L’illusione dell'”ordine per distruggere il missile” del Giappone
Il governo giapponese descriveva il missile nordcoreano lanciato il 7 febbraio come “una lunga serie di missili balistici mascherati da vettori satellitari”. Anche dopo la conferma del satellite in orbita, continuava tale retorica. Dato che il pubblico giapponese, così come i giornalisti, in genere non conoscono i missili, vengono facilmente manipolati dalla disinformazione del governo.
Il governo giapponese descriveva il missile nordcoreano lanciato il 7 febbraio come “una lunga serie di missili balistici mascherati da vettori satellitari”. Anche dopo la conferma del satellite in orbita, continuava tale retorica. Dato che il pubblico giapponese, così come i giornalisti, in genere non conoscono i missili, vengono facilmente manipolati dalla disinformazione del governo.
Un esempio della guerra
psicologica giapponese è il dispiegamento dei Patriot PAC3 (missili
antimissile) sulle isole Miyako e Ishigaki, a sud ovest di Okinawa. In
risposta al primo annuncio del lancio del satellite nordcoreano, il
governo giapponese emise un “ordine di distruzione dei missili
balistici” alle Forze di autodifesa. 3 cacciatorpediniere Aegis furono
dispiegati nel Mar del Giappone e Mar Cinese Orientale.
Anche le
batterie terrestri di Patriot PAC-3 furono messe in allerta nella zona
metropolitana di Tokyo e nell’isola di Okinawa. Inoltre, unità di PAC-3
furono inviate in due remote isole della Prefettura di Okinawa, perché
la traiettoria prevista del “missile” nordcoreano era vicina a queste
isole.
Ma se il lancio avveniva come previsto, la quota del missile
sarebbe stata di oltre 400 km sopra le isole. Non vi è alcuna base
giuridica per abbattere un missile nello spazio, al di fuori dello
spazio aereo del territorio giapponese. Inoltre, il PAC-3 non può
raggiungere tale obiettivo, avendo una quota massima di soli 15
chilometri.
Il Ministero della Difesa giapponese affermò che il PAC-3
poteva colpire il missile nordcoreano se fosse caduto in territorio
giapponese per malfunzionamento. Tuttavia, nella difesa antimissile
balistico, i missili intercettori vengono lanciati verso la futura
posizione del bersaglio che vola ad una velocità superiore a 20000 km
all’ora.
La traiettoria di un missile malfunzionante sarebbe irregolare e
imprevedibile, quindi la posizione futura non può essere calcolata e i
missili PAC-3 non possono essere lanciati. Non sarebbe impossibile
intercettare detriti come motori a razzo che precipitano nell’atmosfera.
Tuttavia, non si può essere certi che la frammentazione di tali oggetti
metta al sicuro le isole o le esponga a maggior pericolo. In ogni caso,
il dispiegamento di armi inutili in queste isole sembra aver avuto
luogo perché c’erano piani per schierarvi missili antinave e presidi.
L’incidente fu probabilmente usato per istigare paura tra gli isolani e,
quindi, averne il sostegno per tali piani.
Nel 2009, 2010 e 2013 la
Corea del Sud lanciò satelliti dal Naro Space Center, di fronte
lo Stretto di Tsushima, utilizzando motori di fabbricazione russa,
riuscendovi al terzo tentativo. Dato che la posizione longitudinale del Naro Space Center
è circa tre gradi ad est del sito di lancio nordcoreano in
Tongchang-ri, i satelliti sorvolarono Okinawa presentando un pericolo
leggermente maggiore in caso di malfunzionamento. Nel 2010, un missile
esplose 132 secondi dopo il lancio e i resti caddero a circa 350
chilometri a nord di Okinawa. Una politica coerente nel prepararsi alla
caduta di resti per malfunzionamenti ne ordinerebbe la dovuta
distruzione anche in questi casi.
Istigare paura per aumentare la spesa per la Difesa
Il 7 febbraio, giornali e televisioni riferivano del “lancio del missile nordcoreano”. Tuttavia il Joint Space Operations Center del Comando Strategico degli Stati Uniti annunciava due ore dopo il lancio che due oggetti erano stati posti in orbita, un satellite e resti del terzo stadio del missile. Mentre in un primo momento il satellite continuava a ruotare si speculò che fosse fuori controllo, in seguito un funzionario della difesa degli Stati Uniti dichiarava che la rotazione si era fermata, ma senza chiarire se i segnali radio venivano emessi. Il 12 dicembre 2012, la Corea democratica lanciò con successo un satellite in orbita, ma i segnali radio non furono emessi forse a causa del malfunzionamento delle apparecchiature di comunicazione.
Il 7 febbraio, giornali e televisioni riferivano del “lancio del missile nordcoreano”. Tuttavia il Joint Space Operations Center del Comando Strategico degli Stati Uniti annunciava due ore dopo il lancio che due oggetti erano stati posti in orbita, un satellite e resti del terzo stadio del missile. Mentre in un primo momento il satellite continuava a ruotare si speculò che fosse fuori controllo, in seguito un funzionario della difesa degli Stati Uniti dichiarava che la rotazione si era fermata, ma senza chiarire se i segnali radio venivano emessi. Il 12 dicembre 2012, la Corea democratica lanciò con successo un satellite in orbita, ma i segnali radio non furono emessi forse a causa del malfunzionamento delle apparecchiature di comunicazione.
Prima
dell’ultimo lancio, la Corea democratica riferiva all’Organizzazione
marittima internazionale che detriti del missili sarebbero caduti nelle
stesse zone del lancio del 2012. Da ciò si può dedurre che la Corea
democratica progettava di mettere in orbita un satellite in modo simile.
Risposi su questo quando me lo chiesero i media. Il Ministero della
Difesa giapponese sicuramente lo sapeva pure. Dopo il lancio del
satellite precedente, i media e il governo giapponesi fecero gran
clamore dando una copertura minima al successo del lancio del satellite.
Di conseguenza, i mass media lo sapevano.
Questa volta quasi tutti i
principali media hanno ripreso a pappagallo l’annuncio del governo sul
“lancio del missile”, una situazione che ricorda gli annunci dalla
reggia imperiale nella seconda guerra mondiale. In realtà, il
Taepodong-2 si alzò per circa 500 km e il terzo stadio accelerò
orizzontalmente per mettere il satellite in orbita. Se il terzo stadio
continuava l’ascesa come missile balistico, avrebbe seguito una
traiettoria parabolica cadendo sull’Australia.
I giornali giapponesi
apparentemente trovarono difficoltà a cambiare posizione e scrivere del
“satellite” nordcoreano. Invece optarono per termini scomodi come
“oggetto” o “carico” in orbita. I media statunitensi, d’altra parte,
continuavano a usare il termine generico “razzo” applicabile a missili
balistici e vettori di lancio di satelliti prima e dopo il lancio,
un’espressione più accurata e sicura. Il Consiglio di sicurezza delle
Nazioni Unite con la risoluzione 2087 del 23 gennaio 2013, dopo il
lancio del satellite precedente, chiese alla Corea democratica di
“non condurre ulteriori lanci utilizzando la tecnologia dei missili balistici, test nucleari o qualsiasi ulteriore provocazione“.
Mentre il lancio del satellite e il test della bomba all’idrogeno del 6
gennaio chiaramente violavano la risoluzione, governo e mass media
giapponesi non avevano bisogno di fabbricare un “lancio di un missile”
per criticare la Corea democratica. L’enfasi era probabilmente una
tecnica per aumentare la spesa per la difesa missilistica. Il Giappone
ha già speso 1,35 trilioni di yen per la difesa missilistica balistica e
prevede di sostituire i missili intercettori SM-3 Block-1 (1,6 miliardi di yen per missile), otto dei quali saranno a bordo di ogni nave Aegis, con il più grande e più potente Block-2
il cui costo unitario è stimato a più del doppio.
Il numero di navi
Aegis (200 miliardi di yen per nave, compreso il sistema missilistico)
aumenterà da sei a otto. Alcuni hanno sollevato dubbi circa le spese
astronomiche per tali aggiornamenti, essendone lo scopo non limitato
alla difesa del Giappone, ma anche all’intercettazione in volo dei
missili balistici diretti su Guam, Hawaii e costa occidentale degli
Stati Uniti. Essendo necessario che i contribuenti temano o missili
balistici per sedare tali dubbi, il riconoscimento del “satellite” era
un inconveniente per il governo.
Le differenze nelle tecnologie missilistiche
E’ un luogo comune per i media osservare che:
E’ un luogo comune per i media osservare che:
“La tecnologia dei missili balistici e dei missili per il lancio di satelliti è fondamentalmente la stessa. L’unica differenza è se trasportano testate o satelliti“.
Tuttavia, se seguiamo la stessa logica si può dire:
“…La tecnologia di base degli aerei da combattimento e degli aerei passeggeri è lo stessa“.
Nel 1950, quando missili balistici intercontinentali (ICBM) e satelliti apparvero, l’Unione Sovietica lanciò lo Sputnik-1, il primo satellite al mondo, con il suo ICBM SS-6. Più tardi, gli Stati Uniti lanciarono satelliti utilizzando ICBM Atlas e Titan I.
Tuttavia, questi ICBM richiedevano ore di preparazione prima del
lancio, tra cui il caricamento del combustibile liquido, rendendosi
vulnerabili ad attacchi e limitandone il valore militare. Dopo essere
stati abbandonati per alcuni anni, furono riutilizzati per lanci di
satelliti. I missili per satelliti non diventano ICBM. Nel 1990, la
Russia utilizzò nuovamente il suo ICBM SS-25 per lanciare satelliti.
L’obiettivo era guadagnare valuta estera utilizzando missili dismessi
con i colloqui per la riduzione delle armi strategiche per lanciare
satelliti di Stati esteri. Solo piccoli satelliti potevano essere
lanciati da questi missili.
Negli ultimi cinquanta anni la tecnologia
missilistica è progredita, con conseguente divergenza tra missili
balistici e missili satellitari. Con i missili balistici, la capacità di
lancio rapido è indispensabile. Dovrebbero anche essere compatti e
mobili per consentirne lo schieramento su silos, sottomarini o veicoli
per aumentarne la sopravvivenza. D’altra parte, i vettori satellitari
non hanno bisogno di essere lanciati con poco preavviso o di nascosto
dai satelliti da ricognizione.
Le loro dimensioni continuano a crescere
per lanciare satelliti sempre più grandi da rampe di lancio fisse. Per
esempio, gli attuali ICBM degli Stati Uniti Minuteman III sono
lunghi 18 metri e pesano 35 tonnellate. Il vettore per il lancio di
satelliti del Giappone H2A è lungo 53 metri e pesa 445 tonnellate. Lo
Space Shuttle pesava più di 2000 tonnellate. I vettori satellitari
normalmente utilizzano combustibili liquidi per la spinta maggiore. I
missili militari tendono ad evitare il combustibile liquido a causa dei
lunghi tempi di preparazione richiesti, a favore dei combustibili
solidi, che consentono lanci immediati e facile manutenzione.
Russia,
Cina e altri Stati in svantaggio con questa tecnologia hanno usato
carburante liquido ingombrante da conservare. Tuttavia, si è passati al
combustibile solido negli ultimi anni. Il Taepodong-2 (30 metri
di lunghezza, 90 tonnellate di peso) che la Corea democratica ha
utilizzato per l’ultimo lancio decollò da una piattaforma chiaramente
visibile sulla costa, dopo più di due settimane di montaggio e
caricamento del combustibile liquido. Se una procedura così lunga
venisse presa in tempo di guerra o in condizioni di alta tensione,
verrebbe facilmente distrutta da attacchi aerei o altri mezzi.
Analogamente, il missile giapponese H2 non può essere lanciato
immediatamente e non può essere usato come missile militare. La
differenziazione della tecnologia missilistica nordcoreana non è
progredita come negli Stati Uniti. Tuttavia, è evidente che il regime
sviluppa vari missili militari. Il Musudan (12 metri di
lunghezza, 12 tonnellate di peso), basato sui missili SSN-6 per i
sottomarini lanciamissili balistici a propulsione nucleare Yankee
dell’ex-Unione Sovietica, trasportato da lanciatori mobili con 12
ruote, avrebbe la capacità di emergere da un tunnel ed essere lanciato
in circa dieci minuti. Essendo il Giappone entro la gittata di oltre
3000 km, è una minaccia reale.
Nella sfilata del 2012, una versione più
grande del missile, su un lanciatore a 16 ruote, lungo 18 metri e del
peso di 40 tonnellate, veniva mostrata. Gli Stati Uniti l’hanno
denominato KN-08 e temono che sia un missile mobile istantaneamente
lanciabile con gittata di 9000 chilometri. Se un test di lancio di
questo missile dovesse avvenire, sarebbe un vero “lancio di missile a
lungo raggio”, ma i giapponesi sono così abituati al grido al lupo del
governo sui “lanci di missili”, che potrebbero considerarlo
semplicemente “un altro lancio.”
Taoka Shunji, Global Research, 16 aprile 2016
Versione rivista di un articolo apparso su Okinawa Times il 24-26 febbraio 2016.
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
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