La Casa Saud, appoggiata
dagli USA, fomenta da lungo tempo i contrasti tra i vari governi
yemeniti, gli Houthi, la Fratellanza Musulmana e Al-Qaeda, in una
versione realistica del “Trono di Spade”, come ha osservato Mahdi Darius
Nazemroaya.
Ora che lo Yemen è sotto le bombe per
costringerlo ad accettare l’ordine autoritario di USA e Arabia Saudita, è
difficile immaginare che la Casa Saud avesse precedentemente agito a
favore degli Houthi appoggiando l’idea dell’imamato di Zaidi e
sfruttando i gruppi settari per controbilanciare l’influenza della
Fratellanza Musulmana nello Yemen, come ha osservato Mahdi Darius
Nazemroaya, autore e analista geopolitico.
“L’attacco del Regno contro il movimento Houthi faceva parte del vecchio e stantio sporco gioco della casa Saud all’interno dello Yemen. Da questo punto di vista la casa Saud ha manipolato diversi governi yemeniti, gli Houthi, la Fratellanza Musulmana e Al-Qaeda facendoli interagire gli uni contro gli altri in una versione saudita (e reale) della serie “Trono di Spade”, basata sul best-seller di George R.R. Martin, come ha sottolineato l’analista.
Durante la Guerra Fredda la casa
di Saud, insieme agli Stati Uniti, alla Gran Bretagna e a Israele, aveva
appoggiato lo Yemen del Nord e un gruppo Zaidi (noto anche come gli
“Houthi”) contro i repubblicani dello Yemen del Sud.
Tuttavia, dopo che i repubblicani
avevano vinto la guerra, Riyad iniziò a finanziare le scuole della setta
wahabita nello Yemen del Nord allo scopo di creare una divisione
sociale.
Occorre notare che dopo la conquista
dell’indipendenza dello Yemen del Sud dal Regno Unito, nel 1967, la Gran
Bretagna, gli Stati Uniti, l’Arabia Saudita ed Israele iniziarono a
sostenere la Fratellanza Musulmana come strumento della loro lotta
contro la Repubblica Popolare dello Yemen, guidato dal partito
comunista.
Nel 1990 il paese fu riunificato, ma i
sauditi continuarono ad usare la Fratellanza Musulmana e il partito
islamista Al-Islah per controllare il governo yemenita.
Ma dopo lo scoppio delle proteste della
primavera araba nel Medio Oriente e la defenestrazione del presidente
yemenita, la casa dei Saud modificò i propri obiettivi e decise di
sfruttare gli Houthi contro la Fratellanza Musulmana e Al-Islah, temendo
che l’influente gruppo islamista potesse avere la meglio nello Yemen.
Alla fine la strategia saudita tesa alla
manipolazione degli Houthi contro Al-Islah ha dato luogo all’ascesa del
movimento Houthi nello Yemen, come ci ha spiegato Mahdi Darius
Nazemroaya. Ma allora perché l’Arabia Saudita ha recentemente dato il
via alla mortale campagna militare contro i suoi precedenti alleati?
“Nonostante il fatto che gli Houthi avessero tentato per mesi di rassicurare il Regno e avessero tentato un approccio alla casa Saud per condurre delle trattative, prima della guerra, il regno saudita pretendeva una totale sottomissione da parte del movimento Houthi,” ha sottolineato l’analista, aggiungendo che né gli Houthi né il Congresso Generale del Popolo yemenita possono accettare tutto questo.
L’obiettivo finale della casa Saud è la
sovranità sullo Yemen. Finora, appoggiata dagli USA, ha optato per il
bombardamento dello stato yemenita come mezzo per indurne la
sottomissione, come ha enfatizzato l’analista.
L’aggressione guidata dai sauditi ha già
mietuto quasi 1.000 vittime yemenite, tra cui donne e bambini. Sebbene
Riyad asserisca di attaccare le posizioni degli insorti Houthi, in
realtà sta bombardando zone residenziali e infrastrutture civili.
Perciò Riyad sta tentando di bombardare
uno dei più poveri Stati arabi per indurlo ad accettare un regime
autoritario dello spodestato presidente Abd Rabbuh Mansur Hadi, un leale
vassallo dell’Arabia Saudita e degli Stati Uniti.
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Articolo di Ekaterina Blinova apparso su Sputnik l’11 aprile 2015
Traduzione in italiano a cura di r.k. per Sakeritalia.it
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