martedì 14 agosto 2018

Quello strano “tuo” atteggiamento platonico.

Senza “Rete”, senza “segnale”, senza “connessione”… sei senza “informazione”. Ignori quello che “è già successo”. Ignori ogni dibattito in corso. Ignori persino “che tempo farà più tardi”. 
Senza Internet, ormai, sei tagliat3 fuori dalla “diretta”. 
Eppure, per millenni l’umanità ha vissuto senza. 
Quindi, credi davvero che l’evoluzione tecnologica costituisca della autentica e sostanziale differenza (cambiamento, evoluzione), rispetto a ciò che sembra essere stata la normalità precedente? 
“Qua, così” vengono ricordate delle “rivoluzioni” praticamente in ogni ambito dello scibile. Qualcosa che ha comportato un “miglioramento”. 
Dalla tradizione orale, a quella disegnata, scritta, stampata, digitalizzata, trasmessa, etc. l’informazione è sempre stata (ed “è”) trattata come asset di scambio basilare: 
una questione di memoria collettiva, dalla quale deriva l’esperienza... che comporta l’imparare dal passato, senza più decadere nei passi falsi già compiuti.
Ora, se (se) tutto questo corrisponde all’unico grado di autenticità... allora, perché – all’inverso – la storia dell’umanità è (sempre stata) una vicenda d’ingiustizia (giustizia di parte)? 
Quindi, quale differenza ha comportato la conservazione della storia stessa?
Come mai, complessivamente, l’umanità non ha imparato nulla, prendendo atto (ricordando) da ciò che “è già successo”?
Perseverare è… diabolico. Vero?
Come mai, nonostante tutte queste “rivoluzioni” ed “evoluzione”, le cose non sono mai cambiate sostanzialmente?
Che cosa studi a scuola, di conseguenza?
Che cosa significa.
Vuoi vedere che, allora, la legge della conservazione dell’energia (che conclude affermando “tutto si trasforma”) ti sta proprio affermando che:
non è mai (mai) cambiato nulla (nulla a livello sostanziale)
dal “tempo delle caverne”?
Del resto, è proprio dall’antichità che giunge il “segnale” platonico della Caverna.
Pensa a quale forma di "raro umorismo per il macabro", significa – ormai “qua, così” – ciò che, una volta, era il nome di uno dei più affermati filosofi ateniesi:
il nome Platone dà luogo alla colorazione del lessico (aggettivo) “platonico
che... se vai a trovare i sinonimi, puoi prendere atto (trasformare la frase, il linguaggio, “senza perdere di significato”) di
ideale, idealistico, spirituale, nobile, puro, elevato, irreale
immaginario, impossibile, irrealizzabile, utopico, chimerico...
reale, concreto, effettivo, possibile, realizzabile… (sono gli antonimi, il “valore” contrario).
Accorgiti, allora, come taluna informazione possa (sia, “è”) risultare, nel tempo chimico tradizionale, per l’esatto opposto del suo significato originale:
Platone utilizzava la metafora, per affermare qualcosa che, personalmente, era vero (reale, fisico, autentico: una "denuncia sociale").
Ma, nel tempo, e nella “rivoluzione tecnologica (una trasformazione)”, la metafora è divenuta (percepita, ricevuta) come qualcosa di “irreale; tanto è vero che il termine “platonico”, ormai, si riferisce a qualcosa che i sinonimi appena sopra riportati, ti fanno capire chiaramente “quale significato abbia sovrapposto l’informazione originale, iniziale”.

Dalla “denuncia”, si è giunti alla “favola”.
Che cosa significa.
Significa che esiste il disinnesco
Anzi, l’auto disinnesco, visto che non ti accorgi di nulla, prendendo tutto per “buono”, nonostante qualche sospetto (sì, ma… “niente di serio”). 
Non riesci a riunire tutti i puntini, poiché non tutte le carte sono sul tavolo e quelle che ci sono, non sono tutte scoperte (ci sono molti "segreti").
Insomma, ti manca “qualcosa per fare uno”. 
Quindi, “qua, così” sei come incomplet3. Con un vuoto dentro, che caratterizza tutt3, di conseguenza. Proprio come le “moderne” linee per la trasmissione e ricezione del segnale portante (una copertura del territorio, sempre più globalizzat3), auto diffondenti infrastrutturalmente e giurisdizionalmente, l’informazione riportata a cascata, irrorata come pioggerella che scende dal cielo, come nebbia che inumidisce senza quasi che te ne accorgi.
Tutt3 “qua, così” funziona.
E lo fa in maniera perfetta (se solo ne comprendi il nesso causale, fondamentale), perché ha un “senso”, una origine e un interesse, che esiste ed è replicat3 ovunque, proprio dalla portanza delle “reti” e dalla padronanza della situazione “a monte”. 
Questo “funzionare” d’assieme, non è più percepito per cosa esattamente significa (“è”). 
E non vi è alcuna differenza sostanziale tra il riflesso "naturale" e quello artificiale, poiché ogni ambito AntiSistemico è AntiSistema (la tecnologia di fondo è sempre la stessa).
“La matematica è semplice. Una sola variabile conta. Il tempo…”.
Manhattan
E… di “tempo”, di tale "chimica", la compresenza immanifesta dominante ne ha avuto molt3... per pianificare ed organizzare (sviluppare) tutt3 ciò che, “ora, sembra – guarda non caso – l’esatto opposto di quello che “significa (sostanzialmente)”
Tanto che, ormai, un comportamento platonico significa “qualcun3 (auto) distaccat3 dalla realtà”.
Eppure:
antro = caverna, grotta, spelonca…
E:
antropico = relativo all’uomo e alla sua attività (umano)…
antropomorfo = che ha forma umana…
Quale tipo di “decodifica” è già intercorsa, poiché riportata nei dizionari e nelle enciclopedie
Quella che equivale alla trasformazione (deviazione) del “significato originale”. Qualcosa che “ricorda” una strategia e che permette di dimenticare il momento di “è già successo”. 
Uno sdoppiamento di significato, con relativo spostamento (focus) dell’opinione pubblica in (su) quello che risulta maggiormente “pubblicizzato ‘qua così’”.
Quindi, la “modernità” (che è sempre tale, se ogni “nuova” generazione sussegue sempre alla “vecchia” generazioni) è una forma di attenzione, sempre “alla moda”, in grado di polarizzare la Massa... in maniera tale che è la Massa stessa a credere di/che…
Qualcosa che, di fatto, non porta a nulla di “nuovo”, se non ad intensificare la portata dello status quo AntiSistemico.
Allora, l’informazione circolante grazie alla “Rete”, non è altro che l’espansione del segnale portante sotto (alla) dominante che 1) è già globale, 2) è già diffuso ambientalmente e 3) viene sempre più “pubblicizzato” anche ad un simile livello (sottodominante).
Non ricordando - la Massa - che i cicli di sottodominante sono continui e potenzialmente infiniti, se (se) sempre “qua, così”.
Con una simile “forma d’onda”, che tende a riflettere il “percorso netto” già portato a termine dalla dominante (così come al sasso nello stagno, si susseguono onde concentriche in espansione).
Immagina un simile moto (meccanismo), attraverso l’alimentazione del “moto perpetuo”:
ed ecco il motivo della “forma reale manifesta ‘qua così’” e, di più, ecco il perché del suo continuo funzionare “semper fidelis alla causa, che è la ragione fondamentale dominante (il “sasso” che s’infrange nello stagno), con “la mano che lo ha gettato e l’intento che ha ideato il lancio ed il movimento” a carattere (natura) di esperimento (qualcosa che il Filtro di Semplificazione consiglia di non prendere ancora in esame).
Ritornando al discorso iniziale:
senza “Rete”, senza “segnale”, senza “connessione”… sei senza informazione. Ignori quello che “è già successo”. Ignori ogni dibattito in corso. Ignori persino “che tempo farà più tardi”. Senza Internet, ormai, sei tagliat3 fuori dalla “diretta”….
Per quello che “è” il particolare “sentire”, espresso da/in questo Spazio (Potenziale) Solido, tutto ciò è vero ma (ma) di/in un certo grado; parzialmente (dato che non esiste il falso, per intendere alla Sant’Agostino). Qualcosa che è chiaramente “di parte”, ossia, parziale, manchevole di…
È “più vero, di questo vero”, ciò che ti porta a prendere in considerazione il livello di giustizia ad angolo giro (valore universale, top) sviluppato e presente globalmente, da sempre “qua, così”.
Trova il nesso sottile che esiste tra 1) la diseguaglianza globale e 2) il motto tribunale “la legge è uguale per tutti”… ed avrai compreso (ricordato) anche la compresenza immanifesta dominante, a capo della “forma”.
Allora, senza “Rete” è vero che sei disconess3, ma… da cosa (chi)
Dalla “Rete” stessa e, dunque, da quel “a monte” che ti sfugge sempre per non evidente strategia della non comunicazione visiva (che diluisce, nella chimica temporale, l’intero patrimonio della memoria originale). 
Quando sei conness3, sei sempre nello stesso AntiSistema che per millenni ha trattato la Massa con altri “rimedi”, sempre “moderni” e sempre “tecnologici” rispetto al tempo che fu, “caso per caso”.
È sempre stato tutto uguale. Anche “ora”… 
Sì, perché sei sempre nel “qua, così”.
Dove le “cose” si limitano a (possono solo) trasformarsi, senza per/con questo cambiare niente in “salsa (chiave)” determinante ed autenticamente svincolante, disconnettente, auto liberante, etc.
“Vede… la Mafia ha un modo di pensare. Io non sono pentito. La penso diversamente. Tutto qui. Sapere è potere. E lei saprà delle cose che le toglieranno il sonno. E quando dormirà… sognerà i diavoli. E allora capirà che i diavoli non portano le corna… ma la cravatta. Sorridono. E sono ospitali. Posso offrire un marsala?...”.
My father Jack
E “tu”… come la pensi? 
La pensi secondo l’idea che “ti hanno detto (passato)”, formandoti nelle scuole, alla corte della Tv e dei Media sempre più impazzanti “qua, così”. 
Non hai, in pratica, alternativa sostanziale. 
Puoi sentire, ascoltare, dare retta a, leggere, ricevere, spiare, criticare, denigrare, vederla diversamente e persino “pensare diversamente” ma (ma)… non cambia nulla, poiché la “Caverna” è diventata un ambiente solare, alla luce del Sole. 
Non a caso, l’umanità primitiva è già uscita dalle caverne. 
Ora abita in sistemazioni più comode, nonché gabbie di Faraday per il consenso amministrativo sociale. 
Qualcosa di cablato, di connesso, di retro ingegnerizzato ad hoc, in maniera tale che sia divenut3 nel tempo, come assolutamente normale
Tanto da essere tu a richiederlo. 
Infatti, pensa che una volta gli schiavi lavoravano ed erano coloro che erano stati catturati per mezzo di “campagne” militari.
Poi, non sai bene come, ad un certo punto sei diventato tu… cosa (chi)?
L3 schiav3. 
Ma (ma) se c’è stata autentica "evoluzione", come ti spieghi che è diventato normale il lavorare. Non hai di meglio, da "fare"?
Come puoi credere ad un mondo basato sulla mancanza (da cui consegue l’idea lavoro), seppure l’invenzione “denaro” è di per sé, potenzialmente, infinita (ricchissima, abbondante)?
Allora capirà che i diavoli non portano le corna… ma la cravatta. Sorridono. E sono ospitali...
Un certo “apparire” è determinato dall’utilizzo, maschile (per lo più), della cravatta.
Ma… come ti spieghi, allora, un certo tipo di linguaggio (popolare = verace, veritiero, che affonda nell’esperienza diretta dell’avere a che fare con…), sviluppatosi nel tempo e mai (mai) cambiato di una virgola?
Cravatta = cravattari (usurai, strozzini, etc.).
Di più:
il termine “strozzino” deriva dalla famiglia Strozzi, che "era" dedita a quel “mondo degli affari”, dipendente da quel modo di fare affari, di prestare i soldi… salvo poi chiedere interessi esorbitanti, di modo che la banca "moderna" passa come la panacea per/di ogni male, facendo “contrasto”, ossia, non facendoti capire assolutamente niente.
Ai tempi della famiglia Medici, in Firenze, la stessa era considerata “magnifica” (e lo è ancora oggi, nel mondo).
Ma… ti sei mai chiesto di cosa s’interessasse, perlomeno all’origine della propria “fortuna”?
Ovvio:
di prestare i soldi a “strozzo”.
Allora chiediti: 
“ora”, come potresti “meglio” definire cotanta “magnificenza”?
E che cosa ha significato, per moltissime persone, di contrasto, una simile “attitudine” celebrata massivamente, dettante la legge e onorata della partecipazione alle massime autorità in ogni campo della scienza, dell’arte e del potere?
Immagina coloro che “non ce la facevano” e che, di converso, nonostante tutta la “modernità” del tempo, non avevano alcuna parte che potesse accogliere la loro denuncia seppure circostanziata dai fatti, dato che – tali Autorità – erano “connesse alla rete dei Medici e compagnia cantante”
Certo. 
È come esattamente succede ancora, sempre, “oggi”. 
Non è cambiato nulla. 
Si è solo trasformata la “tua” percezione, relativamente ad un simile ladrocinio autorizzato per legge. 
I cravattari erano quelli che ti mettevano il cappio al collo, incravattandoti prima della morte (quando non avevi proprio nulla da confiscare, oltre alla “tua” vita). 
Allo stesso tempo, la cravatta è diventata – guarda non caso – un segno distintivo di una certa “classe”.
In tutti quegli ambiti preposti all’amministrazione della legge, del denaro, della politica e della rappresentanza… la cravatta è richiesta
La Massa se l’aspetta, ormai
Nonostante tutto ciò che “è già successo”. 
Qualcosa di perseverante e, dunque, di diabolico: 
come un incanto.
Cosa che “è”, esattamente, l’AntiSistema by sotto dominante.
La storia umana, non importa dove, è sempre “qua, così”:
in una forma esatta
amministrata da una prospettiva “giusta (di/in parte)”.
Una democratica tirannia, che ti ha lasciato credere di/a/che… mentre “la musica non è mai (mai) cambiata”. 
E… quando vivi il “giorno del ricordo (del tal avvenimento significativo)”, che cosa stai ricordando e celebrando?
Che cosa (chi), piuttosto, non ricordi?
“Dove stanno andando tutti?
Casella postale 1663.
Come si chiama il posto?
In nessun modo. Nessun nome. Nessun cartello stradale. Benvenuto nel nulla…”.
Manhattan
Con (o senza) “Rete” e/o connessione (segnale) alla “Rete”, la “tua” situazione rimane sempre nell’antro sotto dominante:
che è già una (la) “Rete”.
Ad ogni epoca, la versione più adatta della “Rete”
Se da un lato, l’umanità si “accultura”, dall’altro lato la “Rete” si modifica in maniera direttamente proporzionale, come la migliore forma di camuffamento richiede sempre.
Come il camaleonte che assume la tonalità dello sfondo (“naturalmente”).
La memoria frattale espansa esiste, è reale, praticabile e testimone originale del “è già successo” e… non solo. 
“Qua, così”… tale potenziale viene distaccato dalla tua comprensione (decodifica), agendo su (in) te... trasformandoti nel “collo di bottiglia” più confacente allo scopo, “a monte”, dominante.
Ecco perché sei sempre “lavorat3 ai fianchi” e nulla viene lasciato al caso.
Così, come “è già success3”
l’auto disinnesco della denuncia di Platone, auto divenuta nel tempo platonica (ossia: irreale, distaccata dal senso originario)
allo stesso modo
hai dimenticato tutt3 ciò che fa parte della tua esperienza.
Una dimenticanza oggettiva e fondamentale, al fine della “conservazione dell’energia (trasformazione)” AntiSistemica “qua, così”.
“Fai… che tutto ciò abbia fine (dato che “un fine” già lo possiede ‘qua così’”.


     
 
 
Davide Nebuloni
SacroProfanoSacro (SPS) 2017
Bollettino numero 2134
https://sacroprofanosacro.blogspot.com/2017/09/quello-strano-tuo-atteggiamento.html

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