In questi giorni si parla molto di una fiction, mandata in onda sulle
reti Sky, volta a ricostruire a beneficio del grande pubblico, specie
dei più giovani, la storia
di Mani Pulite. Io confesso di non avere visto neppure una puntata
della serie in oggetto, ricordando invece perfettamente il clima che in
quegli anni si respirava. Sul finire degli anni ’80 l’Italia era ancora
un paese ricco e sovrano. I problemi non mancavano, a partire dalla
corruzione e dalla crescente arroganza delle mafie. Ma, come bene spiega
l’economista Nino Galloni, «la corruzione di allora rappresentava la
devianza patologica di un indirizzo politico comunque pensato per
realizzare una idea di interesse generale». Detta in maniera più
semplice. Esistevano, eccome se esistevano, “ruberie, mazzette, tangenti
e malversazioni”, malsano effetto collaterale di un sistema che però
nel suo complesso produceva ricchezza e posti di lavoro. L’Italia di
oggi, invece, frastornata da anni di continua ed incessante caccia alle
streghe, è migliore o peggiore di quella lasciataci in eredità dalla
cosiddetta Prima Repubblica? Io credo peggiore. Molto peggiore.
La corruzione, più raffinata nelle forme, esiste ancora, risultando
illusoria e infantile la pretesa di estirpare per decreto o sentenza il
vizio e l’ingordigia dal cuore degli uomini; in compenso è scomparso il
benessere e sono riapparsi i poveri e i disperati,
fucilati da un sistema che ha nel suo complesso perso il senso e la
misura. Con la scusa di combattere sprechi e corruzione è stato in
realtà posto in essere un vero e proprio Olocausto sociale, crimine
immane che nessun sistema delle tangenti, per quanto ben oliato e
pervasivo, potrebbe mai eguagliare. La fine dei partiti, e la morte del
concetto stesso di Stato imprenditore, giustificata sul piano dialettico
proprio attraverso la strumentale esasperazione di alcune deprecabili
prassi, ha prodotto un immenso vuoto. Questo vuoto è stato ricoperto
per intero da chi detiene su scala globale il potere
economico e finanziario, ora finalmente libero di produrre i suoi
effetti nefasti (e in parte perfino sanguinari) senza dover sopportare
oltre il peso della intermediazione politica.
Cosicché, sulla scia del nuovo equilibrio consolidatosi, i nuovi
padroni hanno forgiato un modello strutturalmente fondato sulla frode e
sull’abuso e l’hanno chiamato “regole”. Hanno distrutto la dignità del
lavoro ribattezzandola “flessibilità”; hanno colpito il welfare
spacciando una operazione immonda per semplice “razionalizzazione dei
costi”; hanno consegnato la leva monetaria ai privati nel nome della
“responsabilità”, e hanno messo in piedi un meccanismo che moltiplica in
automatico povertà ed indigenza nel nome della sempiterna “lotta agli
sprechi”. Questo hanno fatto. E l’hanno fatto grazie alla collaborazione,
dolosa o colposa, di tutte quelle forze politiche che non hanno mai
trovato il tempo per elaborare una piattaforma politica alternativa al neoliberismo dominante.
Partiti di destra, di centro o di sinistra, tutti accumunati dalla
paradossale e unanime condanna del nostro fantomatico debito pubblico.
Partiti vuoti che vivono esclusivamente della capacità istrionica del
satrapo di turno. Partiti ipocriti che, pur richiamandosi impunemente ad
una tradizione socialista, si preoccupano solo di assecondare le
pulsioni distruttive di un mercato lasciato a briglie sciolte. Mani
Pulite non è servita né all’Italia né agli italiani. Mani Pulite è
servita a tutti quelli che non vedevano l’ora di trovare campo libero
nel mentre Mario Draghi apparecchiava le famose “privatizzazioni”. Mani
Pulite è servita a screditare il ruolo della politica,
aprendo così la strada al governo di molti ”tecnici illuminati” che, da
Prodi a Monti, altro non sono se non amministratori delegati occulti di
grandi banche d’affari e multinazionali. Non so come sarebbe oggi
l’Italia se Mani Pulite non ci fosse mai stata. So però com’è e non mi
piace affatto.
(Francesco Maria Toscano, “Sulla scia di Mani Pulite è nata un’Italia peggiore”, dal blog “Il Moralista” del 7 aprile 2015. Toscano è segretario del Movimento Roosevelt, fondato con Gioele Magaldi).
fonte: http://www.libreidee.org/2015/04/mani-pulite-ci-ha-lasciato-unitalia-peggiore-mai-cosi-povera/
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