Credono fortemente in tale settore i ricercatori del Politecnico di Torino, che in collaborazione con l’azienda Aris hanno realizzato e sperimentato un innovativo sistema per lo sfruttamento dell’energia marina chiamato Inertial sea wave energy converter, ossia un convertitore di energia del moto ondoso a ridotto impatto ambientale, privo di parti mobili in acqua, di facile manutenzione, adattabile alle diverse tipologie di onde e idoneo perfino ad applicazioni in mari chiusi.
Uno schema di funzionamento dell’impianto
Ma come funziona questo sistema capace di ricavare energia dalle onde del mare?
Si tratta di una tecnologia flessibile ad alta efficienza, costituita da una struttura galleggiante ormeggiata al fondale marino, al cui interno è installato un gruppo giroscopico che converte il moto ondoso in energia elettrica. In pratica, l’onda incidente provoca un moto di beccheggio e l’interazione col volano rotante genera la coppia giroscopica. Se lo spin del volano è controllato in base a un algoritmo di previsione a lungo termine delle condizioni d’onda, al controllo del generatore provvede un algoritmo di previsione a breve termine della prossima onda incidente.
I vantaggi competitivi del sistema Iswec sono dati dal sistema stagno, dalla scalabilità e dal controllo dinamico. Per quanto riguarda il primo punto, va notata l’assenza di parti mobili esposte e quindi la ridotta manutenzione. In merito al secondo aspetto, i benefici derivano dalla semplicità di industrializzazione e dalle varie taglie di potenza che si possono realizzare. Infine, il controllo dinamico prevede l’algoritmo di previsione dell’onda e l’adattabilità alle più varie condizioni.
Se fino ad oggi la sperimentazione di sistemi capaci di sfruttare il moto ondoso è sempre avvenuta negli oceani, questa nuova tecnologia è stata pensata specificatamente per il Mare Mediterraneo, che rispetto all’oceano ha onde più piccole ma più frequenti. Tale soluzione potrebbe inoltre rivelarsi particolarmente utile laddove è più difficile produrre energia, ossia sulle isole, attualmente alimentate da fonti energetiche non sostenibili e vincolate alla rete continentale.
Dopo lunghi anni di studio, Wave for Energy, la start-up del Politecnico di Torino sorta nel 2010 per proporre soluzioni innovative specialmente nel campo delle tecnologie verdi, ha installato il primo impianto Iswec nell’isola di Pantelleria. Si tratta di una struttura galleggiante capace di produrre 150 MWh annui, sufficienti a soddisfare il fabbisogno di circa duecento famiglie. Questo innovativo primo prototipo (lungo 15 m, alto 5 e largo 8) avrà le funzioni di un desalinizzatore e servirà quindi a fornire energia per la produzione di acqua dolce, un bene di cui scarseggiano le isole. Realizzato in metallo, è costituito da uno scafo stagno privo di parti mobili in acqua, per garantire la massima efficienza e un minore impatto ambientale.
A bordo non sono presenti sostanze inquinanti, mentre lo stesso ormeggio è stato progettato per non danneggiare l’ecosistema, visto che le tre ancore sono state poste a 40 metri di profondità su un fondale roccioso, per non nuocere alle posidonie. Alla produzione di energia provvedono i due gruppi di conversione giroscopici (volani da 10 tonnellate l’uno), opportunamente azionati dal moto ondoso, che presenta caratteristiche più stabili rispetto ad altre fonti pulite, quali sole e vento, risultando quindi più prevedibile.
Questa tecnologia riesce ad adattarsi alla variazione della lunghezza d’onda del mare ed è in grado di regolare la sua capacità produttiva. Come spiegato dai progettisti, l’impianto si presenta come una specie di barca dove il sistema di conversione è collocato all’interno, così che risulta notevolmente più sicuro a livello di inquinamento e manutenzione.
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