Analisi chimiche eseguite in Germania, Austria e Francia: nell’acqua piovana è elevatissima la quantità di metalli
Un
gruppo di attivisti tedeschi ha condotto un'indagine scientifica,
eseguendo una serie di analisi di acque piovane su oltre 70 campioni
prelevati dal luglio 2011 al novembre 2012, in una sessantina di luoghi
diversi compresi tra Austra, Francia e Germania. L’esito delle analisi è
stato pubblicato dal sito tedesco Sauberer-Himmel: è eloquente l’istogramma
che correda l’articolo da cui si evince che alluminio, bario, stronzio e
manganese, quattro tra gli ingredienti tipici delle scie chimiche, sono
sul podio della velenosa classifica.
Naturalmente la geoingegneria clandestina non è l’unica causa della
contaminazione, come abbiamo sottolineato altre volte. Ad esempio, la
presenza di polveri di zinco è legata all’uso di questo metallo
nell’industria della gomma quale componente della vulcanizzazzione e
carica di rinforzo.
Tuttavia come si spiegano i valori astronomici di
stronzio e manganese
in tutti campioni d’acqua piovana, se non chiamando in causa le
attività chimico-biologiche? Così non ci dovremo stupire di fronte ai
risultati degli esami condotti dall’Università di Freiberg: sono analisi
di laboratorio da cui emergono quantità di stronzio del tutto
aberranti. E’ da molti decenni che lo stronzio, assieme al bario, con
cui condivide molte caratteristiche fisico-chimiche, viene impiegato per
creare nubi artificiali: i due elementi reagiscono a contatto
dell’aria, dell’umidità atmosferica e della radiazione solare (raggi
ultravioletti etc.). Il brevetto “Artificial strontium and barium clouds in the upper atmosphere”
attesta che, già negli anni ’60 del XX secolo, lo stronzio ed il bario
erano impiegati nel Sahara ed in Sardegna, regioni scelte come siti per
diabolici esperimenti volti a modificare il tempo ed il clima, con la
generazione di strati (“fields” nel brevetto) nuvolosi metallici
ionizzati sia a quote basse sia medio-alte. [1]
Al cospetto di queste indagini, suscitano ilarità le affermazioni di Giulietto Chiesa e Stefano Montanari, i quali dichiarano che non esistono prove scientifiche ad avvalorare l'esistenza del fenomeno "chemtrails".
[1] La citazione del Sahara all’interno del brevetto suffraga l’ipotesi formulata nell’articolo “Agli albori dell’operazione ‘scie chimiche'”, 2009: manipolazioni climatiche nel continente africano.” Si rinvia a questo testo per ogni delucidazione.
fonte: http://www.tankerenemy.com/2013/07/i-metalli-delle-scie-chimiche-nelle.html
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