Finché a promettere il ritorno al
franco francese è Marine Le Pen, data in testa nei sondaggi, si potrà
sempre dire che l’ipotesi di rottura dell’euro è limitata ad ambienti
storicamente euro-scettici. Ma in questi giorni è uscito un libro del
Prof.François Heisbourg, dal
titolo “La fine del sogno europeo”, che rappresenta una breccia nel
granitico mondo delle élites francesi. Perché Heisbourg non è uomo di
estrema destra, ma un fervente sostenitore del federalismo europeo, uno
da sempre favorevole all’euro e presidente del prestigioso International Institute for Strategic Studies. Tutto si può dire, tranne che non sia un “insider”, un uomo vicino agli apparati.
Eppure, nel suo libro, Heisbourg descrive l’euro come un incubo,
sostenendo che prima lo si smantella, tornando alle monete nazionali,
meglio è. Perché se non si prende atto della crisi dell’euro, continua
il Prof., il rischio è che essa travolga la stessa costruzione
dell’Unione Europea. La soluzione ideale, ammette, sarebbe l’immediato
federalismo europeo, che possa fungere da antidoto alla crisi della
moneta unica, senza distruggere l’euro. Ma sarebbe ormai un’ipotesi
irrealistica e irrealizzabile.
APPROFONDISCI - La Grecia come la Repubblica di Weimar. Istituzioni in decomposizione
Il quale, a questo punto, propone una soluzione drastica, quanto senza alternativa: il fulmineo smantellamento dell’euro e il ritorno alle monete nazionali, non a un euro di serie A e uno di serie B al sud. O l’euro è unico o non è, spiega. Come fare? Il Prof. ritiene che Francia e Germania dovrebbero insieme mettere a punto il piano in gran segreto, in modo che non siano i tedeschi ad essere ritenuti responsabili della rottura dell’Eurozona. Il piano dovrebbe essere attuato con estrema celerità in un lungo fine settimana, approfittando della chiusura dei mercati e delle banche, similmente a quanto accaduto con l’addio al cruzeiro in Brasile nel 1994.
Una volta tornati alle monete nazionali, queste dovrebbe essere lasciate oscillare per un certo periodo, per poi essere fissate a un cambio fisso tra di loro, come avveniva all’interno del serpente monetario pre-euro (SME). Le valute sarebbero fissate a un tasso che terrebbe conto del differenziale di inflazione e dei saldi commerciali accumulati dall’introduzione dell’euro. Infine, sarebbe costituito l’ECU, un’unità di conto, frutto della ponderazione delle valute nazionali, necessaria per convertire i debiti esteri privati degli stati, in modo da ripartire le perdite tra Nord e Sud dell’Europa.
Dovrebbe passare almeno un decennio, continua Heisbourg, prima che gli stati nazionali possano accettare un modello federalista, di cui una futura moneta unica sarebbe solo al servizio e non viceversa.
Fonte: http://www.investireoggi.it/economia/fine-delleuro-la-francia-rompe-il-tabu-heisbourg-tornare-alle-monete-nazionali/
http://www.stampalibera.com/?p=67655
Dalla Francia, il prof. Francois Heisbourg , presidente del Institute for Strategic Studies (IISS), personalità di rilievo dell’establischment francese, pubblica per la prima volta una analisi dal titolo “La fin du Reve Europe’en”, dove arriva a concludere che “il sogno europeo si è trasformato in un incubo. Dobbiamo affrontare la realtà: la stessa Unione Europea è minacciata dall’euro. Gli attuali sforzi per salvarlo stanno ancora di più mettendo in pericolo l’Unione”.
“Non c’è niente di peggio che dover affrontare le livide mattine (matin blemes) di una crisi senza fine ma non abbiamo intenzione di evitarle negando la realtà, Dio sa che il rifiuto della realtà è stato per molto tempo, per impostazione predefinita, il modo di operare dei responsabili delle Istituzioni dell’Unione Europea”.
Heisbourg sostiene che “più in avanti nel tempo, i leaders europei potrebbero rilanciare l’euro, ma solo dopo aver deciso di istituire le necessarie basi del federalismo e soltanto fra quei paesi che vogliano accettare tutte le implicazioni di una moneta federale”.
In sostanza Heisbourg lancia la proposta di “congelare” l’euro, dedicarsi a realizzare l’Europa federale e, soltanto dopo questo processo, riprendere il progetto della moneta unica ma limitato ai paesi in grado di sostenerla.
Di fatto il professor Heisbourg, già convinto europeista che ha ricoperto incarichi di prestigio nei passati governi in Francia, sostiene nel suo libro che le politiche di austerità e riduzione del debito, imposte dal trio tedesco finlandese ed olandese che comanda in Europa, invece di lasciare che sia la crescita ad erodere il peso del debito nell’arco del tempo, sono un “cancro di remissione”, uno sforzo controproducente che porterà ad un punto di rottura non lineare.
La depressione economica e la disoccupazione di massa nei paesi del sud Europa non rappresentano una situazione di stabilità ma al contrario porteranno ad effetti potenzialmente nefasti con destabilizzazione sociale, possibili rivolte e fenomeni di violenza e terrorismo in modo analogo a quanto accade in Europa nel primo dopoguerra.
Quindi i leaders europei si ritrovano di fronte ad un dilemma: insistere ed arrivare fino in fondo con una possibile disgregazione dell’aria euro dagli effetti rovinosi oppure predisporre in gran segreto una procedura ordinata di uscita dall’euro e di ritorno alle valute nazionali.
La soluzione prevista dal prof. Heisbourg è quella di una attivazione della procedura di uscita dall’euro predisposta congiuntamente da Francia e Germania con ritorno alle valute nazionali, controllo sui movimenti di capitali e libera fluttuazione delle monete, con un sistema simile a quello attuato in passato dal Brasile quando questo abolì nel 1994 il “cruzeiro” e passò al Real, l’attuale moneta.
Nel suo libro l’autore stigmatizza come sia esistita una scarsa cooperazione europea anche nei rapporti di politica estera nelle recenti crisi, come in occasione della crisi Libica ed ultimamente con la Siria, ove la posizione della Germania è rimasta sempre distinta da quella francese (appiattita sulle posizioni di USA ed Israele) mentre la Germania ha piuttosto optato per una contiguità con Russia e Cina per i suoi forti interessi economici.
In realtà anche le personalità più in vista negli istituti di analisi e di studi economici in Francia iniziano a manifestare tutto il loro disagio per la posizione subalterna del governo francese alle direttive ed agli interessi della Germania ed all’evidente fallimento delle teorie economiche professate a sostegno dell’euro. Vi era stata poco tempo prima una importante presa di posizione di Jaques Sapir, un influente economista francese che aveva anche lui denunciato il fallimento ed il disastro dell’euro che rischia di coinvolgere sia la Francia che altri paesi europei.
http://www.stampalibera.com/?p=67226
Questo libro di Francois Heisbourg, considerando quale sia la personalità dell’autore che è tutt’altro che un simpatizzante della Marine Le Pen ed in passato ha ricoperto dei ruoli di primo piano nelle istituzioni francesi ed internazionali, costituisce un passo in avanti decisivo nell’orientamento politico francese (e non solo francese) nella riconsiderazione critica della posizione di quel paese nei confronti dell’eurosistema e dell’oligarchia che di fatto ha preso piede nelle istituzioni europee dominate dalla Germania con i suoi satelliti olandese e finlandese.
Non si può pensare che queste dichiarazioni non producano delle conseguenze e che possano passare sotto silenzio anche da parte della stampa più conformista ed appiattita sulle posizioni del governo Hollande, un governo sceso ormai al minimo storico nei sondaggi sul gradimento dei francesi che rischia di essere travolto come da una valanga per effetto della crescita impetuosa del Front della Marine Le Pen.
http://blogs.telegraph.co.uk/finance/ambroseevans-pritchard/100025855/frexit-fever-reaches-heart-of-french-establishment/
http://www.france24.com/fr/20130918-lentretien-francois-heisbourg-la-fin-du-reve-europeen-zone-euro-economie
http://www.gcsp.ch/About-Us-Qui-sommes-nous/Governance-Structure/Foundation-Council/Members/Professor-Francois-HEISBOURG
di Luciano Lago
http://www.stampalibera.com/?p=67642
Uscire dall’Euro o per l’Europa è la fine
Le argomentazioni portate avanti dal Prof. Heisbourg nel libro fanno impressione, per quanto non originalissime, perché provengono da un ex sostenitore di Bruxelles e della moneta unica. Egli spiega come non si possano escludere colpi di stato o un ritorno al terrorismo in stile “anni di piombo” degli anni Settanta in Italia, se non si risolverà questa crisi strutturale alla base della costruzione della moneta unica. Le inquietudini di queste settimane in Grecia per un possibile colpo di stato per mano delle Forze Armate in simbiosi con i neo-nazisti di Alba Dorata darebbero ragione proprio ai timori di Heisbourg.APPROFONDISCI - La Grecia come la Repubblica di Weimar. Istituzioni in decomposizione
Il quale, a questo punto, propone una soluzione drastica, quanto senza alternativa: il fulmineo smantellamento dell’euro e il ritorno alle monete nazionali, non a un euro di serie A e uno di serie B al sud. O l’euro è unico o non è, spiega. Come fare? Il Prof. ritiene che Francia e Germania dovrebbero insieme mettere a punto il piano in gran segreto, in modo che non siano i tedeschi ad essere ritenuti responsabili della rottura dell’Eurozona. Il piano dovrebbe essere attuato con estrema celerità in un lungo fine settimana, approfittando della chiusura dei mercati e delle banche, similmente a quanto accaduto con l’addio al cruzeiro in Brasile nel 1994.
Una volta tornati alle monete nazionali, queste dovrebbe essere lasciate oscillare per un certo periodo, per poi essere fissate a un cambio fisso tra di loro, come avveniva all’interno del serpente monetario pre-euro (SME). Le valute sarebbero fissate a un tasso che terrebbe conto del differenziale di inflazione e dei saldi commerciali accumulati dall’introduzione dell’euro. Infine, sarebbe costituito l’ECU, un’unità di conto, frutto della ponderazione delle valute nazionali, necessaria per convertire i debiti esteri privati degli stati, in modo da ripartire le perdite tra Nord e Sud dell’Europa.
Dovrebbe passare almeno un decennio, continua Heisbourg, prima che gli stati nazionali possano accettare un modello federalista, di cui una futura moneta unica sarebbe solo al servizio e non viceversa.
Fonte: http://www.investireoggi.it/economia/fine-delleuro-la-francia-rompe-il-tabu-heisbourg-tornare-alle-monete-nazionali/
http://www.stampalibera.com/?p=67655
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La Fine dell’euro prevista dagli esperti dell’”IISS”
Dalla Francia, il prof. Francois Heisbourg , presidente del Institute for Strategic Studies (IISS), personalità di rilievo dell’establischment francese, pubblica per la prima volta una analisi dal titolo “La fin du Reve Europe’en”, dove arriva a concludere che “il sogno europeo si è trasformato in un incubo. Dobbiamo affrontare la realtà: la stessa Unione Europea è minacciata dall’euro. Gli attuali sforzi per salvarlo stanno ancora di più mettendo in pericolo l’Unione”.
“Non c’è niente di peggio che dover affrontare le livide mattine (matin blemes) di una crisi senza fine ma non abbiamo intenzione di evitarle negando la realtà, Dio sa che il rifiuto della realtà è stato per molto tempo, per impostazione predefinita, il modo di operare dei responsabili delle Istituzioni dell’Unione Europea”.
Heisbourg sostiene che “più in avanti nel tempo, i leaders europei potrebbero rilanciare l’euro, ma solo dopo aver deciso di istituire le necessarie basi del federalismo e soltanto fra quei paesi che vogliano accettare tutte le implicazioni di una moneta federale”.
In sostanza Heisbourg lancia la proposta di “congelare” l’euro, dedicarsi a realizzare l’Europa federale e, soltanto dopo questo processo, riprendere il progetto della moneta unica ma limitato ai paesi in grado di sostenerla.
Di fatto il professor Heisbourg, già convinto europeista che ha ricoperto incarichi di prestigio nei passati governi in Francia, sostiene nel suo libro che le politiche di austerità e riduzione del debito, imposte dal trio tedesco finlandese ed olandese che comanda in Europa, invece di lasciare che sia la crescita ad erodere il peso del debito nell’arco del tempo, sono un “cancro di remissione”, uno sforzo controproducente che porterà ad un punto di rottura non lineare.
La depressione economica e la disoccupazione di massa nei paesi del sud Europa non rappresentano una situazione di stabilità ma al contrario porteranno ad effetti potenzialmente nefasti con destabilizzazione sociale, possibili rivolte e fenomeni di violenza e terrorismo in modo analogo a quanto accade in Europa nel primo dopoguerra.
Quindi i leaders europei si ritrovano di fronte ad un dilemma: insistere ed arrivare fino in fondo con una possibile disgregazione dell’aria euro dagli effetti rovinosi oppure predisporre in gran segreto una procedura ordinata di uscita dall’euro e di ritorno alle valute nazionali.
La soluzione prevista dal prof. Heisbourg è quella di una attivazione della procedura di uscita dall’euro predisposta congiuntamente da Francia e Germania con ritorno alle valute nazionali, controllo sui movimenti di capitali e libera fluttuazione delle monete, con un sistema simile a quello attuato in passato dal Brasile quando questo abolì nel 1994 il “cruzeiro” e passò al Real, l’attuale moneta.
Nel suo libro l’autore stigmatizza come sia esistita una scarsa cooperazione europea anche nei rapporti di politica estera nelle recenti crisi, come in occasione della crisi Libica ed ultimamente con la Siria, ove la posizione della Germania è rimasta sempre distinta da quella francese (appiattita sulle posizioni di USA ed Israele) mentre la Germania ha piuttosto optato per una contiguità con Russia e Cina per i suoi forti interessi economici.
In realtà anche le personalità più in vista negli istituti di analisi e di studi economici in Francia iniziano a manifestare tutto il loro disagio per la posizione subalterna del governo francese alle direttive ed agli interessi della Germania ed all’evidente fallimento delle teorie economiche professate a sostegno dell’euro. Vi era stata poco tempo prima una importante presa di posizione di Jaques Sapir, un influente economista francese che aveva anche lui denunciato il fallimento ed il disastro dell’euro che rischia di coinvolgere sia la Francia che altri paesi europei.
http://www.stampalibera.com/?p=67226
Questo libro di Francois Heisbourg, considerando quale sia la personalità dell’autore che è tutt’altro che un simpatizzante della Marine Le Pen ed in passato ha ricoperto dei ruoli di primo piano nelle istituzioni francesi ed internazionali, costituisce un passo in avanti decisivo nell’orientamento politico francese (e non solo francese) nella riconsiderazione critica della posizione di quel paese nei confronti dell’eurosistema e dell’oligarchia che di fatto ha preso piede nelle istituzioni europee dominate dalla Germania con i suoi satelliti olandese e finlandese.
Non si può pensare che queste dichiarazioni non producano delle conseguenze e che possano passare sotto silenzio anche da parte della stampa più conformista ed appiattita sulle posizioni del governo Hollande, un governo sceso ormai al minimo storico nei sondaggi sul gradimento dei francesi che rischia di essere travolto come da una valanga per effetto della crescita impetuosa del Front della Marine Le Pen.
http://blogs.telegraph.co.uk/finance/ambroseevans-pritchard/100025855/frexit-fever-reaches-heart-of-french-establishment/
http://www.france24.com/fr/20130918-lentretien-francois-heisbourg-la-fin-du-reve-europeen-zone-euro-economie
http://www.gcsp.ch/About-Us-Qui-sommes-nous/Governance-Structure/Foundation-Council/Members/Professor-Francois-HEISBOURG
di Luciano Lago
http://www.stampalibera.com/?p=67642
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