Il progetto Clarion e Stato islamico, passando per Dabiq
Esiste
un curioso fenomeno in cui taqfiri e jihadisti, in cerca di
reclutamento e altre informazioni, s’incontrino sulla rivista on-line e
presunto organo ufficiale dello SIIL Dabiq. Fino a poco prima, il link a tale rivista esisteva solo nel sito del Clarion Project. Qui di seguito uno dei messaggi twitter indirizzati ai frequentatori del sito Clarion Project.
Arisha Jasra @Arisha_Jasra 10 Maggio
Sorelle, dovreste leggere questa intervista ad Um Basir al-Muhajirah. Una vera donna forte. http://media.clarionproject.org/files/islamic-state/islamic-state-dabiq-magazine-issue-7-from-hypocrisy-to-apostasy.pdf #Dabiq.
Perché il Clarion Project collega a Dabiq fornendo apertamente forum e contatti ai jihadisti che vogliono aderite allo SIIL o averne ulteriori informazioni? Clarion Project
si vantava di presentare esclusivamente ai propri lettori le nuove
edizioni della rivista, attribuendo a tale esclusiva a uno del loro
personale che avrebbe scoperto la rivista sul “Deep Web“. Il “Deep Web”
è semplicemente il contenuto di banche dati e altri servizi web che non
possono essere indicizzati e cercato sui motori di ricerca
tradizionali. Tuttavia, numerosi blog sono sorti condividendo le
edizioni della rivista, ma sembra che fino a tempi recenti, tutti i link
dell’edizione inglese della rivista passassero per il Clarion Project e ricerche per le versioni tradotte portano a un archivio. [1]
Secondo un rapporto del 6 giugno 2015, BBC News dichiarava che Dabiq usava Amazon per vendere la rivista [2] e, in seguito fu dichiarato che avevano un “avanzato apparato multimediale“. [3]
La rivista che si trova nel Clarion Project
è in inglese e viene rapidamente tradotta in altre lingue dopo la
pubblicazione. E’ piuttosto strano per una pubblicazione islamica, in
particolare l’organo dello SIIL, essere pubblicata ufficialmente in
inglese, che è pure sofisticato. Qualcuno potrebbe dire che sia un buon
modo per i servizi d’intelligence di monitorare le reclute
identificandone gli indirizzi IP, una volta che accedono alla rivista
sul sito del Clarion Project. Ma allora, se questa è una rivista dello SIIL ideata per reclutare, promuoverla nel “Deep Web” non avrebbe senso. Chiaramente, gli aspiranti jihadisti sono più propensi a condividere il link alla rivista su Clarion Project, come indicato nel messaggio twitter di sopra. [4]
Cosa e chi è il Clarion Project e, data la produzione assai “infiammante” e “volatile” di film anti-islamici, qual è l’obiettivo nel promuovere il presunto media dello SIIL prima di chiunque altro? L’interessante pista sul denaro dei donatori per i vari film anti-islamici indica un mix di attori sionisti di destra e sinistra dalle varie fedi e sette, che finanziano e sostengono il Clarion Project. [5]
Tali attori, per vari motivi, condividono l’odio per l’Islam e la
preoccupazione per l’estremismo. Vediamo gli obiettivi dichiarati del Clarion Project. In primo luogo, Clarion Project ha forti legami con il gruppo di destra israeliano Aish HaTorah,
indicato da documenti governativi come entità senza scopo di lucro
estera. Secondo il dipartimento delle Corporation del Delaware, Robert
(Rabbi Raphael) Shore, Rabbi Henry Harris e Rebecca Kabat crearono il Clarion Fund e i tre sarebbero dipendenti di Aish HaTorah internazionale. Sul loro sito affermano che “Fondato
nel 2006, Clarion Project (ex-Clarion Fund Inc.) è un’organizzazione
finanziata in modo indipendente, senza scopo di lucro e volta ad esporre
i pericoli dell’estremismo islamico, fornendo una piattaforma alle voci
moderate e promuovendo l’attivismo di base. Spiegando che Clarion
Project riunisce esperti di Medio Oriente, studiosi, attivisti dei
diritti umani e musulmani per promuovere tolleranza, e moderazione e
sfidare l’estremismo“. [6]
Il Consiglio scientifico di Clarion Project
vede numerosi neo-conservatori e destri, tra cui Frank Gaffney,
ex-funzionario dell’amministrazione Reagan e fondatore del Centro per la
politica di sicurezza; Daniel Pipes del Middle East Forum, e
Douglas Feith consulente di Donald Rumsfeld al Pentagono durante
l’invasione dell’Iraq. Il 16 marzo 2016, il candidato presidenziale
repubblicano Ted Cruz annunciò che avrebbe nominato Frank Gaffney
consigliere per la sicurezza nazionale. Si tratta di un curioso mix di
persone, rappresentanti di raggruppamenti religioso-strategici e
d’interessi ancor più curiosi.
Le opere più “efficaci” e note di Clarion Project
sono i film sull’Islam, molti dei quali in un modo o nell’altro hanno
suscitato rabbia e violenze nel pubblico. Il loro primo tentativo
cinematografico, nel 2005, quando l’organizzazione si chiamava Clarion Fund, fu il film “Ossessione: La guerra dell’Islam radicale all’occidente“,
oltre 28 milioni di copie del film furono distribuite strategicamente
nei seggi elettori incerti per le elezioni presidenziali del 2008,
contro Obama. Era la seconda volta che alle elezioni presidenziali un
film anti-islamico appariva sette settimane prima del voto. [7]
I fondi, si sostiene, provenivano da una finanziatore repubblicano, Barre Seid. La somma fu registrata proveniente dai Donors Capital Fund in Virginia, per quasi 18 milioni di dollari. [8]
Un altro donatore avrebbe negato il coinvolgimento nel finanziamento ma ora siede nel consiglio di Clarion Project. [9]
Il film suscitò proteste spesso violente nel mondo e in Pakistan una taglia fu messa sulla testa del regista. [10]
Nel 2013, il Clarion Project pubblicò “Diari d’onore“,
scritto e prodotto da Paula Kweskin, avvocatessa israeliana per i
diritti umani, assieme a donne musulmane, tra cui Ayan Hirsi Ali. Ayan,
per esempio, le cui opinioni non sono accettate dai musulmani moderati,
invece di cercare una corretta comprensione e interpretazione, relega
l’Islam al livello peggiore di comprensione e degradazione, rivelando
una scarsa conoscenza del vero significato del Corano ed incomprensioni
che permettono ai jihadisti di giustificarvi la Jihad. Ayan era la
produttrice esecutiva del film. I responsabili del film sembrano uscire
dall’enciclopedia della destra islamofobica. Anche in questo caso, come
per le precedenti produzioni di Clarion Project, ci furono molte proteste nel mondo e, come fu riferito, “Tra
le questioni che meritano l’attenzione del pubblico, il gruppo
responsabile del film ha un forte retroterra anti-musulmano,
accuratamente documentato“. [11]
Un altro film che suscitò ampi clamori ed attenzione fu quando si scoprì
che fu proiettato per tre mesi in un dipartimento di polizia. Le
indagini rivelarono il ruolo del Clarion Fund e di certi donatori. [12]
Vi furono numerosi altri film prodotti da Clarion Project. “La
vasta esperienza del Clarion Project nel produrre film anti-musulmani
ne spiega l’agenda e dimostra ulteriormente la necessità di mettere in
discussione l’oggettività di qualsiasi sforzo che porti al gruppo“. [13]
Ciò porta alla domanda su chi sia dietro la produzione di un film del 2012 intitolato “Innocence of Muslims”. C’è forse un legame con il Clarion Project? E’ difficile da accertare ma suoi intento e natura si adattano veramente al Clarion Project.
Inutile dire che finanziatori ed organizzatori del film, dopo che
l’ambasciatore Stevens fu stuprato a morte a Bengasi, forse in risposta a
tale film, sono scomparsi lasciando un disoccupato di mezza età arabo
cristiano, egiziano o forse israeliano, dal cognome Nakoula, già
condannato in passato per frode, quale capro espiatorio. Nakoula, che
ammise un primo finanziamento di 5 milioni di dollari per il film e poi
altri 5mila dollari per realizzare il film fu, secondo varie notizie,
immediatamente rimosso dalla società e dai media e incarcerato. Si
sostiene che uno scandalo che coinvolge un altro film del Clarion Project, “The Third Jihad“,
in cui ancora Ayan Hirsi Ali era coinvolta assieme a un co-produttore
di nome Erik Werth, coinvolto a sua volta nella produzione di “Innocence of Muslims“. Ben prima di “The Third Jihad“,
Werth fu arrestato dopo aver affermato di essere un agente dei servizi
segreti e minacciato di arresto un dipendente di una compagnia aerea. [14]
Passiamo ora alla reazione violenta e furiosa nel mondo al film del 2012 “Innocence of Muslims“, che tutti i politici del regime di Obama hanno ritenuto responsabile del brutale assassinio dell’ambasciatore Stephens a Bengasi nell’11° anniversario delll’11 settembre 2001. C’è altro nella storia che va notato? Non lo sapremo mai dato che lo scandalo delle e-mail di Hillary Clinton non permetterà mai chiarezza sugli eventi torbidi in Libia. Il film sembra essere stato usato come copertura dai jihadisti per recuperare i loro camerati terroristi incarcerati nell’edificio in cui c’era Stevens. Un articolo suggerisce il coinvolgimento di Hillary nel finanziamento del film con i Fratelli musulmani, ma non è un argomento logico. [15]
E’ possibile che Clarion Project abbia avuto un ruolo in “Innocence of Muslims“, data la passata esperienza con questi film? Mostra tutte le caratteristiche del Clarion Project.
I depositi in denaro accennati qui, indicano connessioni israeliane,
tramite palestinesi cristiani, con servizi competenti degli USA che
diedero l’immunità a un possibile attore in tutto ciò, facendo
rimpatriare il complice di Nakhoula in Palestina invece di perseguirlo
negli Stati Uniti. I suggerimenti su Nakoula, descritto come il regista
del film, lo danno “detenuto” dal governo degli USA come “spia”
condannata per frode. Un uomo descritto come “consulente” del film,
Steve Klein, era coinvolto. Ex-marine, Klein era attivo nei gruppi
anti-musulmani ed estremisti da decenni. [16]
Data la storia del Clarion Fund,
associata alla produzione di film anti-islamici e, dato che la
specializzazione nelle “denunce”, anche se in modo distorto e fazioso,
dell’Islam, non è troppo inverosimile chiedersi se il Clarion Fund sia dietro il film “Innocence of Muslims“.
Basta fare un ulteriore passo avanti e la questione può essere posta su
certi risultati attesi nel propagandare tale film, oltre al fatidico 11
settembre 2012 a Bengasi. Chi sono i responsabili del Clarion Project e, se erano dietro il film “Innocence of Muslims“,
quali erano le loro motivazioni? Oppure, stavano solo contrattando un
film del genere? In alternativa, il film era una copertura volta ad
inasprire violenze e scandalo, spingendo il regime di Obama a chiudere
un occhio sui grandi trasferimenti di armi da Bengasi ai terroristi
jihadisti in Siria, per gentile concessione dell’ambasciatore Stevens?
Ci sono anche indicazioni su innumerevoli richieste urgenti da
ambasciata e consolato in Libia per la sicurezza. [17]
Obama e Clinton, che non ricorsero alla protezione militare degli Stati
Uniti e invece assunsero i taqfiri jihadisti come guardie di sicurezza,
furono ridicolizzati come sinistri che assecondando l’Islam dalla
rivista Frontpage di Daniel Greenfield. Greenfield lavora a stretto contatto con i dipendenti del Clarion Project come Ryan Mauro e i membri del consiglio del Clarion Project Claire Lopez, ex-ufficiale delle operazioni della Central Intelligence Agency, e Frank Gaffney. [18]
Claire Lopez e altri del suo partito, hanno scritto innumerevoli
articoli contro Hillary Clinton e il suo fallimento nel proteggere
l’ambasciatore Stevens, “dove il consolato aveva ben poca sicurezza e alcun agente di polizia presente, facendone un bersaglio ridicolmente facile“.
La possibilità che l’ambasciatore Stevens fosse coinvolto nel
contrabbando di armi ai jihadisti in Siria fu citata da questo articolo,
ma non suggeriva che Stevens fosse stato messo a tacere. [19]
In ulteriori articoli simili si fece menzione del torbido accordo di
cooperazione con i jihadisti per un piano di cambio di regime. [20]
Claire Lopez del Clarion Project spiegò ciò a cui l’uomo del regime di Obama in Libia, Christopher Stevens, era impegnato; collaborare con al-Qaida inviando armi in Siria, come MANPADS. [21]
Due membri del consiglio del Clarion Project,
Claire Lopez e Frank Gaffney, parlarono di ciò che pensavano fosse
accaduto in Libia, implicando negativamente il regime di Obama. [22], [23], [24].
Come risulta evidente dagli articoli di costoro, in particolare da Claire Lopez, Clarion Project
voleva incolpare di tutto quello successo a Bengasi il regime di Obama,
e nel modo più schiacciante possibile. Uno scenario possibile, ma
terribile viene in mente; cosa succede se tali elementi contrari al
regime di Obama avessero collaborato con gli spiriti affini del Clarion Project per utilizzare il film “Innocence of Muslims“,
capitalizzando sul furioso discredito del regime di Obama, forse
imponendogli certe agende? Forse non fu previsto che la reazione
violenta al film sarebbe arrivata all’omicidio di Christopher Stevens a
Bengasi. O, era ben più sinistro, volendo esporre la complicità del
regime di Obama con i jihadisti nel perseguire i cambi di regime, anche
inviando armi avanzate? Se si fossero impegnati in attività simili, se i
repubblicani fossero stati al governo, è un altro discorso. O, forse
era la loro gente, non assunta ma che ebbe il sopravvento.
Ora passiamo alla manipolazione mediatica dell’opinione pubblica, influenzando gli esiti delle elezioni, creando scenari o sfruttando le situazioni a vantaggio di tale curioso mix di attori di destra. Possiamo vedere il doppio ruolo di Clarion Project evidenziando i problemi collegati all’Islam militante, ma chiaramente, alcun “lavoro” riguarda comprensione e costruzione di ponti tra Islam e mondo cristiano e giudaico. Chiaramente vi sono considerazioni politiche ed altre su scopi nazionali ed internazionali. Visti i precedenti di Clarion Project e i suoi articoli per la stampa, non è troppo assurdo suggerire che forse la presunta rivista dello SIIL Dabiq sia in realtà solo un’altra creazione del Clarion Project, utilizzata come strumento dai potenti attori di destra nel consiglio di Clarion Project e dei suoi molti partner. Se è così, allora il contenuto della rivista può essere scritto e presentato in modo da avvantaggiare gli scopi di costoro.
Questo non significa che sottoscrivo esclusivamente la nozione
la “CIA ha creato ISIS”, dopo tutto Brzezinski, padre della cooptazione
strategica dei jihadisti, sapeva fin troppo bene che tale strategia era
possibile solo a breve, gli elementi ideologici radicali avrebbero visto
un mutuo vantaggio sia per le loro aspirazioni politiche che per quelle
dei “partner” occidentali. Il punto qui non è su chi ci sia dietro lo
SIIL, ma il possibile complotto cinico dove messaggi vengono fabbricati
per una rivista fabbricata e utilizzata opportunisticamente da figure
politiche ed altre per ottenere notorietà, “distinzione d’onore” e
credenziali, o per creare la “propaganda nera” che promuova la propria
agenda. Dabiq, come dimostrato fin dall’inizio dell’articolo,
date le circostanze interessanti descritte, ha tutte le caratteristiche
del lavoro del Clarion Project. È una fortuna per le indagini che ogni collegamento a Dabiq, nei primi giorni, portasse sempre al Clarion Project e alle traduzioni di un archivio, innescando questa indagine.
Eva Gonzales 6 settembre 2016
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
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