Giorno dopo giorno la vita in Yemen
diventa sempre più difficile per la gente comune. I Sauditi hanno
ricominciato a bombardare e sembra che vogliano colpire tutto quello che
hanno a tiro – scuole, ospedali e vie per il transito dei viveri. Il
cibo sta terminando. Ma lo Yemen oggi ha un nuovo governo legittimo, e i
Sauditi dovranno attenersi alle condizioni che stabilirà, o perdere la
loro guerra.
I negoziati sotto la supervisione
dell’ONU tra l’ex presidente yemenita Hadi, sostenuto dalle forze armate
di vari stati del Golfo, e l’alleanza houthi con l’ex presidente Saleh,
sono falliti. I Sauditi hanno richiesto la resa totale, una ritirata
degli Houthi dalla capitale Sanaa, il completo reinsediamento alla
presidenza di Hadi, e l’abbandono di tutto l’armamento pesante. Saleh e
gli Houthi, non avrebbero mai accettato queste condizioni: si sarebbero
trovati senza risorse e alla mercé di un nemico in cerca di rivincita. I
combattimenti sul terreno sono continuati per i quattro mesi di durata
dei negoziati, anche se a intensità ridotta.
Quando è stato evidente che i negoziati
sarebbero falliti, gli Houthi e le forze armate yemenite hanno re-invaso
l’Arabia Saudita. Per un tratto di 200 km lungo confine
saudita-yemenita dal Mar Rosso ai territori interni a oriente, le forze
yemenite hanno inizialmente invaso sei località a una distanza tra i 5 e
i 20 Km. Dei video li mostrano in vista della città saudita di Narjan,
popolata da mezzo milione di abitanti, mentre bombardano centrali
elettriche e degli insediamenti militari. Una ridicola dichiarazione
congiunta dei governi di USA, UK, Arabia Saudita ed Emirati Arabi richiede che: [in inglese]
Il conflitto in Yemen non minacci i suoi vicini.
Una barzelletta [in italiano]: l’invasione dello Yemen da parte dei Sauditi va bene, reagire sulla stessa linea invece no?
I Sauditi hanno ripreso i loro attacchi
aerei sulla capitale Sanaa e su altre città yemenite. Gli obiettivi
militari a Sanaa erano già stati bombardati almeno due volte, questi
attacchi non hanno alcun senso e non sono nient’altro che un puro e
semplice atto di terrorismo.
Due giorni fa un doppio attacco aereo saudita ha colpito una scuola [in inglese] vicino alla città di Saada nello Yemen del nord:
Medici Senza Frontiere ha scritto che “il numero totale dei feriti della scuola di Haydan è di 28 persone. I morti sono dieci. Tutti tra gli otto e i quindici anni…”
I Sauditi negano di aver colpito una
scuola, affermando che in realtà bambini di otto anni, denutriti si
trovassero in un campo d’addestramento militare. Lo hanno imparato dai
loro nuovi amici sionisti [in inglese]. La chutzpah [in italiano] nella loro reazione [in inglese] al report sul bombardamento della scuola è forte:
“Avremmo sperato che MSF prendesse provvedimenti per impedire il reclutamento di bambini come combattenti invece di piangerli sui media.”
Un importante ponte sulla via principale di rifornimento per Sanaa, dalla quale giunge il 90% del suo fabbisogno alimentare, è stato distrutto [in inglese] da un attacco saudita. Proprio oggi un altro attacco aereo ha colpito [in inglese]
un noto ospedale di Hajjah. Almeno trentuno civili, tra cui personale
ospedaliero, sono stati uccisi e molti di più sono i feriti.
Il re saudita ha utilizzato quest’occasione per concedere [in inglese] una mensilità aggiuntiva dello stipendio come benefit di guerra per tutti i “partecipanti attivi” loro alleati.
I Sauditi hanno ricattato le Nazioni Unite [in inglese],
con la tacita approvazione degli USA, affinché il regno arabo non
venisse accusato di nessuna delle atrocità e dei crimini commessi in
questa guerra. Hanno minacciato di interrompere tutti i loro
finanziamenti ai programmi dell’ONU. I rapporti ONU ad essa relativi
sono stati “ripuliti” prima che venissero pubblicati: non si vedranno
più commenti da parte dell’ONU riguardanti “attacchi aerei sauditi”. Le
atrocità adesso non hanno alcuna origine.
Già prima della guerra lo Yemen era
povero in canna, adesso lo è molto di più: la maggior parte delle
infrastrutture è distrutta, quasi tutte le fabbriche sono state rase al
suolo, il paese è sottoposto a un blocco totale, l’economia è a pezzi [in inglese], la gente muore di fame, circa l’80% della popolazione ha disperato bisogno di aiuti umanitari.
Ma gli Yemeniti non si arrenderanno: la
guerra non l’hanno iniziata loro, ma saranno loro a finirla, e alle loro
condizioni. Continuano a rispondere agli attacchi sauditi in Yemen con
attacchi in Arabia Saudita. Sono misteriosamente apparsi dal nulla
missili che hanno colpito le truppe e le installazioni militari saudite.
Tutti gli attacchi sauditi sul terreno sono stati sconfitti. I loro
scherani, reclutati da vari paesi africani e dal Sud America, le
prendono non appena entrano negli altopiani dello Yemen centrale. I loro
ascari prezzolati in Yemen sono inaffidabili e tendono a cambiare
bandiera senza preavviso. Solo al-Qaeda in Yemen è un alleato valido per
i Sauditi.
USA e UK continuano a sostenere l’Arabia
Saudita nella sua strage di Yemeniti. Gli USA forniscono le
informazioni per l’individuazione degli obiettivi e i rifornimenti
aerei. Da aprile 2015 l’aviazione USA ha rifornito più di 5500 volte [in inglese]
gli aerei dei Sauditi e dei loro alleati che bombardavano lo Yemen. Gli
USA continuano a fornire enormi quantità di bombe e di armi. Da quando
Obama è in carica, gli USA hanno venduto [in inglese]
armi e munizioni all’Arabia Saudita per la bella cifra di centoundici
miliardi di dollari. Il 7% del prezzo di vendita costituisce una
commissione che finisce direttamente nei forzieri del Pentagono. I
generali coinvolti i questi affari finiscono per occupare posizioni
molto ambite nell’industria degli armamenti. Per le corporation delle
armi in USA, per il Pentagono, e per generali che vi sono coinvolti, la
strage di Yemeniti da parte saudita è un affare estremamente
profittevole.
Ma i Sauditi stanno perdendo la guerra.
Non solo è molto costoso assumere tutti i mercenari e gli specialisti
americani per manutenere (ed equipaggiare) le armi saudite, ma la
perdita materiale di armamenti molto cari è molto elevata. Sono stati
persi oltre cinquanta carri armati negli attacchi yemeniti, e molti
veicoli di trasporto per la fanteria sono andati in fiamme.
Lunghi video [in arabo] mostrano gli Houthi vincere quasi tutti i combattimenti. Sono soldati di gran lunga migliori dei Sauditi.
Sul piano politico gli Yemeniti si sono
mossi molto meglio dei loro nemici e del governo del loro fantoccio
Hadi, da lungo tempo esiliato. A fine luglio, gli Houthi e i sostenitori
dell’ex presidente Saleh, una volta nemici , hanno formalizzato [in inglese]
la loro alleanza con l’istituzione di un “consiglio politico supremo”
congiunto. Affinché l’alleanza avesse una reale legittimazione, era
necessario un riconoscimento formale da parte del popolo yemenita.
Adesso è riuscita ad ottenerlo.
Nonostante i bombardamenti sauditi su
Sanaa è stata convocata una seduta del parlamento. Dei 301 membri, 26
sono morti, il totale dei rimanenti è 275, il numero legale si raggiunge
con la metà (138). Sabato 142 membri del parlamento hanno presenziato
alla seduta è hanno votato all’unanimità per il nuovo governo.
L’unica a riferire [in inglese] in modo onesto dell’accaduto è stata l’agenzia di stampa cinese Xinhua:
“Il Consiglio dei Rappresentanti riconosce all’unanimità, ratifica e approva l’istituzione dell’Alto Consiglio Politico per governare il paese dal suo estremo nord geografico, ad Aden nel sud; e dall’est e dall’ovest dei confini ufficiali dello Yemen”, Il Presidente del Parlamento al-Raiee e i parlamentari presenti hanno votato “Sì”, come mostrato dalla TV di stato.
Il presidente, il vice presidente e i
membri dell’Alto Consiglio Politico hanno prestato giuramento alla
costituzione nel parlamento. Oggi il Comitato Supremo Rivoluzionario
dominato dagli Houthi, con a capo Mohamed Ali Al-Houthi cede il passo
come organo di governo di fatto dello Yemen.
Aveva controllato il paese
dal 6 febbraio 2015. Il potere è stato ceduto all’Alto Consiglio
Politico appena formato, che è un’alleanza tra i politici Houthi e il
partito GPC dell’ex presidente Saleh. L’ex presidente Hadi, in esilio
presso i Sauditi, è anch’egli un membro del GPC, ma di certo il suo
tempo è finito: è improbabile che lo si rivedrà mai a Sanaa.
Lo Yemen adesso ha un nuovo governo. La
sua istituzione formale e pubblica con il voto del parlamento, lo rende
abbastanza legittimo e accettabile per la maggior parte degli Yemeniti.
Sarà molto difficile metterlo da parte.
Il Ministro degli Esteri della Gran Bretagna, comunque ci prova [in inglese]:
“Sono molto preoccupato riguardo a delle azioni intraprese da elementi degli Houthi, il Congresso Generale del Popolo, e da loro alleati in violazione della costituzione yemenita e delle procedure dell’ONU, esorto tutte le parti a non percorrere dei passi che compromettano la possibilità di arrivare alla pace.“
Secondo la costituzione yemenita, l’elezione di Hadi, senza nessun contendente e senza l’opzione del “No” sulla scheda [in inglese],
era incostituzionale. È stato “eletto” nel 2012 per un periodo di due
anni. Il suo mandato incostituzionale come presidente è terminato da
lungo tempo. La linea sostenuta dalla Gran Bretagna con la sua
insistenza sulla legittimità costituzionale, non ha nessun senso.
Nonostante tutte le loro armi, la loro
arroganza e il loro denaro, i cammellieri sauditi hanno perso di nuovo
contro il popolo dello Yemen.
La fede viene dallo Yemen, la saggezza viene dallo Yemen! Orgoglio ed arroganza si trovano tra i cammellieri; tranquillità e dignità tra chi alleva le pecore.
“Mezzi uomini”, così il Presidente
Bashar Assad ha chiamato una volta i buffoni della famiglia reale
Saudita. È stato troppo generoso. Se i Sauditi non dovessero
acconsentire subito ritirandosi dallo Yemen, terminando la loro guerra e
fornendo le giuste compensazioni finanziarie, gli Yemeniti inizieranno a
conquistare città saudite. Sono abbastanza forti per farlo, sono più bravi come danzatori, e hanno la giusta motivazione e i mezzi militari per riuscirci.
Significherebbe la definitiva perdita
della faccia e la fine della carriera politica del Ministro della Difesa
Saudita e Vice Principe dei Pagliacci Mohammed bin Salman.
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Articolo pubblicato da Moon of Alabama il 15 Agosto 2016
Traduzione in Italiano a cura di Mario B. per SakerItalia.it
Traduzione in Italiano a cura di Mario B. per SakerItalia.it
[Le note in questo formato sono del traduttore]
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