Petrolio Iraniano
PECHINO – Le
autorità di Pechino hanno rifiutato la richiesta fatta da Washington per
via diplomatica di ridurre le importazioni di petrolio iraniano, sullo
sfondo dell’imposizione unilaterale di sanzioni contro l’Iran da parte
degli USA, come segnala Bloomberg riferendosi ai funzionari che hanno
preso parte ai colloqui tra le parti.
Bloomberg aggiunge che i diplomatici statunitensi si stanno mobilitando presso le capitali di vari Paesi per convincere questi a ottemperare alla richiesta USA di attuare un blocco delle importazioni di petrolio dall’Iran per l’inizio di novembre, quando entreranno in vigore le sanzioni imposte da Washington.
Come riferito da un portavoce del Dipartimento di Stato americano a Bloomberg, in una di queste visite in Cina ha recentemente preso parte l’assistente del segretario di Stato dell’ufficio per le risorse energetiche Francis Fannon.
L’8 maggio scorso il presidente americano Donald Trump ha annunciato che Washington si sarebbe ritirato unilateralmente dall’accordo sul programma nucleare iraniano e intendeva ripristinare tutte le sanzioni contro l’Iran comprese quelle secondarie nei confronti di altri Paesi che fanno affari con l’Iran.
Successivamente il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti ha dichiarato che Washington avrebbe cercato di convincere i suoi alleati a rinunciare completamente al petrolio iraniano entro l’inizio di novembre.
La Cina all’inizio di luglio ha espresso la sua posizione ufficiale, secondo cui non ha in programma di seguire le richieste dell’Amministrazione Trump per cessare gli acquisti di petrolio iraniano. La Cina, il maggiore acquirente di petrolio iraniano, aveva annunciato in precedenza un aumento delle importazioni di petrolio del 26% a luglio.
Stessa posizione manifestata anche di recente dall’India che intrattiene rapporti di cooperazione economica con l’Iran e che intende intensificare tali rapporti grazie anche all’ammissione dell’Iran, prevista a breve termine, con i paesi che fanno parte degli accordi di Sahngai (SCO).
Come osservano vari analisti, Il tentativo di isolamento e di embargo dell’Iran da parte dell’Amministrazione Trump, in accordo con il governo di Tel Aviv, sembra quindi destinato all’insuccesso, visto che l’Iran è ormai parte integrante di un gruppo di grandi paesi emergenti che stanno incrementando la cooperazione economica fra di loro e che non intendono sottostare alle minacce ed ai ricatti di Washington.
Da parte sua le autorità di Teheran avevano dichiarato, in risposta alle minacce USA, di essere pronti a chiudere lo stretto di Hormutz nel caso in cui fosse impedita l’esportazione del petrolio all’Iran.
Fonte: Bloomberg.com
Traduzione e sintesi: Luciano Lago
https://www.controinformazione.info/la-cina-sbatte-la-porta-in-faccia-alle-richieste-di-trump-di-non-acquistare-petrolio-iraniano/
Bloomberg aggiunge che i diplomatici statunitensi si stanno mobilitando presso le capitali di vari Paesi per convincere questi a ottemperare alla richiesta USA di attuare un blocco delle importazioni di petrolio dall’Iran per l’inizio di novembre, quando entreranno in vigore le sanzioni imposte da Washington.
Come riferito da un portavoce del Dipartimento di Stato americano a Bloomberg, in una di queste visite in Cina ha recentemente preso parte l’assistente del segretario di Stato dell’ufficio per le risorse energetiche Francis Fannon.
L’8 maggio scorso il presidente americano Donald Trump ha annunciato che Washington si sarebbe ritirato unilateralmente dall’accordo sul programma nucleare iraniano e intendeva ripristinare tutte le sanzioni contro l’Iran comprese quelle secondarie nei confronti di altri Paesi che fanno affari con l’Iran.
Successivamente il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti ha dichiarato che Washington avrebbe cercato di convincere i suoi alleati a rinunciare completamente al petrolio iraniano entro l’inizio di novembre.
La Cina all’inizio di luglio ha espresso la sua posizione ufficiale, secondo cui non ha in programma di seguire le richieste dell’Amministrazione Trump per cessare gli acquisti di petrolio iraniano. La Cina, il maggiore acquirente di petrolio iraniano, aveva annunciato in precedenza un aumento delle importazioni di petrolio del 26% a luglio.
Stessa posizione manifestata anche di recente dall’India che intrattiene rapporti di cooperazione economica con l’Iran e che intende intensificare tali rapporti grazie anche all’ammissione dell’Iran, prevista a breve termine, con i paesi che fanno parte degli accordi di Sahngai (SCO).
Come osservano vari analisti, Il tentativo di isolamento e di embargo dell’Iran da parte dell’Amministrazione Trump, in accordo con il governo di Tel Aviv, sembra quindi destinato all’insuccesso, visto che l’Iran è ormai parte integrante di un gruppo di grandi paesi emergenti che stanno incrementando la cooperazione economica fra di loro e che non intendono sottostare alle minacce ed ai ricatti di Washington.
Da parte sua le autorità di Teheran avevano dichiarato, in risposta alle minacce USA, di essere pronti a chiudere lo stretto di Hormutz nel caso in cui fosse impedita l’esportazione del petrolio all’Iran.
Fonte: Bloomberg.com
Traduzione e sintesi: Luciano Lago
https://www.controinformazione.info/la-cina-sbatte-la-porta-in-faccia-alle-richieste-di-trump-di-non-acquistare-petrolio-iraniano/
Nessun commento:
Posta un commento