venerdì 9 settembre 2016

Mosca: l’ampliamento delle sanzioni rende impossibile qualsiasi cooperazione con gli USA sulla Siria

Lavrov con John Kerry

La Russia ha minacciato gli USA di azioni di rappresaglia a seguito della decisione dell’ampliamento delle sanzioni contro Mosca, deciso unilatermalmente dagli USA la scorsa settimana tramite il Dipartimento del Tesoro USA che ha incluso in una nuova lista varie aziende russe del ramo elettronico e persone fisiche, cittadini russi, che vengono sanzionate con il negare visto di ingresso negli USA e nei paesi del blocco NATO, oltre a divieto di operazioni bancarie.

Inoltre gli USA hanno minacciato apertamente la Russia di maggiore isolamento se questa non cesserà il suo appoggio al Governo di Bashar al-Assad in Siria.

Il portavoce della Presidenza, Dmitri Peskov, ha avvisato gli USA che la Russia si riserva di agire in conseguenza e che le nuove misure saranno esaminate al Cremlino e che di sicuro queste pregiudicheranno i rapporti bilaterali USA-Russia in quanto tali misure contraddicono con le questioni in esame che sono collegate ad una possibile cooperazione fra i due paesi.

Peskov ha sottolineato il fatto che queste misure arrivano dopo la riunione tenutasi in Cina, al vertice del G20, fra i due presidenti Obama e Putin che si dimostra un fallimento per qualsiasi intesa.

A sua volta il cancelliere russo Segei Lavrov ha avuto un colloquio telefonico con il suo omologo statunitene John Kerry e non ha mancato di esprimere la sua indignazione per le nuove misure punitive ed ha messo in risalto che, se gli statunitensi non si comportano “con un minimo di decoro”, sarà impossibile che i due paesi possano cooperare in modo normale.

Nonostante questo irrigidimento di Washington, era in programma un vertice a Ginevra fra i rappresentanti dei due paesi per discutere della situazione in Siria e ci sono buone possibilità che questo venga annullato.
 

Nota: Sia gli USA che l’Unione Europea mantengono le sanzioni alla Russia, questo avviene formalmente per causa della situazione in Ucraina ed in Crimea, non volendo riconoscere il fatto compiuto dell’integrazione della Crimea alla Federazione russa, a seguito del referendum.

Gli USA e la UE accusano la Russia di fomentare le attività dei separatisti del Donbass contro il Governo di Kiev, accuse che Mosca respinge ribaltando tali accuse sul Governo di Kiev che viene accusato di non aver dato seguito agli accordi di Minsk e di continuare ad effettuare attività belliche e di provocazione, in particolare con l’ultimo tentato sabotaggio all’interno della penisola di Crimea, sventato dalla Polizia russa.

In realtà la partita si gioca anche sul fronte della Siria dove l’intervento militare russo ha bloccato il progetto USA di rovesciamento del Governo di Damasco e di smembramento della Siria, attraverso le operazioni terroristiche e di attacco militare da parte dei gruppi di jihadisti armati e sostenuti dagli USA e dall’Arabia Saudita, con i loro rispettivi alleati.

Gli USA vorrebbero ottenere dalla Russia il riconoscimento del ruolo di quelli che vengono denominati “oppositori moderati” mentra la Russia e l’Iran appoggiano le operazioni dell’Esercito siriano dirette a riconquistare i territori che erano o si trovavano sotto il controllo di questi gruppi, sponsorizzati dall’Occidente e dai sauditi.

E’ noto che non esistono oppositori moderati ma gruppi integralisti radicali, provenienti da una miriade di paesi, che vogliono creare un califfato salafita-wahabita nella regione, sostituendo il regime laico e multiconfessionale esistente da decenni nel paese arabo.

La Russia vede in questo uno sconvolgimento che porterebbe effetti disastrosi su tutta la regione, come già avvenuto a seguito degli interventi NATO in Iraq e Libia e conseguenze anche all’interno della Federazione russa dove vivono circa 25 milioni di cittadini russi di religione islamica.

Inoltre l’asse realizzato tra Iran-Russia-Siria sta creando un forte fastidio ai piani di Washington che vede fallire la sua strategia di dominio sulla regione, anche perchè altri paesi come l’Iraq e l’Egitto si stanno rivolgendo a Mosca per ottenere sostegno e cooperazione.

La strategia di Washington di utilizzare l’ISIS ed i gruppi terorristi islamici come leva di destabilizzazione della regione per ottenere i propri fini geopolitici, non ha dato finora i frutti sperati ed ha creato una situazione di caos e di guerre che sembra impossibile fermare.

Le conseguenze di tutto questo iniziano a farsi sentire anche in Europa, con l’ondata migratoria e con gli attacchi terorristici, conseguenze queste che ricadono anche sui paesi che si sono dimostrati complici nella destabilizzazione dell’area grazie ai Governi totalmente succubi alle direttive di Washington, in particolare la Francia di Hollande, la Germania della Merkel e l’Italia di Matteo Renzi.


Fonti: Sputnik Mundo
RT Actualidad


Traduzione, sintesi e nota: Luciano Lago
http://www.controinformazione.info/mosca-lampliamento-delle-sanzioni-rende-impossibile-qualsiasi-cooperazipone-con-gli-usa-sulla-siria/

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