lunedì 28 ottobre 2013

Trise, Tari e Tase: ma quanto costa un Kg. di mele?

Il Governo Letta è e rimarrà nella storia d’Italia, come il governo senza idee e quelle che ha sono senza fondamento.


È bene sapere che, mentre nelle altre Nazioni europee i rifiuti sono una risorsa per la nazione, in Italia i rifiuti sono una risorsa per chi gestisce i punti di raccolta al posto dello Stato (l’importante è privatizzare) e forse la più grande risorsa o comunque come minimo, una delle maggiori risorse per l’Agenzia delle Entrate, tanto che, e a dire poco, le tasse sui rifiuti i cittadini le pagano ben cinque volte e per due volte ci si paga anche l’IVA.

Non ci credete? Facciamo assieme i conti.

mele
Un industriale per vendere le sue merci è obbligato se vuole rimanere conforme al mercato europeo, a imballare il prodotto che intende vendere. Prendiamo ad esempio un industriale che vende frutta. Per  imballare i frutti compra dei plateau sui quali stenderli e una pellicola che chiuderà la confezione, le stesse confezioni per essere poi distribuite vanno messe in cassette di legno o plastica. ovviamente sia i plateau la pellicola e le cassette hanno un costo, un costo al quale vi si aggiunge l’IVA, ma non è certo per l’industriale  un problema, semmai è un problema che si accollerà poi il consumatore finale, che all’acquisto della frutta paga sia il prodotto che tutto il procedimento che occorre per far arrivare sulla tavola il prodotto iniziale.

Abbiamo cosi visto che l’industriale è, sia colui che crea il rifiuto sia il primo a pagarlo comprensivo di IVA.

Il Supermercato che ha nella filiera di vendita l’onere di monetizzare il prodotto dell’industriale, non paga il prodotto al pezzo, ma paga per pedane che non si vendono né si mangiano e che hanno anch’esse un costo e che per garantire il trasporto vanno imballate anch’esse, costo che deve essere pagato inizialmente dall’azienda che si occupa del trasporto e che in caso di rottura della pedana, questa si aggiungerà come i plateau, la pellicola e le cassette alla produzione dei rifiuti. Ovviamente anche le spese di trasporto sono comprensive di IVA che pagherà inizialmente il supermercato, ma che vedrà poi sottrarsi inserendo tale costo nel ricarico di vendita al dettaglio.

Sicuramente avrete constatato, che benché il prodotto iniziale (frutta) non è ancora giunto sulla tavola, le spese per i rifiuti sono state pagate come l’IVA già due volte, ma non è ancora finita…

FarelaspesaFinalmente il prodotto ha raggiunto il punto vendita del Supermercato. I scaffalisti, ovvero coloro che dispensano i prodotti arrivati nel banco frigo o negli appositi espositori iniziano il loro lavoro, per farlo scarteranno le cassette e le pedane dopo averle sballate togliendo la pellicola che ha garantito il trasporto sicuro, scarti questi che andranno poi a configurare la prima parte del rifiuto creatosi in filiera. Anche qui ovviamente, essendo il Supermercato una entità che lavora sul territorio, paga al Comune come il Cittadino le tasse sui rifiuti, ma che per sua fortuna e come già indicato, recupererà le spese sostenute inserendole nel ricarico di vendita.

Ancora non c’è nulla in tavola ed è impossibile non notare, che i rifiuti sono stati già pagati tre volte.

Ah che voglia di una bella spremuta, al bar ha il suo costo si sa’ ed è giusto, mentre prodursela da se in casa il costo é inferiore. La santa mamma che ogni giorno fa la spola per gli acquisti, per risparmiare oltre ai soldi tempo si avvia alla volta del supermercato col carrello, prevedendo una spesa sostanziosa. Purtroppo per lei, ogni oggetto comprato comporterà oltre che il peso un costo, costo che come abbiamo osservato riguarda tutta la filiera che ha subito il prodotto acquistato per raggiungere la tavola, cosi si ritroverà seppur mancando come riferimento nello scontrino, a pagare oltre il prodotto cercato, i rifiuti e l’IVA di tre entità che l’hanno preceduta senza saperlo.

raccolta-rifiuti
Con l’acquisto dell’utente finale, siamo giunti alla quarta volta in cui con i soli rifiuti si è fatto cassa.

Il Comune che deve distribuire i servizi sul territorio, come è notorio si avvale anch’esso dei tributi e tra i vari tributi da pagare “ovviamente” non può sottrarsi dall’esimere dal contribuente, nientepopodimenoche… ma si, la tassa sui rifiuti prodotti, alla quale si aggiunge per completare la fortunosa quanto redditizia tassazione, la tassa sui servizi per la raccolta.


Cinque contenti? Io dico mazziati, a me quanto a voi ci si addice di più!

Non ci sarete mica rimasti male, vero? La prossima volta che pagate un tributo, prima di guardare l’importo imparate a comprendere cosa pagate, le sorprese con uno Stato come l’Italia non mancano mai, sono peraltro l’unica garanzia che vi viene rimessa.

Voi dormite da piedi e loro vi hanno fregato anche questa volta, senza contare che, sia quando portano i rifiuti in discarica e sia quando li mandano all’estero, benché li si rifornisca di materia prima per il riciclo o la creazione di energia, paghiamo per farlo e si pagherà per il servizio ricevuto.

A questo punto faccio notare per chi non se ne sia ancora reso conto, che più che mazziati siamo proprio dei coglioni ad accettare tutto questo.


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