Politologo iraniano: leggete tra le righe
"Il decreto di Vladimir Putin sulla revoca del divieto di fornitura all'Iran dei missili contraerei S-300 contiene una serie di messaggi del presidente russo alla comunità internazionale, che a prima vista non sono sembrano palesi". Chi lo dice è il politologo iraniano Emad Abshenass, direttore dell'edizione "Iran Press", che ha rilasciato un'intervista esclusiva a Sputnik Persian.
"Prima però alcuni fatti evidenti. Il decreto è stato emanato a distanza di alcuni mesi dalla visita in Iran del ministro della Difesa russo Sergey Shoygu, alla quale poi è seguita la visita a Mosca di una delegazione iraniana di alto rango, di cui facevano parte in particolare il presidente del Consilgio supremo per la sicurezza nazionale e il presidente della Commissione Sicurezza e Affari Esteri del parlamento iraniano.
E ora alcune cose non tanto evidenti.
In primo luogo, occorre dire che la decisione sul divieto di fornitura all'Iran dei missili S-300 era stata presa il 22 settembre 2010 dall'allora presidente della Russia Dmitry Medvedev sotto una forte pressione da parte dei paesi occidentali. Adesso Vladimir Putin sta mandando un segnale come per dire: quei tempi sono rimasti nel passato, la Russia non fa più il gioco dell'Occidente. Adesso l'Occidente deve capire che la pressione sulla Russia, che vediamo in primo luogo nel caso della crisi in Ucraina, non porterà da nessuna parte, Mosca è pronta a rispondere in maniera adeguata.
In secondo luogo, il divieto di fornitura dei missili ha provocato in Iran un'ondata di sdegno, minando la fiducia degli iraniani nei confronti della Russia. Ora, con il suo decreto del 13 aprile, Vladimir Putin ha dimostrato che la Russia è un partner affidabile. C'è ancora da vedere come crescerà il rating di Putin che già adesso è uno dei leader stranieri più popolari tra i cittadini dell'Iran. Questa decisione avrà senza dubbio un grandissimo impatto positivo sull'immagine di Putin.
In terzo luogo, c'è da dire che da questa intesa sui missili S-300 nasce una nuova alleanza regionale tra Iran e Russia. Mosca ha dimostrato, in maniera molto convincente, di essere in grado di proteggere i suoi amici nei momenti più cruciali. In vista del raggiungimento dell'accordo globale tra l'Iran e il gruppo dei "5+1", Arabia Saudita e Israele, con insistenza sempre maggiore, minacciano di bombardare gli impianti nucleari della Repubblica Islamica. Non c'è alcun dubbio che in questo caso l'Iran reagirebbe, pertanto nella regione potrebbe scoppiare una nuova guerra. La Russia però ha anticipato le cose, confermando la sua disponibilità a fornire a Teheran moderni sistemi difensivi, perché tali sono, in sostanza, i missili S-300.
Quarto. La decisione di Vladimir Putin conferma che la Russia non prende più in considerazione le sanzioni, ingiustamente imposte all'Iran. Che gli americani lo vogliano o no, il blocco delle sanzioni, eretto attorno all'Iran, sta crollando a vista d'occhio.
Quinto. D'ora in poi gli Stati Uniti e i loro alleati occidentali non hanno altre opzioni, possono soltanto firmare l'intesa globale entro il 30 giugno, come concordato in precedenza. Nel caso contrario altri paesi, che non possono cooperare su ampia scala con l'Iran a causa delle sanzioni, seguiranno l'esempio della Russia. Allora la diga delle sanzioni sarà rotta, e il mercato iraniano diventerà pienamente accessibile per la comunità internazionale.
In tal modo, l'Occidente non può far alto che rassegnarsi a quanto è scritto tra le righe del decreto di Vladimir Putin".
"Il decreto di Vladimir Putin sulla revoca del divieto di fornitura all'Iran dei missili contraerei S-300 contiene una serie di messaggi del presidente russo alla comunità internazionale, che a prima vista non sono sembrano palesi". Chi lo dice è il politologo iraniano Emad Abshenass, direttore dell'edizione "Iran Press", che ha rilasciato un'intervista esclusiva a Sputnik Persian.
"Prima però alcuni fatti evidenti. Il decreto è stato emanato a distanza di alcuni mesi dalla visita in Iran del ministro della Difesa russo Sergey Shoygu, alla quale poi è seguita la visita a Mosca di una delegazione iraniana di alto rango, di cui facevano parte in particolare il presidente del Consilgio supremo per la sicurezza nazionale e il presidente della Commissione Sicurezza e Affari Esteri del parlamento iraniano.
E ora alcune cose non tanto evidenti.
In primo luogo, occorre dire che la decisione sul divieto di fornitura all'Iran dei missili S-300 era stata presa il 22 settembre 2010 dall'allora presidente della Russia Dmitry Medvedev sotto una forte pressione da parte dei paesi occidentali. Adesso Vladimir Putin sta mandando un segnale come per dire: quei tempi sono rimasti nel passato, la Russia non fa più il gioco dell'Occidente. Adesso l'Occidente deve capire che la pressione sulla Russia, che vediamo in primo luogo nel caso della crisi in Ucraina, non porterà da nessuna parte, Mosca è pronta a rispondere in maniera adeguata.
In secondo luogo, il divieto di fornitura dei missili ha provocato in Iran un'ondata di sdegno, minando la fiducia degli iraniani nei confronti della Russia. Ora, con il suo decreto del 13 aprile, Vladimir Putin ha dimostrato che la Russia è un partner affidabile. C'è ancora da vedere come crescerà il rating di Putin che già adesso è uno dei leader stranieri più popolari tra i cittadini dell'Iran. Questa decisione avrà senza dubbio un grandissimo impatto positivo sull'immagine di Putin.
In terzo luogo, c'è da dire che da questa intesa sui missili S-300 nasce una nuova alleanza regionale tra Iran e Russia. Mosca ha dimostrato, in maniera molto convincente, di essere in grado di proteggere i suoi amici nei momenti più cruciali. In vista del raggiungimento dell'accordo globale tra l'Iran e il gruppo dei "5+1", Arabia Saudita e Israele, con insistenza sempre maggiore, minacciano di bombardare gli impianti nucleari della Repubblica Islamica. Non c'è alcun dubbio che in questo caso l'Iran reagirebbe, pertanto nella regione potrebbe scoppiare una nuova guerra. La Russia però ha anticipato le cose, confermando la sua disponibilità a fornire a Teheran moderni sistemi difensivi, perché tali sono, in sostanza, i missili S-300.
Quarto. La decisione di Vladimir Putin conferma che la Russia non prende più in considerazione le sanzioni, ingiustamente imposte all'Iran. Che gli americani lo vogliano o no, il blocco delle sanzioni, eretto attorno all'Iran, sta crollando a vista d'occhio.
Quinto. D'ora in poi gli Stati Uniti e i loro alleati occidentali non hanno altre opzioni, possono soltanto firmare l'intesa globale entro il 30 giugno, come concordato in precedenza. Nel caso contrario altri paesi, che non possono cooperare su ampia scala con l'Iran a causa delle sanzioni, seguiranno l'esempio della Russia. Allora la diga delle sanzioni sarà rotta, e il mercato iraniano diventerà pienamente accessibile per la comunità internazionale.
In tal modo, l'Occidente non può far alto che rassegnarsi a quanto è scritto tra le righe del decreto di Vladimir Putin".
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