Il grande fallimento: la produzione di oppio afgana è cresciuta di pari passo con i profitti della ex-BlackwaterLa produzione di oppio ha visto una notevole crescita negli ultimi anni in Afghanistan nonostante gli sforzi della lotta al narcotraffico da parte degli Stati Uniti. Un infame marchio mercenario, precedentemente noto come Blackwater, ha trattenuto 569 milioni dal Pentagono in questa infruttuosa mossa.
Il denaro che la compagnia ha ricevuto dai contribuenti americani è stato usato per “addestramento, materiale e supporto logistico” per le forze afgane impegnate nelle operazioni contro il narcotraffico.
Queste agenzie comprendono l’”Afghan National Interdiction Unit, il Ministero dell’Interno e la Polizia di Frontiera Afgana” afferma un report dell’Ispettore Generale Speciale per la Ricostruzione Afgana, cosiddetto SIGAR, citato dal Guardian.
Precedentemente conosciuta come Blackwater, e successivamente rinominata Academi, la nota compagnia è stata il più grande beneficiario delle spese per la lotta al narcotraffico nel paese devastato dalla guerra.
Comunque, la compagnia non è riuscita a sradicare la produzione di oppio. Anzi, questa ha raggiunto i suoi record più alti dall’occupazione americana nel 2001. Da quando gli Stati Uniti hanno fatto cadere i talebani nel 2002, la produzione di oppio nel paese è triplicata. L’Afghanistan ha rappresentato il 90% del mercato dell’eroina nel 2014.
Un report UNAIDS (Programma sull’AIDS delle Nazioni Unite) del 2014 dice che c’è stato un aumento del 7% nella terra coltivata nonostante gli Stati Uniti abbiano speso sette miliardi nei programmi della lotta al narcotraffico.
L’organizzazione ha affermato che la coltivazione di papaveri si è estesa a 224 mila ettari nel 2014, un aumento del 7%. Invece, solamente 74 mila ettari furono utilizzati per la coltivazione di papaveri nel 2002, un anno dopo che il regime dei talebani era stato estromesso dal potere.
Non sorprende dunque che con una percentuale maggiore di terra usata per la coltivazione di papaveri sia aumentata la produzione di oppio, il materiale grezzo dell’eroina. Circa 6400 tonnellate di oppio sono state prodotte nel 2014, un aumento del 17% rispetto all’anno precedente.
“Nel 2014, i prezzi dell’oppio sono diminuiti in tutte le regioni dell’Afghanistan. Una delle possibili ragioni può essere stato un aumento nel numero dei fornitori”, ha confermato il sondaggio.
A dicembre le Nazioni Unite hanno rilasciato un report separato dicendo che, dal 2011, si è verificato un aumento del 60% nell’uso della terra Afgana dedicata alla coltivazione dell’oppio.
“Vista la crescita nella coltivazione dell’oppio, dobbiamo ritenere che l’introito dei talebani, proveniente dal traffico illegale di narcotici, continua a essere una costante per la creazione di profitti del gruppo”, ha affermato il documento.
La Blackwater è stata fondata dall’ex capitano navale Erik Prince ed è stata cresciuta per diventare un gigante della sicurezza che possa valere miliardi di contratti per il governo americano. Dopo una serie di incidenti mortali che hanno scalfito la reputazione della compagnia, Prince l’ha venduta. La Blackwater è stata rinominata tre volte per riemergere alla fine con il suo competitor Triple Canopy, con il quale ora forma quella che viene chiamata la Holdings Constellis.
La compagnia ha guadagnato notorietà a livello mondiale per il ruolo fondamentale che ha svolto nella guerra in Iraq come società di appalto per il governo americano. Secondo quanto si dice, la compagnia era dietro la sparatoria che ha ucciso 17 civili iracheni nella piazza di Nisour a Baghdad il 16 settembre del 2007. Gli officiali iracheni hanno detto che l’attacco fu senza giustificazione e in violazione delle regole di forza che governavano la sicurezza degli appaltatori americani. Tra il settembre del 2005 e il settembre del 2007, lo staff di sicurezza Blackwater è stato coinvolto in 195 sparatorie. In 163 di queste, i loro avevano aperto il fuoco per primi.
Fonte: http://rt.com
Link: http://rt.com/usa/245877-afghanistan-pentagon-blackwater-opium/
Traduzione per www.comedoncisciotte.org a cura di GUENDALINA ANZOLIN
http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=14919
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