Il primo riguarda l’origine del cibo, la sua provenienza. Non si tratta solo di promozione degli alimenti cosiddetti a ‘chilometri 0’ ma di verificarne l’origine genetica, ossia se sono o meno frutto di manipolazione artificiale.
Gli alimenti ed i loro derivati infatti, se di origine geneticamente modificata, sono assai nocivi per la salute umana e nessuna emergenza alimentare di nessun tipo ne dovrebbe autorizzare l’uso. Lo slogan dell’EXPO ‘Nutrire il Pianeta’ infatti potrebbe generare scenari illusori di una qual necessità di ottenere urgentemente cibo sufficiente per gli esseri umani sul pianeta Terra. Ebbene il cibo naturale c’è ed in abbondanza. Quello che manca è solo la volontà di condividerlo. Non c’è alcuna emergenza cibo che possa giustificare in alcun modo l’utilizzo di alimenti GM, semmai esiste una drammatica emergenza di disporre dell’acqua potabile ma questa è un’altra storia, lunga e disgustosa. L’associazione EMERGENZA = PERDITA DEL CONTROLLO DEMOCRATICO = SOLUZIONI DELETERIE IMPOSTE, è infatti il rischio peggiore da tenere d’occhio, non solo in campo alimentare.
Gli ’imponderabili ‘benefattori’ Bill Gates e Signora, ad esempio, invece di propinare pericolosi vaccini in giro per le zone più disastrate del Pianeta, potrebbero fornire acqua potabile: l’antidoto naturale per tutti i mali. Ed invece no: proseguono con la loro opera nefasta e diffusa di inoculazione di sostanze pericolose.
Secondo aspetto dell’EXPO che merita, a mio parere, considerazione: l’occasione persa. Associare l’edilizia moderna all’uso corretto dell’ambiente naturale per finalità agricole e commerciali avrebbe potuto rappresentare una sfida avvincente per i progettisti e gli urbanisti che avrebbero potuto esprimersi in proposte all’avanguardia, biocompatibili ed integrate. Si è preferito invece procedere ‘alla vecchia maniera’: cementificando l’inverosimile, utilizzando materiali obsoleti con logiche obsolete e modalità costruttive deleterie.
Il risultato sarà un’accozzaglia di cattivi propositi, pessima progettazione, cemento ed asfalti, cibi ‘ansiogeni’ e ruberie varie. Una perfetta fotografia del lato peggiore del mondo attuale, di cui l’EXPO è davvero un formidabile e non deformante specchio. Tutto ciò lascia immaginare quale sia il fine ultimo delle cosiddette 'grandi opere': redistribuire ingenti fondi ai soliti noti, il resto è un 'accessorio'.
Da non dimenticare la sarabanda che girerà attorno all'evento, fatta di gruppi organizzati, pacchetti premio, pubblicità e propaganda, panini OGM, arie condizionate e sudore, voli low-cost, B&B improvvisati, torpedoni inquinanti … contribuirà a infliggere al pianeta ferite deleterie, all’insegna dell’inutile e dell’assurdo: aggettivi che davvero mal si conciliano con le parole cibo ed ambiente. Da qui discende un monito funesto che viene associato all’EXPO tutto: l’impossibilità di immaginare un futuro migliore; ed anzi peggio: l’inutilità di cercare soluzioni migliori alle attuali. Un futuro oscuro è prefigurato dall’EXPO in cui nulla è possibile fare perché tutto è stato già deciso. Un futuro che è già passato.
fonte: http://offskies.blogspot.it/2015/04/no-expo.html
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