicenza a pagina 347 e seguenti. Abbiamo preso da questo testo, alcuni passi importanti, poiché è difficile trovare una buona traduzione di queste opere, dall’ebraico all’italiano, che sia comprensibile anche ai profani dell’ebraismo più fondamentalista.

Creature e ruote.

In Ez., 1, 17, si parla delle creature e delle ruote. Le ruote e le creature sembrano fondersi assieme e costituire un unico aspetto della stessa cosa. Le ruote sono provviste di moto proprio e dunque sono vive e contengono le creature le quali, a loro volta, fanno muovere le ruote. A partire da questa osservazione possiamo supporre che gli antichi pensassero che tutto ciò che si muove in fondo fosse vivo e che si muovesse perché qualcuno lo faceva muovere: come i bambini piccoli che disegnano le nuvole che sorridono, perché essendo che esse si muovono in cielo, credono siano vive. Ed ecco la frase enigmatica dello Zohar.


“Quando si muovevano si muovevano; quando si fermavano, si fermavano”.

Che significato può avere questa frase se non quello che oggi siamo in grado di dargli, tenendo presente l'aspetto ufologico della questione? Le chayyot ovvero i carri ovvero le ruote si muovono: e quando si muovono le chayyot, si muove anche la macchina e siccome le creature e le macchine vengono accomunate da un unico significato ecco che il rabbino dice:
“quando le creature si muovevano, anche le ruote si muovevano e quando le creature si alzavano da terra, anche le ruote si alzavano, giacché creature e ruote si muovono insieme”.
È così come vengono descritte le ruote vengono descritte anche le strutture a terra che sorreggono le ruote come rampe di lancio:
"Vieni e osserva 24 architravi, appartenenti alle guardie in alto, sono dentro l’architrave posto sul lato orientale; […].  vi sono 24 supporti sui quali poggiano 24 pilastri. Questi sono fissati ed eterni non volteggiano nell'aria come le altre (ruote: N.d.R.), perciò nel descriverli si dice che stanno qui, […] i pilastri poggiano su supporti, ruotando su se stessi e restando al loro posto; giacché rimangono fissi nella loro posizione, […] giacché è detto: perché un uccello del cielo trasporta la voce di conseguenza i supporti restano fissi nella loro posizione in eterno”.
In altre parole si vuol chiaramente dire che  le ruote vengono trasportate in cielo dalle chayyot (dall'ebraico, "esseri viventi" http://www.pantheon.org/articles/c/chayyot.html  che guidano i carri degli Dei), e con esse si trasporta l’informazione ma, il nido dell’uccello sempre a terra rimane in attesa del ritorno del carro celeste.

Chashmal.

Uno di questi charriot o carri è il così detto chashmal.
“È in mezzo si scorgeva come un bambino (chashmal) (Ez., 1, 4), e cos'è il chashmal se non una creatura di fuoco parlante? occhi e visioni non possono dominarlo poiché ora esiste ed ora non esiste, ora è in un luogo, ora in un altro, ora sale ora scende; in questa visione ciò che è nascosto rimane nascosto è questo il mistero chiamato chashmal, dentro il quale, il profeta deve guardare. Questo chashmal ha il colore del fuoco fiammeggiante e scintillante, che sale e scende, che sprizza bagliori e divampa; da un lato sprigiona una singola scintilla, cocente, sfavillante e fiammeggiante, esistente e inesistente, stabile e provvisoria: ed una su questo ed una su un altro lato e così su tutti i quattro lati: una scintilla parla con l'altra, questa con quest'altra”….
Sembra proprio che sia qualcosa che emette radiazioni quasi fosse un motore a propulsione.
Allora le scintille sprizzano fuori in un solo sfolgorio; esso sale e scende, si muove e si ferma, appare e non appare, esiste e non esiste. Nessuno può comprenderlo.
Le scintille ritornano nella visione delle chayyot, come in principio. A causa di quel balenio i pensieri del profeta si fanno confusi e il cuore non trova il riposo.
Il chashmal gira attorno continuamente; le sue scintille scendono in basso fino a raggiungere il luogo chiamato Piccola Terra; su questa Terra corre ogni specie di cristallo di perla brillante e smeraldo. Il chashmal sprizza fuori e fiammeggia, salendo e scendendo, i quattro venti del mondo la abbracciano e questa Piccola Terra rischiara…….. 
Ed ecco che in questo scenario il chiasmal atterra, da brava piccola navetta spaziale, sulla stazione orbitante detta Piccola Terra perché abitata e va su e giù garantendo i collegamenti.

Mentre il chashmal irradia scintille ai quattro venti, dall'alto si produce una voce, suscitata dal battito incrociato delle sue quattro ali che producono una voce come: “simile al fragore di un'enorme massa di acqua”, dice lo Zohar.

Metatron

Il metatron era una specie di ruota che toccava Terra (Ez, 1, 15). In realtà metatron in greco vuol dire colui che sta presso il trono.

Possiede tre ruote che sprizzano energia e si muovono “quasi fossero intersecate l’una dentro un'altra poiché nulla contiene l'altra. E quando si accinge a partire si rischiara tutto di luce in tutte le direzioni.

Ed ancora sul metatron viene detto che: “… chi come gli uccelli, sorvola questo mare è metatron …. Metatron è il carro di Dio”.

Palazzi.

Esistono sette palazzi che ovviamente volano e si possono collegare tra di loro nello spazio e sono descritti nello Zohar.
“Il primo palazzo: sotto i suoi piedi vi era come un pavimento di zaffiri e come l'essenza del cielo luminoso (Es., 24,10) una prima luce sale e scende: questa è bianca e emette scintille in ogni sua parte, in alto, in basso e ai quattro venti del mondo.”
Una seconda luce, velata e manifesta, sprigiona quattro luci in corrispondenza dei quattro venti del mondo: queste luci costituiscono una sola luce poiché ad un certo punto della loro manovra, si fondono assieme:
“sono come un lume di candela che arde e lampeggia davanti agli occhi: le luci prodotte dalla candela salgono e scendono, vanno e vengono da dentro il fuoco ardente, e costituiscono un tutt'uno”.
Così appaiono queste luci che sfavillano di rosso come rampe lucenti e per questo sta scritto:  
“splendenti come grande luce: tutto ciò esiste a destra”.
A sinistra invece esiste uno spirito, cioè una creatura che in realtà è un pezzo di una macchina semovente e per questo, secondo il traduttore, animato, chiamato Levenah (pavimento).

“La sua luce è rossa e bianca insieme”…..
Da questi due spiriti scintillanti sono state create le chayyot:
giacché sta scritto: le ruote avevano aspetto distinto, quelle creature celesti sembravano carboni ardenti, bruciavano come torce accese ed esse erano in continuo movimento immenso ed avevano lucentezza del fuoco e, da esse, si sprigionavano bagliori (Ez.,1,16)”. 
Ciascuna ruota si muove su quattro sfere e ogni sfera era collegata a 3 sostegni; in tal modo vi sono in tutto 12 sostegni per quattro sfere: Lo spirito di questo palazzo, cioè diremmo noi oggi, il guidatore, le domina tutte poiché da lui provengono e sono mantenute e alimentate. Ciascuna di queste ruote ha quattro facce orientate sui quattro lati della creatura celeste che risiede sopra di loro. Quando si spostano, le quattro ruote, poste sotto la creatura celeste, si compenetrano e si intrecciano l'un l'altra come detto infatti: “i cordoni corrisponderanno l'uno all'altro, così che possano comprendersi e incorporarsi”. Noi oggi diremmo che il carrello di atterraggio era rientrabile a scomparsa, molto più prosaicamente.
Quando le sfere si mettono in moto, un suono melodioso è udito da tutti gli ordini dei reggimenti. Sotto questo palazzo i reggimenti escono e si distribuiscono in ogni parte del firmamenti fino a che non raggiungono il pianeta Saturno e osservano il palazzo che li alimenta mentre tutti gli abitanti del palazzo osservano lo spirito che vi dimora.” 
Saturno? Sembra di assistere ad una scena di guerre stellari.

Questo primo palazzo è chiamato così proprio come nel caso dei testi sacri vedici dove Vimana deriva dai termini in Sanscrito: Vi e Man, cioè “luogo abitato che vola”; esso contiene un secondo oggetto in movimento che viene identificato come un secondo spirito. Questo secondo spirito, oltre che essere luminoso, è dotato di movimento e scende e sale ed è costituito da una colonna cava che, quando si allunga, va ad agganciarsi ad un secondo palazzo più grande e sospeso nello spazio. Attraverso questo tubo retrattile, le due case, i due palazzi, possono essere messi in contatto tra loro e gli angeli e le creature che abitano i palazzi possono passare da un palazzo all'altro.

Questo sistema di aggancio e di comunicazione  è proprio a tutti gli altri palazzi, dal più piccolo al più grande.

Il secondo palazzo non si rivela sprigionando scintille come l'altro ma, al contrario, si mostra con difficoltà, appare come un occhio che, quando chiuso, ruota su se stesso rifulge di scintille “ribaltandosi nella sua orbita”. Questo spirito, cioè questa parte dotata di movimento diremmo noi, si presenta in modo particolarmente interessante:
quando il primo spirito scende, questo ruota e così facendo si lega all'altro rivelandosi come appare il bianco dell'occhio che si lega con un altro colore più delicato […], questo spirito ruota con l'aiuto dello spirito che sta sotto di lui. La luce in basso circonda questa luce e la fa ruotare; allora questa si accinge a brillare”.
Ci sembra di poter intravedere  il meccanismo più volte descritto, di quegli ufo che quando si avvicinano al povero malcapitato ruotano un meccanismo sotto la loro pancia che assomiglia ad un occhio che si apre. Di li esce la luce che colpisce il povero futuro addotto.


I due palazzi ora possono volare e questo accade quando le luci si “ribaltano”,..[..]
“si diffonde la luminosità di una creatura celeste la quale si pone sopra le quattro chayyot che dominano e racchiudono al loro interno i serafini. Quando si spostano queste creature hanno sotto di loro i serafini inferiori, ossia i serpenti usciti dal serpente di fuoco, che hanno portato morte in tutto il mondo. Queste stesse chayyot dal volto di serpente guardano in direzione della creatura celeste, L'Aquila eccelsa che sta sopra di loro”
Ora in questo passo si potrebbe dire che le lingue di fuoco che escono dal motore principale, il grande serpente vengano identificate come piccoli serpenti di fuoco ma subito dopo viene fatta allusione ad un altro essere con il volto di serpente che sembrerebbe assoggettato all’essere con il volto di aquila.

Non possiamo fare a meno di pensare da una parte agli Dei Enki ed Enlil: Dei mesopotamici  ma anche ai moderni alieni quali il Sauroide e l’Uccello che compaiono nelle descrizioni dei nostri addotti in ipnosi regressiva.

Quando lo spirito irradia splendore dentro la creatura allora le quattro chayyot celesti ascendono.

Ciascuna chayyot ha quattro ruote e ciascuna ruota si muove su quattro sfere ed ogni sfera ha tre sostegni: tutti i 12 sostegni sono diretti verso il centro e questo centro si apre e si chiude. Inoltre quando si muovono le sfere fanno udire la loro voce e le quattro chayyot sono interconnesse con le ruote in un movimento sincrono che sembra indipendente ma evidentemente, come un grande ingranaggio, non lo è.

E così i due palazzi, attaccati per mezzo di tubi, volano verso il terzo palazzo: questo è il palazzo della luminescenza.

Questo palazzo sprigiona una luce formata da tre luci due delle quali salgono e scendono ed in qualche modo si distinguono altre 22 luci, diverse l'una dall'alta, che rappresentano una luce unica.

Questa luce contiene tutte le altre, nel senso che, quando si accende, le altre luci scompaiono. Solo allora la luce si diffonde all'esterno irradiando dal centro della macchina volante;


Questo palazzo possiede quattro porte collocate in corrispondenza dei quattro punti cardinali  del mondo ed, ad ognuna delle sue porte, sono preposti 10 guardiani.

Tutti entrano e si compenetrano: guardiani nei guardiani, accampamenti dentro accampamenti, ruote dentro creature e creature dentro ruote, luci dentro luci, spirito dentro spinto.” 
In questa grossa macchina volante abitano eserciti e accampamenti che, viene detto, non ascendono né si mostrano agli altri o presso gli altri, cioè oggi diremmo esiste un nutrito stuolo di personale di servizio che non sbarca sul pianeta. In questa macchina esiste una sala detta “degli spediti” perché da lì partono schiere di operatori che vanno e vengono per portare a termine “le condanne e giudizi”.

Ovviamente anche il terzo palazzo volante ascende e si congiungerà presto al quarto palazzo. In questo palazzo “vengono trasmessi i meriti di tutti gli abitanti del mondo”. Dobbiamo subito dire che questa sembra la macchina volante che tenta di contenere le parti animiche che vengono prelevate dagli abitanti di questo pianeta.

Il termine spirito infatti viene tradotto sovente a caso ed interpretato altrettanto a caso poiché Nefesh non è Ruah (spirito non è anima) ed abbiamo timore che nelle varie traslazioni il vero significato di questi due termini sia stato a volte decisamente messo in pericolo dalle poco accorte  traduzioni di questi testi  ebraici.


L’energia di questo palazzo mette tutto in movimento e da esso scaturiscono 70 luci e sprizzano bagliori accecanti. Tali luci sono disposte a cerchio ma non si diffondono come le altre luci della struttura ma restano congiunte e si illuminano e si legano l'una all'altra. Sembra qui di vedere quei filmati di oggetti volanti non identificati che hanno diverse luci sul bordo ed una luce che percorre il bordo e le ingloba una dopo l’altra a rotazione dando l’idea che sia la luce stessa a ruotare.
“Al sorgere del sole la parola esce da questo luogo e se ne va vagando per il mondo finché non raggiunge il Serpente del firmamento nel mezzo del luogo dove tutte le stelle sono poste […] i capitani che stanno sotto il sole e i funzionari incaricati dal Serpente prestano ascolto alla parola e la comprendono”.
Ancora una volta in questo passo spunta Naesh il Serpente, il nemico del popolo ebraico, ma dovremmo chiederci, cosa ci fa il Serpente nelle macchine del Signore? Ma come non era un nemico di JHWH?

Tutta questa grande struttura spaziale si collega ad un quinto palazzo fatto come una ruota in mezzo a un'altra ruota, dove le luci del lato sinistro liberano un'altra creatura celeste che posa su quattro chayyot che stanno due a destra e due a sinistra; quando lo spirito di questa creatura si manifesta, cioè muove tutta la macchina, due scintille fiammanti “sprizzano fuori” ed escono da questo palazzo; sempre tangenti alle ruote, queste scintille fiammanti, sono “a volte femminili e a volte maschili” cioè potremmo dire a volte rosa ed a volte azzurre, tenendo presente che gli Ebrei, nella traduzione dello Zohar, non appaiono insensibili al significato archetipico dei colori, come risulta da altri punti del testo in cui per esempio vengono descritti i tre messaggeri (Gen.,18,2) angelici  Mika’el, che corrisponde al color bianco, Gavri’el che corrisponde al color verde e Rafa’el, corrispondente al color rosso. Il primo sta a destra, il secondo al centro ed il terzo a sinistra, in una rappresentazione pittorica di anima, mente e spirito archetipicamente riletta in chiave rabbinica.
(vedi anche “Simulazioni mentali: tutti i colori dell’anima”, di prossima pubblicazione su www.ufomachine.org).
Questa immensa struttura contiene molte creature e queste schiere sovente giungono fino al pianeta Venere (?: N.d.A.).

Così anche il sesto ed il settimo palazzo sembrano rappresentare delle grandi astronavi madri con diverse funzioni dove nell'ultima astronave la descrizione che ne fa lo Zohar, sembra la descrizione della “Casa della Vita”, dove gli alieni conservano le parti animiche degli esseri umani che vengono introdotte nei corpi degli alieni, lo stesso luogo che viene indicato in alcune ipnosi regressive ma anche lo stesso luogo di cui parlano forse gli antichi Egizi?.

Ma leggiamo a  tal proposito lo Zohar:
“questo è il mistero, il settimo palazzo e il luogo del legame, dell'accoppiamento, in cui settimo si congiunge con settimo per essere una perfezione unica come spetta che sia. Colui che sa intrecciare questa unificazione poiché sarà amato in alto sarà amato in basso […] compreso palazzo dentro palazzo, spirito dentro spinto, e organo si congiunge con organo: si completano l'un l'altro nei loro rispettivi posti e significati, diventando uno, rischiarandosi a vicenda. Allora l'anima eccelsa del tutto scende dall'alto e lì rischiara: in questo consiste il segreto dei segreti”.
In questa macchina l’anima dell’addotto viene forzata ad entrare nel corpo alieno fondendosi con esso. E’ questa invece la nostra idea di questa descrizione, rivista e corretta alla luce delle nostre ipotesi di lavoro, dopo quanto abbiamo studiato nei trascorsi venti anni di osservazioni condotte sugli addotti, impiegando le metodiche dell’ipnosi regressiva e della PNL (Programmazione Neuro Linguistica).


Corrado Malanga


Note bibliografiche:
http://torah-it.blogspot.com/ 
http://www.kosherlive.com/index.htmhttp://www.kosherlive.com/index.htm
http://www.ufomachine.org/download/file/103-alieni-nell-antica-india.html


fonte:  https://coma.opide.net

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