Subito dopo l’approvazione del Congresso
Brasiliano della mozione di Impeachment contro il Presidente Dilma
Rousseff da parte di quelli che ho scelto di chiamare le iene della Guerra Ibrida, il Presidente-in-attesa
Michel “Brutus” Temer, uno degli artefici del golpe, ha inviato a
Washington un senatore, in veste di fattorino speciale, con le ultime
notizie sul Colpo di Stato in atto. Il senatore in questione non era in
missione ufficiale per il Comitato Senatoriale per le Relazioni Estere.
Brutus Temer era stato messo in allarme
dalla reazione dei media globali, che si rendono sempre più conto che
quello che sta facendo, dopo essersi alleato con Brutus-2, il noto e
corrotto Presidente della Camera Bassa, è quello che è: un Colpo di
Stato.
La missione del senatore era
presumibilmente quella di lanciare una campagna di pubbliche relazioni
per controbilanciare la storia del golpe che, Secondo Brutus-1, “sta
demoralizzando le istituzioni brasiliane”.
Stupidaggini. Il senatore-fattorino è
stato mandato al Dipartimento di Stato Americano per riferire che tutto
procede secondo i piani.
A Washington, il senatore-fattorino ha
biascicato: “faremo vedere che il Brasile non è una repubblica delle
banane”. Beh, non lo era, ma adesso, grazie alle iene della Guerra
Ibrida, lo è.
Se c’è un uomo che ha 11 conti segreti
in Svizzera, nominato nei Panama Papers, e già sotto indagine da parte
di una Corte Suprema che controlla il destino politico di un’intera
nazione, allora questa è una repubblica delle banane.
Se c’è un presuntuoso giudice
provinciale che minaccia di incarcerare l’ex Presidente Lula per un
modesto appartamento ed un ranch di cui non è neanche il proprietario,
ma che, allo stesso tempo, non riesce ad alzare un dito contro Brutus-2,
insieme ai pomposissimi giudici della Corte Suprema, allora questa è
una repubblica delle banane.
Ora confrontate la non-reazione di
Washington con quella di Mosca. Il Ministro degli Esteri russo, per
bocca dell’incontenibile Maria Zakharova, ha sottolineato
il ruolo cruciale della partnership fra i BRICS e le posizioni comuni
di Russia e Brasile nell’ambito del G-20. E Mosca ha ribadito, senza
mezzi termini, che i problemi del Brasile devono essere risolti
all’interno
“del contesto legale-costituzionale e senza nessuna interferenza esterna“.
Ancora una volta Dominio a Tutto Spettro
Ho seguito il golpe brasiliano in atto,
dando particolare enfasi alla Guerra Ibrida, di matrice statunitense,
volta a distruggere
“il progetto neo-sviluppista per l’America Latina che, riunificando almeno alcune delle elites locali, aveva investito nello sviluppo dei mercati interni, in associazione con le classi lavoratrici“.
L’obbiettivo chiave della Guerra Ibrida è, almeno in questo caso, favorire una restaurazione neoliberale.
Gli sgherri imperiali vanno direttamente al punto quando enumerano le mire e gli strumenti di quella che il Pentagono, già nel 2002, aveva chiamato Full Spectrum Dominance. Così
“La potenza statunitense deriva direttamente dalle ineguagliate capacità del nostro esercito, certo. Tutto ciò che espande le possibilità dei mercati americani, come, per esempio, nel commercio il Parternariato Trans-Pacifico, aumenta l’arsenale della potenza americana. Ma, in senso più profondo, è un prodotto del dominio dell’economia statunitense”.
Naturalmente, l’economia americana è ben lontana dall’essere dominante. Quello che adesso conta è ciò che
“allontana il business dall’America o permette ad altre nazioni di costruire un’architettura finanziaria antagonista, meno gravata da una miriade di sanzioni“.
“Architettura finanziaria antagonista”
equivale a scriverci sopra BRICS. E “una miriade di sanzioni” non è
stata sufficiente a far piangere l’Iran; Teheran continuerà a praticare
una “economia di resistenza”. Non a caso due dei BRICS, Russia e Cina,
insieme all’Iran, sono per il Pentagono fra le prime cinque minacce
esistenziali, insieme alla Corea del Nord, che dispone dell’atomica, e
all’ultima, infima priorità, il “terrorismo”.
La Guerra Fredda 2.0 riguarda sopratutto
Russia e Cina, ma anche il Brasile è un giocatore di riguardo. Edward
Snowden ha rivelato come l’attività spionistica dell’NSA fosse
incentrata su Petrobras, la cui tecnologia, coperta da brevetto, aveva
reso possibile la più grossa scoperta petrolifera dell’appena iniziato
21° secolo, quella dei depositi pre-salini. Le grosse compagnie
statunitensi erano rimaste escluse da questo sfruttamento. Questo è un
anatema, che richiede l’impiego delle tecniche di Guerra Ibrida, incluse
nella Full Spectrum Dominance.
Le elites compradore brasiliane si sono
gettate nella mischia con grande gioia. Già due anni fa, gli analisti
della JP Morgan stavano organizzando seminari con i sostenitori della
macro-economia neo-liberale, predicando su come destabilizzare il
governo Rousseff.
Le lobby dell’industria, del commercio,
del settore bancario ed agroindustriale hanno apparentemente favorito
l’impeachment, in quanto rappresentava la fine dell’esperimento di
social-democrazia del duo Lula-Dilma. Non desta perciò meraviglia che il
Presidente-in-attesa Brutus Temer abbia stretto un patto integrale con
il Grande Capitale, compresa l’assenza di limitazioni agli interessi sul
debito pubblico (ben oltre la normativa internazionale); il rapporto
debito pubblico/PIL è destinato a salire, l’accesso al credito sarà più
difficile e, a completamento di tutto, ci saranno tagli a scuola e
sanità.
Per quanto riguarda Washington, e la
cosa è assolutamente bipartisan, non se ne parla nemmeno di tollerare
una potenza regionale nell’Atlantico del Sud, benedetta poi da una
eco-ricchezza senza rivali (pensate alla foresta tropicale
dell’Amazzonia e a tutta quell’acqua, accoppiata alla falda del Guarani)
e sopratutto legata a filo doppio a membri chiave dei BRICS come Russia
e Cina, che hanno la loro propria partnership strategica.
Il fattore dei giacimenti pre-salini è
la ciliegina sulla torta tropicale. Per le grosse compagnie petrolifere
americane è assolutamente fuori questione permettere a Petrobras di
avere il monopolio dello sfruttamento. E, proprio in caso di bisogno, la
4° Flotta americana è già in posizione nell’Atlantico del sud.
La “guerra terrestre” dichiarata dal regime Cheney ha distratto l’Impero del Caos
per troppo tempo.
Ora arriva, finalmente, una coordinata, mondiale e
caotica offensiva. Dall’Asia sud-occidentale all’Asia meridionale la
Guerra Ibrida sogna una sorta di caos all’irachena che prenda il posto
dei governi di Arabia Saudita, Iran, Pakistan ed Egitto e l’Impero del
Caos, che sta alle spalle di tutto, ci sta provando seriamente in Siria,
anche se la dinastia Assad è stata per decenni un alleato “segreto”
degli Stati Uniti.
Obama, da buon fattorino dei Signori
dell’Universo, ha deciso di pugnalare alle spalle Casa Saud, che non è
necessariamente una brutta cosa, sul caso Iran; il pio desiderio
prevalente era che il gas naturale iraniano potesse rimpiazzare quello
russo diretto in Europa, facendo così crollare l’economia russa. Grave
errore.
Rimane tuttavia un’altra opzione, un
gasdotto che dal Qatar, attraverso Arabia Saudita e Siria, rimpiazzi il
gas naturale russo che arriva in Europa. Questo rimane l’obbiettivo
principale della CIA in Siria, non importa come: il Daesh, il finto
Califfato, è solo tutta propaganda.
Anche la CIA è molto favorevole al fatto
che l’Arabia Saudita distrugga l’economia russa con una guerra sul
prezzo del petrolio, e non vuole certo che questa finisca; da qui l’uso
delle famose 28 pagine sull’11 settembre usate come spada di Damocle
sulla testa dei Sauditi, in modo che la guerra del greggio possa continuare.
La CIA ha anche tentato disperatamente
di attirare Mosca in una trappola siriana, come era successo negli anni
’80 in Afganistan, e ci aveva già provato con il colpo di stato a Kiev,
fino al punto di ordinare all’esercito turco, che altro non è se non un
suo agente, di abbattere un Su-24 russo. Il “problema” è stato che il
Cremlino non ha morso la mela avvelenata.
Negli anni ’80, il fatto che Casa Saud,
insieme a tutta la banda delle petromonarchie del Golfo (GCC), avesse
dato fondo alle proprie riserve, facendo arrivare nel 1985 il prezzo del
greggio a 7$ al barile, unito all’intervento nel Vietnam afgano, aveva
finito con il mandare in bancarotta l’Unione Sovietica. Si potrebbe
anche dire che tutta l’operazione sia stata un successo, come
programmazione e come esecuzione: una Guerra Ibrida economica più un
Vietnam. Adesso il “manovratore nascosto”, il Dr. Zbig “Grande Scacchiera” Brzezinski, mentore della politica estera di Obama, sta cercando di fare lo stesso giochetto.
Ma, oops, sembra che ci sia un problema.
Il gruppo dirigente di Pechino, già alle prese con l’aggiustamento del
modello di sviluppo cinese, ha visto perfettamente lo sforzo dell’Impero
del Caos di dividere e governare (e conquistare) il mondo intero. Se
cade la Russia, la prossima è la Cina.
Era, in pratica, solo ieri, circa il
2010, quando l’intelligence americana considerava la Cina come la più
grande minaccia dal punto di vista militare e stava iniziando a muoversi
contro il “Regno di Mezzo” con la teoria del “riequilibrio verso
l’Asia”. Ma, di colpo, la CIA si è resa conto di come Mosca avesse speso
un trilione di dollari, saltando avanti di due generazioni nel campo
dei missili offensivi e difensivi, per non parlare dei sottomarini, le
armi della scelta per la Terza Guerra Mondiale.
A questo punto la Russia è stata
promossa al grado di minaccia più importante. Tenendo attentamente
d’occhio la scacchiera, la dirigenza di Pechino ha quindi accelerato
l’alleanza con la Russia e con i BRICS, creando una forza alternativa,
che ha causato a Washington un terremoto di proporzioni assolutamente
devastanti.
Adesso Pechino ha definitivamente
rimodellato i BRICS in una vera e propria struttura di potere
alternativo, con il loro proprio FMI, un sistema di pagamenti SWIFT, ed
una Banca Mondiale.
Attenzione però alla collera di un
Impero del Caos vilipeso. E’ ciò che sta capitando adesso ai BRICS:
l’assedio del Brasile, la caduta del Sud Africa, la debolezza
dell’India, l’accerchiamento progressivo di Cina e Russia. Le varianti
della Guerra Ibrida, dall’Ucraina al Brasile, l’aumento della pressione
nell’Asia Centrale, la polveriera del “Siriaq”, tutto quanto punta verso
un’offensiva concertata della Full Spectrum Dominance per spezzare i
BRICS, l’alleanza strategica russo-cinese e, alla fine, anche la “nuova
via della seta” che dovrebbe unire l’Eurasia. La guerra sul prezzo del
petrolio, il crollo del rublo, l’affluenza dei rifugiati in Europa
(causata dall'”eccentrico” Sultano Erdogan), l’Operazione Gladio del 21°
secolo, rimescolano il tutto e distraggono le masse, indirizzandole
verso nemici immaginari, mentre il terrorismo del finto genere Daesh
viene manipolato a guisa di sofisticata tattica diversiva.
Può essere brillante, anche magistrale,
nella sua concezione e nella sua esecuzione, ed è anche così
appariscente in senso cinematografico. Ma, attenzione, ci sarà un
contraccolpo.
*****
Articolo di Pepe Escobar pubblicato su Strategic Culture Foundation il 26 aprile 2016
Tradotto in italiano da Mario per Sakeritalia.it
Tradotto in italiano da Mario per Sakeritalia.it
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