Skopje,
in Macedonia, è in subbuglio, l’ultimo obiettivo della crisi e del
cambio di regime creato in Europa. Migliaia di persone sono scese per le
strade in dissenso per la grazia del Presidente Gjorge Ivanov verso
alcuni funzionari. Come abbiamo visto in Ucraina e altrove, il vecchio
gioco della Guerra Fredda continua. Una nazione all’apice della crisi
occidentale contro l’est che potrebbe presto combattere, non per la
libertà, ma per diventare l’ennesima pedina di un gioco mortale.
Il
lettore più attento non sarà sorpreso dal trovare volti familiari nella
folla in fermento che circonda un governo. I macedoni vengono trascinati
in un vortice da cui non potranno mai uscire. Ecco un altro sguardo su
come Stati Uniti e alleati hanno truccato la scacchiera.
“Il potere non è un mezzo, è un fine. Non instaurare una dittatura per salvaguardare la rivoluzione; ma fare la rivoluzione, per instaurare la dittatura“. George Orwell
Trovare i loghi dell’Open Society Foundations di George Soros
in Macedonia, e quello dell’USAID accanto non dovrebbe sorprendere chi
studia il caos mondiale di questi giorni. Entrambe le entità collaborano
offrendo borse di studio per acquistare una nuova legione di studenti
“compiacenti” e futuri capi della Macedonia. Il piano per la società
civile in Macedonia è la testimonianza di come il sistema di Soros e
colleghi s’è attivato in tutte le repubbliche ex-sovietiche. Se l’Open
Society Foundations di Soros non può essere accusata di corruzione
palese, “comprare” l’amore della gente in queste nazioni certamente lo
dimostrerebbe.
Attraverso iniziative e partnership come quella della
Youth Educational Forum (YEF), l’edificio politico di Soros in Macedonia
si rispecchia in ciò che ho già indicato in Lettonia, Georgia e Libia.
E’ dovuto alla manipolazione sociale se vediamo giovani sostenere
l’ulteriore americanizzazione, quando decenni di UE e influenza
occidentale non hanno portato nulla alla Macedonia. Il PIL del Paese
rimane basso, uno dei più bassi dei Paesi in via di sviluppo in Europa e
Asia. Ancora una volta, Soros e il dipartimento di Stato degli Stati
Uniti sono immersi fino al collo nel controllo dei regimi.
Il Presidente
Gjorge Ivanov che guarda a Mosca è al centro dell’attuale caos in
Macedonia, e agli alleati dell’UE travolti dal disastro dei rifugiati
serve il momento opportuno per siglare il destino della Macedonia. La
lettera del 14 aprile delle 84 organizzazioni guidate dall’Open Society Foundation
al Presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker, urla
eversione nella mia mente. Ramadan Ramadani, membro del Consiglio dell’Open Society Foundation
è in prima linea nel movimento, e l’elenco dei partner
dell’organizzazione di Soros è ampio e radicato, così come in altri
Paesi in crisi. I manifestanti davanti l’edificio del governo macedone
sono in effetti istigati dai partner dei tentativi macedoni di Soros.
L’elenco comprende; Agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale –
USAID, Missione UE in Macedonia, Direzione dello sviluppo e
cooperazione – DSC, Fondazione dei Bambini Pestalozzi – Svizzera, Fondo
per l’Istruzione dei Rom – Ungheria e Istituto per la politica europea
di Berlino.
Ancora una volta troviamo i cospiratori intrecciati con i
beneficiari inconsapevoli della rete delle fondazioni di Soros. Grazie
ai miliardi degli hedge funds, Soros ha creato tali reti per il
cambio nelle “società aperte”, con Soros azionista di maggioranza, e
altri investitori e partner che si fanno carico del resto del
finanziamento. L’organizzazione non fa mistero della “fase
auto-sostenibile” che ogni piano deve raggiungere. E’ interessante e un
po’ deprimente che il contingente in Macedonia dei tentativi di
Soros-USAID abbia forse involontariamente rivelato altre operazioni.
Forse a causa della barriera linguistica isolante dell’organizzazione?
Comunque l’Open Society Foundation in Macedonia delinea
chiaramente i settori d’influenza e sono; istruzione, informazione,
sanità, media, riforma della pubblica amministrazione, legge, Programma
Est-Est: Partnership Cross Border, programma della società
civile e Programma Promozionale Regionale della Ricerca (RRPP). Citando
le pagine dei “media” delle fondazioni si riconoscono noti inquilini.
L’obiettivo principale dell’aspetto mediatico si prefigge:
– di migliorare il dibattito informato su temi relativi all’UE e contribuire alla promozione dei valori dell’UE;
– garantire la copertura mediatica delle problematiche connesse all’adesione all’UE, elezioni, contenziosi sull’adesione con la Grecia e la NATO;
– monitorare e sostenere lo sviluppo del quadro giuridico e normativo adeguato ai media e monitorarne l’attuazione in conformità con gli standard internazionali, compreso il funzionamento degli organismi di regolamentazione competenti;
In conclusione, struttura, forza, sostegno e completezza dei fili delle
ONG corporativo-governative sono tirati da dipartimento di Stato,
ambasciata del Regno Unito, Soros e altri componenti, rendendo
relativamente impotente qualsiasi vera forma di democrazia libera nella
regione. Se la grazia o meno del Presidente Gjorge Ivanov ai funzionari
elettorali indagati aggrada, è l’aspetto meno importante per i macedoni
rispetto alla grande cospirazione per controllare i cittadini e la
società.
Le operazioni di Soros e dell’USAID, che operano sotto la
copertura della filantropia e dell’altruismo, sono machiavelliche fino
alle estreme conseguenze. Come ho già mostrato in altri esempi, ONG ed
egemonia degli Stati Uniti giocano molto sporco per dominare. Vorrei
mettere in guardia il popolo della Macedonia almeno indagando sulle mie
affermazioni.
Phil Butler New Eastern Outlook 25/04/2016
Phil Butler è ricercatore ed analista politica, politologo ed esperto di Europa orientale, in esclusiva per la rivista online “New Eastern Outlook” .
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
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